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Autore: nimue89    27/06/2010    4 recensioni
Come si consolidò la ferrea amicizia tra il rampollo di una prestigiosa e antica famiglia e un mago comune? Come Sirius Black e James Potter divennero fratelli!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono molti modi per dire le cose;

identiche parole possono assumere un senso completamente diverso.

 

 

 

 

 

D’ ora in avanti non sei più un Black!!” ringhiò la strillettera nel bel mezzo della sala grande, durante il pranzo.

Lo sguardo di tutti gli studenti vagava dalla lettera al volto cinereo del giovane Black.

Quella frase gli si era piantata nel petto mozzandogli il respiro.

Come poteva un ragazzo di undici anni affrontare tutto questo?

Non era legato ai suoi parenti, o meglio non lo era come dovrebbe esserlo il rampollo di una delle più prestigiose e pure famiglie del mondo magico, ne gli importava granché di essere escluso dal testamento, dei soldi non gli era mai importato un granchè.

Però quella morsa gelida serrata attorno alla sua gola gli impediva anche solo di deglutire.

Si era reso conto della cosa principale: ora era solo!

Era una sensazione seriamente destabilizzante, come se non fosse felice del terreno che si trovava sotto le scarpe e ora senza nemmeno avvisarlo glielo avessero tolto all’improvviso.

Non aveva una base solida su cui appoggiarsi…cosa poteva fare ora?

Era appena entrato ad Hogwarts, ma quattro mura non bastavano per sentirsi a casa.

 L’unica nota positiva era che aveva legato con quattro ragazzi, i suoi compagni di stanza:

James era un ragazzo spassoso e divertente, non si riusciva mai a prendere appunti o a prestare attenzione ad una lezione se sedeva nel banco affianco.

Remus al contrario era un ragazzo diligioso, pacato, dolce, sensibile,indubbiamente bello e un po’ misterioso;neanche al suo fianco Sirius riusciva a concentrarsi su altro che non fosse la sua figura.

L’ultimo della loro camerata era Peter un ragazzino, basso, cicciotello,amorfo e molto timido.

Erano gli unici con cui era riuscito ad aprirsi e a raccontare la propria storia.

Tutti e tre, intorno a lui, lo adocchiavano ogni tanto un po’ preoccupati, notando che l’autoritaria voce del padre di Sirius non accennava ad attenuarsi.

Con sua sorpresa i ragazzi non lo avevano neanche lontanamente giudicato e si erano dimostrati immediatamente molto solidali.

Per la prima volta nella sua vita si era sentito accettato, così com’era, senza doversi sforzare di essere qualcun altro.

Nonostante tutto però,li conosceva da così poco; -ci voleva più di questo per sentirsi parte di una famiglia- pensò con un sorriso amaro sulle labbra.

Questi pensieri vennero interrotti da una fiammata rossa, scaturita dalla bacchetta di James che incenerì la lettera in un istante.

L’ intera sala calò in uno spesso silenzio che faceva quasi male alle orecchie; Sirius pregò che qualcuno lo spezzasse …

..e in breve fu accontentato.

“Non avete nient’altro da fare, che impicciarvi degli affari degli altri voi?”parlò James rivolto agli altri studenti.

In un battibaleno ognuno tornò all’occupazione precedente, ri-diffondendo un rassicurante cicaleccio.

Il moro, risistemandosi gli occhiali e scompigliandosi i capelli in un gesto ormai automatico gli rivolse un ghigno risoluto.

Remus delicatamente gli carezzò una mano sotto la tavolata e la tenne stretta, rassicurandolo con un sorriso dolce.

Forse…non era poi così impossibile iniziare un passo alla volta verso una nuova famiglia!

Era troppo affrettato forse?

Eppure aveva così bisogno di sentirsi accettato e al caldo, aveva così bisogno di loro!

 

 

 

…Qualche anno dopo…

 

 

Driin!Drinn!!Driin!!!

“Pronto?”

“Parlo con il signor Potter?”

“Si!Sono io…mi dica …”

“Il suo numero era il primo memorizzato nel telefono del signor Black …abbiamo provato a contattare la famiglia, ma non vogliono saperne nulla…”

“Un attimo, è successo qualcosa a Sirius?”

“Il signor Black ha avuto un incidente!”

“U..un…incidente?”

“Si!Ed è grave, abbiamo bisogno al più presto un donatore, il suo gruppo sanguineo non è molto comune..può indicarci qual…!”

“IO!Io.. ho il suo stesso gruppo sanguineo!”

“Abbiamo bisogno che raggiunga al più presto la nostra struttura a questo indirizzo…”

Appena afferrato l’indirizzo ospedale nella Londra gabbana, James senza troppe cerimonie lasciò il ministero e si materializzò in un luogo sicuro nelle vicinanze della struttura.

 

Come un razzo attraversò la strada, senza prestare la minima attenzione alle macchine;

In un batter d’occhio si trovò al bancone per chiedere informazioni.

“Oh sig Potter!Grazie al cielo!è stato velocissimo!!”lo accolse l’infermiera.

“Mh-mh …si …ero qui vicino!”rispose alla gabbana per rimediare

“Venga, presto!!”

Lo portarono in una sala asettica;Sirius incosciente era sdraiato su  un lettino al fianco di un lettino vuoto già preparato per la trasfusione.

Guardò il suo sangue passare, attraverso un tubicino,da lui a Sirius.

Ora non sarebbero stati fratelli solo per scelta!

Mentre le infermiere lo rimpinzarono di ogni cosa solida e zuccherata presente nelle macchinette del piano, attese il medico per avere notizie.

Un dottore dal lungo camice bianco lo affiancò con espressione sollevata, annunciandogli che Sirius era fuori pericolo…doveva solo riposare e recuperare le forze.

Acconsentì a James di vedere l’amico purché la visita fosse breve.

 

Quando entrò nella stanza di Sirius , lo trovò sveglio.

“Eih!...Ciao centauro!...”

“Ciao J!”sussurrò flebile il moro.

“Come ti senti?”chiese James avvicinandosi al lettino.

“Io così-così…la moto invece è quasi distrutta!”rispose chiudendo gli occhi per la stanchezza.

“L’importante è che tu stia bene!”rispose deciso Potter.

 

Notando che l’amico faticava a tenere gli occhi aperti, dopo avergli scompigliato i capelli a mo di saluto, si diresse verso la porta:

“Io sono qui fuori, per qualsiasi cosa!Ci vediamo dopo!”

Raggiunta la porta si fermò:

“Sir, sai una cosa?”

“Mhh!?”

D’ora in avanti non sei più un Black!”ghignando concluse “Sei un Potter!”

Lasciò la stanza, mentre il fratello si addormentò con il sorriso sulle labbra.

 

 

  
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