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Autore: Faffina    21/06/2010    11 recensioni
Questa storia ha partecipato al concorso "Spicchi di Sole" di Kukiness e Saorio.
Dopo aver ricevuto l'invito al matrimonio di Bella, Jacob fugge senza più guardarsi indietro. Sono passati diciassette anni da allora, e nulla tornerà più come prima. O forse sì?
La testa ricomincia a girarmi, e senza badare ad essere delicato la afferro per le spalle. I miei occhi la trapassano e leggo la risposta prima ancora che le sue labbra la pronuncino. Proprio come una volta, quando non avevamo bisogno di parole per comunicare.
L’illusione di averla ritrovata dura poco, si spezza nel momento esatto in cui le sue parole confermano ciò che già so.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Leah Clearweater | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Fantasmi dal passato




Questa shot è dedicata a tutte le persone meravigliose
che ho conosciuto su EFP e che sono sempre pronte
ad incoraggiarmi con le loro splendide parole.



Sleeping with Ghosts


Sono passati più di diciassette anni dall'ultima volta che ho visto mio padre. Diciassette lunghi anni da quando ho aperto l'invito al suo matrimonio. Forse è stato in quel momento che ho capito di aver perso. Sapevo che non avrei mai potuto farmi da parte e guardarli vivere felici per l'eternità, assistere impotente mentre Lei rinunciava alla sua vita ed alla sua umanità.
Diciassette anni senza cambiare di una virgola. Sempre uguale, ma terribilmente diversa.
- Lo so che giorno è oggi, ma non ti permetterò di passare tutta la giornata a compiangerti - Leah scrolla i capelli scuri, infastidita.
La sua voce mi scuote a fatica dai pensieri che affollano la mia mente. Non ce l'avrei mai fatta senza di lei, non so cosa ne sarebbe stato di me se quel giorno non mi avesse seguito. Dopo aver aperto quella busta il mio unico pensiero era stato andarmene il più lontano possibile. Solo Leah se n'era accorta e aveva cercato di fermarmi. Ma sentire i miei sentimenti aveva risvegliato i suoi e, prima che potesse accorgersene, si era ritrovata a scappare con me. Fianco a fianco nella fuga. Non sapevamo dove stavamo andando, solo da cosa stavamo scappando, ed era sufficiente. Per molti mesi non ci eravamo fermati, vivendo come veri lupi senza incontrare esseri umani. Il contatto con il resto del branco si era interrotto nel momento esatto in cui avevamo deciso di non tornare. Non so chi per primo si era reso conto di quanto la nostra fuga fosse inutile. I fantasmi che ci tormentavano li avevamo portati con noi, per quanto veloce corressimo non saremmo mai riusciti a liberarcene.

 

Leah si volta verso di me, aspetta che le dica qualcosa. Ha imparato a conoscermi così bene da non aver più bisogno di leggermi nella mente per sapere cosa sto pensando. Ogni anno, quello stesso giorno, non riesco più a tenere a bada i ricordi.
Non ho mai smesso di amarla, sono ancora convinto che lei sia la mia anima gemella nonostante abbia sposato un vampiro. Faccio di tutto per nasconderlo, ma non passa giorno senza che il ricordo del suo sguardo e del suo sorriso torni a tormentarmi.
Il pensiero che la Bella che conoscevo non esista più è insopportabile, è come perderla di nuovo.
Mi volto verso Leah con un sorriso tirato che non incanterebbe nessuno - Perché, che giorno è oggi? - Il mio debole tentativo di umorismo non la convince, mi prende per un braccio e mi trascina fuori. La sua forza e la sua decisione hanno smesso di sorprendermi da un pezzo, sono stati un toccasana per offuscare il ricordi. Ma le ferite non si sono mai rimarginate del tutto e dopo tanto tempo bruciano ancora.
Esattamente diciassette anni dal giorno del loro matrimonio.
Basta.
Leah si è già trasformata, mi attende impaziente. “Da lupo starai meglio”, appena lascio che l'animale in me prenda il sopravvento, i suoi pensieri, invadenti, si fanno strada nella mia testa e sovrastano i miei.
“La verità è che vuoi controllarmi” ribatto. “Chissà se stanno festeggiando?” Masochista.
So già che l'ultima affermazione mi costerà cara. Leah si blocca e pianta gli occhi neri nei miei “Dubito che degli esseri immortali festeggino il passare degli anni. E smettila di tormentarti!” e scatta via per costringermi a seguirla.
Dolce, cara Leah, che fai la dura e cerchi di aiutarmi facendo in modo che non me ne accorga.
Non avrei mai pensato di dirlo, ma alla fine sono contento che sia stata lei, tra tutti, a seguirmi. Sa esattamente cosa provo e mi capisce. Nemmeno Leah ha mai avuto l'imprinting, questa è l'ennesima prova che esiste un tipo di amore più forte di ogni altra cosa.
“Siamo articoli difettosi” mi ripete, cinica. Non voglio crederle, sarebbe troppo doloroso ammettere che ho vissuto tutta la vita inseguendo un sogno che non esiste.
Lei, alla mia destra, ringhia arrabbiata, i miei pensieri le stanno facendo venire la nausea.
Scusa Leah se non riesco a dimenticarla, scusa se non posso ricominciare da capo. Non sai quanto vorrei farlo, invece di stare qui a compiangermi. Ma nemmeno tu ce l’hai fatta, il ricordo di Sam ti tormenta ancora.
Sento una fitta di dolore provenire da lei. Non dovevo tirare in ballo Sam, so che non lo sopporta, ma non sono riuscito a trattenermi.
Vorrei solo essere lasciato in pace.
Leah è nella mia testa, non posso impedire ai miei pensieri di raggiungerla e ferirla. Sento la sua rabbia accendersi e la vedo voltarsi stizzita. “Quand’è così, me ne vado. Ci vediamo domani, o mai più, se trovo di meglio.” E si mette a correre nella direzione opposta.
Solo tornando umano riesco a ritrovare un po’ di pace. E’ un sollievo avere la mente tutta per me, condividerla con qualcuno è come avere sempre mal di testa.
La casa è vuota e silenziosa, mi sdraio sul divano mentre i fantasmi che mi tormentano riprendono a bussare con più insistenza, forse non avrei dovuto cacciarla via. Ci vuole tutta la mia concentrazione per tenerli fuori.
Dopo un po’ mi accorgo che c’è qualcuno che sta bussando davvero, forse ci ha ripensato ed ha deciso di tornare. Una parte di me ci spera, anche se non lo ammetterei mai. Riemergo a fatica dal limbo dell'autocommiserazione per andarle ad aprire.
Ma non è Leah.
C'è una sconosciuta sulla porta di casa, una donna magra, pallida e con lunghi capelli scuri che le ricadono sugli occhi. Un colpo di vento e la ciocca ribelle scivola all'indietro.
Quello sguardo. L'ho immaginato, sognato, desiderato, ma ero sicuro che non l'avrei mai più rivisto. Ed invece è lì, e mi trapassa il cuore che batte più forte che mai, quasi volesse raggiungerla. Non è possibile, eppure è reale, il volto è più pallido di quanto ricordassi, ma indubbiamente umano. Ho il respiro mozzato e la mia vista perfetta non riesce più a metterla a fuoco. E' proprio lì, con il tempo io non sono cambiato, ma lei sì. Una ruga leggera le segna la fronte, e lo sguardo tanto familiare è stanco e triste.
- Bella? - La mia voce è talmente bassa che non sono sicuro mi abbia sentito.
- Te ne sei andato. Anche se ora è troppo tardi, volevo sapessi che avevo scelto te. - La sua voce arriva attutita alle mie orecchie, è come se provenisse da sotto metri e metri d'acqua. Nonostante il velo di malinconia nei suoi occhi, ci rivedo tutti i momenti passati insieme. Trovarmela vicina all’improvviso, così umana e fragile come me la ricordavo, è troppo anche per me.
Non so più se sto sognando o se dopo anni passati a immaginarla ho perso la testa del tutto.
Rimango bloccato sulla porta senza riuscire a parlare, come l’adolescente impacciato di un tempo. Probabilmente lo sta pensando anche lei, perché tira le labbra in un sorriso – Non te lo aspettavi, eh? –
Ignoro la domanda, mentre le sue parole riescono finalmente a perforare la bolla che mi avvolge ed ora ho bisogno di sapere. – Tu non sei una sanguisuga. Hai scelto me... Cosa vuol dire che è troppo tardi? Io ti amo ancora! – La mia voce è roca ad affannosa, lei sembra preoccupata. Il volto, così pallido da essere quasi trasparente, è tirato in una smorfia.
- La vita umana è breve, ma ne ero consapevole quando l’ho scelta e non me ne pento. – sussurra. La sua voce flebile mi spaventa.
La testa ricomincia a girarmi, e senza badare ad essere delicato la afferro per le spalle.
- Sono venuta a dirti addio. - così piano che devo leggere le parole sulle sue labbra.
Un pugno nello stomaco. Devo farmi forza per non vomitare. Il suo volto pallido, gli occhi spenti, la pelle tirata. Cosa le è successo?
E' finita senza nemmeno essere cominciata.
Mi aggrappo allo stipite della porta e non riesco a staccare gli occhi da lei, dopo tutto questo tempo scopro che è sempre stata mia.
Lo scopro in tempo per perderla di nuovo. Forse è la punizione per essermene andato.
Si avvicina e mi sfiora una guancia, la sua piccola mano fredda è umida, o forse è il mio viso. Non so cosa fare, non so cosa dire. Non posso cancellare diciassette anni in un colpo solo.
Ma lei può. In punta di piedi appoggia le sue labbra fresche sulle mie e mi tira verso di sé. E' strano e dolce ritrovarsi, vorrei che non finisse mai, vorrei prenderla in braccio, portarla in casa e sdraiarla sul divano.
Lo faccio. E' leggera, molto più di quanto ricordassi e il suo corpo sottile si stringe a me con una forza che non pensavo potesse avere.
Il suo profumo è familiare, non l'ho mai dimenticato, e mi avvolge stordendomi. La mente non comanda più il corpo, anche il lupo in me sembra essersi assopito, sono solo Jacob ora, quello che ero quando l'ho conosciuta. Mentre annego nei suoi occhi la sento sussurrare - Il mio Jacob... -
Siamo sul divano e senza staccare gli occhi dai miei mi tira su di sé, è così pallida e fragile che ho paura di farle male, ma lei non vuole starmi a sentire. Impulsiva e testarda, non è cambiata affatto. E mi sorride da sotto la frangetta di capelli. Non riesco a dirle di no, non sono mai stato bravo in questo, lascio che la mia maglia scivoli sul pavimento. Se Leah tornasse in questo momento non sarebbe per niente contenta, non ha mai sopportato Bella e non credo che inizierebbe a farlo ora.
I suoi vestiti raggiungono i miei e la sua pelle morbida e tiepida è una tentazione a cui non voglio resistere. Mentre affondo il viso nel suo collo la sento rabbrividire, é impossibile che abbia freddo, il mio corpo aderisce completamente al suo e il mio calore la sta riscaldando. Mi preme la mano sul petto - Il tuo cuore batte. – sussurra guardandomi come se fossi speciale. La sua voce è più sicura e le guance hanno ripreso colore mentre mi sorride, nei suoi occhi non c'è traccia di rimpianto per ciò a cui ha rinunciato.
- Perché non ti sei sposata? - Forse non è il momento, potrei rovinare tutto, ma devo sapere.
Il suo sguardo si ammorbidisce e mi prende il volto fra le mani - Mi sono accorta di guardare al giorno del matrimonio come se fosse la fine, mentre avrebbe dovuto essere un inizio. - mormora.
Le nostre labbra si ricongiungono e facciamo l'amore. Dolce, timido e appassionato, come avrebbe dovuto essere, come sarebbe stato, se solo il destino non si fosse preso gioco di noi. I nostri corpi combaciano perfettamente, le nostre mani si cercano, si intrecciano, è come se non ci fossimo mai lasciati. E mentre il mio corpo va a fuoco non esistono più il passato e il futuro, siamo solo noi, con i nostri sospiri e gli sguardi allacciati. E' solo un istante, vorrei che durasse un'eternità ma non sarebbe lo stesso abbastanza.
Restiamo a lungo abbracciati in silenzio, forse con il timore di rompere l'incantesimo, mentre il suo respiro mi accarezza il viso. Ha gli occhi chiusi ma sono sicuro che non dorme.
Non so quanto tempo avremo ancora per stare insieme, ma non voglio più lasciarla nemmeno per un istante. - Bella, sposami. - Sento la mia voce tremare per l'emozione, pensavo che non l'avrei mai chiesto a nessuno. La sua risposta arriva dopo un attimo solo di esitazione.
- Se te l'avessi sentito dire diciassette anni fa, la mia risposta sarebbe stata la stessa di ora. Sì. -



- Jacob, Jacob, svegliati. - Apro gli occhi stordito mentre Leah mi scuote con forza. E' tardo pomeriggio, la luce del tramonto le illumina il volto su cui aleggia una strana espressione. Ha uno sguardo triste, un misto di affetto e compassione.
Mi alzo a fatica, cercando segni del passaggio di Bella. Non c'è nulla. Sono solo. Sono sempre stato solo.
Leah ha un foglio di carta in mano, lo stringe nel pugno accartocciandolo. Vedo che esita, non riesce a sostenere il mio sguardo, è strano da parte sua. Dev'essere successo qualcosa di grave.
Mi alzo fronteggiandola mentre un senso di freddo inizia a pervadermi. Voglio sapere cos'è successo.
- Jacob, devo dirti una cosa. - C'è un leggero tremito nella sua voce, sembra che voglia allungarmi la lettera che stringe in mano, ma poi ci ripensa. - Si tratta di Bella. -
Solo a sentire il suo nome il mio cuore sobbalza. La guardo esitante, sentendomi appeso ad un filo.
- Mi ha scritto Sam, pensava che avresti voluto saperlo. - si schiarisce la gola e fa una smorfia. Non so se è per il nome di Sam o per quello che sta per dire.
Mi aggrappo allo schienale di una sedia, cercando di fermare la stanza che ha iniziato a girare intorno a me. E poi finalmente lo dice.
- Bella... non si era mai trasformata. Era malata. E' morta stanotte. -
Vorrei dirle che non è possibile e che era qui un attimo fa, che c'era quando mi sono addormentato, che non mi avrebbe mai lasciato così. Non è stato un sogno.
Posso quasi sentire il suo profumo.

Vorrei dirglielo, ma non ci riesco.





Asciugati gli occhi
Anima gemella, asciugati gli occhi
Perché le anime gemelle non muoiono mai”

Dry your eyes
Soulmate dry your eyes
Cause soulmates never die”

“Sleeping With Ghosts” - Placebo







° Note dell'Autrice °

Questa one shot ha partecipato al contest "Spicchi di Sole" indetto da Kukiness e Saorio.

Ringrazio ancora le "giudici" del concorso che sono state davvero gentilissime, adoro i giudizi lunghi e dettagliati.. Kukiness, la tua frase "sei quel genere di scoperte che mi piace fare quando indico i concorsi" mi ha davvero commossa..

Sono contenta di aver partecipato e del risultato, non mi aspettavo un punteggio così alto per essere il mio primo contest ^^

Mi è davvero piaciuto scrivere questa ff. E' particolare, non il mio solito genere e nemmeno quello della Meyer se è per questo, ma è bello uscire dal seminato ogni tanto.. o forse è solo che il tirocinio in ospedale mi fa vedere malati dappertutto ^^

Grazie a chi vorrà farmi sapere cosa ne pensa e a tutti quelli a cui la mia storia non farà del tutto schifo...

PS questa storia partecipa ora al contest "Le frasi delle belle canzoni"

Baci

Faf

 

   
 
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