Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: La dix Croix    21/06/2010    5 recensioni
" E così, Jill, dopo undici anni di vita, ringraziava ogni giorno di non sbandierare un nome zuccheroso come " Eglantine o Destiny ", ma semplicemente Jill.
Era un nome comunissimo e privo di ogni responsabilità, che si mescolava tra la folla e non faceva arricciare il naso solo a sentirlo."
" - Ah, io non mi preoccupo, so benissimo che finirò a Corvonero, come tutti in famiglia. Tu invece dove pensi di andare? - Chiese Archibald.

- ...Non ne ho la minima idea. - Replicò Jill, improvvisamente risentita - Ma mio padre dice sempre che se esistesse una Casa per i fannulloni, io finirei per andare lì! -
Le labbra di Archibald si spiegarono in un mezzo sorriso, ma lo sguardo del fratello era tutt'altro che divertito: vi si poteva leggere invece una lieve disapprovazione. " 
Una storia che vede protagonista la Hogwarts degli anni ottanta, dopo la scomparsa di Lord Voldemort a seguito della tentata uccisione di Harry Potter, una Hogwarts vissuta sotto gli occhi di tre ragazzi di Corvonero, alle prese con i loro piccoli misteri e avventure quotidiane.
Il mondo magico si sta pian piano riprendendo, e la famosa Scuola di Magia e Stregoneria ritorna al suo antico splendore.
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Corvonero, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Archie1 ( Per quelli che hanno già visto questa fanfiction ieri, l'ho eliminata perchè ho avuto un problema col font... Non chiedetemi perchè, non lo so neanche io come XD. )
Erano tipo secoli che programmavo di scrivere questa fanfiction, e finalmente eccomi qui. Tutti i personaggi che verranno nominati sono di mia invenzione, mentre i luoghi sono quelli descritti dalla Santissima Zia Row. Nella storia verranno riprese delle situazioni o degli oggetti, o persino delle persone che vengono descritte nella saga originale, ma che vengono " svelate " nel passato.
Spero vi piaccia! Buona lettura ^^.

          Those Were The Best Days Of My Life



Gli occupanti di Barton Road, una viuzza della cittadina di Tiverton situata a sud-ovest dell'Inghilterra, non avevano mai visto di buon occhio la casetta color turchese slavato situata all'angolo della strada, o per meglio dire, non avevano mai visto di buon occhio coloro che vi abitavano dentro.

Si consideravano persone strettamente " normali ", ma gli abitanti del numero quindici non potevano essere considerati altrettanto consueti, in quanto, probabilmente, di usuale avevano soltanto il cognome: Mulligan.
Vi erano stati diversi episodi, per quanto potessero ricordare, legati a quella stramba famiglia, che avevano fatto sì ad esempio, che le madri dicessero ai figli di camminare sul lato opposto della strada piuttosto che sul marciapiede vicino alla loro dimora e questo perchè una volta, l'enorme pianta di fianco alla staccionata aveva cercato di inghiottire in un sol boccone tramite il grosso fiore blu all'estremità il più piccolo dei Benson, che in seguito era dovuto andare dallo psicologo per superare il trauma, e la piantona dei Mulligan era giustamente sparita ( Per poi ricomparire molto tempo dopo. ), forse per paura di una qualche vendetta da parte della genitrice della vittima. Il signor Mulligan si era giustificato dicendo che quella era una specie rara proveniente dalla giungla, e che loro usavano come " scaccia-ladri ". A dispetto del fatto che questo fosse vero o meno, l'evento più eclatante aveva avuto luogo per l'intero mese del Novembre 1981, anche se stranamente quello non era stato l'unico avvenimento inconsueto del periodo, in quanto i gufi andavano e venivano in grossi stormi che annerivano il cielo, e le stelle cadenti erano d'usanza per ogni nottata.
Grossi stuoli di persone vestite in modo alquanto eccentrico si erano diretti a far visita a quella piccola casetta, e tutti quanti si stupivano, in quanto nessuno riusciva a capire come tutta quella gente potesse entrare in quel posto tanto piccolo... Ma soprattutto, erano parenti? Amici, conoscenti di qualche genere? Questo non lo dedussero mai, anche perchè la prima cosa che veniva in mente da chiedersi non era il perchè in così tanti facessero visita ai Mulligan, ma perchè indossassero stravaganti mantelli dai colori accesi, o cappelli a punta che brillavano al buio, e perchè ognuno avesse quell'espressione di giubilio dipinta in volto.
Che diavolo era successo?
Ebbene, i Mulligan erano una famiglia di maghi, e giustamente, come tutti i loro simili, festeggiavano la scomparsa di Lord Voldemort, il Mago Oscuro più forte di tutti i tempi.
Ovviamente c'era chi lo faceva in modo discreto e chi meno, e a quanto pare, gli abitanti del numero quindici di Barton Road avevano scelto la seconda opzione.
Per settimane e settimane i vicini non avevano fatto altro che ritrovarsi sotto il naso nuguli di visitatori dagli strani costumi e usanze, ma soprattutto, la notte spesso non riuscivano a dormire per via degli inspiegabili festeggiamenti a ritmo di musica che non avevano mai sentito in vita loro, strilli, fuochi d'artificio che parevano rubati da un negozio cinese e che sicuramente erano non illegali, di più. Se solo avessero saputo che i Mulligan non erano gli unici ad aver fatto tutto quel bailamme in tale occasione, certamente i contatti non sarebbero stati recisi del tutto, ma solo un altro po', come dopo l'episodio della pianta e del ragazzino.
Ma poco importava, perchè la morte di Voi-Sapete-Chi era un evento che portava gioia e sollievo in tutto il mondo. In quello magico, almeno.
La signora Mulligan rispondeva al nome Jane, e sorrideva al pensiero che anche lei una volta sarebbe stata colpita da tali atteggiamenti nei confronti del vicinato, in quanto nata Babbana. Ma suo marito Delmar, che era Purosangue, sopportava i Babbani quanto una levataccia alle tre del mattino per andare a cullare un neonato che piange.
Il che non era molto incoraggiante, e se solo non ci fossero stati i Mangiamorte e il loro capo in giro si sarebbe benissimo trasferito col resto della famiglia in una dimora da maghi che si rispetti, lontano dagli agglomerati Babbani. Detestava il fatto di non poter tenere la maggior parte delle sue eccentriche piante nel minuscolo cortile, oppure il non poter incantare gli gnomi da giardino in modo che lo pulissero al posto suo. Lavorava al Ministero della Magia al quinto livello, nel Corpo delle Convenzioni dei Commerci Magici Internazionali, e ogni mattino si dirigeva sul posto a Londra tramite la Metropolvere.
I coniugi Mulligan avevano una figlia di nome Jill, e oh, quante digressioni c'erano state sul come chiamarla, in quanto il padre avrebbe voluto darle un nome più importante, da " strega ", mentre la madre fortunatamente voleva evitare in tutti i modi di chiamarla " Amaryllis ", " Crystal " o " Dorcas ", nomi secondo lei pacchiani e da abbassare il capo per la vergogna ogni volta che qualcuno l'avesse nominata.
E così, Jill, dopo undici anni di vita, ringraziava ogni giorno di non sbandierare un nome zuccheroso come " Eglantine o Destiny ", ma semplicemente Jill.
Era un nome comunissimo e privo di ogni responsabilità, che si mescolava tra la folla e non faceva arricciare il naso solo a sentirlo.
Lo stesso non si poteva dire del carattere della ragazzina.
Se infatti considerava il suo nome privo di ogni responsabilità, aveva l'abitudine di considerare lei stessa a tale principio. Sarà stato per il fatto che tra i Babbani non avesse mai avuto amici, dato che il cognome Mulligan era tristemente noto come sinonimo di " strambo, stravagante, pazzo ", ma lei era cresciuta con la noia incollata al cervello, e pareva non volersi staccare mai.
Jill si annoiava spesso infatti, almeno per quello che riguardava la scuola. La madre aveva insistito per mandarcela in modo che riuscisse a fare di calcolo e scrivere bene prima di cominciare a prender parte all'istruzione magica, ma in tutta la sua vita non aveva conosciuto persona più svogliata: le sterminate file di telefonate dalla preside perchè Jill non aveva fatto i compiti, perchè si addormentava in classe, o perchè si portava dietro libri da casa che leggeva durante le lezioni. Delmar si arrabbiava sempre, la maggior parte delle volte a cena, più per l'esasperazione che per la rabbia, diceva:
- Per le mutande di Merlino, mi dici in quale diamine di Casa pensi che ti prendano, ad Hogwarts?! -
Oppure:
- Se esistesse una Casa per i fannulloni, tu finiresti sicuramente lì! -
Jill se ne infischiava, continuando a fare ciò che più le interessava. Soffriva segretamente perchè non poteva permettersi una scopa, siccome abitavano in città, e poi dato che non si applicava a scuola il padre non gliel'avrebbe mai comprata nemmeno per un'eventuale scampagnata nel weekend.
Per gli insegnanti, la figlia dei Mulligan era il tipico stereotipo del " E' intelligente, ma non si applica! ", e avevano persino ragione. Non era affatto stupida, e il leggere i libri sia suoi che del padre occupava la maggior parte del suo tempo.
Siccome aveva passato la prima parte della sua vita ad annoiarsi, non vedeva l'ora di andarci a Hogwarts. E non per studiare, al pensiero le veniva subito l'orticaria, ma per conoscere un mondo che fosse al di fuori della sua piccola casetta turchese a Tiverton. Ogni tanto, sia la madre che il padre iniziavano a rievocare i tempi di quando anche loro la frequentavano, e lei li ascoltava come rapita e faceva sempre una miriade di domande.
Ecco, su quello che le interessava, diventava improvvisamente desiderosa di sapere, difatti alla fine tutti i " perchè ", i " dove ", " come " e " quando " finivano sempre per stufare i due coniugi che deviavano il discorso su altro. Solo che quando cadeva su Mangiamorte e il Bambino che é Sopravvissuto preferivano non proferire parola, così Jill si limitava ogni sera a carpire tutto quello che la radio diceva, annoiandosi, come suo solito.
La maggior parte delle persone, prima di andare ad Hogwarts, non sa che quella sarà l'esperienza che cambierà loro la vita, che li forgerà, e sarà dove stringeranno i legami che saranno importanti per il futuro.
Hogwarts era sì una scuola di magia, ma anche, e soprattutto, di vita.
Il mattino che Jill ricevette la lettera, il giorno appena dopo il suo compleanno che era il venti di Gennaio, il cielo era parecchio nuvoloso e le nubi gravavano minacciose soprastanti, rendendo tutto più grigio. Si respirava aria di temporale, e alcuni dei vicini erano nei loro cortili intenti ad occuparsi delle piante, quando all'improvviso un gufo planò sopra le loro teste e andò a posarsi dritto sul muricciolo più vicino al numero quindici. Turbati, finsero di non aver visto niente quando Jill uscì di casa per vedere cosa aveva portato l'animale.
Il gufo scosse dalle piume su tutto il corpo tutte le microscopiche goccioline che lo ricoprivano, spruzzando Jill, che notò una busta giallastra che il volatile teneva col becco. Un po' perplessa chiese:
- E' per me? - E l'altro sporse ancora di più la testa, così la ragazzina afferrò la lettera. Appena vide il sigillo di cera capì.
- MAMMA! PAPA'! E' arrivata la lettera! - Gridò, entusiasta. Il gufo, che prese l'urlo come qualcosa di propriamente sgarbato, prese il volo e sparì nel cielo plumbeo poco dopo. Con le mani tremanti, lesse:

Signorina Mulligan
15, Barton Road
Tiverton
Devon

E più basso, con inchiostro verde smeraldo:

" Cara Signorina Mulligan,

Siamo lieti di informarLa che ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts... "

Dalla concitazione non si era resa conto che aveva iniziato a leggere ad alta voce il contenuto della lettera, quindi si accorse solo poco più tardi che i vicini la stavano osservando dai loro giardinetti col collo ritorto in avanti e le orecchie piegate a origliare. Mormorò un " ops " sottovoce e si ritirò in casa.
- Dove ha detto di essere ammessa? - Fece una donna all'uomo dall'altra parte della strada, anch'esso in ascolto.
- Bah, Hogwarts. Sarà un college di basso livello, non ne ho mai sentito parlare. - Rispose. L'altra fece spallucce e tutti tornarono al proprio lavoro.
Seguirono quindi le spese a Diagon Alley: Jill ci era stata tante volte prima, ma mai dopo la caduta di Voldemort. Vide che nuovi negozi erano stati aperti, compresa una gelateria, il proprietario della quale si chiamava Florian Fortebraccio ed era un tipo simpatico, e il suo gelato era diecimila volte meglio di quello Babbano che era solita mangiare. Altri avevano ripreso la loro attività dopo un certo periodo di chiusura, e tutto acquisiva un nuovo colore. La gente era sorridente, carica con le buste dei loro acquisti, ma senza quell'ombra che passava loro sui volti nel periodo di dominio di Voldemort. Jill quasi stentava a credere che prima ci fosse stata un'epoca tanto buia che aveva vissuto conoscendone il giusto, in quanto lei e la sua famiglia non erano mai state in pericolo, e l'unica volta che avevano visto il Marchio Nero innalzarsi nel cielo in lontananza, suo padre aveva afferrato saldamente la moglie per un braccio e acchiappato Jill per una spalla e non aveva esitato a Smaterializzarsi. Non ricordava di aver mai avuto più paura di quel giorno, ma adesso ringraziava il cielo che non sarebbe mai più successo. 
Ollivander ebbe un bel da fare nel trovare la bacchetta giusta per Jill, che ormai si disperava temendo che nessuna facesse al caso suo. Dopo aver praticamente buttato all'aria mezzo negozio e aver ammassato pile di bacchette sul bancone, trovò la sua: rigida, da dieci pollici e mezzo, in legno di larice e peli di unicorno.
Alla fine del giro per Diagon Alley, al padre balenò in testa un'idea:
- Andiamo al negozio di scope. - Fece, cambiando improvvisamente direzione.
- Ma come, Delmar, non volevamo comprare una scopa, no? - Chiese la madre, esterrefatta.
- No, infatti. Volevo solo consultarmi per i prezzi. Quando Jill sarà a Hogwarts l'anno prossimo, nei periodi di ferie mi piacerebbe andare in giro coi miei amici... Quest'anno li abbiamo visti solo per i festeggiamenti per la caduta di Tu-Sai-Chi. -
Jill, da elettrizzata che era, rimase delusa. Credeva che finalmente le avrebbe comprato una cavolo di scopa, e invece...
L'insegna del negozio di scope cambiava forma e colore ogni momento che passava, e ogni tanto qualche giovane di passaggio lanciava un'occhiata alla scopa in vetrina.
Entrarono: il locale era piuttosto grande, e le pareti erano ricoperte di foto di famosi giocatori di Quidditch che si muovevano. Pareva quasi di trovarsi all'interno di un campo da gioco. Vari modelli di scope erano posti al muro, con accanto la rispettiva scatola e il cartellino che riportava la marca. Mentre il padre andava a parlare con il proprietario e la madre si guardava attorno sbuffando, Jill si diresse verso la vetrina, a guardare il manico che vi era esposto. C'era un altro ragazzino in contemplazione di esso, che si voltò un attimo a guardare Jill, appena arrivata. Lesse sul cartello " Nimbus 1700 " e inclinando la testa, si poteva vedere un altro piccolo manifesto dove un giocatore del Puddlemore United posava con quello stesso manico di scopa, il sorriso abbagliante. In effetti era molto bello, col manico lucido d'ebano e i rametti perfettamente lisci che non sfuggivano qua e là. Fece quasi per andarsene, quando quello che le stava accanto parlò:
- Ti piacerebbe eh, quattrocchi? - Chiese, divertito. Il suo tono non era aspro o maligno, ma infinitamente burlone, di qualcuno a cui piace provocare le persone. Jill lo squadrò da capo a piedi, e soffermandosi sugli occhi color nocciola dell'altro fece, in tono leggermente ostile:
- Sì, mi piacerebbe! - E si voltò per andare dai genitori. Solo che l'altro ridacchiò e ben presto la raggiunse una replica:
- Beh, stai attenta a non dimenticarti gli occhiali quando lo farai. Finiresti per schiantarti, senza i tuoi fondi di bottiglia! -
Per fortuna i genitori di Jill uscirono in quell'istante dalla bottega, e lei li seguì lanciando al ragazzino dai capelli neri uno sguardo carico di astio.
" Fondi di bottiglia?! Manco fossero così spessi... Tanto meglio lui, quello scemo. " Pensò, adirata. Jill era molto suscettibile riguardo al suo aspetto fisico.
Proprio come il suo nome era comune e si mescolava nella massa, così era lei: indossava un paio d'occhiali dalla sottile montatura rettangolare in ferro, e all'epoca portava i folti capelli castani a caschetto, con una frangia che doveva spesso sistemarsi siccome si spettinava spesso. Poi aveva ereditato dalla madre la corporatura uniforme come un manico di scopa, anche se a undici anni è normale essere piatti, quindi era ancora presto da dirsi. Era una ragazzina comune, anzi, come diceva lei in modo spregiativo, una ragazzina occhialuta. Potrei andare avanti secoli a descrivervi la sua relazione con gli occhiali, ma sarebbe troppo noioso, quindi non lo farò.
Si dimenticò ben presto della sua nuova " conoscenza ", se così si poteva dire, e i mesi passarono con Jill, che quando andava a scuola, quella Babbana ovviamente, si annoiava sempre di più al solo pensiero che a casa sua c'erano i libri della scuola di magia e la bacchetta ad aspettarla, mentre lì solo stupidi compagni chiassosi e le maestre che si lanciavano nelle loro solite tediose spiegazioni.
La sera alla radio ogni tanto si sentiva dire che qualche Mangiamorte veniva catturato e spedito ad Azkaban.
" ...Lucius Malfoy, il quale la settimana scorsa è stato sottoposto ad un processo all'esposizione della corte del Wizengamot. Il verdetto è ancora da decidersi, ma l'imputato sostiene che lui e la sua famiglia sono stati costretti ad agire per conto di Voi-Sapete-Chi tramite la Maledizione Imperius... Altri Mangiamorte catturati sono Bellatrix Lestrange, la quale è stata direttamente spedita ad Azkaban per... "
- Jill, non dovresti ascoltare questa roba! - Diceva sempre la madre, con un espressione contrariata.
" ...Tuttavia il Ministro Millicent Bagnold, nonostante la tanto agognata scomparsa di Voi-Sapete-Chi, consiglia di mantenere tuttora la massima prudenza... "
- Jill, cambia canale! - E così via.
Mano a mano che i mesi passavano e si faceva sempre più caldo con l'arrivo dell'estate, il giorno della partenza partenza per Hogwarts, sebbene lontano, si avvicinava ogni giorno di più, e Jill era sempre maggiormente certa che laggiù ( Lezioni a parte, forse ) non si sarebbe annoiata.


                                                                                                                       ***

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: La dix Croix