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Autore: Polka    25/06/2010    4 recensioni
Davvero una strana scena da vedere; avvolta però uno stato di innocenza intoccabile. Quella mattina Mello dimenticò persino di mangiare la sua cioccolata.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mello, Near
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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{ Alla mia migliore amica
In realtà dovrei darti i credits per il sogno, acara.
Ebbene:
basato su un sogno di Arrenuccya, all right reserved ©.
Una stupida AU che mi hai ispirato tu, ma è pur sempre la mia prima MxN perciò
la dedica era obbligatoria.
Questa piccola schifezza è per te acara mia.
Chù
. }





Breakfast-
Dopotutto parliamo del pasto più importante della giornata, no?


Titi titi.
Groan.
Titi titi.
Stupida sveglia.

Titi ti-

Una mano calò pesantemente sulla sveglia insistente, che cessò subito di suonare, con immensa gioia di un Mello ancora quasi completamente addormentato.
Si girò lentamente dall'altra parte, ripromettendosi come tutte le mattine di buttare una volta per tutte quella diavoleria di sveglia e trovare un sistema meno sofferto per il risveglio.

«Yawn» -sbadigliò a lungo prima di decidersi ad alzarsi dal letto e dirigersi in cucina a fare colazione. A piedi scalzi percorse il corridoio e varcò la porta della cucina, avviandosi istintivamente al frigorifero, in cerca di un pò di cioccolata, indispensabile per compensare il brusco risveglio. "Brusco risveglio" che si ripeteva puntualmente tutte le mattine, come la sua ricerca di una nuova barretta di cioccolata a mò di consolazione.
Fissò per qualche secondo il frigorifero aperto, cercando con lo sguardo ancora assonnato qualcosa di avvolto in una carta argentata, ma non vide nulla che vi somigliasse; si dirigeva verso la caffettiera quando gli giunse come lontanissima una voce proveniente dall'altra parte della cucina: «Sono nella credenza».
«Uh?»
Guardò nella direzione dalla quale gli era sembrato arrivasse la voce e, notò che sdraiato sul pavimento c'era Near, apparentemente completamente sveglio, intento a giocare con due grossi robot dai colori accesi.
Aprì lo sportello della credenza ed effettivamente notò una decina di barrette di cioccolata nuove e perfettamente conservate nel loro involucro argentato. Si sentì già meglio, forse non solo per la cioccolata.
Sorrise fra sè, prese in mano una barretta di cioccolata e lasciando lo sportello aperto si diresse a passo lento -dopotutto non aveva ancora carburato bene- verso Near; si abbassò all'altezza del ragazzo -adesso seduto per terra- e avvicinò le sue labbra alla guancia dell'altro, mormorando
«Buong-» -non ebbe il tempo di finire di augurare il buongiorno, che l'altro mosse un braccio avvolgendolo attorno al collo di Mello e posò le proprie labbra sulle sue. Anche questo era un modo per augurare buongiorno, -decisamente migliore del suo- pensò Mello.
Chiunque fosse entrato in quella cucina in quel momento avrebbe visto due ragazzi per terra, abbracciati e coinvolti in un bacio, con in mano, uno un robot e l'altro una barretta di cioccolata. Davvero una strana scena da vedere; avvolta però uno stato di innocenza intoccabile.
Quella mattina Mello dimenticò persino di mangiare la sua cioccolata.

   
 
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