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Autore: Claa    23/06/2010    3 recensioni
Molti dicevano che era immaturo, troppo giovane per rivestire un ruolo tanto importante. Altri dicevano che era viziato, stupido, pigro e a volte veniva definito addirittura un donnaiolo – l’unica accusa priva di fondamento – ma nessuno, nessuno aveva mai avuto da ridire sulla sua bontà e lealtà e correttezza.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lan Fan, Ling Yao
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci qua. Questa è la mia prima fiction su Ling e Lan Fan. Loro due mi piacciono molto, sia singolarmente sia come coppia, ma non avevo mai scritto nulla. Di solito mi limito alle RoyAi, ma oggi ho deciso di cambiare.

Non per me, ma per una persona davvero importante che mi sta facendo preoccupare parecchio ultimamente. Anche se lei mi ha detto di non farlo, per me è impossibile.

So di essere asfissiante, a volte, e non sono granché brava a consolare. Mi sento fuori posto in molte situazioni, perché non so se esagero o meno… Però cerco di moderarmi, come adesso. Ho deciso di scrivere questa breve storia per la mia Sore, per chiederle scusa per essere appiccicosa e per sostenerla almeno un po’, data la lontananza.

Non sarà un granché, è pure corta, ma ci si accontenta.

Ringrazio Flà per avermi corretta e consigliata.

 

 

A Elisa,

ti voglio bene.

 

Nothing else

 

 

Molti dicevano che era immaturo, troppo giovane per rivestire un ruolo tanto importante.

Altri dicevano che era viziato, stupido, pigro e a volte veniva definito addirittura un donnaiolo – l’unica accusa priva di fondamento – ma nessuno, nessuno aveva mai avuto da ridire sulla sua bontà e lealtà e correttezza.

“Allora? Dov’è il mio arrosto?”.

“Arriva, signore!”.

“Vedi di muoverti, Jun”.

Viziato,

“Quei fiori sono da palte di una spasimante segreta?”.

“Veramente…”.

“L’ho capito, Harumi. Non c’è bisogno che tu dica nulla”. La guardò con espressione maliziosa. “Non lo dilò ad anima viva”, sussurrò e le fece l’occhiolino.

La cameriera avvampò e si allontanò velocemente, vittima di un malinteso. Ormai c’era abituata.

stupido,

“Jun, mi prendi il telefono? Devo chiamale quella racchia di mia madle. Ah, e non dimenticarti di comporre il numelo!”.

pigro, ma non un cattivo re.

 

“Aah! Sono proprio pieno. L’allosto era squisito”, si accarezzò la pancia, sazio e soddisfatto.

Poi qualcuno bussò alla grande porta dall’altra parte dell’enorme stanza.

“Avanti”.

Un piccolo uomo vestito di nero e con gli occhi a mandorla si mostrò. “Mi scusi, Maestà”, disse il segretario di Ling. “Ho una notizia da comunicare alla signorina Lan Fan”.

Ling rimase sorpreso ma autorizzò la sua guardia del corpo ad andare.

 

Mentre i cinque o più camerieri erano ancora intenti a sparecchiare il lungo tavolo d’acero e il re non sembrava intenzionato ad alzarsi dalla sedia – malgrado fossero passati ben dieci minuti da quando aveva finito il pasto – la porta si spalancò e Lan Fan fece il suo ingresso.

Ling socchiuse gli occhi: aveva il capo leggermente chinato. Piano, la ragazza tornò accanto al sovrano senza dire una parola.

Ling attese un momento in silenzio, poi si alzò di scatto e sbatté le mani sul legno. “Fuori! Tutti fuori!”, gridò.

Il personale, dapprima perplesso, si affrettò a lasciare la camera da pranzo.

Il botto che la porta provocò quando si chiuse di nuovo risuonò tra le quattro pareti distanti tra loro.

Quiete.

Poi il suono di una goccia caduta. Un’altra ed un singhiozzo.

Lan Fan chiuse i pugni ed il re, dotato di fazzoletto, si alzò e le si mise davanti. Le sollevò la maschera per toglierla e la vide stringere i denti per trattenere le lacrime che già le erano scese lungo le guance.

“Te l’ho detto mille volte”, iniziò ad asciugarle il viso. “Devi prenderlo a calci nel culo, quel nano, pelché le sue notizie fanno sempre schifo”.

Lan Fan non riuscì a nascondere un sorriso, e lui nemmeno.

Bontà

“Mi dispiace. Non avlei dovuto farmi vedele in questo stato”, abbassò gli occhi sul parquet.

“Non ti sei fatta vedele in questo stato, infatti. Nessuno ti ha vista”, constatò lui. “O sbaglio, Lan Fan?”.

e lealtà

“Riesce a farmi sentile meglio in tutte le situazione, non è così, Altezza?”.

“E’ il mio dovere, Lan Fan”. L’accarezzò con delicatezza. “E’ il mio dovere”.

e correttezza.

 

Immaturo, viziato, stupido, pigro… Tutto, ma non un cattivo re per il suo paese, né un cattivo amante per la sua Lan Fan.

 

 

  
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