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Autore: IsaMarie    23/06/2010    11 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciao a tutti. Questa è la mia prima fiction. Non ho mai scritto niente in vita mia ma spero comunque che vi appassionerete a questa storia dove tutti sono umani e dove si raccontano semplicemente stralci di vita quotidiana, niente di speciale. Sono ben accette tutte le critiche, sia positive che negative, purchè costruttive. E ora buona lettura!


Blair Waldorf: Ciao Betty sono contenta che ti piaccia. Spero di continuare a incuriosirti.
Isangel: grazie mille sono proprio contenta che ti piaccia e grazie per avermi dato le dritte per scrivere, non so come avrei fatto altrimenti. Sono una vera imbranata col pc e non ci capivo niente, ma con la guida tutto è andato a posto. Spero che continuerai a seguirmi.
Uchiha_chan: ciao, non so se chiedendomi il codice ti riferisci a come ho scritto il prologo. Scusa ma non sono molto pratica spero di aver fatto meglio col primo capitolo.

CAPITOLO 1

Sorpresa

Pov Bella

Finalmente oggi arrivava mio padre! Eravamo tutti in agitazione per questa sorpresa che ci aveva promesso. Ero felice per lui: dopo parecchi anni lo vedevo di nuovo sereno e appagato e se la sorpresa aveva a che fare con la misteriosa donna con cui aveva la relazione, non potevo che essere più contenta per lui. Magari aveva deciso di presentarcela… sarebbe stata proprio l’ora!
-Hei Bells, a che ora ti ha detto che arrivava papà? Perché mi ha chiamato Jenny e dovrei uscire nel pomeriggio- mi domandò mio fratello. E ti pareva che non si dovesse vedere con qualche sgualdrinella!
-Non ti preoccupare Jazz, ha detto che sarebbe arrivato in mattinata, quindi anche per oggi, quel cosino che ti ritrovi in mezzo alle gambe, verrà ampiamente soddisfatto!- lo schernii.
Rosalie non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere quasi cadendo dalla sedia su cui era seduta per fare colazione. Jazz, invece, senza dire neanche una parola, uscì dalla cucina.  Mmm… non era possibile!
Stavo ancora rimuginando su quanto fosse stato strano e sospetto  il comportamento di mio fratello quando cacciai un urlo spaventoso. Quel brutto demente aveva fatto il giro dal salone e rientrando dalla porta posteriore della cucina mi aveva versato un secchio di acqua gelata sulla testa, inondando me e soprattutto il mio barattolo gigante di Nutella appena iniziato!
-E per la cronaca io in mezzo alle gambe sono messo bene!- sentenziò, mentre mi faceva una linguaccia.
Rosalie se prima era quasi caduta dal ridere ora era completamente sdraiata per terra tenendosi la pancia per i singulti che la scuotevano tutta.
-Jasper sei un idiota!!  Sai benissimo che puoi toccare tutto ma non la mia Nutella! Sei mortooo!!- urlai, incazzata nera. In un attimo afferrai la doccina del lavandino e cercai di annaffiarlo, ma il furbone si parò dietro il tavolo così centrai Rose ancora per terra. Ora sì che aveva smesso di ridere!
Nel giro di qualche secondo eravamo tutti e tre impegnati in una battaglia ad acqua all’ultimo sangue..  fu proprio in quel preciso istante che udimmo la voce di nostre padre. Ci paralizzammo all’istante! Merda!
-Ragazzi sono tornato, dove siete?- ci chiamò ancora, alzando il tono.
Non ci potevo credere, eravamo stati impeccabili per tutto il mese: ci eravamo occupati della casa e soprattutto avevamo evitato di organizzare anche la più piccola festicciola, come si era raccomandato lui.
E ora?! Doveva proprio tornare nel momento in cui avevamo praticamente allagato la cucina… per non parlare poi di come eravamo conciati noi! Se questa non era una sfiga pazzesca!
Ci fissammo negli occhi e poi con un gesto di noncuranza (tanto ormai non potevamo più rimediare!),  ci avviammo verso l’entrata, lasciando una lunga scia d’acqua.
Quando spuntammo imbarazzati dal salone, rimanemmo basiti tutti e tre: mio padre non era affatto solo! Sulla porta accanto a lui c’erano una donna, una ragazza e due ragazzi.
Rimanemmo tutti e tre a bocca spalancata mentre mio padre, evidentemente stupito di trovarci in quelle condizioni, ci fissava incredulo, mentre  l’acqua che continuava a gocciolare copiosa dai nostri corpi e vestiti sul suo prezioso parquet.
Ok, eravamo morti! Ma mio padre ci stupì una volta di più!
-Ragazzi ma cosa diavolo avete combinato?! Non si usa più fare la doccia in bagno? Mentre ero in vacanza è per caso scoppiata una nuova moda?- esclamò divertito, inarcando le sopracciglia.
Dio avremmo dovuto ringraziare per tutta la vita la combriccola che lo accompagnava… ero certa che se non fosse stato per la loro presenza ci avrebbe tirato il collo!
La donna era minuta,  capelli color caramello, occhi azzurri e un viso dolce e materno. La ragazza accanto a lei, le somigliava molto: stessa corporatura minuta, ben proporzionata, occhi azzurri e  capelli scuri, corti e con le punte sbarazzine. Sembrava gli fosse scoppiato un petardo in testa e ci guardava evidentemente divertita, cercando di trattenersi dallo scoppiare in una risata.
Uno dei due ragazzi aveva capelli corti e neri, occhi verdi… ma quello che saltava subito all’occhio era la sua corporatura massiccia che, insieme all’altezza imponente, lo rendeva molto simile a un enorme orso gigante. A differenza della donna e della ragazza, lui non faceva nulla per cercare di contenere l’ilarità e stava sghignazzando, completamente a suo agio.
Quello che però mi aveva letteralmente colpita al cuore, era l’ultimo ragazzo presente. Leggermente più basso di quello che pensavo fosse il fratello, con una muscolatura ben definita ma meno evidente, capelli ramati e perfettamente disordinati, grandi ed espressivi occhi verdi; era il ragazzo più bello che avessi mai visto! Sembrava un dio greco e anche lui rideva spudoratamente.
In un attimo io e Rose eravamo saltate subito  addosso a mio padre per abbracciarlo, e Jasper si era avvicinato aspettando pazientemente il suo turno per salutarlo: era mancato tanto a tutti noi!
Anche se era stato bello avere avuto la casa libera per un mese, noi preferivamo quando lui era presente… era un padre fantastico e molto comprensivo; ci dava pieno spazio e libertà, fidandosi incondizionatamente di noi… fiducia che era sempre stata ben riposta!
-Ehi! Piano, piano… così non mi fate respirare, bambine mie!- esclamò felice quanto noi; -E poi… come potete vedere non sono solo!- aggiunse, arrossendo leggermente.
-Sarebbe bene che vi occupaste anche dei nostri ospiti- ci rimproverò bonariamente.
-Sì, scusa papà! Hai ragione, ma… ci sei mancato così tanto! Dovevamo assolutamente strizzarti un po’, prima!- esclamai contenta.
-Più che strizzarmi mi avete completamente bagnato. Ma cosa stavate combinando?- ci chiese sospettoso. Io sorrisi sorniona.
-Niente! E’ che… Jasper è un tantinello permaloso e  non riesce ad accettare la verità!- affermai, deridendo mio fratello che mi lanciò unì’occhiataccia inteneritrice. Io gli feci una linguaccia e lui sorrise minaccioso. Sapevo che dietro quel falso sorriso erano contenuto il chiaro messaggio: “non ti preoccupare con te finisco dopo”. Ma non mi preoccupai troppo… tanto poi finiva sempre col farmele passare tutte lisce!
-Allora, ragazzi! Loro sono Esme, Alice, Emmett ed Edward- ci spiegò indicando la compagnia. -Invece questi tre pulcini bagnati sono le mie gioie. Loro sono i miei figli: Jasper e Isabella… ma è meglio che la chiamiate Bella se non volete vederla arrabbiata! E lei è mia nipote Rosalie… anche se più che una nipote ormai per me è come una figlia- continuò orgoglioso.
-Grazie zio… mi fai sempre commuovere- gli rispose Rose, mentre arrossiva. Poi si rivolse agli altri.
-E’ un piacere conoscervi- esclam, stringendo le mani ad ognuno di loro e scusandosi del fatto che fosse bagnata.
Io e  mio fratello seguimmo il suo esempio. Nel momento in cui strinsi la mano di Edward rimasi paralizzata: una tremenda scossa elettrica scaturì al contatto con la sua calda e grande mano e si propagò e diffuse per tutto il mio corpo, lasciandomi senza fiato.
Mi staccai immediatamente come scottata e arrossii violentemente, imbarazzata dalla mia reazione. Per fortuna mio fratello richiamò l’attenzione e i suoi occhi magnetici si staccarono dal mio corpo, permettendomi di nuovo di riprendere il controllo di me stessa.
-Allora papà, la sorpresa di cui parlavi era questa! Finalmente ti sei deciso a presentarci la tua dolce metà e la sua famiglia- dichiarò gioioso Jazz. Eravamo contenti e sembravano delle brave persone.
-Era ora! Sa Esme lei ha reso di nuovo molto felice il nostro caro papà e quindi ci fa molto piacere conoscerla- intervenni io, mentre Rose e Jazz annuivano convinti.
-Oh grazie, ma il piacere è tutto mio, ragazzi! E poi se qui c’è qualcuno che mi ha reso felice dopo tanto tempo, quello è porprio vostro padre! E’ un uomo meraviglioso!- cinguettò innamorata, lanciando uno sguardo di vera adorazione verso l’uomo di cui stava parlando. Sorridemmo.
-Ma vi prego, datemi del tu! I miei figli  lo fanno già con Charlie- aggiunse.
-Grazie Esme. Ma quanto vi fermate? Spero almeno un po’ di giorni così avremo modo di conoscerci un po’ meglio. E voi ragazzi mi potrete raccontare qualcosa  di più su New York! E’ la città che adoro più di tutte, anche se non ho ancora avuto la fortuna di visitarla. Qui il posto per dormire non manca di certo, con tutte le stanze che abbiamo!- affermai.
L’atmosfera intima e gioiosa che si era formata poco prima, si raffreddò immediatamente e notai i volti di mio padre e Esme colorarsi sempre di più, mentre si lanciavano sguardi tremendamente imbarazzati.
E adesso cosa diavolo avevo detto di male?! Sì che a volte la mia bocca si dotava di vita propria e mi faceva fare delle figuracce, ma stavolta non mi sembrava di aver pronunciata nulla di sconveniente…
-Ehm.. veramente…. Non so come dirvelo ragazzi…- balbettò impacciato mio padre.
-Dai zio non vorrai mica farci morire, arriva al sodo!- tagliò corto Rosalie, che non era famosa per la sua pazienza.
-Ve lo dico io! Tanto se aspettiamo loro facciamo notte... si sono sposati!- intervenne Alice, urlando gioiosa l’ultima frase.
I nostri visi mutarono in un’espressione di autentico stupore, mentre le parole continuavano a vorticarmi in testa senza un senso logico. Alice ci richiamò alla realtà.
-Quindi ragazzi, adesso siamo tutti una grande famiglia e vivremo qui tutti insieme! Vorrei subito vedere la mia stanza… sapete com’è! Il volo è stato lungo e mi ci vuole una bella doccia calda e rilassante e vestiti pultiti!- affermò con un tono che non ammetteva repliche, mentre noi ragazzi eravamo ancora impietriti sul posto e non riuscivamo a proferire parola.


   
 
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