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Autore: Little Firestar84    22/06/2010    3 recensioni
A volte basta poco per ammettere una verità che ci è sempre stata davanti agli occhi, o la paura di affrontare qualcosa di nuovo e ricomnciare, a volte basta davvero poco, come l'iinocenza e la disarmante sincerità di una Lisbon in miniatura, una brunetta dagli occhi verdi di cinque anni rispondente al nome di Annie...
Genere: Romantico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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“Patrick, Lucas da lì non si muove” Jane sa benissimo che vostro figlio da lì non si muove, è logico, Lucas ha solo una settimana ed ha appena lasciato l’ospedale, ma non può fare a meno di comportarsi così; non può fare a meno di stare sveglio, non può fare e meno di passare la notte seduto accanto alla culla, guardando il neonato con un senso di ansietà che non ricorda aver provato per la nascita della figlia.

Certo, sai benissimo che il problema è proprio questo- si sente di aver fallito con lei come padre, perché adesso le cose dovrebbero essere differenti? Certo, adesso non va in giro a fingere di essere un sensitivo, ed è diventato piuttosto timido se telecamere, fotografi e giornalisti sono nelle vicinanze, ma questo non significa che le cose non possono andare male comunque.

“Patrick, Lucas non si muove da lì, e voglio che tu torni a letto – lo abbracci da dietro, dandogli un bacio sulle spalle nude, e lui, voltatosi, nello stesso istante ti bacia i capelli, senza però smettere di guardare vostro figlio – Patrick, sono cosa provi..”

Non hai ucciso la tua famiglia vorrebbe dire, ma poi si ferma, perché questo non Riguarda Red John, perché è morto, riguarda qualcosa d’altro, qualcosa di diverso. Lui è… lui è padre; rabbrividisce al pensiero di una figlia adolescente, quella sì che sarebbe una bella gatta da pelare, ne è certo.  Con un accenno di sorriso sul volto, si volta verso di te, e cingendoti le spalle ti guida verso il letto, conscio che non si tratta di maniaci, assassini e criminali, ma semplicemente una questiona di vita. È padre, tutto qui.

“Dolcezza, lo so che sei stato un insonne cronico per una vita- gli dici quando, sotto le coperte, i vostri arti sono così aggrovigliati che sembrate una sola entità – ma credo che uno di noi debba fare un pisolino, una volta ogni tanto. Come tu stesso hai detto – gli dici baciandogli il naso, sorridendo estasiata – Lucas nell’urlare ha preso da me”

“Avrei fatto meglio a stare di là con lui, così quando si sveglia potevo subito portartelo. Dopotutto, dormirà ancora per quanto, 10, 15 minuti?”

Neanche vi avesse sentito parlare di lui, Lucas rende nota la sua presenza in casa, dando inizio allo show preferito del neo-papà, e prima a bassa voce, poi sempre più forte, chiama i genitori a raccolta con le sue grida.

“Ti ho mai detto che odio quando hai sempre ragione?” Sorridendo, ti sistemi a letto, cuscini contro la testata e tu seduta, cosicché allattare Lucas non sia troppo difficoltoso, e quando Patrick arriva, prendi più che volentieri il piccole nelle tue braccia, facendo capire a Patrick che non è stata la gravidanza ad avere un certo effetto su di te, ma l’essere madre ti rende bella e radiosa (più del solito, almeno).

“Ma non era per quello che mi amavi? – si siede davanti a te a gambe incrociate, preso dalla vista di te e vostro figlio insieme, e quando nota il tuo sguardo sbarazzino, prova a fare il suo solito umorismo – non posso certo biasimarlo se ama così tanto il seno della sua mamma, lo amo anch’io...”

Una volta, a un commento del genere, specie se fatto da quello che era ancora Jane, avresti girato gli occhi al cielo, ma adesso, l’unico risultato ottenuto è stato farti sorridere un po’ lusingata e un po’ timida allo stesso tempo. “Grazie per esserti svegliato con me” gli dici dolcemente, spostando gli occhi da Lucas a Patrick, verdi in blu, persa e catturata, come lui;  in quell’istante, Lucas inizia a fare versetti di apprezzamento, facendoti capire di non aver più fame, e appena capisce che il tuo compito è finito, quasi fosse una cosa automatica, Patrick ti prende il piccolo dalle braccia, e camminando per la stanza, il petto del piccolo contro il suo, massaggiandogli la schiena, canta a bassa voce e dolcemente una canzone che tu non hai mai sentito…  

Nel buio della notte senza età, tra verdi trame cerco il mio mare blu

I sogni sanno, cosa ho nel cuore, avvinto dal loro andare io sarò.

Dischiude le sue grandi ali e poi via con sé in sogno mi porterà, e un destriero per me sarà, mio dolce sogno tu non finire mai.

E adesso vola, vola e va, il mio destriero sempre a sé mi stringerà, e fra i pianeti e le lune splende già un dolce sole che i miei ricordi e i miei pensieri avvolgerà. E adesso vola e vola va, il canto dolce della mia libertà, assieme a te io scoprirò che so, volar d’incanto già, con le mie ali azzurro cielo viaggerò…

E adesso vola, vola e va, il canto dolce della mia libertà, assieme a te io scoprirò che so, volar d’incanto già, con le mie ali azzurro cielo viaggerò…

“Adora quando fai così, sai?- sorridi mentre lo guardi tenere vostro figlio tra le braccia, cantare dolcemente mentre passa a massaggiare il pancino sa che sei tu che gli parli, sa che sei tu che canti, lo fai sentire – ti fermi, perché hai un po’ di paura ad usare quella parola, temendo in una brutta reazione (emotiva) di Patrick – lo fai sentire protetto”

“E’ davvero un bravo bambino.- Si ferma, mette Lucas nella culla, e lo guarda attraverso le dita delle mani che gli nascondono il viso, il viso che nasconde non per stanchezza, ma perché si vergogna di sé stesso, di ciò che è stato – per i primi 4 mesi, Lily si svegliava a tutte le ore. Non ho protetto lei, perché dovrei essere certo di essere in gradi di fare meglio con lui? Se fallissi con lui, con voi? Se…”

“Ce la faremo – gli dici abbracciandolo di nuovo dalle spalle – ce la faremo. Abbiamo fatto funzionare una relazione, e faremo funzionare questa famiglia”

“Sono stato un pessimo padre per Lily ed un pessimo marito perché nessuno mi ha insegnato come mi comportare. Non ho avuto nessun modello di riferimento, Teresa…”

“Patrick, lo so che questa cosa non se ne andrà facilmente, ma non sei l’unico che ha paura a fare il genitore, ok? – ti sposti, vi guardate occhi negli occhi, e per la prima da quando state insieme sei davvero arrabbiata con lui, perché non capisce, non ha capito- sai quante volte sono andata in ospedale con qualche osso rotto o delle ferite? Sai quante volte mi sono dovuta coprire da capo a piedi perché ero piena di lividi? Mio padre, dopo la morte di mia madre, non è più stato lo stesso, è diventato un mostro, e anche se tu non sembri rendertene conto, anche io sono spaventata. Ho paura che fallirò, che diventerò come lui, che sarò la degna figlia di cotanto padre. ma – gli dici baciandolo – lo affronteremo insieme, ce la faremo, andremo avanti, e faremo funzionare questa famiglia, l’uno al fianco dell’altra.”

Ripete gli stessi gesti di mezz’ora prima, e ti guida di nuovo a letto, abbracciandoti e pensando. Non fallirà, non fallirà come padre, non fallirà come marito, e farà funzionare questa famiglia. Si addormenta col sorriso sulle labbra, e riposa. Almeno, fino a quando, dieci minuti dopo, Lucas reclama un pannolino pulito.

Cinfri: ecoolo qui il mini-Jane, alias Lucas Edward Jane! NCIS è una delle poche serie televisive che seguo ancora, diversamente la tv la seguo effettivamente poco - mentalist, i due NCIS, i tre CSI e Law and Order (sì, mi piacciono le serie crime...una volta seguivo pure ER, però.). fortunatamente, sono trasmesse in periodi diversi dell'anno, perciò non ho problemi...

sasita: spulcia, spulcia, spulcia, che mi fai tanto contenta! Sì, questi erano i capitoli "all fun" dai, lo devi ammettere, jane che va nel panico perchè non sa se è innamorato o se si vuole solo portare a letto Teresa è simpatico... "certo, e dato che volevi solo portarmi a letto, tu NON mi hai portata a letto" era il senso dell'affermazione di Teresa. Hugh Jackman e il fumetto: era in un numero di Uncanny X-men di anni or sono; leggo fumetti, ma solo in originale, e quella scena da "metafumetto" era davvero esilerante.

kocca: sì, è arrivata l'erede della dinastia jane, come Patrick lo chiama (il primo, almeno). TUTTI lo vorremmo vedere, e se bruno si farà furbo...poi chissà, forse Annie sa qualcosa che gli altri (eccetto Patrick) non sanno...

evelyn: ehi, non assomiglia un po' alla scenata di red badge? claire è grande, è lei la manipolatrice! acc, so che è imbarazzante, ridere davanti alle suore... io anche ho fatto l'educatrice per un po' ai tempi della cresima, e rammento l'imbarazzo di certi momenti. la cosa di grace a noi può smebrare starna, ma per gli americani organizzare i "baby showers" è del tutto normale (mia amdre sarebbe morta se delle donne si fossero unite per poterle toccare la pancia; con me non ha avuto nessun problema, non si notava che fosse incinta, ma con mio fratello, 4 kg, tutti volevano toccargliela e lei aveva un'esauriemnto nervoso..)...


   
 
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