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Autore: POISONBLOODkaly    21/06/2010    2 recensioni
Nora è una giovane che ha perso la fiducia nel mondo, solo tre persone riescono a ricevere ancora il suo amore: sua sorella maggiore, Amber; suo fratello, Damien; e infine, lei, la chiave di tutto: Chelsea. Logan Edwards, riuscirà a scalfire il suo guscio imprenetrabile? Quel guscio che Nora credeva impenetrabile?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
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Chelsea Smile
Not good enough-01


“I’ve got a secret, is on the trip of my tongue Is on the back of my lung, And I’m gonna keep it..”

Le note di Chelsea Smile, risuonavano per la stanza di Nora con fare insistente.
“I know something you don’t know It sits in silence, eats away at me. It feeds like cancer”
La ragazza si pigiò il cuscino sulle orecchie mugugnando frasi senza senso, mentre, un altro rumore, ruppe il silenzio che c’era stato fino a pochi attimi prima che la sveglia suonasse; Amber, la sorella maggiore di Nora era irrotta con furia nella stanza, sbattendo la porta contro il muro. Amber era una bella ragazza ventiquattrenne in piena notorietà; il suo bel visino e il fisico slanciato, le avevano procurato un sacco di ingaggi come fotomodella e modella delle marche più importanti e conosciute del mondo della moda; la sua spigliatezza e la sua naturalezza, le avevano permesso di apparire in televisione come conduttrice di un talk show, ed era veramente apprezzata dai telespettatori.
Per questo motivo, si poteva permettersi contemporaneamente: un appartamento nella Upper East Side di New York e mantenere una ragazza e una bambina senza alcun minimo problema, e ovviamente sostenere tutte le spese annesse all’appartamento e lo shopping domenicale sfrenato. Anche a Nora non erano mancate le proposte, ma lei aveva declinato senza esitazioni, non era il tipo di ragazza che si interessava a certe cose, anche se quelle cose le permettevano di vivere senza buttare fuori una lira, non che avesse soldi. Solo una volta non aveva rifiutato, infatti per quasi due mesi ci furono i cartelloni pubblicitari, con la sua figura in versione gigante, con indosso semplicemente l’intimo, per tutta New York. Si era ripromessa che non avrebbe mai più posato così, anzi che non avrebbe mai più posato.
“Che è questo casino eh?” sberciò la maggiore andando a spegnere la sveglia “io devo, e sottolineo devo, dormire fino ad una certa ora, se non lo faccio rischio di avere occhiaie e quando mi vengono non si coprono nemmeno con un …”
“Amber, non me ne frega un emerito cazzo delle tue occhiaie!” ringhiò Nora, uscendo dal suo caldo lettuccio e dirigendosi verso il bagno della sua camera.
“Guarda, carina, che è con questa” Amber gesticolò indicandosi il viso “che tu e la piccola potete vivere qui e mangiare a sbafo, nemmeno un ringraziamento” disse infine, fingendo una faccia offesa.
“Sempre a ricalcare su questa storia! Sei logorroica sorella” rispose Nora, sbadigliando
“Tesoro se tu volessi, potresti guadagnare 5 volte più di me. Devi cominciare ad accettare tutte le richieste di lavoro che ti vengono offerte” sbuffò infine Amber appoggiandosi al lavandino
“Amber” vociò Nora, non la sopportava quando incominciava a fare questi discorsi “Lo sai che non posso, devo pensare prima di tutto alla scuola, questo è il mio ultimo anno e poi non mi interessa” proferì incominciando a lavarsi il viso
“Nora, cazzo, tu puoi fare carriera e non ti interessa! Sei una pazza! Cosa ti costa accettare un ingaggio eh?” le chiese la sorella in tono supplichevole “Malcolm ne sarebbe felicissimo!” Malcolm era il manager di Amber, che riceveva anche ingaggi indirizzati a Nora, ma questa non accettava mai nulla.
“Ti prego non cominciare con questa storia, t-i-p-r-e-g-o! Stai zitta non ti sopporto più” sbuffò esasperata
“Ehi rossa, io sono la maggiore e quindi devi portare rispetto e devi ascoltarmi” disse Amber impettendosi
“Se accetto solo un lavoro mi mollerai, e mi lascerai vivere in pace?” brontolò Nora spostandola e avviandosi verso la porta, la fame mattutina stava incominciando a farsi sentire.
“Oddiooo!” urlò la sorella presa completamente in contro piede e correndo fuori dalla camera per raggiungerla “ti prego dimmi che non stai scherzando!?”
“Sono serissima, Amber” ribatté Nora scendendo le scale e arrivando al piano sottostante, dirigendosi direttamente in cucina.
“Non sai quanto mi rendi felice!”
“Non urlare, ti prego, mi sono appena svegliata” sospirò la ragazza, aprendo la credenza e prendendo una tazza, mentre la sorella prese il latte e lo poggiò sul tavolo, imbandito di tutti i cereali possibili ed immaginabili.
“Amber?” chiese Nora, voltandosi verso la sorella
“Mmh?” mugugnò la ragazza, mentre si versava il caffè in una tazza formato gigante
“Mi vuoi spiegare per quale motivo, sprechi tutti questi soldi solo per dei cereali?” disse incominciando a rigirarsi una delle tante scatole tra le mani.
“Sorellina, sorellina, non parlare e godi di questo ben di dio!” esclamò, accompagnando le parole con un largo gesto delle mani
“Perché devi essere sempre così esagerata nelle tue manifestazioni?” sbuffò Nora
“E bla bla bla.. e perché tu devi essere sempre così pallosa?” La minore trucidò con lo sguardo la maggiore; ad un tratto il loro battibeccò fu interrotto dall’arrivo di un terremoto in miniatura dai capelli rossi, che si tuffò tra le braccia di Nora
“Mammaa!” urlò la bambina incominciando a strusciare il viso sul petto della ragazza
“Amore mio” sussurrò la ragazza baciandole quella matassa setosa di capelli, che si ritrovava sulla testa “Ehi mostriciattolo!” disse Amber portandosi davanti Nora e alla bambina “Non saluti la zia?” borbottò infine la ragazza
“Zia io non sono un mostriciattolo” brontolò la piccola spalancando gli occhioni azzurri
“Amore lo sai che scherzo,dai vieni dalla Zia” disse aprendo le braccia come in segno di abbraccio, la bimba scese dalle gambe della madre e corse verso la ragazza bionda.
“Brava tesoro, lascia mangiare la mamma” disse la minore incominciando a mangiare la tazza di cereali che si era preparata precedentemente
“Chelsea, devi sapere che la tua mammina oggi avrà il suo primo giorno di scuola” sentenziò Amber lasciando sedere la bambina sul tavolo.
“Ah, è vero!” urlò la piccola, che aveva cominciato ad accarezzare i capelli alla madre
“Tu vai all’asilo con la zia oggi”
“No! Io voglio te!” brontolò la piccola tirandole i capelli
“Ehi signorina!” strillò Nora sgridandola “Non farlo più, capito, non devi fare i capricci. Tu vai con la zia, punto e basta. Ora vai a lavarti, avanti marche” la prese e la fece scendere dal tavolo.
“Sei cattiva mamma” sbuffò infine la piccola, che corse velocemente in camera.
“I bambini d’oggi” esalò la ragazza riprendendo la colazione
“Lo sai che ti vuole bene e che sei il suo unico porto sicuro ..” sospirò Amber tristemente
“Hai notizie di Kevin?” chiese infine la bionda.
Nora si bloccò di colpo, il cucchiaio le scivolò dalle mani cadendo direttamente nella tazza, facendo spargere un misto di cereali e latte per tutto il tavolo e il pavimento. Si risvegliò in fretta, incominciando a pulire freneticamente il disastro che aveva combinato. Amber lo sapeva. L’argomento Kevin era direttamente proporzionale alla parola tabù, e lei insisteva sempre con il nominarlo. Sembrava che ci godesse nel vedere la sorella in difficoltà.
“Non osare mai più a ripetere quel nome!!” urlò istericamente
“Scus…” cercò inutilmente venia Amber
“Scusa un cazzo!”
Quando veniva tirato fuori il nome Kevin, le cicatrici impresse a fuoco nel suo cuore si riaprivano, facendola soffrire come se stesse rivivendo quel periodo disgraziato della sua vita. La sua unica ragione di vita era Chelsea adesso.
Senza rivolgere la parola alla sorella, Nora si diresse velocemente in camera sua, dove dopo essersi lavata aprì la sua immensa cabina armadio. Cercò qualcosa da indossare, ma la scelta era ardua. Alla fine optò per un paio di shorts con stivali, una maglia vintage con una stampa in bianco e nero, un mini gilet e per contornare il tutto un paio di wayfarer neri della ray ban. Poteva dirsi soddisfatta dell’aspetto finale. Forse era troppo informale per una scuola di fighetti, ma non le importava più di tanto. Riscese al piano inferiore, dove la sorella stava mangiando ancora la sua colazione.
“Ehi, mi sono dimenticata di dirti che avrai anche francese nell’orario” l’informò Amber
“Dovrò prendere qualcuno che mi faccia un ripasso completo allora.. che palle” sospirò infine Nora
“Ok, ci vediamo questo pomeriggio..”
“Salutami Chelsea, e dalle un bacio da parte mia” detto questo si incamminò verso la porta.


*******

Allora allora, cosa ne dite di questa storia? spero di avervi incuriositi almeno un po'. potreaste avere dei dubbi con questo inizio, ma mano a mano che la storia va' avanti verranno risolti. se ci sono errori mi scuso, appena posso rileggo e correggo (: baci, Fede

   
 
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