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Autore: Blakie    21/06/2010    11 recensioni
«Ecco», le disse Jacob, indicando lo specchietto retrovisore. «Guardati, Bells».
La ragazza lo scrutò, curiosa, senza capire bene cosa intendesse, ma decise comunque di assecondarlo.
Si guardò. Nel piccolo rettangolino era riflessa la sua immagine, e a Bella non sembrò di avere nulla di eclatante da cogliere.
Aveva due occhi, un naso, una bocca… piegata in un sorriso. Spensierato, spontaneo, che non l’aveva abbandonata subito pochi attimi dopo essere fiorito. Sincero.

[Seconda Classificata al contest "Spicchi di Sole" indetto da Saorio & Kukiness]
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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You Make Me Smile

Smile

 

 

«È l’inizio di una nuova, entusiasmante giornata a Forks! La pioggia cade, le nuvole tendono a un bel grigio piombo e la temperatura è scesa di due gradi rispetto a ieri», esclamò Jacob, alzando un pugno verso l’alto, come segno di incitamento.

Bella roteò gli occhi al cielo, chiudendosi la porta di casa alle spalle e affiancando il ragazzo sotto l’ombrello che lui teneva in mano. Si incamminarono verso il pick-up, le gocce di pioggia che ticchettavano sulla tela sopra le loro teste.
«Mai pensato di fare il meteorologo? », lo schernì lei, esibendo un mezzo sorriso.
«Ce l’avrei un futuro come omino del tempo, vero?», scherzò Jacob, ridacchiando.
«Mi chiedo come mai la televisione locale non ti abbia ancora contattato», disse Bella, portandosi un dito sotto il mento, dando dimostrazione di rifletterci sopra.
Lui le arruffò i capelli, ghignando. «Scema!».
Lei, per tutta risposta, gli fece una linguaccia.

«Mi informi della situazione a La Push, piuttosto, Signor Meteo. Tempo orribile come qui a Forks?», chiese Bella, montando sul pick-up dalla parte del guidatore, mentre Jacob prendeva posto in quella del passeggero.
Jacob arricciò le labbra. «Più o meno siamo lì».
Bella sospirò sconsolata a quella risposta così prevedibile e ovvia, mettendo in moto il pick-up e partendo, diretta a La Push.
«Direi che, comunque, la mia capacità come annunciatore meteorologico va premiata: due anni in più!», disse Jacob dopo qualche minuto, chiudendo gli occhi e annuendo con convinzione.

«Neanche per sogno», si oppose Bella, aggrottando le sopracciglia. «Sono capaci tutti di dire che tempo fa, Jacob».
Lui sogghignò, facendo schioccare la lingua. «Stai sottovalutando il mio talento?».
Bella alzò gli occhi al cielo, ridendo. «Per adesso, l’unico talento pervenuto a te riconoscibile è quello di maneggiare motori e ferraglia varia», affermò, alzando le spalle con noncuranza.
Jacob rimase in silenzio qualche istante, pensieroso, tant’è che Bella iniziò a chiedersi se l’avesse in qualche modo offeso. Lo scrutò con la coda dell’occhio, preoccupata; quando fu sul punto di assicurarsi di non aver detto qualcosa di sbagliato, Jacob si voltò in direzione della ragazza, un mezzo sorriso sulle labbra e l’espressione saccente, ma relativamente divertita.
«Beh, ti è sfuggito un mio talento particolarmente innato, Bells. Uno – dei tanti – con cui hai a che fare tutti i giorni», proferì, guardandola in modo eloquente. «E non mi riferisco alla mia folle bravura come buon amico meccanico», aggiunse, ridacchiando.
Lei lo fissò, perplessa. «Quale?».
Il ragazzo, in tutta risposta, storse le labbra in un sorriso furbo. Era una smorfia buffa, e Bella non poté fare a meno di ridacchiare.
«Ecco», le disse Jacob, indicando lo specchietto retrovisore. «Guardati, Bells».

La ragazza lo scrutò, curiosa, senza capire bene cosa intendesse, ma decise comunque di assecondarlo.
Si guardò. Nel piccolo rettangolino era riflessa la sua immagine, e a Bella non sembrò di avere nulla di eclatante da cogliere.

Aveva due occhi, un naso, una bocca… piegata in un sorriso. Spensierato, spontaneo, che non l’aveva abbandonata subito pochi attimi dopo essere fiorito. Sincero.
Sentì qualcosa scaldarle il cuore, quando incrociò lo sguardo complice di Jacob.
Bella capì, e un altro sorriso le riempì le labbra, più ampio del primo.
«Allora?», la interpellò il ragazzo, ghignando. «Ci sei arrivata?». Ovviamente conosceva già la risposta, ma voleva sentirsela dire da lei.

Bella avvertì il suo tono di sfida.
«Riesci a farmi sorridere?», fece lei, fingendosi distaccata e incerta.
«Bells, è maleducazione rispondere a una domanda con un’altra domanda», brontolò Jacob, sporgendo il labbro inferiore e incrociando le braccia lunghe, immusonito. Lei rise, intenerita.

«Scusa, scusa!», disse, stringendo le spalle in segno di resa. Il suo viso pallido si rilassò, e socchiuse gli occhi, leggermente in imbarazzo.

«Tu hai il talento di far sorridere questa albina musona e petulante», affermò, lo sguardo fisso sulla strada. Nella voce si poteva avvertire una nota di gratitudine, un silenzioso ringraziamento.

Sorrisero entrambi.
«Bingo», esclamò Jacob, guardando soddisfatto fuori dal finestrino.

«Quanti anni vuoi, per questo?», domandò Bella, sospirando con finta rassegnazione.
Lui ci pensò su qualche istante. «Beh, dipende… Bisogna vedere per quanto altro tempo riuscirò a farlo. Credo saranno parecchi anni… alla fine, il numero effettivo potremo stabilirlo soltanto quando saremo un bel po’ avanti con l’età», rispose Jacob, ghignando e facendole l’occhiolino.
«Non ti stanchi mai di vincere», affermò lei, cupa. Erano arrivati davanti a casa Black, e Bella spense il motore.

Jacob balzò giù dal pick-up, ci girò attorno e si accostò al finestrino di Bella, aprendole la portiera.

«Certo che no!», esclamò, afferrandola, a sorpresa, per i fianchi.

«Ehi!», gridò Bella, scoppiando a ridere e dimenandosi mentre Jacob la tirava giù dal furgone. Per far mollare la presa al ragazzo, gli pizzicò i fianchi con ferocia, senza mai smettere di ridere.
Poi, all’improvviso, si bloccarono: le mani di una si ritrovarono arpionate ai fianchi dell’altro e viceversa, gli sguardi saldamente legati.
Quello che la ragazza vide negli occhi di Jake non era amicizia.
A Bella tanto bastò per tornare coi piedi per terra: si scostò immediatamente da lui, ridacchiando nervosa. Si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, fissando il terreno bruno e umido. Jacob la assecondò, allontanandosi da lei.

Rimasero muti.
Bella, senza farsi notare, lanciò uno sguardo in direzione di Jacob: il suo volto bronzeo era sovrastato da un’espressione indecifrabile, gli occhi puntati altrove.
Scusami, Jake. Non posso.

No, non poteva, era presto. Non era ancora il momento, e, forse, non lo sarebbe mai stato. Lei lo sapeva, e lo sapeva benissimo anche Jacob.
Lo si capiva dal suo sguardo che aveva capito che c’era ancora l’altro
«Dai, prendiamo le moto», disse Jacob dopo un po’, regalandole un buffetto sul braccio. Bella non notò più alcuna ombra amara sul volto del ragazzo, e ciò servì a rincuorarla.
«Sì», annuì, affiancando Jacob e avviandosi verso il loro garage.
Compirono qualche passo immersi in un silenzio complice.
«Sai Bells, non mi importa», disse ad un tratto Jacob, senza smettere di camminare.
Bella lo guardò, senza capire. «Cosa?».
«Non mi interessa vincere. Puoi anche non darmeli tutti quegli anni sai?», le disse, guardandola sereno. «Vorrei solo continuare… a farlo».
Bella, le guance profuse di un lieve rossore, abbassò lo sguardo. «Grazie, Jake».
Jacob la guardò teneramente, con aria protettiva.

«Di niente. E poi, vedi, non vorrei diventare un peso, per te… sai che barba prendersi carico di un vecchiaccio come me? Con tutti gli anni che accumulerò diventerò decrepito!».
E accadde di nuovo: Bella si sentì pervadere da uno strano calore, nello stesso istante in cui avvertiva un formicolio partirgli dallo stomaco. Rise. Risero insieme.
Era una sensazione luminosa, che solo Jacob aveva il potere, anzi, talento di farle provare.
Entrambi i loro volti erano spensierati e sorridenti.

Sorrisi.

Gli ennesimi tra i tanti.

Gli ennesimi tra quelli che, ancora per molto tempo, avrebbero illuminato le loro espressioni.
Gli stessi che uniscono tuttora Bella, vampira centocinquantenne e Jacob, licantropo centoquarantanovenne.

 

Il sorriso è la distanza più corta tra due persone.
(Anonimo)

Angolo Autrice.
E’ la prima volta che mi avventuro nel mondo delle one-shot nel fandom di Twilight, e non avrei mai potuto immaginare con tale “impatto” *-*
Infatti, questa shot – ispirata al sentimento di serenità e alla canzone Smile di Uncle Kracker – si è piazzata seconda al contest Spicchi di sole - Concorso per racconti brevi [Jacob/Bella] indetto da Kukiness e Saorio.
Sono davvero rimasta molto sorpresa dal risultato – come ho già avuto modo di spiegare alle care giudici – perché ero a un passo dal ritirarmi, e l’ho scritta piuttosto di fretta.
Ma non ringrazierò mai abbastanza Erika & Erica (accoppiata geniale! *-*) per aver espresso un giudizio così accurato… veramente, ho apprezzato tantissimo tutto.
E sono stra-felice che vi sia piaciuta così tanto *_*
Spero che i lettori di EFP possano apprezzarla altrettanto ^^
Una piccola precisazione da fare: la citazione a fine shot non è messa lì tanto per. Ho scelto proprio quella frase per evidenziare il fatto che il sorriso – un dono che Jacob e Bella hanno condiviso per tanto tempo – continua a tenerli uniti nonostante le loro differenza. Li avvicina nonostante, ormai, facciano parte di mondi così differenti, essendo uno licantropo e l’altra vampira
:)

Okay, non ho altro da dire, se non ringraziare nuovamente Saorio e Kukiness e invitare gli altri lettori a esprimere le proprie opinioni riguardo questa shot ^^
Ah, dimenticavo: complimentissimi alle podiste (SummerRain e Dackota) e a tutte le altre partecipanti ^^ non vedo l’ora di leggere le vostre storie! **

Evaporo :D
Bacioni,
Bea :3


   
 
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