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Autore: Giude    21/06/2010    4 recensioni
Emily non tornò più a casa. Non potè più uscire col suo primo amore. Niente più emozione del primo bacio. Tutto finito. La sua vita spappolata sul cemento. Solo perchè quel giorno voleva vestirsi più carina.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fine.

                                                                    La Fine Di Tutto

Emily odiava la metro. Quell'odore nauseante di sudore, le urla al telefono e il contatto fisico forzato per il poco spazio. Oltretutto per poter arrivare a scuola in orario doveva alzarsi molto presto e fare una bella corsa fino alla stazione. Arrivava qualche minuto prima del suono della campanella, giusto il tempo di chiudersi in bagno e darsi una sistemata; una spruzzata di profumo e una sistemata ai capelli color pece. Si faceva trovare già in classe, dai suoi compagni, con il suo sorriso raggiante.

Quel giorno per lei era importante. Il ragazzo per cui era follemente innamorata giorni prima l'aveva notata e, dopo essersi presentato, le aveva chiesto se qualche volta le sarebbe andato un gelato dopo la scuola. Come dire di no a certi occhi? Accettò senza esitazioni e andò a raccontarlo subito alle amiche. Ma quelle, non per cattiveria, la avvertirono. "Certi ragazzi con tanta popolarità sono conosciuti solo per una cosa Emily.", le aveva detto Katy. Forse per la poca esperienza, Emily le dette poco conto. È solo un gelato, aveva pensato. E se l'avesse baciata lei non si sarebbe certo tirata indietro.

Così, quella mattina, sotto la giacca della divisa si era messa una maglietta scollata proprio carina e si era truccata per bene. Si era anche alzata prima per prepararsi in tutta calma e per poter raggiungere la stazione senza dover correre. Prima di scendere dal piano di sopra, aveva chiuso per bene la giacca per non fare vedere alla madre la scollatura, ed era sgusciata fuori dalla porta d'ingresso. Si sentiva proprio felice quel giorno. Tutto era perfetto. E anche se il pomeriggio prima non aveva studiato per l'interrogazione, non le importava. Avrebbe recuperato in fretta il brutto voto previsto.

Salì tranquillamente sulla metro, come non le accadeva da tempo. C'era anche qualche posto a sedere libero, e si mise comoda. Si infilò le cuffie dell'MP3 e iniziò ad ascoltare della musica. Teneva gli occhi chiusi, la testa appoggiata al finestrino. Desiderava solo che le ore a scuola passassero in fretta per poter passare del tempo con lui, Harry. Che belli i suoi occhi, così alto e proporzionato. Le sembrava un sogno.

Qualcosa le sfiorò il ginocchio e la fece svegliare di colpo. Aprì gli occhi in fretta e controllò l'orario. Mancava un quarto d'ora alla sua fermata. Si accorse che era scivolata un pò di lato e si sistemò. Notò che la giacca si era aperta e che la sua scollatura era visibile al resto del mondo. Non aveva mai mostrato niente del suo corpo. La madre non glielo permetteva. Così si sentiva fiera ed emozionata di indossare poca stoffa. Aveva dei seni tondi, e per la prima volta si accorse che erano belli. Si aprì del tutto la giacca e li mise in mostra. Tornò ad ascoltare la musica. Si sentiva il cuore leggero, tutto sarebbe stato magnifico quel giorno. Nessun intralcio. Solo lei e lui, seduti su qualche panchina. Il suo braccio attorno alle sue spalle. Timidi sorrisi e magari un bacio, lungo, spettacolare. Il suo primo bacio. Voleva donarlo a lui, perchè se ne ricordasse sempre. La melodia di un pianoforte suonava alle sue orecchie. Chiuse nuovamente gli occhi. Abbandonò la testa contro il vetro.

Qualcosa la sfiorò nuovamente, e inconscemente aprì gli occhi. C'era un signore in piedi accanto a lei, voltato dall'altro lato. Lo osservò per un pò. Era una persona comune, con un giubbotto e un cappuccio sulla testa, un marsupio in vita. Si rigirò verso il finestrino. Guardò fuori. Buio. Si sentì sfiorare di nuovo. Si voltò ancora verso l'uomo, ma quello sembrava assorto nei suoi pensieri. Faccio meglio a cambiare posto, pensò, e rimase in piedi, di fronte la bussola. A poco sarebbe arrivata la sua fermata. Curiosa, guardò in direzione del sedile in cui era seduta prima. Non vide l'uomo. Forse era sceso. Solo dopo si accorse che qualcosa dietro di lei le spingeva contro la schiena. Lentamente si voltò, e vide che l'uomo di prima era dietro di lei. Ma che succede? Pensava confusa. Fortunatamente adesso devo scendere, continuò. Una volta aperta la bussola scese in fretta e si avviò velocemente verso la scuola. Buttò un respiro di sollievo vedendo le porte della metro chiudersi alle sue spalle. Rallentò il passo. Prese il cellulare e controllò l'orario. Perfetto, manca ancora molto all'apertura della scuola. Con tranquillità, camminò sul marciapiede, ascoltando musica. Un sorriso le illuminò il volto quando lesse un sms inviato da Katy: "mi raccomando non ti vestire da svergognata!". "è sempre preoccupata per me, che tenera". Adesso ne era certa, voleva baciarlo. Basta aspettare, pensava, ho 15 anni. Le si colorirono le guance quando provò ad immaginare la scena. Seduti accanto, lui che si avvicina lentamente, le afferra dolcemente la testa. Un momento da ricordare. "magari ci mettiamo insieme. Dio, quant'è bello!". Era quasi in ansia, lo stomaco in subbuglio. Non riusciva a trattenersi dal sorridere. Era così immersa nei suoi pensieri, che quando sentì un rumore provenire da dietro di lei lasciò andare un gridolino di stupore. Voltandosì di scatto, riconobbe l'uomo che aveva notato sulla metro. Sgranò gli occhi e gli angoli della bocca, fino a quel momento tirati in un sorriso, presero una forma quasi di amarezza. Un'agitazione le invase il corpo. Accellerò il passo, cercando con gli occhi qualche stradina per poterlo seminare. Svoltata a una curva, si mise a correre e si infilò in una traversa del viale che stava percorrendo. Continuò a correre, finchè non si sentì al sicuro. Credeva di averlo seminato, ma dopo aver percorso qualche metro, vide spuntare l'uomo alle sue spalle. Riprese a correre, perdendo lo zaino lungo la strada. L'uomo fece altrettanto. La zona abitata stava per terminare, ed Emily si trovò a dover percorrere strade deserte, che non conosceva. Si ricordò di avere in tasca il cellulare e nella foga chiamò il primo numero della rubrica. Nessuno dall'altra parte rispondeva. Nessuno lì a soccorrerla. Forse è uno scherzo, pensava cercando ancora una speranza. Ma l'uomo dietro di lei non si fermava. Era stanca, Emily, le gambe stavano per cedere e le bruciava la gola. Ma non poteva fermarsi. Doveva scappare. Non era plausibile per lei che potesse accaderle una cosa simile. Aveva sempre sentito questti fatti in televisione. Ma mai avrebbe pensato di poter essere lei stessa la vittima. Lo sentiva, dietro di lei, era senza fiatone, si sentivano solo le scarpe che battevano sull'asfalto. Ormai non sapeva cosa fare, il corpo sembrava non rispondere più al cervello. Correva, sentendosi senza più speranze. La stanchezzà la fece rallentare. Piangeva, senza controllo, perchè sentiva che stava per essere raggiunta. Non ce l'avrebbe fatta. L'uomo si avvicinava sempre di più. Non aveva neanche il coraggio di voltarsi a guardarlo. Eccolo, è qui, a pochi centimetri da me. È finita. Si sentì afferrare per un polso e fu tirata indietro. L'uomo la buttò a terra, facendole sbattere la faccia contro il cemento. Urlava, Emily. Urlava con le poche forze rimaste. Tentò di combatterlo. Ma era assai più grosso e più forte di lei. Non cercò neanche di guardarlo in faccia. Tirava calci, non poteva arrendersi così. Che disgusto, pensava. Che disgusto. L'uomo riuscì a immobbilizzarla e, dopo averle strappato la divisa di dosso, riuscì a penetrarla. Completamente eccitato, quel malato. Provò dolore, la ragazza, era vergine e le spinte dell'uomo erano violente. -ti piace, troia, ti piace-. Le dava colpi sul viso. Emily voleva solo vomitare. Schifo, nausea, è ripugnante. Si sentiva sporca. Quell'essere dentro di lei. Che schifo, che disgusto. Quella mano lurida sul suo seno. Che rabbia. Odio. Lo sentì venire dentro di lei. Quando lui si rialzò, Emily rimase a terra, inorridita, senza più energia. La prese a calci, senza sosta.

Emily non tornò più a casa. Non potè più uscire col suo primo amore. Niente più emozione del primo bacio. Tutto finito. La sua vita spappolata sul cemento. Solo perchè quel giorno voleva vestirsi più carina. Gli occhi le si chiusero dopo questi ultimi pensieri. Addio mondo. Addio.

   
 
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