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Autore: SoraRoxas    19/06/2010    7 recensioni
[Tribute For Itachi-kun. Anche se in ritardo.]
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La vita di Itachi era sempre la solita. Ogni giorno si susseguiva identico all’altro. Allenamenti su allenamenti, sfuggire a tutte le persone che cercavano di incastrarlo per tartassarlo di domande. Era famoso Itachi essendo considerato un genio nel suo clan.

Questo almeno, fin quando non era nato il suo fratellino, Sasuke. Diciamo che non era cambiato quasi nulla. Appunto, quasi. [...]
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Buona lettura!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 LIFE’S TRACES


La vita di Itachi era sempre la solita. Ogni giorno si susseguiva identico all’altro. Allenamenti su allenamenti, sfuggire a tutte le persone che cercavano di incastrarlo per tartassarlo di domande. Era famoso Itachi essendo considerato un genio nel suo clan.
Questo almeno, fin quando non era nato il suo fratellino, Sasuke. Diciamo che non era cambiato quasi nulla. Appunto, quasi.
Dalla sua nascita erano iniziate le fatidiche notti in bianco. E mica solo per i suoi genitori? Anche per lui! Più cercava di non ascoltare i piagnistei di quel
piccolo mostricciatolo  e più sembrava avercelo con lui nella stessa stanza. Cosa che, fortunatamente, non era vera. Spesso si era chiesto di quanto fiato possedessero i neonati per piangere in quel modo continuo.

Quell’aspetto orripilante –ringraziando non si sa quale entità- era durato solo per il primo anno di vita del nuovo arrivato che poi si era dato una calmata. Con immensa gioia del maggiore.

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Eppure Itachi non era a conoscenza del fatto che più i bambini crescevano e più diventavano assillanti, petulanti e... diabolici. Già a due anni, il suo carissimo fratellino aveva cominciato a stargli addosso. Cosa ci vedesse di interessante proprio in lui non sapeva spiegarselo.

Almeno prima che imparasse a camminare riusciva a svignarsela perché era troppo lento a gattoni.
Ma non appena aveva preso a muovere i primi passi, l’Uchiha maggiore aveva appreso che sarebbe entrato dritto dritto nell’inferno. Tanto per cominciare Sasuke sembrava soffrire di iperattività. Non stava fermo un attimo e ce l’aveva parecchio con i capelli del povero sventurato che doveva sorbirsi tutti i suoi capricci, tacendo.

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A tre anni il piccoletto ne approfittava ogni qualvolta il fratello non c’era, per girare nella sua stanza. Non c’era da sorprendersi se, quando Itachi faceva ritorno a casa –sfinito- trovava la sua camera sotto sopra e chiedeva cos’avesse fatto di male per meritarsi tutto quello che gli capitava. Sua madre non gli era d’aiuto giustificando quell’essere figlio del diavolo: -è piccolo, non prendertela Itachi-chan!- diceva.

E lui respirava a fondo, con gli occhi rivolti verso il soffitto.

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A quattro anni meraviglia delle meraviglie. Inizio delle richieste a cui non si poteva dire di no.
-Nii-san!-
-Mmm?-
-Mi mostri lo sharingan?-
-No Sasuke. Sono stanco stasera.-
-E dai... ti prego, ti prego, ti prego!- e assumeva quella maledetta espressione ferita e allo stesso tempo irresistibile.
E anche se il maggiore avesse voluto ringhiare, scacciarlo via dalla sua stanza e stare in pace... non ci riusciva. E alla fine assecondava persino le sue suppliche. Dopotutto era suo fratello.

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Itachi, undici anni suonati, studiava il fratello –cinque anni-  con sguardo stralunato. Forse era vera la teoria sulla sessualità infantile... ma lì girava al contrario!
-Sentiamo otouto... perché mi avresti baciato?-
Se fosse stato un innocente bacio sulla guancia, il genio degli Uchiha non avrebbe detto assolutamente niente. Ma un bacio sulle labbra –anche se a stampo- non era quello che si aspettava. Cosa si celasse nella mente dei bambini non riusciva a dirlo.
-Perché ti voglio bene! Ho visto tante persone che lo fanno perché si vogliono bene!- una risposta talmente semplice e innocua, accompagnata da quegli occhietti neri che l’osservavano come per dire: è la cosa più ovvia del mondo.
Tanto che Itachi si diede dell’idiota. –Sasuke... le persone si baciano sulle labbra quando provano qualcosa di più forte... quando si amano, capisci?-, quantomeno un tentativo di riportarlo sulla retta via.
-Allora io ti amo, nii-san!- affermò con decisione il bambino.
E al più grande sfuggì un sospiro. Possibile che quel piccoletto riuscisse sempre a rivoltare la situazione a suo favore?

->

-Tra qualche mese andrai all’accademia. Cosa c’è che non va?-

-Mi stavo allenando con papà ma lui non è soddisfatto di me. Lo leggo nei suoi occhi.- sbottò Sasuke, mettendo su il broncio.
L’altro lo ascoltava mentre si guardava intorno. Quella sera c’era la luna piena. E l’aria era carica dei profumi dell’estate inoltrata. Una bella serata. Inoltre era rilassante ascoltare la vocina –per quanto, a volte, fosse stridula- del fratello minore. Addirittura se si stava lamentando.
-Cosa te lo fa pensare?  A parte i suoi occhi ovviamente!- Itachi gli dava corda più per fargli passare la tristezza. Ma era convinto che suo fratello non potesse essere cosi bravo nel leggere le espressioni altrui. Aveva solo sei anni!
-Non mi elogia mai. Ci metto tutto me stesso. Eppure lui non mette mai una buona parola per me come invece... fa con te...- prima di ammettere ciò che
voleva, il più piccolo aveva fatto una pausa. Si vergognava di quello che aveva detto.

Il maggiore non poteva biasimarlo e non aggiunse niente. Rifletté soltanto.
-Che ne dici-, chiese poco dopo, -se da domani ti alleni con me?-
E l’espressione che Sasuke assunse valeva più di qualsiasi affermazione.
Era, senza nessun dubbio, al settimo cielo.

->

-Nii-san perché sei triste?-, Sasuke lo fissava come se stesse cercando di leggergli dentro.

-Non sono triste- assicurò Itachi, piantando le sue iridi nere in quelle del fratello.
-Non sorridi più...- asserì il minore.
-Non c’è niente che mi faccia ridere in questo momento...-, una giustificazione per spiegare quello che non poteva rivelare.
-Non è questo e lo sai! Ti farò tornare il sorriso, io!-
Sasuke fondamentalmente lo conosceva meglio di chiunque altro. Quasi più di Shisui. Però non poteva renderlo partecipe di ciò che si agitava nel suo animo.
-Otouto vieni qui...-, gli fece segno con la mano. L’altro non se lo fece ripetere e si avvicinò al fratello, aspettandosi qualcosa di ben diverso da quello che invece avrebbe fatto.
Gli diede un buffetto sulla fronte, cosa che non aveva mai fatto. Un gesto che Sasuke interpretò, in un primo momento, male. Invece per Itachi era un atto per dimostrare che gli voleva bene.
-Ahi! Perché l’hai fatto, Itachi?!-
-Perché... guardandoti cosi... adesso c’è qualcosa che mi fa ridere!-
Sasuke assunse uno sguardo sorpreso prima di unirsi, effettivamente, alle risa del suo fratellone. Almeno aveva fatto qualcosa di utile anche se non aveva capito bene il senso di quel buffetto.
Che sarebbe rimasto, un giorno, l’ultimo ricordo che avrebbe avuto del suo nii-san.

 

 

Nota dell’autrice: Saaalve! *-* Bene questa è una one-shot senza pretese. E anche inutile, devo ammetterlo. E’ nata così, dalla mia testolina mentre pensavo che il 9 giugno –suo giorno di nascita- non avevo scritto niente su Itachi –personaggio che adoro-. Avrei potuto scrivere qualcosa di più bello e lo so. Però questa mi piace comunque: analizzare il suo rapporto con Sasuke, da piccoli, è una cosa in cui mi immergo parecchio perchè adoro farlo.
E' la prima shot in cui ci sia un lievissimo accenno ItaSasu -sono schioccata, non mi ritenevo capace di farlo- e questo è tutto dire. Io odio il pairing eppure... non ho resistito. Perché, tanto per intenderci, a me è successa la stessa cosa con il più grande dei miei fratelli. Ero solo una bambina innocente di tre anni. Che volete farci? xD
Beh che altro dire... le ultime parole lasciano un po’ di amaro in bocca ed esattamente l’ultima parte della storia avviene un po’ prima dello sterminio.

Spero sia piaciuta almeno a qualcuno. Buon proseguimento di serata! ^w^
Un bacio.
   
 
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