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Autore: Alchimista    28/06/2010    6 recensioni
Quando ogni cosa sembra sistemarsi ed ogni cosa sembra essere conclusa, inevitabilmente giungono i pensieri.
Era finito. Finalmente era tutto finito. Ora poteva tornare: non c’era più nulla che lo trattenesse lì. Quello non era il suo posto.
Si accasciò sul terreno bagnato del cimitero, di fronte alla sua lapide senza più forze: era terribilmente stanco. Tentò di mettersi a sedere, sfiorando le lettere incise sulla pietra, appigliandosi a loro, unico sostegno.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sfumature di grigio.

 

 

Era finito. Finalmente era tutto finito. Ora poteva tornare: non c’era più nulla che lo trattenesse lì. Quello non era il suo posto.

Si accasciò sul terreno bagnato del cimitero, di fronte alla sua lapide senza più forze: era terribilmente stanco. Tentò di mettersi a sedere, sfiorando le lettere incise sulla pietra, appigliandosi a loro, unico sostegno.

«Shelly…» sussurrò con voce rotta, tremendamente sofferente, stanca.

Intanto poteva sentire le sirene che infrangevano il silenzio di quella maledetta notte e più soffusi, quasi impercettibili, i rumori delle voci umane; tante, inutili voci umane che si chiedevano cosa diavolo fosse successo, che cercavano di spiegarsi qualcosa che non aveva spiegazione.

Chiuse gli occhi, mentre la pioggia gli bagnava il viso, il petto, le membra: gli donava un po’ di calma, la quiete della morte.

E poi arrivò. Sentì chiaramente la sua presenza e riaprì gli occhi per poterla vedere.

Bella, come sempre, anche nella morte, avanzava come in una danza, un vestito bianco copriva le sue dolci forme. E fu allora che Eric seppe che i morti – o meglio, quelli come lui – potevano ancora provare emozioni. Perché mai aveva sentito una gioia ed un dolore simili in vita, mai. Lo travolsero, minacciarono di annientarlo, di non lasciare nulla di lui; ma tenne duro e sostenne quello guardo. Lei si avvicinava, gentile: un angelo.

«Fermati» sussurrò, lo stesso tono distrutto ad accentuare quella supplica travestita da ordine «Non avvicinarti»

Lei si fermò, ormai a pochi passi da lui, e piegò lievemente la testa da un lato, confusa.

«Eric» sussurrò e fu bellissimo sentire di nuovo la sua candida voce «Sono io» e fece qualche altro passo verso di lui.

«Ti prego, non avvicinarti» ripeté l’uomo, con voce rotta.

«Perché?» chiese lei senza poter comprendere quelle parole: era lì per portarlo con se, possibile che non volesse venire?

«Non devi toccarmi» spiegò.

«Perché?» domandò di nuovo la donna, guadagnando ancora qualche passo.

Eric tentò di allontanarsi, si fece indietro per sfuggire al suo nuovo avvicinamento, ma le spalle urtarono la fredda pietra della lapide, impedendogli il movimento.

Shelly continuava a guardarlo senza capire quei gesti: era come se stesse fuggendo… da lei.

«Sono come loro… non c’è nulla che ci distingue, ora» sussurrò lui all’improvviso, prendendosi la testa fra le mani, scosso dai primi tremori di un nuovo pianto.

La donna lo guardò con occhi tristi: era questo che lo tormentava, che ora non riusciva a farlo tornare da lei. Il corvo non lo tratteneva. Ora quella bestia si chiamava rimorso.

«Che cosa stai dicendo, Eric?» gli chiese con voce amorevolmente ammonitrice, ormai ad un soffio dall’uomo.

«Ti prego, Shelly: non voglio sporcarti»

«Non potresti mai»

«Ora sì: ora sono come loro… Ma cose avrei potuto fare? Bisognava rimettere le cose a posto: dovevo vendicarci»

C’era così tanta sofferenza in quella voce, così tanto scompiglio in quelle parole. Possibile che per lui non ci potesse essere pace neanche adesso? No. Lei lo avrebbe salvato. Ora toccava a lei.

«Tu non sei come loro, Eric. Non potrai mai esserlo» gli sussurrò prendendogli la mano ed ignorando la sua resistenza.

«Non toccarmi: il sangue che sporca le mie mani sporcherà anche te»

«Non c’è sangue su queste mani»

«Ma c’è stato, Shelly. Ora non può vederlo, ma c’è stato. Ed il sangue difficilmente sparisce»

Lei cercava i suoi bellissimo occhi: voleva vederlo e ripetergli che non era come quegli assassini, che c’era tutta la differenza del mondo fra di loro; ma Eric teneva lo sguardo basso.

«Sono come loro: siamo assassini. È questo che conta»

«Oh, Eric: tu credi che al mondo esistano solo il bianco e il nero?»

Lui per la prima volta da quando Shelly lo aveva toccato, alzò gli occhi e li immerse nei suoi.

«Al mondo esistono tante sfumature di grigio. Tantissime, Eric: tu non immagini quante. Forse infinite»

«Questo non mi giustifica»

«Questo ti differenzia»

«Abbiamo ucciso tutti: abbiamo… la stessa sfumatura di grigio» disse allora Eric, ripetendo un po’ scettico le parole della compagna.

«Affatto. Siete completamente differenti» lo contraddisse lei «Circostanze, modalità, motivazioni: sono tutti criteri che vi differenziano»

«Allora sono anche peggio di loro» continuò lui ricordando il modo in cui aveva fatto fuori quei quattro bastardi, il modo in cui aveva sorriso e gioito della loro fine.

«Non è affatto così, Eric. E in ogni caso non sta né a me, né a te giudicare queste azioni. Noi possiamo solo seguire il nostro destino e attendere che ci giudichino. Non disperarti prima del tempo. È inutile»

Eric la guardò a fondo: erano talmente dolci le sue parole e così sincere… gli avrebbe creduto, sì, solo per questa volta.

«Ti amo, Shelly» sussurrò, con un sorriso sincero.

«Ti amo anch’io, Eric» e lo baciò.

Un bacio dolce, che non aveva nulla della morte. Sapeva di vita… pura, semplice, libera vita.

E si alzò prendendo la sua mano: ora era pronto, ora poteva andare. E così la vide, la sua sfumatura di grigio: non bianco, non nero. Grigio.

Perché in ogni persona esistono luci ed ombre. Il segreto sta nel convivere con esse.

Eric aveva visto tante ombre, poteva contarne altrettante nel suo cuore. Ma lo sapeva: quando avrebbe avuto bisogno di una luce, gli sarebbe bastato voltarsi verso di lei. Shelly.

 

 

 

 

Le case bruciano, le persone muoiono… ma il vero amore è per sempre.

 

 

 

 

 


Lo spazio dell’Autrice.

 

Ebbene, ho voluto fare quest’esperimento per vedere un po’ che ne usciva… ed ecco questa Shot. Devo ringraziare MissProngs per avermi fatto vedere questo meraviglioso film ed anche Crazy_Clara che involontariamente, con il suo commento al film, mi ha ispirato queste parole.

Che dire?? Mi trovo d’accordissimo con le parole di Shelly, anche se capisco troppo bene il tormento di Eric.

Spero vivamente che questa Shot non passi del tutto inosservata… alla prossima.

Un bacio…

 

La vostra Alchimista <3<3

 

 

 

   
 
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