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Autore: Trilla    21/06/2010    14 recensioni
Gola, Accidia, Superbia, Avarizia, Lussuria, Ira, Invidia. Sette peccati, sette capitoli, sette storie diverse. 1-Gola 2-Accidia 3-Avarizia 4-Invidia 5-Lussuria 6-Superbia
Genere: Malinconico, Horror, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Lussuria 7 peccati
Sette peccati:

Superbia


11 Dicembre 1878

Caro fratello,

Spero che questa mia ti arrivi prima che l'inverno finisca, altrimenti sarà troppo tardi.
So che questa lettera verrà letta da tua moglie e tu la ignorerai: è passata troppa acqua sotto i nostri vecchi ponti, non potrai mai perdonarmi dopo tutto cià che è successo.
Tuttavia, eccomi qui a scrivere una lettera di perdono: per i miei atti osceni contro nostra sorella, per il male contro di te, per la mia vanagloriosa stupidità. Per la mia superbia.
Ti chiederai, o melgio, tua moglie si chiederà cosa ha a che fare nostra sorella Elena in questa storia.
Lascia che io riveli la parte più infima di me stesso, fratello adorato.

In quelle afose giornate di giugno stavamo sdraiati tutti e tre al sole sulle rive del lago di Como; ricordi come Elena cantava le sue dolci canzoni su Genova, la città nella quale eravamo nati? Io adoravo ascoltarla cantare: la sua voce era melodiosa e intonata come quella di una rondine, e come una rondine nostra sorella volava felice e leggiadra portando la primavera nel cuore di chi l'amava.
Tu sai bene che io, allora un giovane ragazzo sui vent'anni, ero molto geloso di Elena; quante litigate abbiamo fatto per lei, quanti pugni ci siamo dati per avere l'onore di accompagnarla alle lezioni di canto!
Ed Elena sembrava giore di questa contesa. Ha sempre avuto un'alta considerazione di sè, come me d'altronde. Ahimè, fratello mio! Se solo tu ed Elena non mi aveste lodato sempre per i miei voti all'Università o per le mie creazioni in vetro,
questa superbia, regina dei vizi e dell'immoralità, forse non mi avrebbe mai sfiorato, nostra sorella sarebbe ancora viva e la mia anima sarebbe intatta. E soprattutto, avrei accanto a me il mio adorato fratello dal quale mi sono separato diec'anni or sono.
Ma via! Ormai tutto è successo e il tempo non scorre all'indietro.
Ricordo che la mia superbia crebbe al punto in cui mi offendevo ogli qual volta Elena passava un po' di tempo con te invece che con me; mi chiedevo come potesse scegliere te all'uomo di successo e di bell'aspetto quale ero.
Pretendevo l'attenzione di nostra sorella tutta per me e guai a chi ribatteva! Elena da parte sua, non voleva lasciarti da parte e, come ho già scritto, anch'essa era talmente superba che non riusciva a credere che io volessi comandarla e gestirla a quel modo. Tu non ribattevi più; probabilmente ti eri abituato a questo mio nuovo atteggiamento e ti limitavi a restartene in disparte, ad allontanarti sempre di più da noi.
Fuggivi da una stanza ogni qual volta vi entravo, evitavi persino di parlarmi. Questo mi rendeva furioso: come potevi non sopportare la mia presenza quando ero un uomo così buono e giusto?! Io mi credevo perfetto e pensavo che fossi uno stolto. Dubitavo, anzi, che tu fossi davvero mio fratello per quanto eravamo diversi: io avevo da poco aperto un negozio di vasi e ceramiche che andava già a gonfie vele, mentre tu eri un compositore fallito.
Una sera decisi di portare Elena con me a teatro, ma all'uscita, quando le dissi di venire in montagna con me l'indomani, ella si ribellò. Finalmente ebbe il coraggio di dirmi quello che ero diventato: un uomo da disprezzare, vergognosamente vanesio e superbo.
Persi la testa, le tappai la bocca e la portai dietro ad un vicolo.
Perdonami fratello mio, perdonami! Quella notte io commisi un atto orribile di cui, cosa peggiore, mi vergognai solo anni dopo: la violentai.
Lo stesso sangue ci scorreva nelle vene e tuttavia io la obbligai a ricevere il mio seme. Adesso sai perchè Elena partì dalla casa paterna così all'improvviso: io decisi che doveva nascondersi in una delle mie case fuori città, nessuno doveva scoprire ciò che era successo quella notte. Ti ricorderai che anche io partii pochi giorni dopo, dicendo che avevo aperto altri negozi oltre la Lombardia.
Fu l'inizio di una vita vergognosa e squallida per Elena: viveva con me a Barcellona, era la mia sorella folle di giorno e la mia amante di notte. Sei mesi dopo il nostro trasferimento nella città rimase incinta; non me lo confessò, ma dopo quattro mesi notai che il ventre era gonfiato e capii. Spaventato e infuriato dal fatto che mi avesse tenuta nascosta una cosa tanto importante, la picchiai e la torturai fino a che non abortì. Ricordo che le tirai un pugno nella pancia e sentì chiaramente il piccolo corpo del feto dentro di lei.
Dopo quell'episodio diventai un animale. Ogni scusa era buona per torturarla: se non aveva pulito bene la stanza, se non aveva ancora preparato la cena...
Elena sembrava morta. Respirava, ma dentro era morta. Io me ne accorgevo, ma ignoravo tutto, non m'importava nulla!
Passarono due anni ed Elena era rimasta di nuovo incinta. Decisi di farla partorire: se riuscivo a controllare la sua vita, avrei potuto farlo benissimo anche con quella dei nostri figli. Nacquero due gemelli. Non avevano un nome, o almeno io non glieli diedi. Ho saputo il nome di uno di loro solo poco fa.
Passarono altri quattro lunghi anni. Sentivo la tua mancanza. Vedevo crescere quei bambini con il terrore negli occhi e iniziavo lentamente ad accorgermi di ciò che avevo fatto, di ciò che ero diventato.
Provai a scriverti delle lettere nella quale chiedevo come stavi, ma mi venivano tutte rispedite indietro. Elena si ammalò di tubercolosi l'inverno successivo, uno dei gemelli era cresciuto male, era storpio: aveva un braccio più corto dell'altro e una mano con sei dita. Era quello che mi guardava di più, che cercava un aiuto silenzioso. Comprai delle medicine e le diedi ad Elena, ma non avevo considerato il fatto che non volesse più vivere...
Il bambino sano morì poco tempo dopo, non si sa per quale motivo. Forse era sano solo all'apparenza, forse aveva problemi cardiaci. Fatto sta che una notte lo trovai davanti alla porta della mia camera con la bava alla bocca e gli occhi voltati all'indietro, bianchi. Credo che il fratello storpio sapesse qualcosa, ma non disse mai nulla. Non li sentii mai parlare, quei bambini. E anche Elena non parlava più, nè mangiava o si muoveva più.
Passarono altri anni nei quali Elena viveva come un vegetale, accudita dal figlioletto storpio, fino ad un mese fa.
Un mese fa, novembre, quando tutta la mia coscienza si è risvegliata definitivamente e i miei occhi si sono aperti. Che cosa ho fatto, fratello?! Ho avuto due figli da mia sorella, ne ho lasciato morire uno e ignorato l'altro! Ho ucciso lentamente la mia amata Elena, la mia migliore amica insieme a te nell'infanzia, la mia famiglia!
Ho preso una decisione, ieri. Ho scoperto da poco, un mese circa, di avere un male incurabile all'addome, una macchia scura che all'inizio sembrava un neo ma adesso è diventato della grandezza del pugno di un neonato. So di non avere speranze, perciò ho confessato tutto in questa lettera: voglio che almeno alla fine la mia anima si purifichi in parte delle mie azioni.

Fratello mio, o moglie di mio fratello, chiunque tu sia e che stai leggendo la mia missiva in questo momento, ti chiedo di recarti a Parigi, Rue des Acacias 13, primo piano alla porta con il nome di Lambruge (cambiai nome quando mi trasferii da Barcellona a Parigi, tre anni fa). Troverai le chiavi allegate alla lettera. La chiave più piccola apre la porta della cantina: lì dentro troverai la cara Elena, morta due giorni fa e che non ho avuto tempo di sepellire, e accanto il figlio storpio. In questo unico mese ho avuto molte cose da fare: ho depositato tutto il mio denaro in banca e l'ho intestato a te, fratello; ho comprato molti viveri affinchè il bambino possa sopravvivere fino al tuo arrivo quest'inverno; ho comprato un acido corrosivo che berrò dopo aver scritto questa lettera. Mi farà morire tra i più atroci dolori, non di certo paragonabili a quelli che ho inferto a mia sorella e i miei figli. Ti prego, tu che stai leggendo questa lettera, prenditi cura di questo bambino sfortunato, o dallo in custodia a persone buone. Ha già sofferto troppo nella sua breve vita!
Sai, fratello, ho chiesto al bambino il suo nome oggi, quando gli ho portato da mangiare. Era sorpreso perchè non gli avevo mai sorriso o rivolto la parola. E lui sa parlare, sai? E come parla bene, com'è educato e gentile! Vuoi sapere il suo nome?
Si chiama Emanuele, fratello mio. Come te.

Con le più ardenti speranze e supplicando il tuo perdono,

Giacomo
 



Perdonatemi! Ho smesso di scrivere a causa della depressione indotta da vari problemi che ho avuto su EFP (del tipo, mi hanno segnalato due fanfiction e le hanno cancellate...) e sono diventata parte della redazione del giornalino della mia scuola e ogni mese dovevo inventtarmi qualcosa di nuovo sia in vignette che articoli... Comunque ora sono tornata piena di idee grazie a Saw VI e tutti gli altri Saw, che ho rivisto; purtroppo la fanfiction sta per finire... sigh! Manca un capitolo! ç_ç
Non siate tristi, mettete via i fazzoletti. Ho intenzione di scrivere una piccola raccolta su anzune leggende metropolitane che mi hanno appassionata (ne ho giusto una in mente... ma no, prima devo finire il capitolo dell'Ira, già in cantiere da un pezzo)! Comunque, che ne pensate di questo capitolo epistolare? Ovviamente la via di Parigi è inventata... Perdonate gli errori di battitura che, ovviamente, saranno molti!
Mi sono ispirata leggermente alla storia del mostro di Amstetten, una triste e sconvolgente realtà.

Detto tutto questa pappardella di roba, passiamo alle recensioni:

VioletNana: Come fai a leggere ad alta voce in casa da sola??? Io dei problemi veramente grandi quando devo esercitarmi a recitare poesie (faccio poesia al liceo, ahimè!)... Eeeeh, gli errori di battitura ci saranno sempre, fino a quando non mi ricorderò dove li ho letti e allora li correggerò; comunque, sai che pensavo proprio a Silent Hill quando ho scritto Lussuria? In fondo anche la città attirava persone malvagie o "che se lo meritano". Ricordo infatti che in uno dei videogiochi c'era una bambina che vedeva Silent Hill come una città normale... Grazie ancora per i complimenti, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!

nikoletta89: Grazie dei complimenti, la mia fantasia semi-malata ti fa un inchino e ti prega di seguirla ancora, come sempre! :)

Enlin: Io e mio padre ti ringraziamo per i bei complimenti che fai ogni volta! Il mio professore dice che sono anche troppo colloquiale, ma è più forte di me! D'altronde, scrivere con un registro alto in una fanfiction splatter mi sembra davvero poco azzeccato... E il "venire" l'ho messo perchè non sapevo che altro mettere! XD Perdonami, non ho mai scritto nemmeno accenni porno, figuriamoci delle scene! Mi spieghi cosa vuol dire violenza alla Cannibal Corpse? Purtroppo non ho mai visto il film, nè intendo vederlo senza qualcuno accanto a me... Aspetto con ansia la tua recensione! ^^

Sweetkiller: Avevo iniziato a leggere il Codice Da vinci, ma ho smesso quando sono arrivata alla parte del monaco biondo che si fustigava XD L'ho trovavo noioso... Comunque grazie per i complimenti, ti prego di continuare a seguirmi!

Clonexazz81: Cambiati 'sto nome perchè davvero non riesco nè a scriverlo nè a pronunciarlo! Come noterai, forse, dalla data anch'io smarrii la retta via e mi ritrovai per una selva oscura. Non badare troppo alle regole delle recensioni, nessuno le rispetta mai! :D

lagadema: è davvero un nick bellissimo ed è probabile che te lo ruberò :D Scherzavo! Grazie per i tuoi complimenti e per aver recensito anche questo capitolo! Spero lascerai un piccolo commento anche in questo, magari ti becchi un punto... Ma poi a che servono questi punti? O_o

anythingforyou: Grazie per la tua correzione (che non ricordo se ho già aggiunto al capitolo, forse no...)! Grazie anche per i tuoi complimenti, sono sempre graditi! ^_^

Sif: Ovviamente qui le colpe sono esagerate al massimo! Io non credo che una ragazza che si fa tanti maschi solo per divertirsi meriti la morte... o forse lo penso?! Magari una piccola frustata ci sta... Vabbè, passiamo ai ringraziamenti: grazie! Ho finito... XD Se mi prometti che, nonostante i miei enormi ritardi, continuerai a leggerai questi ultimi due capitoli prometto che non ti farò mai più battute scialbe come questa!

desirepellegrino: Ti ringrazione per la tua recensione al capitolo dell'Accidia! Spero che tu abbia gradito anche questo e, inquanto alla pubblicazione di queste storie, forse se non le avessi pubblicate qui avrei potuto farlo XD Comunque ci sono buone possibilità che io mandi qualcosa ad una casa editrice... Poi si vedrà. Continua a seguirmi, grazie!
   
 
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