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Autore: KatNbdwife    25/06/2010    3 recensioni
Un incontro casuale. Uno sguardo fugace e l'inizio di una storia d'amore che cambierà, per sempre, l'esistenza dei protagonisti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saki si era appena sistemato nella sua stanza. Era stanco, decisamente molto stanco. Erano a Roma solo da poche ore, eppure avvertiva già il cambio d’aria, di abitudine, di odori. Era ormai assuefatto ai continui spostamenti, eppure ogni volta che lasciava la Germania, una fitta gli trafiggeva lo stomaco. Ma il suo lavoro era quello: doveva seguire e garantire la sicurezza dei ragazzi ovunque andassero. Non che si fosse stancato, eppure con il passare degli anni sentiva il bisogno di fermarsi, di insediarsi in un posto fisso e smetterla di essere un nomade senza fissa dimora.

Si recò di malavoglia nella stanza di ognuno dei quattro ragazzi, per informarli circa il programma del giorno seguente: sveglia alle otto, intervista con un noto quotidiano italiano alle dieci, sessione fotografica e nuova intervista con un settimanale alle undici, pranzo, breve riposo e una comparsa in un programma radiofonico alle quattro del pomeriggio. Dopodichè, incontro con le fan alle sei e cena alle otto. Saki era già stanco ancor prima di iniziare. Fortuna che poteva contare anche sulla presenza di Toby, che era molto più giovane di lui e sicuramente all’altezza del compito.

Dopo il giro delle camere, si concesse un drink al bar dell’albergo e poi si infilò dritto dritto nel letto, addormentandosi come un bimbo.

Lea si svegliò all’alba. Dopo una rapida doccia e una veloce colazione, afferrò i suoi libri e si chiuse in camera a studiare. Alle sette anche Marie si alzò, preparò la colazione per lei e per il figlio e alle otto, prima di andare a lavorare, accompagnò Phil all’asilo.

“Phil finisce alle due. Lo vado a prendere io, non preoccuparti” disse Marie alla sorella “Tu a che ora inizi stasera?”
“Alle 21.00, come sempre…”
“Allora ci vediamo nel pomeriggio”

Poco dopo l’ora di pranzo, il telefono di casa squillò, facendo trasalire Lea, intenta a lavare i piatti. Si asciugò frettolosamente le mani nel canovaccio appeso di fianco al lavello e corse a rispondere.

“Sì?”
“Lea, sei tu?”
“Ciao Tino!” rispose Lea, riconoscendo la voce del suo datore di lavoro.
“Dove diamine hai il cellulare? E’ da un’ora che cerco di chiamarti!”
“E’ ancora spento… ma che succede?”
“Succede” spiegò Tino, con un’ombra di eccitazione nella voce “che stasera abbiamo degli ospiti importanti!”
“Chi?”
“I Tokio Hotel!!!” trillò Tino “Sai cosa significa!? Significa che il locale farà il salto di qualità!”
“Ma chi sono?”
“Come chi sono?! Ma non leggi i giornali?” la rimproverò scherzosamente Tino.
“Aspetta… sono quelli che cantano quella canzone sul vento?”

Una risata squillante le perforò quasi il timpano.

“Monsoon!”
“E beh, non mi ricordavo il titolo!” spiegò Lea “Comunque sì, ho presente. Solo che se dovessi incontrarli, non credo che li riconoscerei. In questi ultimi anni sono stata parecchio occupata, sai… Non ho avuto molto tempo da dedicare alla musica o ad altri hobby”
“Sai, dicono che il chitarrista abbia la fama di playboy. Magari stasera rimorchi, sarebbe anche ora!” la scherzò di nuovo.
“Va’ a cagare! Non ho bisogno di rimorchiare, sono troppo occupata! Ma mi hai chiamata solo per dirmi questo?”
“No, anzi, quasi mi scordavo: stasera inizi prima. Ti aspetto al locale per le 19.00. Voglio che sia tutto perfetto!”
“Uff…” sbuffò Lea “Va bene. A stasera allora”

Il suo sogno di concedersi una bella cenetta con la sorella e un piccolo momento di relax sul divano, dopo la cena, si infransero. Tornò a studiare e rimase china sui libri fino al ritorno di Marie e Phil.

“Stasera non ci sarò a cena” esordì Lea, non appena la sorella entrò in casa e Phil le saltò in braccio.
“Esci con Sue e Mandy?”
“No… Inizio a lavorare alle 19.00. Pare ci siano ospiti importanti”
“Ma dai?! Chi?”
“I Tokio Hotel, conosci?”

Marie si strofinò il mento con una mano, poi esplose:

“Das ist der letze Taaaaag!!!”

Lea assunse un’espressione interrogativa.

“Ma no Marie, sono quelli che cantano quella canzone sul monsone”
“Mica cantano solo quella! Fidati, li conosco! La radio trasmette spesso le loro canzoni e tu sai benissimo che io ascolto musica anche quando vado in bagno!”
“Ma perché sono l’unica a non conoscerli?” chiese Lea.
“Perché negli ultimi cinque anni, non ti sei mai concessa un minuto di sosta, un minuto solo per te. Ti stai perdendo un sacco di cose che, alla tua età, dovresti provare. Dammi un minuto e ti faccio vedere chi sono, non vorrai mica presentarti impreparata?”

Dopo pochi istanti, Marie raggiunse Lea in cucina, con il computer portatile in mano. Lo appoggiò sul tavolo e si connesse ad internet. Digitò solo due parole e, improvvisamente, milioni e milioni di risultati apparvero sullo schermo.

Marie scelse una pagina a caso e l’aprì. Sulla schermata comparve una foto gigante di quattro bei ragazzi, ma uno in particolare catturò l’attenzione di Lea, facendola arrossire.

Come per Cenerentola, anche per Lea l’ora del ballo stava per arrivare.

   
 
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