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Autore: giulia87    21/06/2010    7 recensioni
L’Amore può nascere da un atto di violenza criminale? Può una ragazza con una vita normale, non priva di adagi e comodità innamorarsi del suo rapinatore?.. l’amore può mettere radici in tali situazioni e sostituirsi alla paura di quel momento? Forse no.. Ginevra era di questo pensiero..fino a quel giorno, almeno. Eccomi qui a scrivere una nuova fanfiction che mi è venuta in mente di getto mentre ero in pausa dallo studio. Spero vi piaccia...al dire il vero non so ancora come andra' a finire... ma il primo capitolo mi soddisfa abbastanza...commentate!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi gia' di ritorno. Vi ho stupiti eh? Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, l'ho scritto in tempi record ihiih. Mi raccomando fatemi sapere. Buona lettura a tutti. sssssssssssssssssss

Le prime luci dell'alba filtravano fra le tende. Mi svegliai come al solito alle sette, il suono della sveglia quella mattina mi sembrò quasi piacevole, ripensai a quello che era successo, no non era un sogno Julien mi amava, mi amava sul serio.

Un sorriso malizioso si dipinse sul mio volto mentre pensavo a lui, ai suoi capelli neri, ai suoi occhi color del ghiaccio, così limpidi e profondi, da affogarci dentro. Pensai al suo corpo. Il suo magnifico, splendido, aitante corpo. Quel corpo che mi faceva andare in estasi quando facevamo l'amore, quel corpo che mi teneva ore con gli occhi fissi su di lui, così attraente e maledettamente sexy.

Affondai il viso nel cuscino quasi a voler trattenere le emozioni che come un uragano, si infrangevano violente, lambendo il mio cuore.

Inspirai forte come quando ci si sta per tuffare da uno scoglio molto alto. Andai alla finestra  e ammirai il paesaggio: i parchi, i tetti, le strade, i viali erano coperti da un candido manto bianco.

Passando una mano tra i capelli spettinati mi stiracchiai, allungando il corpo, proprio come un gatto, e portando le braccia al cielo. Mi sentivo piena di energia e di voglia di fare. Mi precipitai all’armadio e spalancai lo sportello, volevo mettere qualcosa di carino. La mia attenzione fu catturata da un abitino azzurro che decisi di indossare abbinandoci un bel paio di stivaletti col tacco.

Scesi al piano di sotto pronta ad affrontare una nuova giornata. L’aroma del caffè erompeva in ogni angolo della casa, era uno degli odori più rassicuranti che conoscevo: odorava di radici, di nucleo familiare, di cose vicine.

Buongiorno mamma” esclamai entrando in cucina.

Ben alzata” rispose lei, porgendomi una tazza fumante.

La bevvi tutto d’un fiato e sorrisi, la giornata per me iniziava decisamente all’insegna dell’allegria. A scuola fervevano gli ultimi preparativi per il ballo di fine anno e di certo il mio contributo sarebbe stato di grand’aiuto. Avvisai quindi mia madre che sarei rientrata nel tardo pomeriggio, scandendo piano le parole, quasi a temere che riuscisse a leggere tra le righe il mio desiderio di stare con lui.

Feci appena in tempo ad uscire di casa che il mio cellulare cominciò a lampeggiare, con le mani che mi tremavano dall’emozione lessi il messaggio: “Ti aspetto davanti all’ingresso principale, fa presto.. mi manchi

A stento riuscii a trattenere un grido di gioia, avrei voluto avere le ali ai piedi per annullare la distanza e precipitarmi all’appuntamento e invece ero costretta a prendere i mezzi pubblici che a causa della neve circolavano per le strade ancora più a rilento.

Salita sul primo tram di passaggio mi avviai alla ricerca di un sedile non occupato. Dopo averlo trovato mi ci accomodai e accesi l’iPod. Le canzoni passavano veloci contrariamente al tempo che sembrava non trascorrere mai. Chiusi gli occhi per riposarmi un momento, ripercorsi il cammino di questi mesi, erano stati giorni intensi di tristezza, felicità, sorpresa, rabbia, paura.

Guardai fuori dal finestrino, la città era già da qualche ora pienamente animata nel suo caotico traffico, il paesaggio scorreva inesorabile sovrapposto dai miei pensieri e dalla mia immaginazione.

Arsa dal desiderio di rivederlo mi precipitai sul luogo dell’appuntamento. Julien era lì, bello come il sole d’inverno, perfetto come solo lui sapeva essere. Portava un semplice paio di jeans e una maglia di cotone nera indossata sotto alla giacca. I capelli scompigliati dal vento gli donavano un fascino aggiunto a quel volto già particolarmente splendido.

Mi buttai tra le sue braccia, già preparate ad accogliermi. I miei occhi scuri si persero nei suoi, così azzurri e intensi che il cielo stesso, a guardarli, sarebbe impallidito.

Avvicinò il suo viso al mio e mi baciò sulle labbra, con dolcezza. Le nostre lingue si intrecciarono, si assaporarono mentre le persone intorno a noi sparivano nel nulla. Il suo profumo, il suo tepore, il suo tono di voce, tutto amavo di quel ragazzo così bello e  oscuro che sembrava un angelo del paradiso.

Ginevra.. Ginevra!

Quel tono familiare mi costrinse a staccarmi da quella bocca sapientemente disegnata, unica e sensuale.

M-Marie” proferii con la voce ancora rotta dal desiderio.

Era rossa in volto e aveva il fiatone, doveva aver corso.

Ti ho cercato dappertutto” esclamo concitata “ non stavo più nella pelle!

Cosa è successo” le chiesi “ su parla, non farmi preoccupare

Fu allora che la mia amica si accorse della presenza di Julien, interrompendo così il suo animato racconto.

Ops.. scusate, non volevo disturbarvi” cominciò a blaterare “dio che vergogna!

Marie era arrossita ancora di più, ma questa volta non era colpa del fiatone.

Ehm.. lui è Julien.. un mio..

Il suo ragazzo” concluse lui.

STUPIDA STUPIDA STUPIDA.  Mi sentivo una perfetta imbecille. Avevo lottato tanto per lui, per questo amore e ora non ero riuscita nemmeno a definirlo il mio fidanzato.

Lo guardai mortificata ma lui, volgendomi un sorriso, sembrò capire al volo cosa stessi provando.

Ti aspetto in strada” esclamò dandomi un bacio leggero sulle labbra “ piacere di averti conosciuto Marie

Rimaste sole, Marie colse l’occasione per farmi i complimenti, Julien era davvero un gran bel ragazzo. Sorrisi compiaciuta, dovevo abituarmi.. avrei sentito spesso apprezzamenti su di lui.

Ma torniamo a noi” affermò prendendomi entrambe le mani “non indovinerai mai cosa è successo! Stento ancora a crederci.. io e Stephan ci siamo messi insieme!

WO-HOOOOOO!!! Emisi un’irrefrenabile grido di gioia. Le cose avevano cominciato a girare per il verso giusto. L’abbracciai forte, ero felice per la mia amica, per Stephan, per me, il mio cuore quasi non riusciva a contenere dentro di sé la gioia di quel momento.

Dopo averle rinnovato ancora una volta i miei auguri le chiesi di trovare una scusa con gli organizzatori del ballo, non sapevo quando sarei tornata e al dire il vero poco mi importava!L’unica cosa importante era stare con lui, assaporare ogni istante e lasciarsi trasportare dalle emozioni.

Salimmo sulla jeep e dopo un’ora di strada arrivammo in una piccola radura innevata. Il sentiero era costeggiato da alberi secolari, possenti e pacifici, che donavano al paesaggio riflessi naturalmente magici.

Lo guardai armeggiare con il cambio per poi imboccare una strada sterrata in salita che portava ad un cottage situato in riva ad un lago ghiacciato.

Lo fissai con un enorme punto interrogativo in faccia. Lui rise e disse semplicemente:

Che te ne pare?

Continuavo a non capire, estasiata, ubriaca, stordita da tanta bellezza. Parcheggiammo il fuoristrada a dieci metri dalla baita e scendemmo. Avanzai qualche passo, a fatica, con gli stivali che affondavano e la neve che ci si infilava dentro. Anziché offrirmi la mano, Julien mi sollevò prendendomi in braccio, con forza e sicurezza, ridendo insieme.

L’ingresso mi colpì per la sua semplicità, per passare attraverso la vecchia porta bisognava chinarsi, tanto era piccola. I segni del tempo decoravano come tatuaggi indelebili il legno antico di colore scuro.

Varcammo la soglie e il tempo sembrò fermarsi. Le piccole finestre illuminavano in modo discreto l’ambiente che era stato sapientemente suddiviso in una camera matrimoniale, un bagno e un soggiorno/cucina con un grande camino. Il tutto , sebbene arredato nell’essenziale, donava un’atmosfera confortevole e calda. Si notava che era tenuta molto bene nonostante non fosse abitata.

E’ bellissima” esclamai incantata.

Era il rifugio di mio padre, il luogo dove amava pensare, scrivere, sognare un mondo migliore per i suoi figli, un sogno che, purtroppo non si è mai realizzato.

Quel sogno può ancora avverarsi” lo interruppi io “amore, quel sogno lo metteremo in pratica insieme

Lo strinsi forte e lo baciai tra i capelli morbidi e sottili. Julien mi prese il viso tra le mani, guardandomi intensamente negli occhi. Il suo sguardo illuminò il mio cuore, bruciando i miei pensieri.

Vado a prendere un po' di legna per il camino” mi disse a fior di labbra.

Rimasta sola, notai sotto a una panca un paio di coperte grigioverdi arrotolate. Ne srotolai una e dopo averla battuta con un ramo, sulla porta del rifugio, la sistemai davanti al focolare. Fu un impresa accendere il camino, nonostante fuori ci fossero molti ceppi di legno accatastati con cura contro il muro, i legni più piccoli erano inzuppati di neve che, negli ultimi giorni, era caduta abbondantemente. Armato di pazienza Julien riuscì ad appiccare il fuoco, aiutandosi con un po' di paglia accantonata in un angolo della stanza. Finalmente si levarono delle belle fiamme che riscaldarono l’ambiente.

Ci accomodammo su quel giaciglio mentre le lingue di fuoco danzavano e si contorcevano in un abbraccio frenetico.

Anche i battiti del mio cuore aumentarono al pensiero di quello che stava per accadere tra noi. Sentii il desiderio impadronirsi dei miei sensi e arrossii nel constatare che i nostri sguardi parlavano la stessa lingua.

Gli sollevai la maglietta nera fino alle spalle sfiorandogli la pelle liscia con  la punta delle dita. Le feci scorrere, andai avanti e indietro posando ogni tanto un lieve bacio a labbra chiuse sui muscoli che fremevano al passaggio dei miei polpastrelli.

La sua pelle era calda, bianca e marmorea quasi quanto la mia. Gli sfiorai il lobo dell’orecchio con la lingua per poi baciarlo a lungo fra i capelli e sulla guancia. Le mie mani lo accarezzavano ovunque il contatto fosse possibile e mi sfilai il vestito, nel bisogno irrefrenabile di sentire il calore della sua pelle sulla mia.

I suoi occhi turchesi ardevano a pochi centimetri da me. La passione esplose in un turbine di emozioni. Le nostre bocche continuavano a cercarsi, le lingue si incrociavano, avide.

Si sdraiò su di me, sentivo il suo battito, il suo respiro, mentre le sue mani mi bloccavano la schiena e mi tenevano incollata a lui. Cominciò a baciarmi il collo, controllato, seducente, come un amante attento e a me sfuggirono una serie di gemiti mentre lui si faceva strada verso la mia schiena, sganciandomi il reggiseno. Provai un piacere indescrivibile ed una voglia matta di essere sua completamente.

La sua lingua proseguì sul mio busto, tra i seni, scendendo sulla pelle del mio ventre. Lunghi brividi di piacere percorsero il mio corpo. Ero giunta al limite, volevo sentirlo muoversi dentro di me, volevo che la nostra unione fosse totale. Julien sembrò leggermi nel pensiero, ci liberammo rapidamente degli ultimi indumenti mentre continuavamo a baciarci con passione. E’ così i nostri corpi si fusero in una stretta dolcissima: era un solo corpo che si muoveva e danzava a ritmo di una musica magica, la musica dell’amore.

Le mie mani su di lui, i palmi premuti contro la sua schiena, le dita allargate sui suoi fianchi mi permisero di accostare il bacino al suo per sentirlo più vicino. La sua bocca invece continuava a torturare la pelle tenera della mia nuca e del collo. Sentivo crescere la spirare di piacere, sempre più, fino a rompere gli argini.

Julien aumentò ancora il ritmo e con spinte decise raggiungemmo l’apice insieme. Rimanemmo un attimo fermi, tutti e due, allacciati e sudati, i muscoli ancora tesi, godendoci le ultime contrazioni e sentendo gli spasmi a mano a mano diminuire.

Poi crollò al mio fianco poggiando la testa sul mio seno nudo ed entrambi cercammo di ritrovare il controllo dei nostri respiri.

Avrei voluto fermare il tempo tra le sue braccia, bloccare le lancette del nostro orologio e tenere tutte le emozioni di un momento per sempre. Gli accarezzai i capelli scendendo poi a sfiorargli la spalla con le dita. Ad un tratto Julien si voltò verso di me, sentivo i suoi occhi che mi fissavano ancora carichi di desiderio.

Sei l’amore che credevo non potesse più esistere

Quelle parole mi riscaldarono il cuore. Invertii quindi le posizioni e lo premetti con la schiena contro il pavimento abbandonandomi su di lui. I miei seni schiacciati sul suo petto, le mie gambe che lo avvolgono, le mie labbra che lo baciano.

Mi ami davvero?” ansimai.

Quello che so dell’amore me l’hai insegnato tu

Non mi servì sentire altro per  amarci profondamente di nuovo.

Non ricordo per quanto tempo rimasi addormentata ma ci pensò un buon odore di cucinato a ridestarmi. Julien mi aveva coperto con una trapuntina e messo altra legna sul fuoco per evitare che prendessi freddo.

Mi alzai dando sollievo alle braccia che si erano indolenzite e mi arrotolai la coperta addosso. Avevo ancora le labbra invase dal suo sapore e il profumo della sua pelle mi inebriava al punto da offuscarmi i sensi.

Mentre sentivo scorrere l’acqua della doccia mi avvicinai alla cucina. L’odore del sugo sui fornelli mi ricordò che era quasi l’ora di pranzo. La tavola era già apparecchiata con piatti, bicchieri e posate ben disposti su di un’allegra tovaglia pulita ed ancora con le pieghe della stiratura.

Un tuffo al cuore quando le sue braccia mi cinsero la vita, sentivo il suo fiato sul collo. Chiusi gli occhi e sospirai mentre un brivido mi percorse la schiena, facendomi tremare.

Ti sei spaventata?” mi chiese.

No.. no, ho avuto solo una strana sensazione” dissi “come se qualcosa all’improvviso dovesse succedere

Shh..” mi sussurrò facendomi voltare verso di luinon devi aver paura di nulla

Annuii cercando di rispondere al suo sorriso.

Dopo essermi docciata e rivestita ci sedemmo a tavola e iniziammo a mangiare. Per essere un ragazzo dovevo ammettere che sapeva cucinare molto bene. Julien mi raccontò che veniva qui per pensare, per isolarsi dal resto del mondo e che era la prima volta che condivideva questo luogo con qualcuno.

Mi fece piacere constatare che cominciava a rendermi partecipe della sua vita e delle sue abitudini.

Tornati in città ci fermammo a prendere un gelato, volevamo prolungare lo stare insieme quanto più era possibile.

Ti va di accompagnarmi al ballo di fine anno?” gli chiesi flebile.

Julien incrociò le braccia e fece finta di pensare.

Ok” esclamò poi.

Gli buttai le braccia al collo e prima che potesse dire qualcosa incollai le mie labbra alle sue. Julien ricambiò il bacio e stringendomi forte a sé sussurrò:

Ti amo

Rincasai col cuore colmo di progetti e nuove speranze. Avrei voluto gridare al mondo quanto ero felice. Scoppiai a ridere e cominciai a saltellare per la casa quando ad un tratto sentii il campanello suonare. Feci un sussulto, forse Julien si era dimenticato di dirmi qualcosa. Mi precipitai alla porta d’ingresso con le gambe che mi tremavano e il respiro che mi mancava dall’emozione.

Ma il mio sorriso si spense alla vista del ragazzo che mi stava di fronte.  Era alto e snello, con gli occhi grigi e i capelli castani. Indossava un paio di jeans blu, una camicia nera sbottonata e scarpe da ginnastica dello stesso colore.

A-Antonio!” esclamai con un misto di sorpresa e scortesia.

Ginevra, sei proprio tu?” enfatizzò lui “non riesco a credere ai miei occhi.. sei-sei semplicemente bellissima!

Sgranai gli occhi guardandolo incredula quando all’improvviso lui mi abbracciò, così, senza un perché. Istintivamente mi divincolai da quella presa, indietreggiando. Che ci faceva qui? Cosa voleva da me? Perche mi aveva cercato? Mille domande si succedevano nella mia mente, ritenendo quell’incontro portatore di sventure.

 Devilgirl89: Ciaooo Domy! Che bello leggere nuovamente una tua recenzione. Davvero la tua amica si è fidanzata con un bel francese? Sono contentissima per lei. E' sono felice di constatare che la mia storia continua ad appassionarti come il primo giorno. Visto che rapida? Questo capitolo mi si è materializzato in tempo record! Che ne pensi? Fammi sapere. Ciaooo

Miki 91: visto che le tue minaccie sono servite a qualcosa, ho postato presto eh? Non credo riuscirò mai a ripetermi hihihi. Spero che almeno il capitolo non sfiguri.. Che te ne pare?

lucyette: ecco il nuovo chappy, spero che la novita' non sia andata troppo di traverso, ma sai all'improvviso ho pensato che un po' di bel MADE IN ITALY poteva contribuire a mettere tutto in subuglio. Hihihi Aspetto con ansia il tuo parere al riguardo. 

 rossa_na ciaoooo, eccomi gia' di ritorno, ovviamente ti ringrazio per la bellissima recensione, come farei senza i tuoi commenti? Riesci sempre a cogliere i punti salienti del capitolo. E di qusto che dici? Puo' andare?? 

 jessikina_swan: ecco un nuovo aggiornamento, non pensavo di riuscir a postare cosi' rapidamente ma per fortuna la fantasia mi ha aiutato (stavolta) a far bella figura. Ora son io che aspetto la tua opinione in proposito. Fammi sapere. 

vanessaacullen_ grazie tante per i complimenti. Le tue parole mi lusignano sempre.  Per quasto capitolo ho evitato ascia e bastone hihiiihh. Ho postato in fretta. Che ne pensi? Ti piace?? Mi raccomando fammi sapere.

 ilovedward_90: eccomi qui in attesa di uno dei tuoi temi, non sai quanto mi fa piacere leggere cio' che pensi della mia storia, mi aiuta a scrivere meglio e forse anche piu' rapidamente. Ovviamente ti ringrazio per i complimenti. Sei troppo buona. A presto.

  
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