Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: honey8    25/06/2010    4 recensioni
"Erano un paio di giorni che Harry non litigava con Malfoy. Avevano avuto uno scambio di opinioni molto acceso e colorito dopo pranzo; erano stati divisi con fatica dai compagni e poi Malfoy era stato portato in infermeria perché più malconcio del solito. E poi più niente." la mia prima fanfiction...betata dalla mia amata Vane che ha avuto l'insana idea di accettare la mia richiesta d'aiuto per la correzione. grazie mille tesoro! ehm...se lasciate un piccolo commentino sarà più che apprezzato, grazie mille^^
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
la tua voce

Erano un paio di giorni che Harry non litigava con Malfoy. Avevano avuto uno scambio di opinioni molto acceso e colorito dopo pranzo; erano stati divisi con fatica dai compagni e poi Malfoy era stato portato in infermeria perché più malconcio del solito. E poi più niente.

“Che se la sia presa?” Harry sovrappensiero, con la mano che stringeva appena il mento, procedeva a testa bassa verso lezione di Storia della Magia. Era così distratto che non si accorse di un Serpeverde, voltato di spalle, fermo vicino all’ingresso dell’aula. Prima che Hermione potesse intervenire, Harry gli finì inevitabilmente addosso.

“Oh, scusa. Io…” incominciò a scusarsi massaggiandosi il naso. Ma si bloccò non appena vide chi aveva investito.

“Potter, guarda dove metti i piedi! Non è una cosa difficile, anche un bambino di cinque anni ha miglior controllo motorio di te,” lo prese in giro un commento alla Malfoy, ma non era la sua voce. Il suo sguardo si spostò e vide che a rispondergli era stato Blaise. Harry non fece caso alle risate delle Serpi e alle risposte accaldate di Ron che tentava di difenderlo. Era troppo concentrato sul biondino: perché non l’aveva insultato lui? E mentre continuava a fissarlo, aspettandosi una frecciata, Draco lo fulminò con lo sguardo e poi senza emettere un suono, con la mano che si massaggiava la nuca colpita nello scontro, entrò rapido nell’aula. Gli altri Serpeverde seguirono il loro principe continuando a ridacchiare e a prendere in giro Harry.

“Perché non ha detto niente?”

“Di che stai parlando?” domandò Hermione di fronte a lui mentre gli controllava il naso. Harry si riebbe dal suo momento di trance e notò finalmente il mondo intorno a sé:  il suo migliore amico che borbottava cattiverie sui Serpeverde e la sua migliore amica che lo osservava con occhi curiosi ed attenti, il suo cervello concentrato sulle parole del moro.

“Niente,” si affrettò a rispondere Harry entrando e prendendo posto nei loro soliti banchi di fronte a quelli dei Serpeverde, che erano dall’altra parte dell’aula. Non ci volle molto prima che nella stanza risuonasse solo la monotona voce del professor Ruf. Alcuni studenti stavano giocando a carte, altri facevano altri compiti (pozioni era la più gettonata) , altri ancora, come Ron, dormivano bellamente. Harry fece tutta la paronimica dei suoi compagni Grifondoro e sorrise sentendo un unico suono diverso: la penna di Hermione grattare la pergamena;  già, qualcuno prendeva anche appunti.  E Malfoy? Harry si voltò nella sua direzione: Draco scriveva composto prendendo anche lui appunti. Harry rise sotto i baffi pensando che Draco ed Hermione in fondo avevano qualcosa in comune. Hermione gli diede un colpetto con il gomito per farlo smettere

“Scusa,” sussurrò lui incrociando le braccia sul banco e  poggiandoci sopra la testa. Dopo poco i suoi occhi tornarono ad osservare i Serpeverde. Vide Tiger e Goyle che facevano a gara di pugni, Pansy prendere anche lei appunti alla sinistra di Draco e Blaise che lottava contro la voce soporifera di Ruf. Ad un certo punto la voce ebbe la meglio e Blaise si appoggiò sulla spalla destra di Draco che, per tutta risposta, si scosse per farlo staccare. Blaise biascicò qualcosa sorridendo ed Harry notò che anche Pansy aveva iniziato a ridacchiare, continuando però a prendere appunti. Draco lo fulminò con lo sguardo e poi si rimise a scrivere. Blaise sorrise e appoggiò nuovamente la testa sulla spalla del biondo, cingendolo  per la vita. Draco alzò gli occhi al cielo, ma non lo scostò, concentrandosi nuovamente sulla lezione.

“Harry ma che fai?” la voce di Hermione gli arrivò lontana, lui si riscosse e la guardò. Lei gli lanciò un’ occhiata ‘ma non vedi che stai facendo?’ e gli indicò la sua mano: Harry aveva spezzato la sua piuma e adesso stava stritolando il suo foglio di pergamena, ancora immacolato ed ora inutilizzabile.

“Si può sapere che cosa hai oggi?” sussurrò lei

“Niente, “ fu la veloce risposta del moro, che staccò la mano dalla pergamena e se la potrò sotto il mento sorreggendosi la testa, iniziando a guardare fuori dalla finestra.

‘Anche perché se te lo dicessi non mi crederesti’ pensò Harry.

 

Anche pozioni era in comune con le Serpi, ed Harry fu nuovamente distratto dal vedere Draco silenzioso tutto il tempo , col risultato di sbagliare ,come sempre, la sua pozione. Ma, essendo più distratto del solito, la fece addirittura esplodere causando l’ilarità di tutti i Serpeverde, un sospiro dai suoi compagni per i 50 punti in meno alla loro casa e una ramanzina con i fiocchi da parte di Piton , che poi gli annunciò la sua punizione il giorno seguente. Harry rispose con un semplice “ Sissignore” noncurante, mentre si ritrovò di nuovo concentrato sulla sua nemesi che non aveva emesso suono. Anzi si era voltato appena per vedere il disastro e poi era tornato al suo lavoro, senza unirsi all’euforia dei suoi compagni. Harry si rialzò frustrato e Piton si allontanò soddisfatto pensando di essere lui la causa di quell’aria affranta. In realtà Harry era disperando per l’atteggiamento della serpe:

“Oddio no, non mi ignorare,” pregava dentro di sé “non ora.” Per il resto della lezione non combinò  niente di buono e solo gli interventi di Hermione impedirono ulteriori disastri.

 

“Adesso mi dici che cos’hai!” disse seria la riccia, facendolo sedere sul divano prendendo posto accanto a lui. Harry le prese le mani, la guardò negli occhi e con tono calmo rispose:

“Niente.”

Lei lo colpì con uno scappellotto e poi assottigliò lo sguardo.

“Non sono Ron,” disse lei. Harry fu sorpreso di quell’uscita.

“Anche se è il mio ragazzo ed io lo adoro,” iniziò lei calma “ a Ron basterebbe quel  ‘niente’. Ma a me non basta” sentenziò.  Prima che Harry potesse sfuggirgli, allungò le gambe su quelle del moro e le intrecciò per tenerlo a sedere, appoggiandosi poi al bracciolo per essere più comoda e poterlo guardare in faccia. Harry la guardò e poi si volse verso il  camino scoppiettante di fronte a loro, rimanendo in silenzio, pensando a come poteva fare per iniziare quella discussione che prima o poi, sapeva già, si sarebbe presentata.

“So chi c’entra, se ti può aiutare a partire,” disse lei. Il moro sorrise.

“Ne dubito,” sussurrò accarezzandole la gamba.

“Credo sia una persona bionda …” disse lei con finto tono noncurante. Harry fermò le sue carezze e la guardò sbigottito. Hermione rise.

“Harry, ti conosco meglio di chiunque altro e, soprattutto, sono una persona molto attenta. Sono tre giorni che sei strano, direi da quando tu e Malfoy avete avuto l’ultima lite. E da quando vi siete incrociati stamattina sei anche peggiorato.”

“Miignora,” disse lui tutto d’un fiato e a voce bassa.

“E perché questo dovrebbe importarti? O meglio, ferirti?” chiese lei sorridendo. Harry fece spallucce e non rispose: non voleva ammettere niente ad alta voce. Non voleva  concedere a se stesso di essersi affezionato alla serpe, anche se il suo cuore e il suo corpo orami ne erano più che sicuri da oltre un anno.

“Se posso,” disse Hermione strappandolo ai suoi pensieri, “ ieri ho sentito Zabini e la Parkinson ridacchiare, anche se lei mi sembrava un tantino preoccupata.”

“Che stavano dicendo?” chiese lui curioso ed attento

“Parlavano di una certa punizione di Malfoy. La Parkinson stava dicendo a Zabini che secondo lei era stato un po’troppo crudele.”

“Zabini ha fatto qualcosa a Draco?!?” scattò in piedi senza rendersene conto. Hermione rise e il moro la guardò accigliato. La riccia tossicchiò:

“Da quando in qua Malfoy è diventato Draco?”  Harry diventò bordeaux e iniziò a farfugliare una scusa.

“Sì sì, come ti pare,” lo interruppe lei ancora divertita. “ Comunque se ti interessa sapere che cosa hanno fatto al bel principe,” e qui Hermione sottolineò l’ultima parola, “ ti consiglio di parlare con il suo aguzzino che ora è in punizione nell’aula di Erbologia.”

“Grazie,” disse Harry baciandola sulla fronte. Senza pensarci un attimo corse su per prendere il mantello e la mappa e si fiondò fuori dal dormitorio.

Hermione si stiracchiò felice.

“Cos’è quel sorriso?” chiese Ron mettendosi a sedere accanto a lei.

“Niente,” disse lei sorridendo.

“Oh, va bene!” fece lui. Hermione rise di nuovo, lo conosceva davvero bene.

“Ti amo,” gli disse prima di baciarlo.

 

“Zabini!” la voce di Harry risuonò per il corridoio leggermente incazzata. Per tutto il tragitto fino alla serra e mentre lo attendeva fuori dall’alula, Harry si era chiesto che cosa quel sadico avesse fatto a Draco. Gli prudevano le mani tanta era la voglia di picchiarlo. Lo aveva seguito di nascosto finché non erano rimasti soli in un corridoio vicino ai sotterranei e lì Harry non si era più trattenuto.

“Potter,”  disse l’altro, sorpreso nel vederlo. Si fissarono per un po’: il coraggio di Harry sembrò essersi rintanato da qualche parte, mentre la pazienza di Blaise si affievoliva sempre più.

“Vuoi qualcosa?” chiese infine la serpe. Harry annuì e lo inchiodò con il suo sguardo.

“Che cosa hai fatto a Malfoy?” chiese alla fine,riappropriandosi un po’ del suo coraggio rosso-oro. Blaise sbatté le palpebre un paio di volte decisamente sorpreso.

“Che te ne importa?” chiese scettico. Harry arrossì; già, che gli raccontava ora? Blaise colse il rossore e l’imbarazzo del grifone e sul suo viso si dipinse un sorriso birichino.

 

“C’è qualcuno che fa pensieri che no dovrebbe fare sui suoi splendidi nemici?” chiese avvicinandosi. Harry arrossì ancora di più e indietreggiò.

“Non è come pensi! È solo che sono abituato alle scaramucce con lui e mi fa strano non sentire quella vocetta maligna. Ero solo curioso di sapere con quale miracolo l’hai zittito, regalandomi un po’di pace.”

Blaise sorrise e gli lanciò un’occhiata poco convinta.

“Non è come pensi!” protestò di nuovo il grifone.

“Io non ho detto niente,” disse Blaise alzando le mani  in segno di resa.

“E allora togliti quello stupido sorriso dalla faccia!” gli urlò contro Harry.

“Ho colpito qualche tasto dolente,  vedo …” rise la serpe, portandosi una mano a coprirsi la bocca.

“Va bene … se non vuoi dirmelo, allora non me lo dire!” sbottò Harry, che stava seguendo un suo filo mentale senza badare realmente a Zabini. Voleva muoversi, allontanarsi da quella cosa disastrosa che doveva essere una chiacchierata. Ma non ci riuscì: una parte di sé sembrava disposta ad essere insultata dal Serpeverde, pur di sapere che cosa era successo a Malfoy e se si doveva preoccupare seriamente. Blaise lo soppesò per un po’.

“Non devi preoccuparti per la voce di Draco, Potter,” disse alla fine Blaise. “ La sentirai di nuovo dopodomani urlarti contro, come sempre.”

Harry sorrise.

“Davvero?” Blaise lo guardò ancora più sorpreso di prima e si avvicinò.

“Sei felice di sapere che ti urlerà contro?” chiese divertito. Harry lo fissò e poi si maledisse per avere sempre tutte le sue espressioni in bella mostra. In quel momento gli venne voglia di chiedere a Zabini di insegnargli ad essere impassibile come solo i Serpeverde riescono ad essere. Ma poi si prese a pugni mentalmente e si convinse a dire qualcosa, perché il silenzio in cui si era chiuso stava solo peggiorando la situazione.

“Io…” provò a dire. Vabbé, era fregato, ormai poteva anche essere un po’ più sincero. “Ti interessa davvero sapere se sono felice di questa cosa?”

“Sì” rispose pronto Blaise, con le braccia incrociate sul petto.

“Mi piace litigare con Malfoy, va bene?”

“Perché?”

“Sempre meglio che essere ignorati.” Harry si tappò la bocca con una mano e si maledisse di nuovo per essere così stupido: va bene essere un po’ più sinceri, ma così aveva esagerato. Blaise sorrise e le sue guance si gonfiarono appena. Harry pensava che gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia e invece Zabini parlò con voce allegra:

“Dopo che avete litigato in cortile e l’ho portato in infermeria, Draco non la smetteva di urlare. Non ti annoierò con lo sproloquio che ha fatto, ma ti posso assicurare che eri il protagonista assoluto del discorso. Beh, lo sei sempre in realtà, per me e Pansy è una tortura sentirti nominare in continuazione.” Harry lo guardò sorpreso.

“Non fare quella faccia!” rise la serpe “ Sembrate avere cinque anni per uno quando litigate e Draco, quando è senza di te, regredisce addirittura a tre e blatera solo di te tutto il tempo. Nemmeno fossi il suo giocattolo preferito che gli è stato tolto ingiustamente.”

Harry alzò il sopracciglio ancora più sconcertato da quella rivelazione sulla sua nemesi.

“Sei veramente un Grifondoro.” sospirò Zabini, stanco di tentare di dare qualche utile indizio al cervello di Harry.

“Insomma l’ho zittito con una pozione, così io e Pansy ci saremmo goduti quattro giorni di pace.” Harry annuì sovrappensiero: quello spiegava il silenzio, ma non il fatto che Draco avesse iniziato ad ignorarlo. Cioè, ok, poteva essere che non voleva litigare con lui perché si vergognava, ma lo sguardo di Malfoy era sempre abbastanza eloquente. E poi poteva sempre picchiarlo: lui era più forte fisicamente, ma bisognava ammettere che Draco era veloce ed aveva anche un notevole gancio sinistro.

“Credo che ti abbia ignorato perché dimostrarsi vulnerabile davanti  a te lo terrorizza, ” disse Blaise. Continuò, come se gli avesse letto nel pensiero, “ Credo abbia paura del fatto che, se tu ti dimostrassi gentile con lui, lui potrebbe … ‘crollare’” disse sorridendo malizioso. Harry si illuminò: qualcuno finalmente aveva acceso una luce nel suo cervello con su scritto, in piccolo, ‘speranza’.

“È a fare la ronda” disse Zabini sorridendogli, “ e comunque,” aggiunse, “ io non farei troppo il gentile stasera. Non è dell’umore adatto.” Rise. Harry annuì e si allontanò lentamente, ma appena ebbe girato l’angolo corse come un matto. Controllò la mappa del malandrino e poi praticamente volò sorretto dalla speranza che Blaise non l’avesse preso in giro con tutti quei discorsi su Draco.

 

“E così Zabini ti ha zittito, eh?” rise Harry appena l’ebbe raggiunto al primo piano. Il biondino non si fermò.

“Malfoy?” lo chiamò Harry continuando a seguirlo. Ma l’altro niente.

“Non pensavo che la pozione ti avesse anche reso sordo,  o è vigliaccheria la tua?” Draco si voltò di scatto: darsi del codardo tra loro funzionava sempre per ottenere un po’ d’attenzione.

“Meno male che non sei sordo,” sorrise Harry. Draco aveva le braccia incrociate sul petto e lo stava fissando arrabbiato.

“Su su, non fare quella faccia, non ti ho detto ancora niente di offensivo.” Un sopracciglio di Draco saettò in alto.

“Oh, sì va bene … scusa.” Il sopracciglio di Malfoy scattò ancora più in alto. Harry si riscosse: aveva chiesto scusa? A Malfoy? Scrollò le spalle e poi sorridendo si avvicinò alla sua nemesi che arretrò di un passo.

“Non ho intenzione di farti niente di male” sorrise Harry per la diffidenza del biondo. Draco si allontanò ancora.

“Voglio solo parlare,” fece Harry senza smettere di avanzare . Il volto di Draco si trasformò in una smorfia disgustata.

“Piantala,” ringhiò il grifone. L’altro si accigliò ancora di più e poi si voltò. Harry riuscì ad afferrarlo per un braccio e a spingerlo dentro un’aula. Il volto di Draco era sorpreso e incazzato, anche perché Harry l’aveva fatto sbattere contro un banco dell’aula di Trasfigurazione. Prima che la serpe potesse fare qualunque cosa, Harry, senza pensarci due volte, fece un veloce incantesimo e costrinse Draco a sedersi su una sedia che aveva evocato. E poi con un altro incantesimo lo legò a quella mani e piedi. Il Serpeverde tentò di liberarsi strattonando le corde, ma non ottenne niente. Allora spostò il suo sguardo glaciale su Harry che stava sorridendo.

“Meno male che Blaise ti ha dato quella pozione,” continuò sorridente, vedendo lo sguardo di Draco che si assottigliava. Il biondo, notando che il sorriso ebete di Harry non era intenzionato a sparire, sbuffò e guardò da un’altra parte.

“Ah-ah! Sei proprio carino in silenzio lo sai?” Malfoy si girò lentamente con un’espressione scioccata sul viso. Harry tossì e per la quarta o quinta volta quella sera, ormai aveva perso il conto, si diede dell’idiota. Si osservarono per un po’, poi Draco lanciò un’occhiata infastidita ad Harry che sospirò: ormai era in ballo.

“Sai perché sono contento che Blaise ti abbia zittito? Perché così potrai ascoltarmi senza insultarmi.” Mentre parlava si era avvicinato al biondino. Si abbassò un po’ per avere gli occhi argentati di Draco proprio di fronte ai suoi.

“Se mi insultassi sarebbe più che appropriato, ma …” Harry scosse la testa. Le sue dita stavano scorrendo sullo zigomo e la guancia sinistra di Draco che lo guardò sorpreso per un attimo, per poi chiudersi in una maschera d’indifferenza.

“Sì, meglio se ora sei zitto” continuò il moro senza smettere di accarezzagli la guancia, mentre l’altra mano si era appoggiata sulla spalla. Nessuna reazione. Harry sospirò di nuovo: sperava che Draco … ma quanto era scemo? In cosa avrebbe dovuto sperare? Zabini l’aveva fregato. Si riscosse di nuovo e vide che Draco continuava a guardarlo indifferente. Spostò anche l’altra mano sulla spalla del biondo e si avvicinò al suo orecchio. Non sapeva cosa dirgli, era andato alla carica senza avere un piano preciso. Poi la sua bocca prese il controllo della situazione e senza preavviso per il cervello di Harry, ne uscì un:

“Ti voglio” disse semplicemente.  Rimase lì, immobile, con gli occhi chiusi, le mani sulle spalle del suo nemico, il naso che si deliziava del profumo del biondo e la bocca che veniva tormentata per non essere riuscito a dire niente di meglio. Poi anche il suo udito riuscì a trasmettergli un segnale: Draco aveva smesso di respirare. Harry si scostò dalla sua posizione per guardare l’altro.

“Draco?” chiese preoccupato. Il biondo si riscosse a sentirsi chiamare per nome, continuò a dimenarsi come un animale in trappola. Harry dopo un attimo di sconcerto per la reazione molto negativa, lo afferrò per le spalle inchiodandolo alla sedia.

“Non ti faccio niente,” sbuffò vedendo lo sguardo indecifrabile di Draco, che a quelle parole divenne scettico.

“Beh, sì hai ragione,” rise, “qualcosa ho intenzione di farla in effetti…” e prima che Draco potesse di nuovo reagire, Harry premette le sue labbra su quelle della serpe. Erano un po’ secche constatò il moro che allora, da bravo samaritano, cominciò a leccarle e a baciarle dolcemente finché non rivelarono tutta la loro morbidezza. Dopo un po’, vedendo che l’altro non rispondeva, Harry si scostò con lo sguardo basso: non aveva la forza di guardarlo. Si rimise in piedi e con un incantesimo liberò Malfoy, che si massaggiò i polsi senza però alzarsi.

“Immagino che mi sfotterai a vita” disse Harry con gli occhi ancora incollati al pavimento. Percepì Draco che si alzava; si aspettava di tutto: Malfoy l’avrebbe sicuramente ucciso per quello che aveva fatto. Serrò gli occhi pronto, non avrebbe reagito, Draco avrebbe avuto tutte le ragioni. Ma tutto ciò che Harry sentì nel silenzio della notte fu l’inconfondibile rumore di gesso che scrive su una lavagna. Alzò gli occhi e vide l’altro vicino alla cattedra che si puliva le mani e poi incrociare le braccia. Harry osservò quello che la sua nemesi aveva scritto.   STUPIDO GRIFOTONTO.  Harry sbatté le palpebre sorpreso e poi tornò ad interessarsi al biondo che si era seduto sulla cattedra e o guardava.

“Che significa?” chiese Harry avvicinandosi. Draco alzò gli occhi al cielo divertito e appoggiò le mani sulla cattedra, lanciandogli uno sguardo che il moro definì … da gatto.  Uno sguardo intenso, pieno di aspettativa che colpì in pieno lo stomaco di Harry e che fece mancare un paio di battiti al suo cuore. Si avvicinò lentamente, come se fossero gli occhi del biondo a trascinarlo pian piano. Harry arrivò di fronte a Draco e osservò la sua posizione: la schiena incurvata in avanti, la testa poggiata su una spalla, la bocca che sorrideva così come i suoi occhi, le gambe che si muovevano un po’avanti e indietro. Un gatto, decisamente un bellissimo e viziatissimo gatto.

“Che significa?” chiese di nuovo. Draco sorrise spazientito e si protese verso di lui in modo inequivocabile. Harry sorrise, lo afferrò per le spalle e iniziò a baciarlo. Questa volta la sua lingua entrò senza troppi complimenti tra le labbra perfette del biondo, che rispose con altrettanta foga, lottando per un po’ e provando ad insinuare la sua lingua nella bocca dell’altro, ma decidendo infine di far vincere quella prepotente del moro. Dopo qualche minuto di lotta piacevole, Harry interruppe il bacio e appoggiò la sua fronte su quella del biondo per riprendere fiato.

“Pensavo … che mi avresti picchiato …” disse alla fine. Draco rise silenzioso per poi riservargli il suo solito sguardo, che normalmente veniva accompagnato dall’espressione “ Sei proprio un grifotonto!”, prima di baciarlo. Harry non si fece pregare e rispose avvicinandosi con il suo corpo a quello dell’altro, che aprì le gambe per annullare quella poca distanza che mancava. Harry aveva le mani intrecciate dietro la nuca di Draco mentre le mani del biondo, che fino a quel momento erano rimaste sulla scrivania, si ancorarono ai fianchi del moro. Dopo una nuova serie di baci sempre più profondi e passionali, le mani di Draco si insinuarono sotto il maglione di Harry, andando a massaggiargli la schiena. Il moro gemette appena nella bocca dell’altro mentre le mani sulla schiena spingevano dolcemente, invitando il bacino del moro contro il proprio. Harry gemette ancora, poi staccò le sue mani e prendendo quelle di Draco lo fece allontanare da sé.

“Aspetta,” ansimò. Il biondo, anche lui ansimante anche se silenzioso, lo guardò risentito. Harry appoggiò le loro mani sulla cattedra.

“Non ti arrabbiare,” gli disse. Draco sbuffò e volse lo sguardo fuori dalla finestra. Harry gli intrappolò il mento con una mano e lo costrinse a guardarlo.

“Sono felice che Blaise ti abbia zittito, così ho potuto fare tutto questo senza che tu potessi ribattere con quella tua lingua tagliente e la tua voce malefica.” Draco sbuffò ancora più stizzito.

“Ma…” aggiunse Harry costringendolo a girarsi “ quella voce che insulta i miei amici e me appena può, così crudele e velenosa, deve essere oscenamente meravigliosa mentre perdi il controllo di te.” Draco lo guardò meravigliato e subito arrossì.

“Sì Serpe,” continuò Harry con la voce bassa, senza allontanarsi ma spostando semplicemente lo sguardo dagli occhi alla bocca di Draco, “ questa tua bocca perfetta, con quella lingua magnifica che ti ritrovi e la tua voce, che riconoscerei tra un milione, devono essere talmente tanto maliziose, oscene ed erotiche che non ho intenzione di prendere questo tuo corpo meraviglioso finché non potrò sentirti urlare il mio nome e gemere come Dio comanda.” Il rossore sulle guance di Draco aumentò insieme alla sua eccitazione. Harry lo baciò leggermente e si allontanò. Lo fissò un attimo, godendosi quel Malfoy rosso, ansimante e stropicciato.

“Maledetto Blaise!” sospirò il moro “ Ma proprio un altro giorno doveva durare questa maledetta pozione? Sei … argh!” disse Harry facendo il gesto di volerlo stringere. Draco rise.

“Ma non ti voglio silenzioso.” sorrise di nuovo dolcemente, “ Voglio anche la tua voce velenosa. Voglio il pacchetto completo.” Sospirò e si voltò salutandolo con una mano e chiudendosi la porta alle spalle, lasciando un Draco che non poteva palesemente muoversi, accaldato, incazzato ed euforico.

 

Il giorno dopo non avevano nessuna lezione in comune e non si erano nemmeno visti in Sala Grande: la mattina Harry si era alzato tardissimo perché non aveva chiuso occhio [indovinate perché?^^] e in Sala Grande non c’era più nessuno. La Cooman, la lezione prima di pranzo, aveva avuto la spiacevole idea di  ammalarsi proprio quella mattina. Quindi appena era scoccata l’ora del pranzo, Ron li aveva trascinati a mangiare e mentre Harry ingoiava l’ultimo boccone, Hermione scattò dicendo che dovevano andare subito a studiare, trascinandolo fuori per andare in biblioteca. E la sera … Harry era in punizione e Piton fu felicissimo di fargli saltare la cena. Così ora Harry si trovava a bighellonare per i corridoi in piena notte, sperando di beccare nuovamente il biondino mentre faceva il suo giro. Era più di un’ora che vagava: voleva trovarlo senza la mappa, come se fosse andato a caccia. Gli piaceva pensare di cacciare Malfoy. Ma infine, spazientito, estrasse la mappa e recitò la frase che lo faceva sempre sorridere “Giuro di non avere buone intenzioni.”. Iniziò a scrutare la carta e poi trovò Draco che camminava vicino all’aula della McGranitt. Harry sorrise.

“Ma come siamo nostalgici.” sussurrò. Nascose di nuovo la cartina e stringendosi saldamente il mantello dell’invisibilità, iniziò a correre. In un baleno si ritrovò davanti all’aula di Trasfigurazione. Si tolse il mantello ed entrò nell’aula scrutando tutt’intorno, ma di Draco nessuna traccia. Si avvicinò alla cattedra e mentre era in piedi nella stessa posizione della sera prima e fissava eccitato il punto in cui si era seduto Draco quando l’aveva baciato, sentì una voce a poca distanza da lui.

“Potter, ma quello di sgattaiolare nelle aule di notte è proprio un brutto vizio, lo sai?”

“Draco …” sussurrò Harry felice, chiudendo gli occhi senza voltarsi.

“Ehi, che cos’è tutta questa confidenza con il mio nome, Potter?” sottolineò il cognome divertito.

“Mi è veramente mancata la tua voce, sai?” chiese Harry sorridendo e accarezzando la cattedra. Draco rise di cuore e si avvicinò ad Harry finché le sue labbra non si dischiusero vicino al suo orecchio sinistro.

“Sei un vero masochista,” sussurrò sensuale.

“Lo so, “ rispose tranquillo Harry.

“Ieri sera mi ha  lasciato molto insoddisfatto…” continuò Draco sempre parlando nel suo orecchio ed incominciando a leccargli il lobo tra una parola e l’altra. Harry sospirò felice.

“Credo sia ora che ti faccia perdonare … Harry,”sussurrò lascivo. Il moro si voltò verso di lui intrappolandolo in un bacio mozzafiato.

“Oh sì, “ disse Harry “ lo sapevo che avevi questa voce maliziosa … non vedo l’ora di sentirti urlare il mio nome.” Draco rise di nuovo baciandolo. Fu così bello sentirsi desiderati, per entrambi.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: honey8