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Autore: SLAPPYplatypus    20/06/2010    4 recensioni
Buongiorno Leute (; Questa è una fanfic molto molto corta, ispirata ad 80, canzone dei Green Day, o meglio, canzone per Adrienne. Beh, vedremo se -secondo voi- l'ho interpretata decentemente. Spero che vi piaccia, Grazie A Tutti
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'insult to injury.'
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Possibile? Possibile che ti fossi innamorato davvero? Sì, non pensavi ci fossero ancora dubbi su questo.

Quando un bambino chiede cosa si provi quando ci si innamora, gli si risponde che si pensa sempre ad una persona e che, quando gli si è vicino, la voce si blocca, la gola si secca e le gambe tremano. A volte, il cervello va in tilt. Questo poteva succedere a tutti, ma non a te. Sì, pensavi sempre a lei. E sì, il tuo cervello aveva spesso un controcircuito. Ma certo la tua gola non si seccava o, tanto meno, la tua voce si bloccava. Lei ti faceva desiderare di poter cantare a squarciagola, di urlare, di spaccare tutto e correre da lei. Sempre ed in ogni momento.

La tua stabilità mentale aveva raggiunto la sua fine nell'istante preciso in cui lei si era avvicinata, chiedendoti dove potesse comprare l'album della band. Percepivi tutti i tuoi sensi come separati, scollati; insieme non riuscivi a riordinarli, non riuscivi a darvi un senso. C'era una cura per questa malattia, che alcuni chiamano amore? No. Non finché fosse esistita lei, o altre ragazze come lei. Eppure vicino a loro tutti i sintomi si alleviavano, come se l'unica cura fosse proprio la causa del malessere.

Ogni cosa che lei faceva metteva in discussione la tua salute mentale, ti faceva perdere il controllo sul tuo stesso corpo: non potevi più fidarti di te stesso. Tutti se ne erano accorti, ne eri certo. Qualcuno non avrebbe potuto schiaffare un minimo di ragione nella tua testa? Prima che lei girasse la testa e se ne andasse, pensando che tu sia un totale idiota. E finiva sempre con te che parlavi, torcendoti le mani, nervoso. Per poi alzare lo sguardo ed accorgerti di essere solo. Colpa della tua stramaledetta ansia. Quell'ansia che ti lasciava frustrato e confuso, sbattendo la testa contro il muro, pentendoti di ogni singola tua mossa fatta.

A volte ti domandavi se dovessi essere lasciato solo, chiuso a chiave e bloccato in una stanza imbottita e ovattata, in un manicomio. Si, forse sarebbe stata la scelta migliore. Una bella stanza tutta per te. Dal pazzo che eri. Ti saresti seduto per terra, e avresti vomitato fuori tutte le tue budella, senza di lei sarebbe stato inevitabile. Ma del resto, nessuno avrebbe mai voluto ascoltare un imbecille ubriaco, e tu non potevi costringere gente a farlo. Soprattutto, non potevi costringere lei.

Ma quando la vedevi tutti i sintomi si curavano e eri invaso dalla felicità più completa. La perfezione. Un'emozione che da sola poteva dare senso ad una intera vita. Non ti sarebbe dispiaciuto se questa condizione fosse andata avanti, dopotutto, perchè adesso sembrava davvero che il tuo buonsenso se ne fosse andato, per non tornare mai più. Dovevi semplicemente ammetterlo: ti piaceva. Ti piaceva lei, ti piaceva ciò che provavi vicino a lei. L'avresti pregata di continuare a portarti via con il suo sguardo, trascinandoti in un mondo perfetto.

Il mondo dove avresti voluto vivere per sempre. Con Adie.

   
 
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