Smile
«È
l’inizio di una nuova,
entusiasmante giornata a Forks! La pioggia cade, le nuvole tendono a un
bel
grigio piombo e la temperatura è scesa di due gradi rispetto
a ieri», esclamò
Jacob, alzando un pugno verso l’alto, come segno di
incitamento.
Bella
roteò gli occhi al
cielo, chiudendosi la porta di casa alle spalle e affiancando il
ragazzo sotto
l’ombrello che lui teneva in mano. Si incamminarono verso il
pick-up, le gocce
di pioggia che ticchettavano sulla tela sopra le loro teste.
«Mai pensato di fare il meteorologo? », lo
schernì lei, esibendo un mezzo
sorriso.
«Ce l’avrei un futuro come omino del tempo,
vero?», scherzò Jacob,
ridacchiando.
«Mi chiedo come mai la televisione locale non ti abbia ancora
contattato»,
disse Bella, portandosi un dito sotto il mento, dando dimostrazione di
rifletterci sopra.
Lui le arruffò i capelli, ghignando.
«Scema!».
Lei, per tutta risposta, gli fece una linguaccia.
«Mi
informi della
situazione a La Push, piuttosto, Signor Meteo. Tempo orribile come qui
a
Forks?», chiese Bella, montando sul pick-up dalla parte del
guidatore, mentre
Jacob prendeva posto in quella del passeggero.
Jacob arricciò le labbra. «Più o meno
siamo lì».
Bella sospirò sconsolata a quella risposta così
prevedibile e ovvia, mettendo
in moto il pick-up e partendo, diretta a La Push.
«Direi che, comunque, la mia capacità come
annunciatore meteorologico va
premiata: due anni in più!», disse Jacob dopo
qualche minuto, chiudendo gli
occhi e annuendo con convinzione.
«Neanche
per sogno», si
oppose Bella, aggrottando le sopracciglia. «Sono capaci tutti
di dire che tempo
fa, Jacob».
Lui sogghignò, facendo schioccare la lingua. «Stai
sottovalutando il mio
talento?».
Bella alzò gli occhi al cielo, ridendo. «Per
adesso, l’unico talento pervenuto
a te riconoscibile è quello di maneggiare motori e ferraglia
varia», affermò,
alzando le spalle con noncuranza.
Jacob rimase in silenzio qualche istante, pensieroso,
tant’è che Bella iniziò a
chiedersi se l’avesse in qualche modo offeso. Lo
scrutò con la coda dell’occhio,
preoccupata; quando fu sul punto di assicurarsi di non aver detto
qualcosa di
sbagliato, Jacob si voltò in direzione della ragazza, un
mezzo sorriso sulle
labbra e l’espressione saccente, ma relativamente divertita.
«Beh, ti è sfuggito un mio talento particolarmente
innato, Bells. Uno – dei
tanti – con cui hai a che fare tutti i giorni»,
proferì, guardandola in modo
eloquente. «E non mi riferisco alla mia folle bravura come buon amico meccanico»,
aggiunse, ridacchiando.
Lei lo fissò, perplessa. «Quale?».
Il ragazzo, in tutta risposta, storse le labbra in un sorriso furbo.
Era una
smorfia buffa, e Bella non poté fare a meno di ridacchiare.
«Ecco», le disse Jacob, indicando lo specchietto
retrovisore. «Guardati,
Bells».
La
ragazza lo scrutò,
curiosa, senza capire bene cosa intendesse, ma decise comunque di
assecondarlo.
Si guardò. Nel piccolo rettangolino
era riflessa la
sua immagine, e a Bella non sembrò di avere nulla di
eclatante da cogliere.
Aveva
due occhi, un naso,
una bocca… piegata in un sorriso. Spensierato, spontaneo,
che non l’aveva
abbandonata subito pochi attimi dopo essere fiorito. Sincero.
Sentì qualcosa scaldarle
il cuore,
quando incrociò lo sguardo complice di Jacob.
Bella capì, e un altro sorriso le riempì le
labbra, più ampio del primo.
«Allora?», la interpellò il ragazzo,
ghignando. «Ci sei arrivata?». Ovviamente
conosceva già la risposta, ma voleva sentirsela dire da lei.
Bella
avvertì il suo tono
di sfida.
«Riesci a farmi sorridere?», fece lei, fingendosi
distaccata e incerta.
«Bells, è maleducazione rispondere a una domanda
con un’altra domanda»,
brontolò Jacob, sporgendo il labbro inferiore e incrociando
le braccia lunghe,
immusonito. Lei rise, intenerita.
«Scusa,
scusa!», disse,
stringendo le spalle in segno di resa. Il suo viso pallido si
rilassò, e
socchiuse gli occhi, leggermente in imbarazzo.
«Tu
hai il talento di far
sorridere questa albina musona e petulante»,
affermò, lo sguardo fisso sulla
strada. Nella voce si poteva avvertire una nota di gratitudine, un
silenzioso
ringraziamento.
Sorrisero entrambi.
«Bingo»,
esclamò Jacob, guardando
soddisfatto fuori dal finestrino.
«Quanti
anni vuoi, per
questo?», domandò Bella, sospirando con finta
rassegnazione.
Lui ci pensò su qualche istante. «Beh,
dipende… Bisogna vedere per quanto altro
tempo riuscirò a farlo. Credo saranno parecchi
anni… alla fine, il numero
effettivo potremo stabilirlo soltanto quando saremo un bel
po’ avanti con
l’età», rispose Jacob, ghignando e
facendole l’occhiolino.
«Non ti stanchi mai di vincere», affermò
lei, cupa. Erano arrivati davanti a
casa Black, e Bella spense il motore.
Jacob
balzò giù dal
pick-up, ci girò attorno e si accostò al
finestrino di Bella, aprendole la
portiera.
«Certo
che no!», esclamò,
afferrandola, a sorpresa, per i fianchi.
«Ehi!»,
gridò Bella,
scoppiando a ridere e dimenandosi mentre Jacob la tirava giù
dal furgone. Per
far mollare la presa al ragazzo, gli pizzicò i fianchi con
ferocia, senza mai
smettere di ridere.
Poi, all’improvviso, si bloccarono: le mani di una si
ritrovarono arpionate ai
fianchi dell’altro e viceversa, gli sguardi saldamente legati.
Quello che la ragazza vide negli occhi di Jake non era amicizia.
A Bella tanto bastò per tornare coi piedi per terra: si
scostò immediatamente
da lui, ridacchiando nervosa. Si sistemò una ciocca di
capelli dietro
l’orecchio, fissando il terreno bruno e umido. Jacob la
assecondò,
allontanandosi da lei.
Rimasero
muti.
Bella, senza farsi notare, lanciò uno sguardo in direzione
di Jacob: il suo volto
bronzeo era sovrastato da un’espressione indecifrabile, gli
occhi puntati
altrove.
Scusami, Jake. Non posso.
No,
non poteva, era
presto. Non era ancora il momento, e, forse, non lo sarebbe mai stato.
Lei lo
sapeva, e lo sapeva benissimo anche Jacob.
Lo si capiva dal suo sguardo che aveva capito che c’era
ancora l’altro…
«Dai, prendiamo le moto», disse Jacob dopo un
po’, regalandole un buffetto sul
braccio. Bella non notò più alcuna ombra amara
sul volto del ragazzo, e ciò
servì a rincuorarla.
«Sì», annuì, affiancando
Jacob e avviandosi verso il loro garage.
Compirono qualche passo immersi in un silenzio complice.
«Sai Bells, non mi importa», disse ad un tratto
Jacob, senza smettere di
camminare.
Bella lo guardò, senza capire. «Cosa?».
«Non mi interessa vincere. Puoi anche non darmeli tutti
quegli anni sai?», le
disse, guardandola sereno. «Vorrei solo
continuare… a farlo».
Bella, le guance profuse di un lieve rossore, abbassò lo
sguardo. «Grazie,
Jake».
Jacob la guardò teneramente, con aria protettiva.
«Di
niente. E poi, vedi,
non vorrei diventare un peso, per te… sai che barba
prendersi carico di un
vecchiaccio come me? Con tutti gli anni che accumulerò
diventerò decrepito!».
E accadde di nuovo: Bella si sentì pervadere da uno strano
calore, nello stesso
istante in cui avvertiva un formicolio partirgli dallo stomaco. Rise. Risero insieme.
Era una sensazione luminosa, che solo Jacob aveva il potere, anzi, talento di farle provare.
Entrambi i loro volti erano spensierati e sorridenti.
Sorrisi.
Gli
ennesimi tra i tanti.
Gli
ennesimi tra quelli
che, ancora per molto tempo, avrebbero illuminato le loro espressioni.
Gli stessi che uniscono tuttora Bella, vampira centocinquantenne
e Jacob, licantropo centoquarantanovenne.
Il sorriso è la
distanza più corta
tra due persone.
(Anonimo)
Angolo Autrice.
E’
la prima volta che mi avventuro
nel mondo delle one-shot nel fandom di Twilight, e non avrei mai potuto
immaginare con tale “impatto” *-*
Infatti, questa shot – ispirata al sentimento di
serenità e alla canzone Smile
di Uncle Kracker – si è piazzata
seconda al contest Spicchi
di
sole - Concorso per racconti brevi [Jacob/Bella] indetto
da Kukiness
e Saorio.
Sono davvero rimasta molto sorpresa dal risultato – come ho
già avuto modo di
spiegare alle care giudici – perché ero a un passo
dal ritirarmi, e l’ho
scritta piuttosto di fretta.
Ma non ringrazierò mai abbastanza Erika & Erica
(accoppiata geniale! *-*)
per aver espresso un giudizio così accurato…
veramente, ho apprezzato
tantissimo tutto.
E sono stra-felice che vi sia piaciuta così tanto *_*
Spero che i lettori di EFP possano apprezzarla altrettanto ^^
Una piccola precisazione da fare: la citazione a fine shot non
è messa lì tanto
per. Ho scelto proprio quella frase per evidenziare il fatto che il
sorriso –
un dono che Jacob e Bella hanno condiviso per tanto tempo –
continua a tenerli
uniti nonostante le loro differenza. Li avvicina nonostante, ormai,
facciano
parte di mondi così differenti, essendo uno licantropo e
l’altra vampira :)
Okay, non ho altro da dire, se non ringraziare nuovamente Saorio e
Kukiness e
invitare gli altri lettori a esprimere le proprie opinioni riguardo
questa shot
^^
Ah, dimenticavo: complimentissimi alle podiste (SummerRain e Dackota) e
a tutte
le altre partecipanti ^^ non vedo l’ora di leggere le vostre
storie! **
Evaporo :D
Bacioni,
Bea :3