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Autore: Deeper_and_Deeper    22/06/2010    3 recensioni
[Sequel di Sun Rain] La ragazza attaccò la cornetta e corse alla porta di ingresso. Aveva il cuore in gola, non voleva aprire, aveva paura. Se assieme a lui ci fossero stati... loro? Che cosa avrebbe fatto? Trasse un respiro profondo e girò la maniglia. Il ragazzo se ne stava sulla soglia, con un sorriso sbilenco stampato in faccia e gli occhi curiosi. Si stava forse chiedendo perchè Sun era così strana? Se cosi fosse, non avrebbe trovato alcuna risposta. Non era il momento. Si scostò èer farlo entare. Quella casa non era cambiata di una virgola, eccezion fatta per le foto sul tavolo dell'ingresso, quelle dei suoi fratelli erano notevolmente diminuite.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sun Rain'
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TD
That Day
[Sequel di Sun Rain]

Capitolo Uno

La pioggia cadeva incessantemente, le poche anime presenti in strada avevano tutte l'ombrello, tutte tranne una. La ragazza, di nome Sun Rain, camminava normalmente sotto quello che si presentava come il secondo Diluvio Universale della storia dell'umanità e questo causava lo sguardo dei passanti che, dopo aver gettato un'occhiata ai suoi vestiti fracidi, restavano colpiti dai suoi capelli blu elettrici. Sun non se ne fregava più di tanto. Le piaceva camminare con quel tempaccio, anche se questo portava all'aumento delle malattie. Amava l'acqua, era tutta la sua vita e nonostante questo sia assurdo, posso dire che nulla in lei rientrava nei confini della normalità.
Stava per ritornare a casa, era quasi sul punto di voltare l'angolo, quando una macchina a lei familiare le si fermò difronte.  Sun sorrise e il finestrino si abbassò.

-Non voglio che ti becchi una polmonite!- disse un ragazzo dai capelli neri.

-Mi piace camminare sotto la pioggia!- obbiettò lei, incrociando le braccia.

-Andiamo! Sali! Non pensare di poter fare come ti pare... eh?-

-Che palle che sei!- disse salendo -Ti bagnerò l'auto!-

-Allora... come andiamo?- domandò, incurante dell'affermazione precedente.

Sun Rain sembrava ancora arrabiata per l'affronto che lui gli aveva fatto un secondo prima e questo lo si capiva dal fatto che non gli aveva più gettato un'occhiata. Bill era rimasto stupito dai capelli blu e dai molteplici pearcing che adombravano il suo volto. Che cosa aveva combinato?

-Perchè... blu?- domandò, cercando di iniziare una conversazione decente.

-Il blu... mi calma- confessò Sun, alzando delicatamente il capo e fissandolo negli occhi.

Bill aveva notato il cambiamento, non solo fisico, avvenuto in lei. Quando l'aveva conosciuta un anno prima, era incredibilmente diffidente verso le persone che non conosceva e molte erano le volte in cui si nascondeva o si chiudeva a riccio nel suo mondo; man mano che il tempo era passato, però, Sun aveva cominciato ad aprirsi con lui e a parlare. Al momento della sua partenza per il tour mondiale, Sun era ritornata di nuovo sospettosa e chiusa nei confronti della razza umana.

-Sun... che ti è successo?- tentò di nuovo di iniziare una conversazione con lei.

La ragazza fece cadere nuovamente il discorso mormorando un "niente" strascicato e atono.  Non aveva voglia di parlare con lui.

-Eccoci arrivati acasa tua... salutami i tuoi fratelli- disse lui, infine.

-Mi hanno lasciato a casa da sola... sono partiti- mugugnò, improvvisamente cupa, scendendo dall'auto.

-Te la sai cavare?-

-Bill... ma quando tu eri in tour queste cose non te le sei chieste... non farteli addesso i complessi mentali, caro- quella risposta fu fredda e acida.

Sun si pentì della risposta che gli aveva dato, non poteva affibiargli tutte le colpe di quello che era accaduto tre settimane prima, no? Era vero, però, che se ci fosse stato qualcuno con lei non sarebbe mai accaduto, ma non era giusto avercela con Bill. Entrò in casa e subito squillò il telefono. Aveva paura di rispondere, non se la sentiva di parlare con qualcuno.

-Sun... ciao!- era Bill, di nuovo.

-Bill... ci siamo visti tre secondi fa...- cercò di camuffare la stanchezza nella sua voce, facendola passare per noia.

-Lo so... ma... mi faresti entrare?-

-Entrare? Ma... sei fuori la porta?-

-- disse sibilando.

La ragazza attaccò la cornetta e corse alla porta di ingresso. Aveva il cuore in gola, non voleva aprire, aveva paura. Se assieme a lui ci fossero stati... loro? Che cosa avrebbe fatto? Trasse un respiro profondo e girò la maniglia.
Il ragazzo se ne stava sulla soglia, con un sorriso sbilenco stampato in faccia e gli occhi curiosi. Si stava forse chiedendo perchè Sun era così strana? Se cosi fosse, non avrebbe trovato alcuna risposta. Non era il momento.
Si scostò èer farlo entare. Quella casa non era cambiata di una virgola, eccezion fatta per le foto sul tavolo dell'ingresso, quelle dei suoi fratelli erano notevolmente diminuite.

-Come sono i Taiwanesi?-

-Simpatici... composti-

Ogni parola sembrava studiata accuratamente, ogni gesto era falso. Perchè si comportava così? Che cosa era successo?
La vide sospirare, perdere per un attimo il controllo e poi ritornare nella posizione di prima. Erano seduti sul divano a parlare come vecchi amici.

-Dove sono andati i tuoi fratelli?-

-Mh... a... a... Milano... avevano da fare con un'attrice-

-Non sapevo avessero contatti con l'Italia!-

-Invece sì...-

Sun deviò il discorso rapidamente, quasi non avesse la minima voglia di parlare di loro. Come se tradisse qualcuno.
Risero, passarono dei bei momenti ricordando l'anno passato, si raccontarono a vicenda quello che avevano fatto, ma ogni volta che Bill cercava di parlare dei fratelli di Sun la ragazza abbandonava tristemente il discorso.






...Perchè?












  
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