L’urlo
della folla scosse l’afosa notte di Monterrey. Le voci
incitavano alla
battaglia e invocavano morte.
Jasper
guardò il volto eccitato dei suoi compagni. Non era la prima
volta che si
trovava in quella situazione e, ne era certo, non sarebbe nemmeno stata
l’ultima.
Capitava
spesso che qualche neonato si dimostrasse troppo
“difficile” da gestire e che
provocasse disordini nella loro piccola comunità. Alla fine,
spettava sempre a
lui rimettere tutto a posto.
Il
problema era che l’unico modo per farlo era combattere e,
nella maggior parte
dei casi, finiva per scapparci il morto.
Ma
che poteva farci lui? Andava così e basta.
Jasper
si voltò a guardare il suo avversario e sorrise.
Certo
Noah era più alto di lui, più robusto, ed era
stato trasformato da appena un
mese… quindi, era forte, molto forte. Ma questo non sarebbe
bastato.
Lui
era un soldato. Era più abile, più veloce,
più bravo. Il migliore, come gli
ripeteva sempre Maria.
Fece
un passo in avanti e il giovane vampiro di fronte a lui
indietreggiò incerto.
Jasper
sorrise di nuovo, stavolta divertito. Poteva sentirlo: lui
aveva paura, nonostante quel suo atteggiamento così
spavaldo e sicuro volesse dimostrare tutt’altro.
Le
voci impazienti dei compagni si fecero ancora più forti e,
nella mischia, qualcuno
gridò a Noah di attaccare. Il vampiro si lanciò
immediatamente in avanti, ma
Jasper riuscì facilmente a evitarlo.
Noah
attaccò ancora, con più ferocia, ma nemmeno
stavolta riuscì a colpire il suo
avversario.
Jasper
poteva sentire la sua rabbia crescere: come un aroma acre si diffondeva
nell’aria, quasi fino a renderla irrespirabile. Per un attimo
vacillò, travolto
da quella sensazione così forte, e Noah riuscì ad
azzannarlo alla spalla.
Il
dolore fu talmente violento che lo scosse immediatamente e in un attimo
si
liberò dalla sua presa, scaraventandolo a terra. Si
avventò su di lui spietato,
mordendo e lacerando la sua carne di marmo.
Con
un unico colpo gli recise la testa, mentre il sangue sgorgava a fiotti
dalle altre
ferite; subito dopo anche le braccia furono strappate dal busto.
Qualche
metro più in là, gli stessi uomini che avevano
incoraggiato Noah, eccitati e
urlanti, gettavano i suoi resti tra le fiamme.
Quando
anche l’ultimo pezzo di quel corpo martoriato fu bruciato,
Jasper si allontanò.
I suoi occhi incontrarono quelli di Maria che, silenziosa, aveva
assistito a
quel combattimento. Lei gli sorrise, con malizia e soddisfazione.
Anche
quella notte sarebbe stato ricompensato.
Nota:
Per chi ha avuto dei dubbi e se lo è chiesto: no, Noah non
è un personaggio
della Meyer… o meglio lo è in parte. Diciamo che
è il “rappresentante” di tutti
i neonati ribelli di cui si è “occupato”
Jasper.
Detto
questo, ringrazio sempre chi ogni tanto mi legge e mi recensisce.
1
bacione, alla prossima :)