-Titolo: ~Like the Sky·
- Personaggi: Shikamaru Nara, Temari
- Genere: Slice of Life, Romantico, leggero Nonsense
- Rating: Verde
- Avvertimenti: One Shot, Missing Moments, probabile OOC
-Conteggio parole: 1008

-Note: 1.Scritta per lo Shikatema Days! -Auguri a tutte le fans della coppia ^O^-

2. Scritta per il One Hundred Prompt Project col prompt 76. Pigrizia

3. é un secolo che non scrivo su Naruto, come fandom mi appassiona poco non per via della storia, ma proprio a causa del fandom italiano. Non potevo, tuttavia, scrivere qualcosa per il giorno dedicato alla mia coppia preferita. Spero che vi piaccia e che mi avvisaste se pecco di OOC. Recensioni pro-contro Shikatema non sono gradite <3

~Like the Sky·

C'è un cervo davanti a loro.

Ha il manto lucido, le corna possenti e il portamento nobile. Ignora il ragazzo mentre bruca l'erba tanto quanto il ragazzo ignori lui, mentre fissa le nuvole che scorrono veloce sopra le loro teste.

Lei invece ammira l'animale quasi rapita.

Sembra quasi sbucato fuori magicamente da una favola, e non si sorprenderebbe affatto se le parlasse.

Sbuffa, a fare quei pensieri sembra quasi ritornata bambina e non le piace: lei è rude, lei deve essere forte, o almeno così deve apparire davanti alla gente.

Lui invece degli altri non gli interessa niente. Se gli importasse qualcosa del giudizio di qualcuno non starebbe sdraiato in una radura al limitare del bosco a guardare le nubi, ma chiuso in un ufficio a sbrigare le pratiche che, da quasi una settimana, prendono polvere sulla sua scrivania.

Temari non lo capisce. Shikamaru con la sua intelligenza potrebbe avere il Villaggio della Foglia tra le sue mani se solo lo volesse. E invece è troppo sfaticato persino per avere manie di grandezza.

Temari, anche se si è lasciata prendere alla sprovvista dal ragazzo davanti a lei in alcune circostante, è intelligente quasi quanto lui. Ma il loro modo di ragionare è completamente diverso seppure al contempo affine. Con la logica entrambi avrebbero potuto arrivare lontano, ma lei preferiva rimanere ancorata coi piedi per terra e stare accanto alla sua famiglia, ad un fratello testone che si mette spesso nei guai e ad un altro che si era ritrovato coinvolto in qualcosa più grande di lui. Erano questi i doveri di una sorella maggiore, e aveva preferito accontentarsi del suo ruolo di Jonin piuttosto che puntare in alto.

Shikamaru invece non aveva vincoli. Era figlio unico, i suoi genitori non avevano bisogno di particolari attenzioni ed era uno dei favoriti dell'Hogake. Ma forse la sua intelligenza che lei tanto invidia gli aveva suggerito che mirare ad acquisire prestigio e poteri lo avrebbe portato solamente ad avere più seccature e meno tempo libero per fissare le nuvole.

Temari sbuffa pensando a quanto sia idiota il ninja di Konoha. Vorrebbe fargli una strigliata ma sa già la reazione dell'altro e che comunque avrebbe ignorato le sue lamentele e i suoi consigli.

Lui fissa il cielo come se fosse qualcosa di raro.

Ma il cielo è statico, immobile, non si muove, sta sempre sulle loro teste.

Un cervo invece è un animale nobile che non si lascia facilmente vedere dall'uomo. E allora perchè, si chiese, Shikamaru perde tempo a vedere qualcosa che può ammirare tutti i giorni quando davanti a loro c'è una bestia di una bellezza unica e quasi impossibile da vedere?

Glielo chiede.

Lui la guarda di sottecchi e sospira seccato, meritandosi un pugno nell'addome che lo piega in due, mettendolo seduto.

«Vuoi sapere perchè mi interessa più il cielo che le cose di questa terra?» domanda brusco, e l'altra fa cenno di sì con la testa.

«Guarda.»

Fa schioccare la lingua contro la guancia più volte, provocando un suono che attira l'attenzione del cervo, che lo guarda come stupito.

«Vieni qui...» lo chiama.

Il cervo muove le zampe anteriori in avanti, verso di loro, procurando alla ninja della Sabbia un gemito sorpreso che fa bloccare l'animale.

«Ssst, non parlare. Lo spaventi.» Shikamaru non ha voglia di spiegare alla ragazza che il clan Nara ha sempre avuto un affinità particolare verso i cervi, e preferisce tener il tutto avvolto nel mistero lasciandola stupita.

Chiama ancora la bestia nobile finchè la vicinanza tra lui e l'animale non è quasi nulla. Senza esitare tende la mano e accarezza il muso del cervo, che a sua volta si struscia amorevolmente contro il palmo.

Temari lo guarda rapita, stupita, meravigliata, e vorrebbe anche lei toccarlo ma ha paura, paura che la magia si spezzi e che il cervo fugga via da lei.

«Puoi toccarlo se vuoi, non va via.» sogghigna Shikamaru leggendo nelle iridi verde della compagna l'ansia che l'aveva colta.

Lei allunga il braccio titubante, accarezzando il ventre dell'animale che si scosta appena, come disturbato, ma non si muove mentre il Nara continua ad accarezzargli il muso e il collo per quietarlo.

«Vedi? Le cose di questo mondo si possono raggiungere in un modo o nell'altro e toccarle, farsele proprie. Il cielo invece è irraggiungibile, per quanto tu possa tendere la mano e chiamarlo non verrà mai da te. È un ostinazione dell'uomo cercare di avere ciò che non può ottenere. E la stessa cosa vale per me»

Temari sorride, mentre il cervo dalle possenti corna scuote la testa per scacciar via qualche insetto fastidioso, e Shikamaru decide di lasciarlo andare, e questi corse subito velocemente per la radura finchè non sfuggì allo sguardo dei due nascondendosi tra gli abeti. Abeti che, poco più in là, erano stati distrutti tre anni prima dalla furia distruttrice del ventaglio di Temari.

«E io?» domanda lei sorridendo maliziosa. «Sono anche io una cosa noiosa?»

«Sei una seccatura, se è questo che vuoi sapere» risponde Shikamaru sorridendole straiandosi nuovamente sul prato.

Temari mise il broncio e Shikamaru sapeva benissimo che quelle labbra arricciate significavano solo un conseguente malumore, e lui ne avrebbe risentito molto preso.

Le cinse la vita tirandosela verso di sé facendola cadere e sdraiare sull'erba accanto a lui.

«Una seccatura che posso toccare, ma che non sarà mai mia. Ed è un ostinazione dell'uomo ottenere ciò che non può avere» ripete sorridendo mentre le mani passano ad accarezzarle il viso con la stessa gentilezza con cui aveva toccato il cervo e lei, sorridendo un po' lusingata, si lascia baciare lievemente sulle labbra.

Vuol fargli capire che lei non è come il cielo, non è irraggiungibile per il Nara.

Lei è fiera e nobile come quel cervo. Va addomesticata ed addolcita prima di poterla anche senza toccare, ma senza fretta, perchè può ritrarsi come un riccio. E Shikamaru sa come suaderla, come rendere quella fiera più dolce anche se non la paragona mai ad un animale, a qualcosa di materiale e terreno. Lui la fissa sempre meravigliato, come il più limpido dei suoi cieli.