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Autore: ChelseaH    22/06/2010    11 recensioni
Era stata un’idea di Katie e quando Katie si metteva in testa qualcosa, distoglierla dall’obiettivo era pressoché impossibile così, per amor della pace, aveva accettato di giocare come diceva l’amica.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bradley James, Colin Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Non conosco Colin Morgan e gli altri attori qui citati, di conseguenza con questa storia non intendo dare rappresentazione reale dei loro caratteri e/o delle loro azioni.


ATTENZIONE, pre slash!


NOTE.

Eccomi qua una RPF, giusto per staccare un po' da Arthur e Merlin xD

Il Joe citato è Joe Dempsie, Will in Merlin e Chris in Skins. Lui, tanto per intenderci.

Non è mai stato confermato ufficialmente che lui e Katie stessero insieme, ma è un rumor che gira più o meno dall'inizio dell'anno e dal momento che mi piace parecchio come rumor, ho deciso di usarlo. Queste sono alcune foto scattate ai due a gennaio a Londra, ditemi un po' se non sono meravigliosi insieme *_*

E poi vabbé, Katie è Katie McGrath e Angel, Angel Coulby ma probabilmente è una precisazione inutile ^^"


Detto ciò, buona lettura!!!


I commenti sono come al solito più che ben accetti x)



Come (non) accasare Colin Morgan.


Colin si chiedeva il senso di tutto quello che stava capitando.

Era stata un’idea di Katie e quando Katie si metteva in testa qualcosa, distoglierla dall’obiettivo era pressoché impossibile così, per amor della pace, aveva accettato di giocare, come diceva l’amica.

Ed ora eccolo lì, a passeggiare per le strade di Londra con Angel a braccetto e Katie e Joe che amoreggiavano allegramente pochi passi più avanti.

“Dovresti trovarti una ragazza. - gli aveva detto Katie circa una settimana prima – Così poi possiamo fare delle uscite a quattro.”

“Se viene Bradley siamo in quattro.” aveva sbuffato lui, per nulla allettato dall’idea di lasciare Katie a organizzargli la vita sentimentale.

“Con uscita a quattro intendo un’uscita a coppie.” aveva specificato lei, agguerrita più che mai.

Avevano passato un intero pomeriggio a discutere della faccenda, mentre lui la accompagnava pazientemente da un negozio all’altro aiutandola a fare shopping o per meglio dire, a portare i mille sacchetti stracolmi della roba che lei man mano comprava.

“E comunque Bradley è a fare la muffa lassù da qualche parte in Scozia.” gli aveva fatto notare al suo ennesimo tentativo di coinvolgere l’amico per salvarsi dal malefico piano della ragazza.

E così eccolo lì, al suo primo appuntamento al buio organizzatogli da Katie.

Angel.

Quando se l’era trovata di fronte aveva pensato a uno scherzo, di pessimo gusto per giunta.

“Perché non iniziare da un terreno noto?” gli aveva sussurrato Katie.

Proprio perché era noto e perché era sicuro oltre ogni dire che lui e Angel non avessero nulla da spartire, non in ambito amoroso quantomeno. Era avvampato dall’imbarazzo alla sola idea e si era calmato un po’ solo quando si era reso conto che la ragazza non sapeva nulla dei subdoli piani di Katie e che era stata invitata a una serata fra amici.

“Non potevo certo corteggiarla io per te.” gli aveva bisbigliato Katie a cena.

No, non poteva e sicuramente nemmeno lui poteva.

Così ora si ritrovava con Angel a braccetto a chiedersi il senso di tutta quella farsa.

“Non ti senti un po’ come se fossimo i terzi incomodi?” gli chiese la ragazza indicando Katie e Joe di fronte a loro.

“Molto, molto peggio.” sospirò Colin lanciando un’occhiata esasperata al cielo.

“Che ne dici se li salutiamo e andiamo, che so... al cinema?” propose.

A quelle parole Colin sbiancò.

Sapeva benissimo che l’invito era del tutto innocente, una maniera come un’altra per evitare di passare il resto della serata ad assistere ai due che pomiciavano allegramente, ma allo stesso tempo temeva che se avesse accettato Angel si sarebbe potuta fare un’idea sbagliata.

L’idea che Katie voleva si facesse.

L’idea che lui non voleva assolutamente si facesse.

Lanciò un’occhiata combattuta ad Angel e sul suo volto lesse solo noia, niente secondi fini.

Alla fine accettò e fu contento di averlo fatto perché passarono un’allegra serata fra amici come altre mille che avevano trascorso insieme, nulla di compromettente.

La mattina seguente fu svegliato dal suono del campanello, dal suono insistente del campanello.

Si alzò ad aprire e Katie quasi lo travolse, entrando nell’appartamento con espressione indignata in volto.

“Avete passato la serata al cinema e non l’hai nemmeno baciata!” gli disse senza nemmeno salutarlo.

Lui, ancora mezzo addormentato, si limitò a sbadigliare.

“Sai Colin, non è solo una questione di uscite a quattro. è bello essere innamorati.”

“Non lo metto in dubbio.” sbadigliò nuovamente lasciandosi cadere a peso morto sul divano.

“Guardati, mi piange il cuore a vederti qui tutto solo, in boxer e maglietta a sbadigliare senza nessuno che allieti il tuo risveglio. - gli disse seriamente – Non ti piacerebbe avere qualcuno al tuo fianco?”

Certo che gli sarebbe piaciuto, ma non aveva alcuna intenzione di scendere in strada, prendere la prima persona che passava e costringersi ad innamorarsi di lei. Capiva l’entusiasmo di Katie riguardo l’amore, stava con Joe da un paio di mesi e le cose fra loro andavano stupendamente, ma non per questo doveva pretendere di accasare tutti quelli che le stavano intorno, in particolar modo lui.

“Angel è una brava ragazza.” proseguì lei imperterrita.

“Ma è per l’appunto Angel.” replicò lui. Non che avesse qualcosa contro di lei anzi, sul set erano diventati molto amici e avevano portato quell’amicizia anche al di fuori di esso ma era una di quelle amicizie uomo – donna che mai e poi mai sarebbero potute sfociare in qualcosa di diverso. Per lui Angel era più una sorta di sorella che altro, non sarebbe mai riuscito a guardarla con occhi diversi. E in ogni caso, non capiva perché doveva incasinare tutto con una persona che non solo non gli piaceva in quel senso ma che oltre a essere sua amica era anche una collega. Non si azzardava nemmeno a pensare all’imbarazzo che sarebbe potuto regnare sul set se la sera prima avesse deciso di compiacere Katie invece che godersi la serata con Angel da amici quali in fondo erano.

“è un vero peccato, ora te ne dovrò trovare un’altra.” sospirò Katie afflitta, uscendo dall’appartamento senza nemmeno lasciargli il tempo di opporsi.

Perché quella ragazza doveva essere così cocciuta?

Si era messa in testa di accasarlo e non si sarebbe fermata di fronte a niente, ne era certo.


***


Quasi quasi sarebbe stato meglio provarci, o quantomeno fare finta di provarci, con Angel.

Meglio l’imbarazzo sul set, mille volte meglio.

Era seduto a un tavolino in una gelateria, con di fronte a sé una ragazza della sua età che probabilmente Katie aveva trovato su qualche pagina fan di facebook dedicata a Merlin o a Bradley James.

Cosa glielo faceva pensare?

Innanzitutto l’amica era stata piuttosto vaga nello spiegargli da dove avesse tirato fuori questa Vicky. Secondariamente, quando si era presentato all’appuntamento – controvoglia e solo per non dover poi subire le ire di Katie – la Vicky di cui sopra gli era corsa incontro squittendo, fotocamera alla mano pretendendo subito una foto ricordo. Terzo, da quel momento in poi non aveva fatto altro che parlare di Bradley.

Bradley era un figo.

Bradley aveva così tanto fascino.

Bradley aveva quel modo di parlare che... oddio.

Bradley aveva due occhi così belli.

Bradley, Bradley, Bradley.

Come se lui non sapesse com’era fatto Bradley James.

Soprattutto, come se gliene importasse qualcosa di stare lì ad ascoltare una ragazzina innamorata del poster di Bradley che aveva in camera.

All’ennesimo sproloquio sull’amico si alzò, pagò il conto per entrambi e fuggì a gambe levate.

Non fu sorpreso di trovare Katie sulla porta di casa quella sera stessa.

“Qual è il tuo problema Morgan?” gli chiese incredula.

“Io non ho nessun problema.” mugugnò lui.

“Si che ce l’hai, Vicky era carinissima.” si impuntò lei.

“E con una cotta assurda per Bradley.” le rese noto.

“Oh.” fu la replica di lei che, tanto per cambiare, sparì com’era arrivata.

Colin sapeva che non era una ritirata anzi, con tutta probabilità la ragazza era scesa in strada a cercargli un’altra pretendente. Afflitto chiamò Bradley per sfogarsi, lui l’avrebbe sicuramente capito e magari l’avrebbe aiutato a far capire a Katie che quella sua idea era assurda.


***


L’avesse mai fatto.
Come aveva potuto anche solo ponderare l’idea di rivolgersi a Bradley? Perché Bradley era suo amico, Bradley era un ragazzo, Bradley l’avrebbe aiutato.

Certo, e in Merlin Arthur era il servo di Merlin.

Non appena sentita tutta la storia, Bradley si era precipitato a Londra come se da quello dipendesse la sua vita. Anzi no, prima gli aveva riso in faccia per un quarto d’ora buono, poi era partito alla volta di Londra.

Si era sistemato a casa sua senza farsi troppi problemi.

Aveva chiamato Katie riferendole che era in città e che era a sua disposizione per aiutarla a risolvere gli evidenti problemi di cuore del povero piccolo Colin Morgan.

Si, aveva usato esattamente queste parole.

Povero, piccolo Colin Morgan.

Così gli era toccato andare a fare un giro panoramico sul London Eye insieme a Becky, una zitella incallita che Bradley aveva probabilmente trovato a una convention sui Simpson dato che assomigliava molto a Selma e Patty.

Poi era stato il turno di Holly - pescata da Katie a una festa organizzata da Joe - e una cena a lume di candela finita con lei che urlava allo stupro perché si era permesso di scostarle dal viso i lunghi capelli che quasi le stavano finendo nel piatto.

Era poi finito a una lezione di yoga con Kristie, una maniaca dello yoga che per vivere registrava corsi di yoga in dvd e che Bradley aveva conosciuto a chissà quale casting.

Ma la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata Melanie, escort di professione che aveva perfino avuto il coraggio di battere cassa a fine serata. Ovviamente Katie e Bradley avevano poi giurato e spergiurato di non averne idea ma lui era arrivato al limite della sopportazione.

Gli sarebbe piaciuto poter dividere le piccole gioie della vita con qualcuno, gli sarebbe piaciuto avere al suo fianco una persona di cui prendersi cura e che si prendesse cura di lui, ma quello non era esattamente il metodo migliore per trovarla. Soprattutto perché ciò che era iniziato come una missione umanitaria per Katie, si era trasformato in un divertimento per Bradley e la cosa gli dava molto fastidio. Non sapeva dire perché tutti quegli appuntamenti al buio fossero finiti male – la pessima scelta dei soggetti forse – o perché camminando per le strade sempre affollate di Londra non riuscisse mai a trovare una ragazza che attirasse anche solo per una frazione di secondo tutta la sua attenzione o ancora, perché alle feste di Joe fosse praticamente l’unico a finire sempre in bianco.

L’unica cosa di cui era sicuro era che non si poteva forzare l’amore, era una cosa che doveva nascere spontaneamente. Non poteva farsi piacere una determinata persona a comando ma sicuramente il suo corpo avrebbe reagito in qualche modo di fronte alla persona giusta per lui e a quel punto l’avrebbe trovata.


***


Era il primo giorno della nuova tornata di riprese di Merlin ed erano seduti tutti allo stesso a tavolo a pranzo.

Katie stava raccontando ad Angel del suo tentativo miseramente fallito di trovare una ragazza a Colin, omettendo però il fatto che lei era stata la prima dell’esperimento.

“Proprio non capisco, alcune erano così carine.” disse lanciando a Colin uno sguardo di disapprovazione.

“E cos’avevano di sbagliato allora?” rise Angel stando al gioco dell’amica.

“Semplicemente non erano il mio tipo.” bofonchiò il ragazzo.

Colin si ritrovò nuovamente a pensare che non aveva idea di come ci si sentisse ad essere innamorati, ma era una sensazione che gli sarebbe piaciuto molto provare. Ed era tutta colpa di Katie se ultimamente ci stava rimuginando sopra così tanto.

Bradley gli si avvicinò scrutandolo da meno di mezzo centimetro di distanza.

"E qual è esattamente il tuo tipo, Morgan?"

Deglutì a stento mentre lo stomaco gli si attorcigliava e le guance gli si surriscaldavano.

Forse l'aveva appena scoperto.

   
 
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