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Autore: Secret Whispers    19/06/2010    0 recensioni
Questa fanfiction è la prima classificata del contest Il Tradimento organizzato dal Secret Whispers GDR Forum.
“Come mai, quando per anni nemmeno ci aveva fatto caso, alla fedeltà dei propri partner? Come mai.. ora diventava così fondamentale?”
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fiction che segue si è classificata prima al contest “Il Tradimento” indetto dal Secret Whispers nel mese di Giugno 2010.
L'autrice, LleRory, ha acconsentito che la sua opera fosse esposta su questa pagina.

 

Titolo: “Esplode. Il cuore.”
Autore: LleRory
Fandom: tratto dalla role Nicholas x Imriel, link d’inizio qui: http://secret-whispers-gdr.forumcommunity.net/?t=33101907
Personaggi: Imriel, Gilot, Nicholas
Avvertimenti: Yaoi

Genere: Introspettivo, romantico
Breve introduzione: Come mai, quando per anni nemmeno ci aveva fatto caso, alla fedeltà dei propri partner? Come mai.. ora diventava così fondamentale?”

 

N.d.A(facoltativo): Qualche nota sui personaggi secondari che compaiono, parlanti o meno.

 

Gilot & Drustan - i migliori amici di Imriel, dai tempi dell’accademia; con loro ha avuto dei rapporti anche sessuali, ma catalogabili come “soddisfazione fisica”; non ha mai provato altro sentimento che affetto e amicizia.

Helbert - il Capitano della truppa di Imriel, morto in una delle guerre che hanno combattuto insieme (Imriel ricordo, ha fatto gavetta e con il tempo da soldato semplice è diventato Sergente Maggiore); è stato il suo primo e unico amore.. bè.. adesso c’è Nicholas..

Joscelin - il figlio di Imriel, ha 5 anni

 

Qualche nota sulle vicende a cui alludo.

 

Tesoro di Bop - Bop è l’orso di Joscelin, con cui parla e scherza (insomma, è un po’ l’amico immaginario); per una serie di eventi successi in role, Nicholas ha fatto credere a Joscelin che Bop fosse un pirata e avesse nascosto un tesoro in una spiaggia.

Questo “tesoro” viene poi sistemato dallo stesso Nicholas e fatto trovare al bambino, che rimane assolutamente felice.

Il tesoro conteneva delle monete di cioccolato e dei gadget da pirata, come la benda, il cappello, l’uncino e così via..

 

Gregory’s House - è un night-club parecchio importante e lussuoso, a cui si accede solo se si è importanti/ricchi/o si hanno le giuste conoscenze.

Nicholas ci ha portato Imriel, e lì hanno avuto una foursome.

 

Ancora un appunto.

 

Imriel è un uomo passivo, parecchio orgoglioso e parecchio libertino.

Gli piace scopare, e non gli è mai importato di essere fedele, né di avere fedeltà da un uomo diverso da Helbert.

Il fatto che “provochi” certe cose e “crei” certe situazioni.. è solo una manifestazione del suo shock, a scoprirsi..

 

Non dico altro.

Ho già detto troppo, ma lo ritenevo necessario per chi non ha mai seguito la role e quindi è all’oscuro di tutto, personalità del mio pg compresa.

 

 

 

 

- E’ già successo. Più volte. Intendo, non ha fatto nulla di nuovo, no? -

- E anche tu in questi mesi ti sei dato alla pazza gioia.. e senza pensarci troppo! Non è così? -

Il suo tono lievemente pignolo e pungente, quel classico capace di farlo irritare in pochi secondi.

- Sì, si, anch’io l’ho fatto.. -

- E allora qual è il problema, Imriel?! -

Seduto sul comodo divano della sala, un ragazzo ventisettenne dalle caratteristiche albine, ospite per quella sera del suo migliore amico Gilot, seduto al suo fianco.

Entrambi rilassati in mezzo ai cuscini, entrambi con un bicchiere di vino rosso in mano; Joscelin nell’altra stanza a giocare con il suo orsacchiotto e l’ormai inseparabile “cappello-da-pirata” trovato nel tesoro segreto di Bop, quel giorno al mare di due mesi prima.

- Non lo so qual è il problema!! - sbottò d’improvviso, per poi poggiare il bicchiere con poca grazia, sul tavolino davanti a loro - so solo che.. -

Gilot aspettò qualche secondo, poi lo incitò con un -…che…? - interrogativo e fremente.

- Che ora mi da fastidio!! -

Ecco. L’aveva detto! Detto chiaro e tondo, un pensiero ormai così assillante e ossessivo che diventava realtà, pronunciato direttamente dalla sua bocca.

Vide inizialmente Gilot sorridere; poi lasciarsi andare ad uno sbuffo evidentemente divertito.

- Che hai da ghignare?! - la sua espressione era così furente, che chiunque in quel momento si sarebbe tenuto parecchio distante da lui.. tutti, tranne Gilot, che anzi, non si lasciò scomporre minimamente - niente, niente.. solo che sono sbalordito… che cosa ti ha fatto Imriel, quel Nicholas Wolf? -

Strabuzzò gli occhi, fece per replicare con un insulto.. ma poi digrignò i denti, strinse i pugni e si limitò solo ad alzarsi dal divano; un - devo andare - pose fine alla conversazione.

Gilot si alzò di conseguenza - eddai Im, non prendertela così! E’ una cosa bella!! Finalmente, dopo anni dalla sua morte, hai trovato un’altra persona con cui riesci a stare veramente bene! Quindi è normale che saperlo con un altro uomo ti dia fastidio.. -

- Sono “ragazzini” giovani e sodi! Non uomini! - il suo tono era alto e acido; ma poi abbassò lo sguardo e sporse il labbro inferiore nella sua tipica espressione imbronciata, a metà tra l’imbarazzo e l’irritazione - e.. mi da fastidio.. anche solo vederlo, con altri.. -

Come mai, quelle parole gli uscivano così spontanee, così.. facilmente?

Come mai, quando per anni nemmeno ci aveva fatto caso, alla fedeltà dei propri partner?

Come mai.. ora diventava così fondamentale?

Sentì la mano di Gilot sulla spalla, in una fraterna carezza - Imriel.. ascoltami. Lo so che a te adesso fa incazzare questa cosa.. Scoprirti “geloso” di lui, quando lo sei stato solo per Helbert, anni fa.. Ma non è una cosa disonorevole! - usava il termine “non disonorevole” apposta (con Imriel era sempre meglio mettere in chiaro che una sua certa azione andava, o non andava ad infangare il suo onore, per convincerlo..) - ..non devi prenderla come una debolezza! Solo.. vuol dire che ci tieni. Ci tieni a quest’uomo. Basta. Il resto non conta.. -

Imriel era scioccato: occhi sbarrati, guance più pallide del solito, bocca socchiusa in un’espressione allucinata.

Sospirò. Non poteva farci niente. L’avrebbe capito con il tempo, aveva bisogno di tempo per accettarlo.

Il fatto che fosse riuscito a dirlo, e per di più a lui, era già un passo importante; non voleva spingerlo a fare di più, causando magari uno sgradevole effetto contrario.

- Senti.. non ci pensare più, per il momento, mh? Sei venuto da me, ne abbiamo parlato, e sai che io sono contento. Sono contento, se tu trovi qualcuno con cui vivere sereno e felice, l’ho sempre desiderato per te! Ma ora, stai calmo, e prenditela con comodo.

Se vuoi uscire stasera, andare a divertirti, svagare la mente.. Joscelin posso tenertelo io. -

Tornò a guardarlo.

Per un momento, non lo vide neppure; poi, d’improvviso lo trovò anche fastidioso.

Ma dentro di sé sapeva: non era la presenza di Gilot lì, davanti a lui, ad irritarlo.
Era quello che aveva detto.. così profondamente.. vero.

- Mh.. sì. Grazie. Forse, ne ho sul serio bisogno.. -

Lui sorrise, annui.

In fondo, era pur sempre il buon vecchio Gilot dell’accademia; altruista, sensibile.

- Tornerò a prendere Joscelin domani, prima di andare al lavoro.. -

Salutò velocemente il bambino, ormai abituato a quel tipo di fughe paterne, e si dileguò in fretta, il cuore in tumulto.

 

 

~~

 

Tre giorni prima.

 

Lui e Nicholas avevano deciso di uscire quella sera; non c’erano problemi lavorativi, Joscelin poteva stare da Anna.

Un’occasione perfetta per divertirsi e passare del tempo insieme.

Avevano organizzato una cosa semplice, non al livello del Gregory’s House, il lussuoso club visitato mesi prima, ma altrettanto piacevole: cena ad un fast-food (ogni tanto, qualche schifezza poteva permettersela nella sua dieta rigida), e poi musica dal vivo in un locale prettamente gay, con sala attigua a luci rosse.

Era andato tutto bene, avevano riso, scherzato, si erano provocati come sempre, strusciati l’uno addosso all’altro, con la promessa di soddisfarsi la notte stessa.

Tutto bene.. fino all’arrivo nel Drigh.

Appena entrati, e avevano già adocchiato rispettivamente cinque, sei possibili partner appetibili, per soddisfacenti scopate; altri venti avevano notato loro.

Aveva pensato “bene, posso portarmi quello nella stanza rossa” e anche “o posso proporre a Nicholas una nuova foursome..”

Ma.. no.

Nel giro di pochi secondi, il tempo di immaginare quelle cose, e si era ritrovato a scartarle in un angolo remoto del suo cervello.

Andare con un altro? Farsi scopare da un altro? Vedere Nicholas, prendere un ragazzino?
Si girò verso di lui; sentì la sua mano calda sfiorargli il sedere, palparlo sicura, sul volto il suo sorriso un po’ sbruffone, leggermente irritante, ma così dolce da farlo sciogliere.

No.

Non gli interessava.

Stava bene così. Così, con lui. Lui e basta.

E di sicuro la cosa era ricambiata, reciproca.. ma evidentemente, non nella stessa proporzione.

Perché lo sentiva, sentiva il suo corpo premerglisi addosso, cercarlo, volerlo..

Ma nello stesso tempo..

Non gli sfuggivano. Non gli sfuggivano quelle sue occhiate in direzione di un mocciosetto qualunque, un ragazzino sui diciannove, dai pants così stretti che probabilmente il suo cazzo lì dentro stava scoppiando; quello stesso bamboccio che ora sorrideva e in direzione di Nicholas, ovviamente.

Provò una fitta tremenda, dolorosa dentro di sé.

Provò una rabbia così forte, un’angoscia così profonda, che con un istinto animale, furioso, prepotente, si spinse addosso a Nicholas, aggrappato a lui con tutte le forze, a spingerlo contro un divanetto per nulla protetto da occhi indiscreti, per avventarglisi contro, divorarlo, baciarlo infilandogli la lingua fino in gola, spostandola solo per mordergli le orecchie, il collo..

Tre, quattro minuti di follia.

Poi si rese conto.

Si rese conto di ciò che stava succedendo, proprio quando le mani di Nicholas si erano insinuate bene, sotto la propria camicetta sbracciata.

- Che c’è? - lo sentì mormorare roco all’orecchio, stupito di quell’improvviso blocco dopo tanto desiderio.

Perché l’aveva spinto lì sopra? Perché con così tanta velocità? Perché, quel colpo di testa pazzesco, il cuore a battergli furiosamente, il respiro accelerato e le guance a fuoco?

No! Non poteva essere… non poteva davvero essere gelosia!

INCONCEPIBILE!

Si rifiutava di crederlo!
LUI? Imriel Van Aalten, geloso di qualcuno? Geloso.. di Nicholas Wolf?

Era come credere il sole quadrato, la terra piatta!

Aveva un’espressione così esterrefatta, così incredula che Nicholas di nuovo aveva sussurrato, questa volta un - Imriel..?- interrogativo, quasi preoccupato.

Aveva riportato gli occhi su di lui, gli aveva sorriso - quel ragazzino.. - indicandolo maleducatamente con l’indice - è molto carino, non è così?.. -

Nicholas aveva seguito il suo dito, annuito, ma poi esclamato lascivo - tu sei molto più carino.. -

Una frase così semplice, ma così forte, da lasciarlo stordito e piacevolmente colpito.. cosa?? Davvero, si stava gongolando per un complimento del genere, da un tipo come lui?!

No, sul serio, lo stava facendo?! E sul serio.. gelosia??!!

Si alzò di colpo.

Nicholas confuso, senza parole, solo le braccia alzate per lasciarlo fare, mentre qualche secondo prima gli stavano accarezzando le scapole.

- Ti piace? -

Lui che non rispondeva.

- Allora, ti piace? Te lo scoperesti..? -

Lui che di colpo intuiva, gli si alzava un sopracciglio - .. che c’è Van Aalten, vuoi rifare quel tipo di giochino? -

Lo bruciò vivo con un’occhiata - rispondi! Te lo scoperesti? -

Alla fine, lo prese per sfinimento - sì, me lo fotterei, e lo farei urlare così tanto da far invidia a tutti i bei passivi qui dentro! -

Era la risposta che voleva. Era la risposta che ostinatamente aveva cercato.

Già.

L’avrebbe fatto.

Se lo sarebbe scopato volentieri. Come pensare diversamente?

Nicholas Wolf. Il figlio di puttana più fottutamente arrapante e capace a letto, si sarebbe fatto tutto il locale!!

Perché quella era la sua natura.
E doveva essere anche la propria, era anche la propria!

- Bene, che ne dici allora, di mettere in pratica quello che hai detto?! -

- Cioè? -

- ..Vai, invitalo, prenditelo, scopatelo! - un sorriso malizioso e sadico sulle labbra, il viso piegato in una smorfia divertita, ma quasi crudele.

- Imriel.. -

- Non ti va? Ah, non credere che io non riesca a trovare qualcuno che faccia urlare me come si deve e poi vedi l’invidia che prova il tuo, di ragazzino! -

Era la goccia classica, quella capace di far traboccare un vaso.

Nicholas che si alzava, sorrideva, ma non era più un sorriso dolce; solo, indisponente.

- Va bene, come desideri - e come niente, si allontanava da lui per andare verso il ragazzo, scambiare quattro battute, già lo aveva conquistato. E quel mocciosetto che lo fissava, un sorriso soddisfatto e maligno, come a dirgli “ahah, ho vinto! Ho vinto su di te!”

Sì. Aveva davvero vinto qualcosa.. una serata con Nicholas, ne valeva mille con tutti gli altri uomini sulla terra.

 

La goccia.. quella goccia..

Ma perché.. perchè aveva provocato tutto quello?

 

Non aveva scelto nessuno.

Aveva fatto solo finta, solo flirtato con un tipo molto carino e sicuramente molto attivo, avendo cura e attenzione che gli occhi di Nicholas fossero su di lui, per convincerlo che ecco, ora entrambi avrebbero avuto una bella serata.

Ma proprio quando lo vide scomparire verso la stanza rossa insieme alla sua preda, di quel tipo che gli diceva “mhh, hai proprio un culo niente male.. che ne dici se..” aveva già perso interesse.

Scorbutico e incattivito, gli aveva solo risposto un acido “no”, gli occhi assottigliati in due fessure rosso fuoco, rosso.. gelosia.

NO! Nononono! Non GELOSIA. NON POTEVA ESSERE GELOSIA!

Aveva lasciato il locale; era ritornato a casa con un taxi.

La serata si era conclusa così.

 

~~

 

 

Buttò le chiavi della macchina in mezzo alle altre, nel piattino di rame vicino alla porta.

A Gilot aveva detto sarebbe uscito, andato a divertirsi, a farsi fottere bene, che “ne aveva sul serio bisogno”.

E sì, quella era stata l’intenzione. Ma poi aveva deviato, cambiato idea.

Non ne aveva voglia.

Imriel Van Aalten non ne aveva voglia.

Pazzesco.

Quei km in macchina, dalla casa di Gilot alla sua, gli erano serviti per rifletterci ancora, rifletterci meglio.

Riflettere anche sulle parole dell’amico.

..ci tieni a quest’uomo. Basta. Il resto non conta..”

Possibile, fosse davvero così? Possibile che dopo nemmeno un anno insieme, le cose avessero preso quell’assurda, inconcepibile, inaccettabile.. insperata piega?

Dopo Helbert, il suo Capitano ai tempi dell’accademia, il suo primo vero amore, l’uomo che aveva amato più di sé stesso, più di qualsiasi altra cosa.. aveva creduto davvero, non ci sarebbe stato nessun altro ad emozionarlo così.

Tanti amanti, tante scopate, tanto divertimento ma nient’altro.

E con gli anni quella convinzione era aumentata, diventata più forte, più salda: nessuno gli aveva fatto più provare niente. Nessuno meritava la sua gelosia.

Ma poi..

Proprio quando si era sentito inattaccabile, proprio quando andava a pregare davanti alla sua tomba inesistente, cadavere in mezzo ad altri cadaveri, per dirgli “ehi, hai visto Hel? Sono ancora solo, ancora perdutamente innamorato di te!! E tu che non ci credevi!” .. eccolo.

Eccolo lì.

Nicholas Wolf.

A mandargli la vita a puttane.

A portarlo lì. Fino a quel punto. Un punto che da tre dannati giorni andava avanti a martoriarlo continuamente, di mattina come di pomeriggio, come di sera e notte!

A non farlo dormire, a non farlo mangiare, nemmeno a permettergli di lavorare sereno o badare a Joscelin nel migliore dei modi! E a proposito di Joscelin, era stato costretto a lasciarlo da Gilot per prendere un po’ di fiato da quella litania continua “papà… ma Nicholaaaaaaaaaaas dov’è?!”

Come spiegargli del loro patto? Come spiegargli di quell’accordo stipulato prima a voce e poi con una meravigliosa scopata nel suo ufficio, mesi prima?

Come spiegargli che papà aveva detto a Nicholas “fottiti chi vuoi, ma se lo fai devi attendere due giorni prima di tornare da me”?

Di giorni, ne erano già passati tre.

Certo, Nicholas l’aveva chiamato. Un milione di volte quel giorno, il terzo.

Ma non aveva risposto. Non lo aveva richiamato. Non si era fatto trovare.

Non ce la faceva, ad affrontarlo.

Ad affrontare il suo sorriso, il suo volto, il suo corpo.

Ad affrontare i suoi baci, le carezze, il sesso fantastico con lui.

Non ce la faceva.

 

Era stata una scopata quella, no? Una semplice scopata, nulla di più, tra l’altro provocata.

Nicholas spronato dal proprio tono saccente, aveva accettato quella muta ripicca tra loro, senza chiedere a cosa fosse dovuta, senza protestare; si era semplicemente alzato dal divanetto e se ne era andato, verso il ragazzino.

Ma sicuro, Nicholas aveva capito meglio di lui come desiderasse star solo, desiderasse averlo lontano, desiderasse (questo erroneamente) essere preso da un altro uomo.

E forse desiderasse anche (sempre erroneamente) fargli capire la natura del loro rapporto, come le cose erano iniziate, stavano e dovevano andare avanti.

Frequentarsi. Scoparsi. Fine della cosa.

Niente sentimentalismo in mezzo. Niente poesia.

Sì, aveva creduto di potercela fare. Creduto davvero che quel tipo di “contratto” avrebbe retto a lungo.

Che sciocco.

Non era Nicholas ad averlo rotto, e per un momento aveva pensato sarebbe stato il primo a cedere.

Che sciocco.

Era lui, il vero innamorato lì.

E quella scopata con quel ragazzo del Drigh, dopo tante altre scopate che Nicholas si era concesso fuori dal loro rapporto, che aveva accettato senza problemi e che del resto si era anche concesso per sè.. ora assumeva un altro tono.

Un esplosione.

Un fulmine a ciel sereno.

 

Non la vedeva più come una semplice, avventura del suo ragazzo.

La vedeva come un..

 

.. tradiment..

 

 

 

- Imriel! -

Quella voce..

Alzò gli occhi.

Era un apparizione data dalla sua mente provata?!

- Imriel! -

No. Era lui sul serio. E gli stava camminando incontro, dal salotto all’ingresso.

Come ci era entrato in casa sua.. ah, già, la copia delle chiavi.

- Ho provato a chiamarti un sacco di volte.. che è successo? - il suo viso davvero preoccupato, il tono allarmato - dov’è Joscelin?! -

Gli venne da sorridere. Davvero, era fuori di sé dall’ansia. Il volto bianco, gli occhi lucidi per l’agitazione.

D’improvviso, sì sentì uno schifo per non avergli fatto sapere nulla.

- Mh.. l’ho lasciato da Gilot.. - ma non spiegò perché. Perché lo lasciava da Gilot, se rimaneva a casa? Non c’era un perché plausibile da rifilargli. Sperò non glielo chiedesse.
E come se gli avesse letto in testa, lui non lo fece.

- Ah, ok.. - si avvicinò, fino a sentire la pressione del suo corpo sul suo; chiuse un po’ gli occhi, la testa che si appoggiava istintivamente sopra al suo petto, e nemmeno sapeva il perché, non doveva farlo! Doveva solo, mandarlo a casa sua… doveva…

Ma non ce la faceva.

Il suo profumo. Così buono per spingerlo via.

E il suo respiro calmo, il cuore regolare *tumtum*tumtum*tumtum*.

Lo sentì ridacchiare, sicuramente stupito di vederlo così obbediente, così docile, una volta tanto. Le sue braccia ad avvolgergli le spalle - ehi Imriel.. mi sei mancato.. -

Fu il colpo di grazia.

Sentì il cuore cedere, le gambe farsi molli.

Così davvero, lo era.

Si lo era.

Di colpo lo capiva.. lo accettava.

Geloso. Geloso. Geloso. Geloso. Geloso.

Geloso da morirne.

-..mmh..sei così bello Im.. mi piaci così tanto.. -

Aveva lasciato le braccia abbandonate sui fianchi, fino a quel momento.

Ma le tirò su. Gliele avvolse intorno alla vita. Lo strinse a sé. Inspirò il suo profumo, la sua voce, le sue parole. Tutto.

- Volevo venire qui.. prima.. dei due giorni.. - lasciò la frase a metà, sospesa nell’aria - ma poi ho pensato, non mi avresti creduto.. non è così, Im? - ridacchiò, dolcemente - non avresti creduto, che io non me lo sono scopato quel ragazzino. Non l’ho nemmeno toccato.. - e le sue mani a scorrergli lungo la schiena, dolcemente. Grandi, calde. Le sue mani solo per lui.

Erano sue. Sue. Sue.

Il cuore gli scoppiava. Sentiva solo gioia. E voglia di piangere.

- Nicholas.. - si staccò dal suo petto, indietreggiò con il collo solo per vederlo, guardarlo negli occhi.

- Mh? - i suoi azzurri, gentili.

- Io.. - “..voglio solo che tu sia mio. Solo mio. Da oggi in poi..” ma non lo disse.

La frase gli si fermò a metà, così come la voce, incrinata dall’emozione.

Non poteva dirlo.

Per quella semplice ragione per cui un lupo continuerà a cercare agnelli, per quanto ammansito.

Qualcuno la chiama natura. Altri istinto. Altri, “modo di essere”.

E’ qualcosa di personale; così prezioso, che non si può cambiare.

Si può solo accettare. Se si vuole bene, si accetta.

- Im? -

Sorrise. Annuì. Lo avrebbe fatto.

In fondo, andava bene anche così.

Andava bene.. fin tanto che Nicholas tornava.

Finché Nicholas avrebbe continuato a tornare da lui, sempre.

- Vieni.. -

Chiuse la porta d’ingresso e lo prese per un polso; la stretta così forte, da bloccargli quasi il flusso del sangue.

Lo condusse in camera da letto. Lo spinse sul letto tra i cuscini rossi, uno dei regali di Nicholas, un accostamento ai “tuoi bellissimi occhi”; e poi gli salì sopra, allacciò le gambe attorno alla sua vita, lo strinse a sé, lo baciò dolcemente.

Mormorandogli solo un - stasera non usciamo.. -

 

  
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