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Autore: Assassin Panda    28/06/2010    2 recensioni
[Austria/Prussia per Clod88, auguri tesoro ;3]
Austria chiude un libro, è vecchio ormai e polveroso e apparentemente di nessun utilità, ma Roderich lo ha divorato in un attimo, in poche ore nonostante fosse un tomo considerevole. «Gli Alleati hanno invaso la Germania, hanno preso Berlino e se la sono spartita... Russia ha preso il controllo della Prussia.» Ascolta le parole del suo paggio, ma in realtà è come se non le sentisse. Solamente il nome del rivale arriva come un suono sordo alle sue orecchie. Non sa se dispiacersene o meno. Non vorrebbe preoccuparsi per uno come Gilbert, che per secoli lo aveva preso in giro e maltrattato, eppure non poteva pensare ad altro. Nonostante il divorzio con Ungheria, nonostante la guerra persa, nonostante le ferite e le perdite, si preoccupava per Prussia. Si sente uno stupido, soprattutto perchè sa che l'altro non gli avrebbe mai degnato nemmeno un pensiero.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fiction è una boiata priva di senso, scritta di getto e sconclusionata, ma ci tenevo moltissimo a farla a tutti i costi.

Per il compleanno di Clod88, per festeggiare i suoi 22 anni e per rendere ufficiale il nostro matrimonio *mostra fede norvegese al dito*

tanti auguri maritaH/mogliaH (Perchè noi, siamo reverse!)




-Titolo: ~L'equilibrista·
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Personaggi: Austria (Roderich Edelstein), Prussia (Gilbert Weillschmidt)
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Genere: Slice of Life, Drammatico, Introspettivo
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Rating: Verde
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Avvertimenti: One Shot, Missing Moments, probabile OOC
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Conteggio parole: 1008

-Note: Ambientazione: fine Seconda Guerra Mondiale. I riferimenti al rapporto tra Russia e Austria derivano dal fatto che, quando l'Austria mosse guerra contro la Serbia, la Russia intervenne contro l'Impero.

Le due frasi in francese e in inglese vogliono dire “I civili non possono rimanere in questa zona a quest'ora!” e “Dannati Crucchi” o almeno... spero XD



Austria chiude un libro, è vecchio ormai e polveroso e apparentemente di nessun utilità, ma Roderich lo ha divorato in un attimo, in poche ore nonostante fosse un tomo considerevole.

«Gli Alleati hanno invaso la Germania, hanno preso Berlino e se la sono spartita... Russia ha preso il controllo della Prussia.» Ascolta le parole del suo paggio, ma in realtà è come se non le sentisse. Solamente il nome del rivale arriva come un suono sordo alle sue orecchie.

Non sa se dispiacersene o meno.

Tanto a momenti le Forze Alleate sarebbero stati anche in casa sua, a riprendere il controllo e a punirlo, perchè lui faceva parte del Reich durante la guerra. È futile pensare alle situazioni degli altri quando la propria è abbastanza precaria. Eppure non può fare a meno di chiedersi se quell'idiota di Gilbert stia bene, in mano ad uno dallo scarso equilibrio mentale come Ivan.

L'ha provata sulla sua pelle, Roderich, la rabbia del russo, durante la Prima Guerra Mondiale. Quanto era stato incosciente allora, e ancora le ferite bruciavano unite a quelle del nuovo conflitto ormai cessato.


È in ansia.

Non vorrebbe preoccuparsi per uno come Gilbert, che per secoli lo aveva preso in giro e maltrattato, eppure non poteva pensare ad altro.

Nonostante il divorzio con Ungheria, nonostante la guerra persa, nonostante le ferite e le perdite, si preoccupava per Prussia.

Si sente uno stupido, soprattutto perchè sa che l'altro non gli avrebbe mai degnato nemmeno un pensiero.



Anche se il suo Regno era in equilibrio su un filo di lana, Austria decise di andare ad accertarsi della salute di Prussia, anche se sapeva che l'altro lo avrebbe di sicuro sbeffeggiato di nuovo.

Lo avrebbe fatto, anche a costo di pendere da un lato e di cadere giù da quel filo.


Berlino è distrutta, vuota, in fiamme.

Francesi, inglesi, americani e russi vi percorrono le vie a passo militare, ma non c'è traccia nemmeno di un tedesco.

Ludwig. Gilbert. Nessuno dei due sembra essere mai vissuto nella capitale dell'Impero Nazista. Un Impero che aveva significato solo morte e distruzione, e quell'opprimente deserto ne era la prova evidente.



«Civils ne peuvent pas passer dans ce domaine en ce moment! » pronuncia un soldato prendendolo per il gomito con forza, ma Austria non capisce quella lingua, non lo capisce nemmeno se usa la violenza su di lui «Damned Kraut» imprecò un altro in inglese.

«Bastardi schifosi! Solo io posso permettermi di maltrattare il Damerino!»

Riconosce quella voce: come poterla dimenticare d'altronde?


«Che ci fai qui? Guarda che le sottane di Eliza sono lontane da qui!» lo rimprovera acido

«Io ed Elizaveta ci siamo lasciati, se la cosa ti fa piacere.»

«Ah.» Boccheggia, Gilbert. La notizia lo lascia senza fiato, scombussolato, ma al contempo non può non rimanerci male per Ungheria. Appena ripreso prende Austria per il bavero e lo scuote con violenza.

«Sei un idiota! Sei sempre il solito damerino quattrocchi da strapazzo! Che le hai fatto eh!? Scommetto che l'hai fatta soffrire! Lei ti amava troppo, idiota!»

«Questo lo so, Gilbert! È stata una decisione sofferta, ma presa da entrambi! Non potevamo più stare insieme, e comunque ce lo avrebbero impedito! Non sono venuto qui per farmi insultare da te, comunque» Roderich con uno strattone si libera dalla presa di Prussia e si alza dal giaciglio in cui si erano rifugiati poco prima.


«E io che sono stato anche uno stupido a preoccuparmi di te!»

Si alzò in piedi ma le gambe sembrano cedere.

Cedere per poi cadere nel vuoto che sovrasta il filo di lana su cui aveva camminato in equilibrio fino a metà strada. Non c'è niente sotto, solo la soffocante sensazione di cadere dentro l'oblio infinito.

Non è adatto, Austria, a fare l'equilibrista.


«Aspetta!» lo chiama Prussia, e lui si ferma

«Ti sei... davvero preoccupato per me? Tu?»

«Sì. La cosa ti da fastidio?» sbotta seccato.

«Un po'. Ma grazie per aver pensato a me, damerino. Nessuno lo ha mai fatto fin ora. Sai, io non ho mai avuto nemmeno una mogliettina premurosa che badasse a me. Quindi grazie» Gilbert é rosso in viso. Dire quelle parole gli è costato molto per il suo smisurato orgoglio, ma Roderich ne é felice.


Quando si cade basta tendere la mano a chi ti sostiene.

Porse la mano a Prussia, ancora seduto a terra.

«Che c'é, il meraviglioso Gilbert non ha più nemmeno la forza per stare in piedi? Che mollacchione!»

«Sta zitto! Damerino!»

Prussia afferra la sua mano, rialzandosi con uno sbuffo.

È tardi ormai, ma il tedesco decide di portare l'austriaco in un pub ancora aperto a bere birra per consolarsi. Austria inizialmente rifiuta, ma vi ci viene trascinato dentro a forza, e quando è in quella locanda a bere birra a fiumi il suo cuore si placa dallo stato turbolento in cui era.

Finalmente non si sente più cadere. E anche se uno dei due cadrà, saprà che ci sarà sempre l'altro a sorreggerlo.


  
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