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Autore: _Syn    18/06/2010    4 recensioni
Aggiunte risposte ai commenti (solo quelli che richiedevano chiarimenti ^^)
LinkxAllen
“Allen Walker, potresti venire qui a prelevare il tuo golem? Non posso svolgere il mio lavoro così come dovrei.”
Timcampy era tra quelle cose. Non appena Link pronunciò quelle parole sembrò indignarsi e, dopo essersi librato in aria, fece in modo che la sua coda, accidentalmente, colpisse la guancia scoperta di Link, così da schiaffeggiarlo.
Allen si chiese se scoppiare a ridere sarebbe parso inopportuno, ma ritenne di ridere fra sé e sé, giusto per non peggiorare l’umore di Link. Quest’ultimo, guardando il golem allontanarsi, sembrava chiedersi se fosse previsto da qualche regolamento o da una legge che i golem fossero processabili per oltraggio a pubblico ufficiale. Avrebbe sicuramente controllato, soprattutto perché sapeva che incidenti simili si sarebbero verificati ancora.
“Il tuo golem dovrebbe imparare un po’ di buone maniere, Walker.” disse a denti stretti.
“Voleva solo starti un po’ vicino, è stato davvero un gesto indelicato cacciarlo via.” replicò Allen, prendendo Tim tra le mani e strapazzandolo un pochino, giusto per coccolarlo e fargli dimenticare la brutta esperienza.
Genere: Commedia, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Link
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Standing on a broken field'
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Note di Bella: Ritorno con una nuova LinkxAllen ** Ormai non sarà facile liberarsi della mia molesta presenza, il LinkxAllen è entrato ufficialmente nei miei OTP, perciò sarà difficile che smetta di scriverci. Gli eventi descritti in questa fanfiction prendono avvio poco prima del trasferimento degli Esorcisti alla nuova sede dell'Ordine. Potete anche considerarlo un prequel di "Profumo di fiducia" in un certo senso ^_^
Non mi dilungo e ringrazio raxilia_running per aver commento la mia precedente e prima LinkxAllen. Mi fa piacere che ti sia piaciuta ^_^ E grazie anche a lei e a steste per averla aggiunta ai preferiti.
Buona lettura!
Bella.



A volte ci si domanda perché certe sensazioni non risultino chiare all'istante, nel momento stesso in cui sono percepite. Si analizzano proprio mentre bruciano, anche senza fare male, sulla pelle, senza aspettare che svaniscano. Mentre si percepiscono sulla pelle, forse, si pensa siano più facili da leggere, come quando hai un libro tra le mani e, avido, ne divori ogni pagina. Non si aspetta che il libro venga riposto sul suo scaffale e la mente ritorni a quelle righe, ritrovandone l’essenza nel ricordo. E’ in quei momenti, quando l’essenziale è ciò di cui la mente si ciba, che si può dire di aver trovato una risposta. E’ in quei momenti che comprendiamo un po’ di più quello che abbiamo letto, perché semplicemente è lontano. E’ chiuso tra le sue pagine anche se le parole sono ancora lì e al tempo stesso sono carezze per l’anima. Si smette di divorare e si assapora ciò che resta, chiudendo gli occhi.

 

A better place to Breathe

 

Allen se ne stava in silenzio quel giorno, mentre Link analizzava gli ultimi documenti inviati da Lvellie. Non gli aveva dato nessun lavoro da fare né aveva portato una torta per ingannare l’attesa mangiando. Era bravo con le torte, ma ne mangiava decisamente troppe. Certo, lui non era decisamente la persona adatta a giudicare un comportamento come quello, ma se non altro, si disse, lui cambiava genere. Forse era grazie a tutto quello zucchero che riusciva a sostenere ore e ore di lavoro in quel modo. Non come se ne andasse della sua vita, ma in maniera tranquilla – anche se a volte appariva rigido. Lavorava così, in maniera naturale. La corta frangia bionda che lasciava scoperti i caratteristici due nei non gli sfiorava mai gli occhi, così non doveva mai soffiare all’insù per scostarla oppure muovere inutilmente la mano per riavviarla. Era tutto organizzato prima ancora che cominciasse a lavorare.

Da quando era diventato il suo sorvegliante, Allen aveva pensato che Link probabilmente era nato organizzato, così da evitare fastidi. Era affascinante vedere che ogni fastidio, per il sorvegliante, moriva prima ancora di nascere. Lui li prevedeva.

Forse aveva previsto anche Allen, perché sicuramente doveva essere un fastidio occuparsi di un ragazzino di quasi sedici anni, sospettato di essere un Noah rinnegato, maledetto e pericoloso per l’incolumità del paese. Probabilmente, più difficile era stato prevedere un golem svolazzante sempre pronto a planargli sul capo mentre analizzava documenti o leggeva libri. In quel momento, Timcampy gli si era accoccolato sulla spalla e una delle ali gli sfiorava appena i capelli, scompigliandoli. Link non doveva sicuramente esserne felice.

Eppure quella situazione era così incredibile persino per Allen – nonostante avesse cominciato a collegare i fatti – che lui stesso aveva dedotto che nemmeno una mente organizzata e precisa come quella di Link avrebbe potuto intravedere quello che sarebbe capitato.

Poteva anche amare il suo lavoro – oppure svolgerlo senza sentimento, perché così doveva fare – ma in entrambi i casi non doveva essere piacevole stare dietro ad un ragazzino sospetto e pericoloso. Apparentemente pericoloso, oppure profondamente inconsapevole. Oltretutto, Allen tendeva a diventare strano di tanto in tanto, e Link sicuramente doveva chiedersi se fosse seriamente pazzo o se lo prendesse in giro.

E se non erano stranezze legate al Quattordicesimo, sicuramente si trattava di qualcosa di diverso.



Allen Walker, potresti venire qui a prelevare il tuo golem? Non posso svolgere il mio lavoro così come dovrei.”

Timcampy era tra quelle cose. Non appena Link pronunciò quelle parole sembrò indignarsi e, dopo essersi librato in aria, fece in modo che la sua coda, accidentalmente, colpisse la guancia scoperta di Link, così da schiaffeggiarlo.

Allen si chiese se scoppiare a ridere sarebbe parso inopportuno, ma ritenne di ridere fra sé e sé, giusto per non peggiorare l’umore di Link. Quest’ultimo, guardando il golem allontanarsi, sembrava chiedersi se fosse previsto da qualche regolamento o da una legge che i golem fossero processabili per oltraggio a pubblico ufficiale. Avrebbe sicuramente controllato, soprattutto perché sapeva che incidenti simili si sarebbero verificati ancora.

Il tuo golem dovrebbe imparare un po’ di buone maniere, Walker.” disse a denti stretti.

Voleva solo starti un po’ vicino, è stato davvero un gesto indelicato cacciarlo via.” replicò Allen, prendendo Tim tra le mani e strapazzandolo un pochino, giusto per coccolarlo e fargli dimenticare la brutta esperienza.

Sto lavorando.” cominciò Link “E non credo di aver assunto atteggiamenti tali da suggerire una mia apertura nei confronti del tuo golem o di chicchessia. Sono qui semplicemente per sorvegliarti, Walker, non per tenerti compagnia.”

Tim mostrò i dentini affilati a quell’affermazione, ma Allen lo trattenne ancora tra le dita. Sapeva bene che quel piccolo golem dorato sarebbe stato capace di volare ancora da Link semplicemente per disfargli la treccia e spettinarlo tutto a causa delle parole offensive appena pronunciate.

Come vuoi, Link. Ti chiedo scusa a nome di Timcampy.” disse freddamente Allen. In certi casi Link si dimostrava insensibile quanto Kanda. Ma Kanda era un caso irrecuperabile quando si trattava di buone maniere, se non altro Link qualcosa sull’educazione, di tanto in tanto, dimostrava di conoscerla.

Impara a tenerlo a bada, non voglio che la sua frivola vivacità rallenti i miei compiti.”

Non è un animale domestico, Link, non posso mettergli il guinzaglio.” ribatté il ragazzo, lasciando che Tim si accoccolasse sulla sua testa. Per il momento, tuttavia, era abbastanza offeso, e non avrebbe tentato di avvicinarsi a Link per un po’.

E’ una tua responsabilità evitare che crei fastidi.” la rigirò il sorvegliante. “E ora ti chiedo ti lasciarmi lavorare e di restare in silenzio.”

E non una parola disturbò la quiete per un po’.



Lo sapeva, Allen Walker, che se in quel momento avesse aperto la finestra avrebbe sentito qualche leggera goccia d’acqua colpirgli il viso e insinuarsi tra le labbra. Scendeva una pioggia lieve fuori dalla ormai-quasi-vecchia sede dell’Ordine, una pioggia diversa dall’ultima a cui aveva assistito. Non imperversava come una battaglia, ma si posava su ogni cosa delicatamente, come un pianto malinconico. Forse anche il cielo che tutti guardavano ogni giorno, lì, avrebbe cominciato a sentire la loro mancanza una volta che fossero partiti.

Lo sapeva, Allen Walker, che se avesse aperto la finestra Link, seduto a pochi passi da lui, l’avrebbe ripreso con la solita aria seriosa, facendogli presente che il pavimento non si lava da solo e che sarebbe stata una mancanza di rispetto nei confronti di chi si occupava delle pulizie sporcare per un semplice capriccio.

Oltretutto avrebbe potuto prendere freddo, e il sorvegliante sicuramente non aveva voglia di rifornire Walker di fazzolettini di carta e sentirlo starnutire di notte. Probabilmente bastava il respiro pesante, quel respiro che sembrava nascere da un petto schiacciato da una volontà opprimente ed estranea che, per quanto si sforzasse, Allen non riusciva a mandare via.

Eppure Allen desiderava davvero aprire la finestra, non per un capriccio, ma perché l’aria che invisibile accarezzava il cielo sembrava così pura e profumata che sarebbe stato un peccato non respirarla.

Lì dentro si sentiva aria d’addio, aria di chi torna indietro ferito per scoprire che il proprio sangue versato non serve a renderti innocente, l’aria di chi chiude gli occhi e respira solo nel buio, anche se a fatica.

Link?”

Cosa c’è, Walker?” si voltò nella sua direzione, un libriccino in mano e gli occhiali da vista sul naso. Allen non li aveva mai visti in bilico, quegli occhiali, come invece vedeva quelli di Komui. Lui rischiava puntualmente di farli cadere e di romperli, invece su Link si mantenevano sempre in perfetta posizione. Doveva aver infuso quel senso di organizzazione anche agli oggetti inanimati che solitamente utilizzava.

Ti darebbe fastidio se aprissi la finestra?” domandò, pur sapendo che molto probabilmente la risposta sarebbe stata negativa. Ma tentar non nuoce. Forse.

Per quale ragione vorresti aprire quella finestra, Walker? Piove. E se vuoi il mio parere, l’ambiente è vivibile, non c’è bisogno di far cambiare aria.” rispose Link, dando conferma alle previsioni di Allen. Non aveva ancora cacciato fuori l’argomento pulizie, ma aveva mostrato disappunto.

Be’... volevo solo resp... Niente, Link, scusami, fa’ pure conto che non abbia parlato.”

Il sorvegliante smise di sfogliare quei documenti per qualche istante, soffermandosi sulla figura di Allen. Dopo aver ricevuto risposta negativa aveva chinato il capo, fissando il vuoto, dopodiché si era comunque avvicinato alla finestra, senza aprirla.

Guardava fuori, guardava la pioggia che nonostante il vento non aumentava di intensità. Sempre quello sguardo lontano dal mondo; Link non era sicuro di poterlo sorvegliare adeguatamente quando si comportava in quel modo. Era lì, Allen Walker, ma al tempo stesso era lontano anni luce dal luogo in cui i suoi piedi apparentemente poggiavano.

C’era una distanza infinita in quel momento tra loro due.



Volevo solo resp... irare.’

Poteva essere solo un sorvegliante incaricato di tenerlo d’occhio, ma per Link non era stato poi così difficile cogliere il significato della frase di Allen, o almeno di completarla. Voleva respirare. Qualcosa gli diceva però che Allen Walker non aveva bisogno di respirare aria pura semplicemente per rifornire i polmoni di ossigeno. Ma non era suo compito tradurre i tormenti interiori di un ragazzino di sedici anni. In ogni caso, non avrebbe potuto fare nulla.

Il golem dorato, mentre Walker guardava fuori dalla finestra chiusa, cercava di risollevargli il morale accarezzandogli la guancia con la coda. A quell’immagine gli sovvenne lo schiaffo che lo stesso golem gli aveva dato e sentì quel poco di sensibilità svanire; ma dal modo in cui stringeva il bordo della pagina del libro che stava leggendo, Link si rese conto che si stava spingendo troppo oltre.

No, i tormenti di Walker non gli appartenevano, non avevano nulla a che vedere con lui.

E se anche, per caso, si fosse ritrovato in una posizione diversa da quella di sorvegliante, magari come un passante, un conoscente, un estraneo, Link non avrebbe potuto fare nulla comunque. Lui respirava benissimo, si disse.

Respirava come gli avevano insegnato. Respirava come un Corvo doveva respirare.

Ma Allen, in certi momenti, avrebbe solo voluto respirare naturalmente. Il modo in cui si respira non si insegna, non è né facile né difficile, solo naturale. Il respiro è vita, fluisce dentro di noi e ci fa stare bene. Quando diventa un peso, quando quella vita sembra non appartenerci più o pare sia controllata da qualcun altro, allora diventa prigionia. A volte diventa abitudine, altre volte un disperato tentativo di fuga e desiderio di libertà.

Per cosa respirava, Howard Link?



Se solo avesse saputo dove si trovava, Allen avrebbe abbandonato i tuoi doveri per pochi secondi e sarebbe andato lì dove respirare è l’unica cosa da fare per stare bene. Ma sarebbe stato terribilmente egoista da parte sua andarci da solo, perché osservando i suoi amici capiva subito che anche nei loro respiri c’era qualcosa che non andava.

Lavi respirava l’aria di due mondi diversi, ma certe volte il suo respiro quasi naturale riusciva a ingannarlo e smetteva di preoccuparsi.

Lenalee respirava anche per gli altri, accogliendo dentro di sé più dolore di quanto potesse sopportare.

Kanda respirava nella maniera più misteriosa per Allen, come se quel respiro non gli appartenesse.

Komui respirava apparentemente in modo tranquillo, ma era facile vedere l’affanno e la preoccupazione, era semplice avvertire il nodo che impediva al respiro di fluire naturalmente nella gola, per arrivare ai polmoni.

La guerra mozzava il respiro di tutti, gli sbagli umani rendevano innaturali cose naturali come il respiro e il pianto, come un sorriso e il battito di un cuore. La guerra e il potere rendevano irraggiungibili quei luoghi in cui respirare sarebbe stato più facile.

Gli sarebbe bastato aprire quella finestra, forse, per sentire almeno l’odore di quell’aria pura e capace di confortare come i luoghi che poteva solo immaginare.

Ma forse Link aveva ragione: l’ambiente era ancora vivibile, e se avesse respirato quell’aria, sarebbe stato più difficile abbandonare quei luoghi.

Lasciò cadere le braccia dal davanzale della finestra. Tim gli scivolò giù dalla testa e gli si parò davanti al viso, sfiorandogli la fronte, come se volesse abbracciarlo. Allen accarezzò con la mano sana il corpicino del golem, chiudendo gli occhi.

Forse così era più facile: promettere, una volta che tutto fosse finito, di trovarlo quel posto. E poi scoprire, nella pace, che era ovunque.



Hai raccolto tutti i tuoi effetti personali, Walker?” domandò Link, dopo qualche minuto. “Dobbiamo lasciare questa stanza e trasferirci al piano di sotto.”

Allen, seduto di fronte a lui con la testa china su un libro che non aveva neanche aperto, annuì.

Bene. Riponi quel libro e andiamo.” sospirò Link e richiuse anche quello che stava leggendo lui. Allen lo vedeva sospirare raramente, solitamente non sprecava fiato in modo inutile. Non seppe spiegarsi il motivo di quel sospiro. Era quasi come se una parte della perfetta organizzazione di Link si fosse sgretolata. Erano rimasti solo frammenti di polvere che non potevano essere ricomposti e tornare come una volta. Quel sospiro era servito a respirare via la polvere. Ora era dispersa nell’aria, a disposizione di chiunque, nuda agli occhi di estranei. Di Allen. Se fosse stato un Link “normale” quello che aveva davanti, sicuramente avrebbe sospirato dove nessuno poteva vederlo.

C’è qualcosa che non va, Walker?” chiese Link. Allen lo stava fissando da qualche secondo, ma sembrava non essersene accorto. Gli occhi grigi si erano concentrati sul punto in cui quel sospiro era nato, sulle labbra. Dove il respiro nasceva e moriva.

L’Esorcista si riscosse immediatamente, spostando lo sguardo.

Scusami, Link, ero sovrappensiero.” si giustificò Allen, alzandosi velocemente per mettere il libro al suo posto. Non era stata la scoperta che Link respirasse a stupirlo, quanto più il fatto che sprecasse respiri per ritrovare una sorta di benessere o per scacciare qualcosa che, dentro, gli impediva di trovare armonia.

Quello non era stato un sospiro di stanchezza, di noia, di esasperazione – come di solito era, soprattutto quando Allen si comportava come non doveva. Era stato diverso.

Ora andiamo, siamo già in ritardo di qualche minuto.” gli fece notare Link, aprendo la porta.

Allen lanciò un’ultima occhiata alla finestra, ancora chiusa, e guardò la pioggia cadere, le gocce sferzate dal vento che finivano contro il vetro. Solo un istante. Poi raggiunse Link ed uscì dalla stanza, Timcampy al seguito. Forse, se avesse aperto la finestra, non si sarebbe accorto di quel sospiro e avrebbe guadagnato più nostalgia che altro.

Ma quel respirare via gli aveva suggerito semplicemente che valeva la pena di trattenere i respiri migliori per i tempi che dovevano ancora venire. Un sorriso gli increspò le labbra. Magari Link non l’aveva neanche notato, ma aveva respirato in modo tale da invadere lo spazio di Allen.



Sai, Link, dovresti chiedere scusa a Tim. E’ davvero offeso.” disse, mentre scendevano le scale. Link scese l’ultimo gradino prima di voltarsi per chiedersi cosa fosse successo in quei pochi secondi per far recuperare a Walker quell’umore che lui poco sopportava. Al suo fianco, Timcampy sembrava stesse annuendo vigorosamente e fosse in procinto di avvicinarglisi per ricevere scuse ufficiali.

Non ho intenzione di porgere le mie scuse ad essere alcuno, Walker.”

Tim si indignò molto più di prima e se avesse avuto un paio di occhi sarebbe stato capace di fulminare il sorvegliante.

Tim non le dimentica certe cose. Tieni conto che ha vissuto con il Maestro per più tempo di me.” gli fece presente Allen. Era assurdo che al solo nominare Marian Cross l’espressione di Walker mutasse, diventando una maschera quasi inquietante. Non per lui – era abituato a visioni peggiori.

Può fare come crede, ciò che importa è che non rallenti il mio lavoro.”

Detto questo, Link cominciò a scendere la seconda rampa di scale, le orecchie tese per controllare che Walker gli stesse dietro senza decidere all’improvviso di cambiare strada o volare da una delle finestre.

Dice che gli basterebbe anche una fetta di torta.” aggiunse Allen, mentre Tim scopriva i dentini per dirgli che era davvero arrivato il momento di fare uno spuntino. E visto che Jerry era insieme agli altri a preparare ogni cosa per il trasferimento, l’unico cuoco che restava era Link.

E scommetto che anche tu stai morendo di fame, Link. E’ quasi ora di cena.”

Il sorvegliante si fermò al piano terra, ora deserto. Allen scese tranquillamente gli ultimi tre gradini, senza staccargli gli occhi di dosso.

Ceneremo sulla nave, Walker. Tu e il tuo golem dovreste essere in grado di tenere a bada il vostro stomaco.”

Per un attimo Link sentì la curiosità di sapere dove esattamente fosse lo stomaco di un golem, ma scacciò via quel pensiero molesto e inutile, dicendo poi di aver bisogno di un telefono. Doveva avvisare Lvellie che a breve sarebbero partiti.

Puoi assistere alla telefonata, Walker. Non rivelerò nulla che tu già non sappia. E non ho voglia di affidarti a qualcuno che non sia il sottoscritto.” aggiunse alla fine. Era il suo lavoro sorvegliarlo e non lasciarselo sfuggire, era il suo lavoro diffidare e non perderlo di vista.



Questa torta è buonissima, Link. Hai aggiunto qualche ingrediente segreto?” domandò Allen mentre, sulla nave, cenava come promesso da Link.

Credi sia più buona solo perché sei più affamato del solito, Walker. Gli ingredienti sono gli stessi di sempre.”

Ma anche Timcampy sembrava avventarsi sulla sua fetta di torta con più foga del solito, come se davvero fosse il miglior dolce che avesse mai mangiato.

A Link sembrava avere lo stesso sapore di sempre. Cercò di assaporarla meglio, masticando più attentamente di quanto già non facesse, e si concentrò sulla dolcezza del pan di Spagna, sulla consistenza della crema, sulla succosità delle fragole che vi erano immerse. Forse era lì che sbagliava, si concentrava troppo.

No, secondo me hai davvero cambiato qualcosa, Link.” riprese Walker, addentando un pezzo di torta talmente grande che avrebbe potuto soffocarsi facilmente.

Mangia più lentamente, non ho intenzione di salvarti dal soffocamento per una ragione simile.” in ogni caso avrebbe dovuto salvarlo.

Non preoccuparti, non mi è mai successo nulla.”

Non mi sto preoccupando, Walker. Faccio solo il mio lavoro.” lo contraddisse Link, dopo aver ingoiato il suo modesto boccone. Non capiva come facesse a ingurgitare certe porzioni di cibo senza sentirsi male.

Scosse lievemente il capo, tagliandosi un’altra fetta di torta, e controllando che il golem non sporcasse tutta la cabina. Ci era mancato poco che a causa della sua molesta coda non facesse volare via il piatto di Walker.

Potrei averne dell’altra?” chiese Allen, dopo aver finito la sua quarta fetta. Link osservò la fetta che aveva messo nel proprio piatto e poi guardò Walker. “Oh, se quella è l’ultima fetta mangiala pure tu, Link.”

Quello non l’aveva previsto. Avrebbe dovuto immaginare che sarebbe stato un errore prendere l’ultima fetta di torta avendo vicino un pozzo senza fondo. Sicuramente sarebbero arrivati a quella imbarazzante situazione.

Oltretutto, Walker aveva appena finito di profondersi in complimenti riguardo le sue abilità culinarie e sembrava davvero impaziente di mangiare almeno un altro boccone, così da saziarsi totalmente.

Faremo a metà.” concesse alla fine.

Ne sei sicuro, Link?”

Non fare domande sulle mie affermazioni, Walker. Ho detto che faremo a metà, che bisogno c’è di contraddirmi?” più che un’imposizione di autorità, quello sembrava vero e proprio imbarazzo, ma Allen fu abbastanza acuto da evitare di farglielo notare.

Un’altra cosa che Link non aveva previsto, era che Timcampy era il golem più eccentrico che esistesse, perciò, quando si accorse di essere stato escluso da quella spartizione, cercò di imporre la propria presenza e atterrò al centro del tavolo.

Oh, anche Tim ne vuole ancora!” esclamò Allen, dando qualche buffetto con la mano al corpo del golem.

Farò il possibile per dividerla in tre parti che siano uguali.” disse Link, ed Allen quasi si aspettò di vederlo cacciare dalla tasca un righello. Ma si limitò a tagliare in tre spicchi perfettamente identici l’originaria fetta di torta. Non era granché, ma Allen ne fu felice comunque e, con somma sorpresa di Link, non si avventò sulla torta divorandola in un sol boccone, ma cominciò a mangiarla lentamente, gustandola piano.

Avevo ragione, Link. E’ davvero più buona del solito.” insisté. Tim, intanto, senza imitare il suo padrone, si sbafò la sua fetta in men che non si dica, per poi spiccare il volo e planare sulla testa di Link, accarezzandogli la guancia con la coda, come per scusarsi dello schiaffo che gli aveva dato poche ore prima.

Allen, mentre assaporava la crema, ebbe l’impressione che Link fosse arrossito per quel gesto di improvvisa gentilezza e tenerezza da parte di Timcampy ma, ancora, evitò di farglielo notare. Sorrise e basta, cercando di far durare quella fetta di torta più tempo possibile.

Tim ti ha perdonato.” disse. Link ignorò quella manifestazione d’affetto e cacciò un libro dalla borsa dopo essersi pulito mani e bocca dai rimasugli della torta. “Non ti darà fastidio.” aggiunse sotto voce, mentre Link cominciava a leggere.

E poi, proprio mentre il sapore della torta diventava più lieve, lontano, ma sempre presente, Allen comprese qual era l’ingrediente misterioso che aveva reso il dolce più buono del solito. Sorridendo, pensò ancora che non aprire quella finestra era stato un bene.



@Shade: Ahm... magari sono cieca io, ma libriccino era scritto in maniera corretta O_O XD Grazie per la recensione, comunque ** Il rating giallo l'ho inserito semplicemente per scrupolo, non si sa mai XD ps: non trovo neanche la ripetizione °_° Sarò impazzita io, mah O_O EDIT: Come non detto XD Ho trovato la ripetizione ma libriccino è sempre scritto in maniera corretta, ho anche controllato sul dizionario °_°
  
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