Sfiorati dalla
Fortuna
Tremava, Neji.
Il grande genio
della clan Hyuuga, nato, per un
capriccio del destino, nella casata cadetta, non
riusciva a trattenere gli spasimi del proprio
corpo dettati dalla paura.. mai aveva provato un sentimento tanto forte
da
coinvolgerlo a quel modo, da sconvolgerlo, mente e corpo, con una tale
potenza,
fino ad allora sconosciuta.
La paura
accesasi, come una scintilla, nel momento
in cui l’aveva vista correre verso la battaglia, era poi
divampata in un
incendio quando, pochi attimi dopo, l’aveva vista giacere a
terra,ricoperta del
suo sangue.
Gli occhi si
erano annebbiati, il byakugan si era
disattivato, e per un tempo al quale non sapeva attribuire una durata,
aveva
perso la capacità di ragionare lucidamente; una serie
infinita di immagini e di
ricordi gli erano passati davanti, mentre il tempo aveva cessato di
esistere.
Ed ora, che i
suoi occhi vitrei erano puntati su
quelli socchiusi di lei, mentre le venivano prodigate le cure di
Sakura, quella
paura lo avvolgeva come una seconda pelle.
E oltre ad essa,
lo tormentavano una miriade di
altri sentimenti; primo fra tutti un infinito senso di colpa e di
rabbia contro
sé stesso, ed ancora, un’immensa sofferenza, non
solo emotiva, ma anche fisica,
come se invece che la ragazza distesa proprio davanti ai suoi occhi,
fosse
stato lui quello trafitto da Pain.
Rivide ancora
una volta il movimento della sbarra di
ferro che affondava nella carne della ragazza con un suono sinistro;
avvertì gli
occhi nuovamente sbarrati, questa volta fissi nel vuoto.
<<
..è fuori pericolo.. >>
La voce di Sakura lo risvegliò dallo strano
stato di torpore nel quale era caduto.
Aveva diminuito la quantità di chakra immessa
nelle ferita ancora non
perfettamente rimarginata.
D’un
tratto la vide muoversi, leggermente, con un
piccolo sussulto del corpo, per poi cominciare a respirare un
po’ più regolarmente,
anche se ancora in modo affaticato.
Anche Neji
tornò a respirare. Gli occhi ancora
puntati su di lei, mentre riacquistava poco a poco e con grande
sollievo, il
controllo del proprio corpo.
Ma si rese
presto conto, col ripensare a quello che
gli era accaduto, che non avrebbe preso più possesso dei
suoi sentimenti.
***
Tutti erano
accorsi ad accogliere e acclamare l’eroe
che aveva appena salvato il villaggio dalla sua scomparsa definitiva:
Naruto
Uzumaki, il ragazzo del Kyubi, era riuscito a sconfiggere, da solo, il
nemico
più terribile che gli abitanti di Konoha avessero mai dovuto
combattere (dopo
il mostro che egli stesso portava in corpo, ovviamente).
Ed ora, tornato
dalla battaglia, era attorniato da
amici, conoscenti e persone che mai aveva visto, raccogliendo le
meritate lodi che
da tempo andava cercando.
Sorrideva,
nonostante il corpo quasi interamente
ricoperto di tagli e piccole ferite, e l’aria affaticata. In
quel momento gli
sembrò che Naruto non avesse altra espressione che non fosse
sorridente; di
certo non perdeva mai quella luce particolare negli occhi blu mare; il
tratto
distintivo di un eroe, si disse.
Naruto Uzumaki
rappresentava tutto quello che lui,
Neji, non aveva mai saputo essere: il ragazzo che non si arrendeva mai
e andava
contro tutto e tutti, che si scagliava perfino contro il destino.
Era colui che
aveva saputo conquistare l’amore di
tutto il villaggio, ma soprattutto colui il quale aveva insegnato a
Hinata,
anche se involontariamente, a non arrendersi di fronte alle
difficoltà che le
si presentavano davanti.. e inoltre, lei lo amava.
In poche parole,
Naruto non era Neji.
Pensò
al coraggio che proprio Hinata aveva
dimostrato nell’affrontare il pericolo della morte per
aiutarlo. E che coraggio
aveva in quel momento mentre, accanto a Neji, gioendo per il suo
ritorno e,
allo stesso tempo, nascondendo dietro al suo sorriso un velo di
amarezza,
osservava Naruto e Sakura stretti in un abbraccio; e di sicuro quello non era l’abbraccio fra due
semplici
amici.
Lo Hyuuga si
ritrovò a pensare che anche lui avrebbe
voluto stringere a quel modo HInata, per consolarla.
Ma decisamente lui,
in quel momento, non ne avrebbe
avuto
il coraggio, anche se tutto il suo corpo gli diceva che quella era, se
non la
cosa più giusta da fare, quella che più
desiderava.
No, Neji non
sarebbe mai più riuscito a controllare
le sue emozioni.
Non quelle che
provava per lei.
-
Nda: dunque!
Questa è la prima parte di una fan
fiction che covavo da...mesi? o.o
..e
che era stata pensata come “carmen continuum”, tipo
il “Bellum Poenicum” di Nevio,
presente? (reminescenze di letteratura latina, non fateci caso xD);
però, dopo
una pesante rilettura mi sono accorta che in effetti propinarla nella
sua
interezza sarebbe stato troppo, anche perché la seconda
parte cambia di ritmo e
ho pensato che stonasse un po’ l’accostamento.
Perciò questa è una prefazione,
in due momenti tratti dal manga visti e sentiti
da Neji :) al più presto posterò
l’ultima parte (forse anche stasera) e, per
chi ancora non lo avesse intuito, questa è una NejiHina xD
ovviamente c’è l’immancabile
accenno NaruSaku! È la prima storia che scrivo su questa
coppia, alla quale mi
sono appassionata da poco, per cui sono particolarmente curiosa di
sapere cosa
ne pensate °w° oh! Un’ultima cosa: la
“fortuna” del titolo è da intendersi
come
“fato” lascio a voi critiche e commenti!
A
presto, Simona.