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Autore: Any Ikisy    18/06/2010    3 recensioni
Voltami le spalle, ed io sarò felice, perché per perdere la fiducia di qualcuno bisogna prima ottenerla.
[ Ashura/Arachne ]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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VOLTAMI LE SPALLE

 

Arachne era rimasta sola in quella parte di palazzo: il Kishin aveva richiesto espressamente una stanza in cui poter rimanere lontano da tutti, e lei aveva pensato di omaggiarlo con un’area interamente dedicata a lui.

Spesso si trovava a camminare in quei corridoi silenziosi, magari alla ricerca di Ashura… lo faceva per abituarlo alla sua presenza, per fargli dimenticare in minima parte la paura.

Giriko, Mosquito… persino ai propri ragni impediva di invadere quello spazio.

Solo per il Kishin. Solo per Ashura.

Aveva fatto arredare quelle stanze con i più pregiati mobili, le tele più elaborate, le stoffe più setose; Arachnophobia dipendeva da lei, e lei dipendeva da quell’essere.

Avvertiva chiaramente la presenza del Kishin attorno a sé, e cercava di non curarsene.

Mostrava coraggio, come donna, e tuttavia l’ardore non bastava.

Non era stato il coraggio a condurla per ottocento secoli, sin dove si trovava in quel momento.

Accarezzando un mobile di legno, Arachne intonò un motivetto.

Con lo sguardo percorse le superfici, cercando un indizio sul proprio Kishin.

Giunse infine nella stanza da letto, dove l’uomo soleva passare la maggior parte del tempo.

Alle cameriere e ai suoi sottoposti non era permesso entrare: sarebbero morti, e lei non uccideva i suoi uomini senza motivo. Li lasciava andare solo quando era l’ora del pasto per il suo ospite.

Gettò uno sguardo alle finestre, controllando che fossero chiuse; le sorse il dubbio che fosse scappato.

No, non poteva essere.

Sistemò una ciocca di capelli fuori posto, improvvisamente nervosa.

Era stata sorella di Medusa: l’ansia l’avvolgeva ogni qualvolta sua sorella scappava di casa. E questo accadeva spesso nei tempi andati.

Improvvisamente davanti ai suoi occhi comparve il Kishin, avvolto interamente da bende e molteplici abiti, l’uno sull’altro. Fece per chiamarlo, quando lui le si scagliò contro e l’afferrò per il collo.

La sua mano era tremante, ma stringeva quanto una dannata tenaglia d’acciaio.

La sollevò, i suoi piedi non toccarono più il suolo. Strinse le mani attorno al suo polso, in cerca di aria.

L’angoscia era palpabile: una goccia di sudore percorse la sua guancia. Poteva trattarsi di una lacrima data dal dolore, se ci pensava meglio; non avrebbe saputo dirlo.

Lo guardò, ricercando i suoi occhi purpurei. Uno qualsiasi dei suoi tre occhi sanguigni.

Guardarlo negli occhi di solito lo metteva in imbarazzo o lo calmava, quantomeno.

Ashura allungò l’altro braccio, estendendolo contro il suo corpo, poggiando la mano contro il suo ventre. Fece combaciare il proprio palmo contro lo stomaco della donna. E strinse.

Strinse a tal punto da strappare le carni, strinse tanto da far urlare la donna dal dolore.

Arachne chiuse gli occhi, a quel punto, dimenticandosi di avere a 'che fare con un Kishin e concentrandosi sulla ferita appena infertale.

Eppure era tutto funzione.

Riaprì gli occhi, e rivide Ashura davanti ai suoi occhi.

Era lontano, nascosto nella penombra, e la fissava timoroso.

Scomparve nuovamente dalla sua vista, e percepì una presenza alle proprie spalle.

Impara ad avvertirmi con l’udito…

Avvertì un passaggio d’aria alle proprie spalle.

Impara a percepire la mia presenza…

Percepì un moto di follia invaderla.

Impara a distinguere il mio sapore…

Distinse delle labbra fredde e malferme sulle sue.

Solo allora gli occhi lo videro.

… perché un giorno potrei decidere che quegli occhi sono troppo belli, troppo minacciosi per me.

Ashura prese distanza. “E potrei semplicemente decidere di strapparteli via.

Si voltò, dandole le spalle. “A quel punto non potrai più vedermi; come farai a cercarmi?

Poi se ne andò, lasciò Arachne sola nel suo silenzio.

Pensosa. I gatti voltano le spalle solo a chi ha la loro fiducia.

Ancora un passo, giusto un po’ più vicina… e presto Ashura si sarebbe fidata di lei.

Era già riuscita a fargli dimenticare di temerla.

Sorrise. Era dannatamente felice.

 

 

 

Ne approfitto per rispondere ai commenti su Soul Eater in Love – Acqua:

innanzitutto c’è da dire che mi scuso, ma non continuerò più quella serie… scusate ma non riesco, anche volendo, a scrivere su questo fandom… questa storia in effetti è un po’ così… una cosettina, come vedete.

Poi vorrei ringraziare per i commenti nuovi, e Dimea che mi ha citato anche al di fuori di essa XD grazie, ho apprezzato molto!

 

 

 

 

È tanto che non scrivo in questa sezione: ho praticamente abbandonato…

Però ho visto che comunque ora il fandom è ricco di storie.

Come avrete capito, i personaggi non erano quelli che avevo annunciato, ma semplicemente perché non c’erano nella sezione e non avevo tempo per metterli.

Spero che la storiella sia piaciuta, io sono stata presa dall’euforia e l’ho postata senza pensarci troppo. Ditemi se si nota e devo riguardarla meglio, anche se non credo cambierebbe molto.

Ok, non aggiungo altro. Commentate se vi garba, e se pensate ne valga la pena.

 

 

Any Ikisy

 

  
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