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Autore: LaNana    21/06/2010    8 recensioni
Kagome. Una fotografa, amante dell'onestà, dolce sotto la sua scorza dura.
Inuyasha, figlio di un imprenditore si è rimboccato le maniche per far funzionare il suo mondo.
Sango e Miroku compagni di università, avvocati in carriera con una vita sentimentale però disastrosa.
Kikyo. Colei che distruggerà tutto.
Una storia che lega tutti i fili delle loro vite in una grande matassa.
Estratto dal capitolo 18
"Kikyo. Ora gli era tutto chiaro, era lei che aveva fatto quelle cose ad Eiko, era lei che l’aveva uccisa, ponendo fine alla sua breve vita. Si voltò istintivamente verso Kagome. Spaventata alla vista della donna conciata così, si era alzata e nascosta dietro la scrivania. Il divanetto era ancora caldo di loro, ma non ebbe tempo di pensarci. - Inuyasha!- Kikyo gli stava gridando contro ed aveva in mano la cartelletta di Eiko. - Kikyo. Cosa stai facendo qui?- lei scoppiò in una risata. - Mi pare chiaro, dannato bastardo, ti privo di tutto ciò che ti rende felice, faccio in modo che non ti rimanga nulla, come tu hai fatto con me cinque anni fa."
Genere: Malinconico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 27 – ALL BY MY SELF

Buttò la cornetta del telefono sullo stesso, il filo aggrovigliato. Dannazione. Erano passate due lunghe settimane dal giorno in cui Ayame e Miroku erano spariti senza lasciar tracce dietro di sé. Erano due settimane che Kohaku indagava. Erano due settimane che Kagome lo ignorava deliberatamente: andava al lavoro da sola, pranzava da sola, tornava da sola, cenava da sola. E ci dormiva pure da sola, si era relegata in sala, sul suo grande divano.
Sentì bussare alla porta.
- Signor Ragahisho posso?- la segretaria si affacciò piano dalla porta del suo ufficio. Non si ricordava ancora il suo nome, e sì che lavorava per lui da mesi da quando Eiko…
- Entra…entra.- le fece cenno anche con la mano. Gli porse dei fogli.
- La signorina Higurashi mi ha mandato a portarle questi documenti, ha detto che lei sa di cosa si tratta.- prese con rabbia i documenti, li sfogliò veloce, mostre, mostre, mostre, rappresentazioni cinematografiche, un libro. Ora non gli portava nemmeno più il lavoro, faceva fare la postina a…alla segretaria. Meraviglioso.
- Grazie vai pure…- la guardò in faccia. No, non se lo ricordava il suo nome, niente da fare.
- Yumi.- gli sorrise. Inuyasha abbassò lo sguardo sulle pratiche.
- Vai pure Yumi, grazie.- aspettò che la porta si chiudesse e con un balzo si fiondò sulla porta che collegava il suo ufficio a quello di Kagome. Urlando e strepitando cercò di aprire la porta, forzandola, quasi scardinandola – Apri dannata! Kagome, apri! Ora! Subito!- nessuna risposta.
- Signor Ragahisho, mi scusi se mi permetto ma la signorina Higurashi è uscita da un bel pezzo. Aveva la visita dalla ginecologa.- diamine vero. Avevano annullato l’altra volta per Ayame e Miroku, ma lei comunque doveva farsi visitare.
- Ah già.- rispose recuperando l’autocontrollo voltandosi verso la ragazza che faceva capolino dalla porta – Che ore sono?
- Le cinque e venti.- Inuyasha raccattò la sua roba.
- Per oggi basta Yumi, me ne vado e pure tu se vuoi.- la superò diretto a casa Ragahisho, era stufo. Se lo voleva sentire l’avrebbe cercato lei.

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Si era accomodata sul divano a guardarsi le ecografie. Era tutto a posto, meno male. Sorseggiava di tanto in tanto un po’ di the freddo al limone, ascoltava la tv, guardava quell’esserino nella sua pancia. Era prossima ai cinque mesi e aveva già preso quasi otto chili, stava diventando una portaerei insomma.
- Che palle. Certo che ne hai bisogno tu di cibo eh birbante?- e, parli del diavolo e ti spuntano le corna, le brontolò lo stomaco – Orca! Ma che ore sono? Le otto e mezza, accidenti. Brutta Birba ma dov’è papino?- prese il cellulare, nessun sms o chiamata. Molto strano – Mi sa che lo chiamiamo noi eh?- tempo tre squilli.
- Pronto.
- Papi dove sei? Qui noi abbiamo fame e senza di te non mangiamo.- disse carezzandosi la pancia. Inuyasha dall’altra parte non sapeva cosa rispondere.
- Ehm…io sono a casa. Mia però.- Kagome sentì improvvisamente il fumo andarle tutto nella testa, uscirle dalle orecchie rientrarle dalla bocca per iniziare di nuovo il circolo vizioso.
- Cosa scusa?- cercò di mantenere un tono più possibile calmo.
- Sono venuto a prendermi un paio di cose, arrivo tra poco Kagome.- le rispose tutto d’un fiato e lei parve rilassarsi.
- A tra poco.- lanciò il telefono sul divano – Papino è proprio un baka forte.- si sedette alla tavola già apparecchiata, cominciando a mettere le pietanze nei piatti. Niente di ricercato, del ramen e del tempura.
Era a casa sua, dopo così tanto tempo che si erano stabilizzati nell’appartamento di Kagome, lui va a casa sua. Prese un pezzo di cavoletto impastellato e lo masticò rabbiosamente, per poi iniziare a mangiare, che diamine lei aveva fame.
Prese una porzione di ramen e di tempura, spazzolando tutto in poco tempo, aprendo il frigorifero per ingozzarsi di insalata, arrivando poi ad un chilo di gelato seduta sul divano. E di Inuyasha nemmeno l’ombra. Perfetto.
Passò poco meno di mezzora ed il ragazzo entrò dalla porta, tolse le scarpe e appese due completi per il lavoro, Kagome seduta a guardare la tv.
- Ciao amore.- si avvicinò a lei dandole un bacio sulla testa. Non rispose. Si avvicinò al tavolo e si sedette a mangiare, ormai era abituato a star solo. La guardò: aveva l’aria stanca ed indifferente – Com’è andata oggi l’ecografia? Mi son dimenticato altrimenti sarei venuto come al solito, ma con tutto sto trambusto e Miroku e Ayame…
- Bene.- lo interruppe atona.
- E’ tutto a posto?
- Sì.
- Sai il sesso?- lei si girò a guardarlo negli occhi. Cercava di leggere la sua espressione, ma il libro non era aperto, oppure lui stava diventando cieco.
- No. Ora se hai finito con le domande vorrei dormire.- disse spegnendo la tv accomodandosi distesa. No ma prima lei l’aveva chiamato, lo aspettavano, era ansiosa…e ora…
- Kagome ma che succede? Sono due settimane che sei distante, mi ignori.- si alzò sedendosi sul divano nell’incavo delle ginocchia della ragazza.
- Ti sbagli.
- Assolutamente no, mangio, dormo, lavoro, pranzo, mi sveglio faccio tutto da solo. Tu sei come sparita. Invisibile.
- E’ una tua impressione.
- Girati Kagome, guardami negli occhi quando ti parlo.- le strattonò la spalla obbligandola a girarsi. Le fece scorrere una mano sul viso livido di rabbia e fastidio, scendendo poi sul collo, sul seno, soffermandosi più del necessario e arrivando alla pancia. Si abbassò appoggiandoci l’orecchio. Rimase così – Che succede Kagome?
- Niente Inuyasha, sei tu che ti fai castelli mentali.
- E allora perché non sei di là nel letto con me? Perché non ci sei quando mi sveglio e abbraccio il tuo cuscino? Perché non sei tu ingombrante ed affaticata dalla gravidanza a portarmi le pratiche al lavoro? Perché non mi passi il pane a tavola?
- Sono stanca Inuyasha, sono tremendamente stanca non riesco a fare nulla e a dormire con te non ci riesco, dormo male.- tamburellò con le dita sull’addome gonfio.
- A me non sembra quello il problema.- si guardò i piedi, vide gli artigli accorciarsi lentamente. Era la notte di plenilunio, l’aveva scordato.
- Hai ragione.- Kagome si sedette fissandolo negli occhi che diventavano neri, abbandonando quell’ipnotico oro – Il problema è che nonostante sia incinta di te non riesco più a starti vicino a livello sentimentale, non sono sicura di volere una vita con te, non così.- ecco, ora lui era umano e il cuore rallentò i suoi battiti, dolorosamente. Dannati sentimenti. Rimase in silenzio, cercando di dare un senso alla frase che gli aveva appena detto.
- Vuoi dire che…- lasciò la frase a metà, sicuro che lei avrebbe capito.
- Sì Inuyasha. Dormi pure qui stanotte ma da domani ognuno per la sua strada, dovrai vedermi come la responsabile di reparto e basta. Ora devo riposare per favore.- certo, la madre di suo figlio solo una dipendente. Certo. Si alzò dal divano, prese le chiavi di casa e della macchina, qualche vestito dalla camera e mise le scarpe.
- Questa è tua. Ci accordiamo in questi giorni che vengo a prendere il resto.- appoggiò sul tavolo la chiave di casa Higurashi.
- Rimani Inuyasha, non è necessario far così.- la guardò con uno sguardo misto tra dolore e smarrimento.
- Non ha senso Kagome, non ha senso rimanere.- chiuse la porta alle sue spalle e corse giù per le scale. Aprì la Mercedes e buttò dentro i vestiti in malo modo, voltandosi poi verso le finestre dell’open space di Kagome. Luci spente. Rassegnato salì in macchina e mise in moto, schizzando verso casa, ora sì che era veramente solo.
Al buio. Sentì le ruote stridere al momento che Inuyasha accelerò prepotente. Sì asciugò altre lacrime che sgorgavano copiose con l’angolo del lenzuolo, ma fu inutile, altre le bagnarono nuovamente le guance.
Come poteva spiegare ad Inuyasha quello che pensava? Come poteva mettere in pericolo anche lui? Miroku e Ayame erano spariti a causa sua e del loro legame, c’erano troppe vite in gioco, la situazione insostenibile, non poteva permettere che succedesse qualcosa a Sango o Kagura. O a Kanna. Non poteva. L’unica soluzione era lasciarsi, permettere a Kikyo di riaverlo per sé senza interferire. Certo sarebbe stato doloroso ora, ma in futuro suo figlio sarebbe stato al sicuro. Perché era un maschio, ma se l’avesse detto ad Inuyasha lui sicuramente non se ne sarebbe andato, sarebbe rimasto per lei e per Keichi.
Prese il telefono e chiamò Sango, distrutta ed apatica.
- Sei sicura?- la sua era una domanda retorica, non mangiava quasi mai, andava al lavoro per piangere sulla spalla di Rin e la sua vita si era ridotta al solo vegetare.
- E’ l’unica cosa da fare se non voglio che ci vadano di mezzo altre persone, abbiamo già due persone sparite nel nulla, bastano ed avanzano.- l’amica al telefono iniziò a piangere sommessamente.
- Mi manca.- sussurrò Sango tra un singhiozzo e l’altro.
- Ci sono io.
- Idem.
- Siamo solo noi due Sango.
- Non ti abbandono io Kagome, mai, lo prometto.
- Vieni qui? Mi sento sola.- la telefonata si interruppe di botto. Kagome si sdraiò seguendo a piangere ininterrottamente, sperando che il dolore che le attanagliava il petto e le viscere si sarebbe alleviato, lasciandola dormire.

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Fermo al semaforo rosso. Non sapeva decidere, si era posto un bivio. Piangere, disperarsi, rialzarsi la prima strada. Uccidersi la seconda. Perché senza di lei non poteva essere uguale, senza di lei non era la stessa cosa. Arrivare a casa trovarla vuota, invece che lei col pancione a sbuffare per ogni cosa. Il silenzio al posto dei lamenti. Un futuro solo al posto di molti, irrequieti e chiassosi bambini. No, non poteva accettarlo.
Inserì la prima, il semaforo sarebbe diventato verde in una manciata di secondi. Gli sfrecciò davanti una Smart a tutta velocità, guidata da una Sango in lacrime. Le abbagliò e lei rallentò, salutandolo mesta con un gesto della mano ed un sorriso benevolo. Stava sicuramente andando da lei.
Verde.
Lentamente fece scorrere la macchina, i capelli corti ora neri ed umani venivano scompigliati dal vento che passava dalla fessura del finestrino. Sospirò, almeno non sarebbe rimasta sola, lei. Lei. Lei aveva Sango. E lui? Lui aveva solo sé stesso.
Entrò nel vialetto di ghiaia e lasciò la macchina davanti alla porta d’ingresso, la voglia di metterla nel garage pari a zero. Entrò sbattendo la porta e si diresse verso il mobiletto dei liquori. Si accucciò spostando varie bottiglie, varie marche, vari alcolici e superalcolici.
- Dove cazzo sei finita bottiglia di merda?- l’etichetta quasi brillò – Eccoti, Jack. Jack Daniel’s riserva del 1965 mi sei costato una cazzo di fortuna.- tenuto in fondo al mobile per occasioni speciali. O per devasti improponibili – Direi più la seconda.- svitò il tappo velocemente rompendo il sigillo di garanzia e fece un lungo sorso. Si lasciò cadere debolmente sul divano – Millecinquecento yen che mi fanno ’Ciao, ciao’ per una donna…- altro lungo sorso. Si sentiva già stordito, l’aspetto umano stava solo dando una mano, niente resistenze demoniache, solo dolore puro, affogato nell’alcool.
La bottiglia era ben oltre la metà. Fradicio di sudore e lacrime, stordito dall’alcool e totalmente ubriaco, Inuyasha stava gemendo di fronte alle poche foto che aveva ancora intatte di loro due. Le stava cancellando dal computer una ad una. Aveva rotto i portafoto, momentaneamente incapace di aprirli, e aveva strappato le immagini custodite all’interno. Quei sorrisi sereni al parco, al mare. Si ricordò improvvisamente della prima volta che la vide. Le aveva sfondato la macchina, poveretta. Povera Swift.
Si girò in posizione fetale guardando la poca luce che passava dalla finestra. Niente luna, qualche rara stella. Il cielo nero e pesante. Lo aspettavano lunghe giornate e lunghe notti.
- Saluta Inuyasha non fare il cafone, saluta questa nuova schifosa vita. Da solo come un cane, quello stupido e ributtante mezzo cane che non sei altr…- un conato di vomito lo interruppe, lasciandolo ansante e sfinito, senza le forze sufficienti anche solo per dormire e respirare.

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A mia giustificazione dico che lavoro tanto e praticamente SEMPRE, quindi io ho ragione e voi torto. Punto. Rassegnatevi. Un capitolo al mese più o meno è quanto di meglio riesco a concedere… SCUSATEEEEEEEEEEEEE. (piange)
Spero vi piaccia il capitolo! Rinnovo però la richiesta di aiuto passata inosservata, la FF necessita un titolo adeguato!! Forza spremente le meningi!!!

Merçi au...:

elenasama: Chiedo scusa Ele, ma il lavoro mi sta praticamente rapendo, chiamate CHI L'HA VISTO!! Eccolo qui, l'ho dovuto graffiare un po' era troppo raffinato e pulito.....spero ti piaccia!!!! Love love!

Kagome96: NOOOOOO le dita NOOOOOO mi servono per lavorare xD non le incrocio promesso!! Dai mo sei in vacanza pensaci a sto titoloooo Ti pregooooooo *occhioni dolci... Baciooo ♥

fmi89: L'ispirazione più o meno c'era era il TEMPO cavolicchio! Come vedete note e ringraziamenti STRINGATISSIMI ma ci tengo!!!! Fammi sapere ora che ne pensi :)

Marie16: Uuuuh mon tresor, son qui sono tornata si :) A miroku e Ayame ci devo pensare, vedremo un po' :) bacio gigante!

sesshy_91: Eccomi ;) prego di niente, anzi è un piacere! Fammi sapere come trovi il capitolo, scusa la ristrettezza ma poca autonomia fisica xD

mery_chan97: Stavolta niente anteprima...com'è biss??? Fammi sapere presto ♥ Ti voglio bene stupida biscottosa al cocco e cioccolato!

sandy23: Eh si :) le cose o si fanno bene o non si fannooo!!! Cattiverrima!!! Bacio!

Dolce Kagghy: Cherieeee :) spero ti sia chiaro che non era uno sfogo ma...una fine! Grazie per i mille ocmpliemnti, dolce come al solito!! Bacio grande ♥

eliim: ehehehe Sempre!!! E questa Kikyo è una vera S*****A!!!! Dici che ha ragione?? Fammi sapere come trovi il capitolo! Bacio

icetta_tigrotta8: Herzlich wilkommen! Benvenuta! Ci siamo quasi alla battaglia finale, l'avrete capito ormai...grazie per i complimenti sono spronanti per davvero! Vediamo cosa ne pensi stavolta! Bisous


Un bacio frettoloso
LaNana

   
 
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