Prologo
Ero scappata dalla sala da ballo, le occhiate che mi
rivolgeva il conte Cullen si stavano
facendo per l’ennesima volta inopportune
e sono sicura che presto qualcuno se ne sarebbe accorto. Non ostante
cercassi di avere un passo abbastanza veloce sentivo qualcuno che mi seguiva , e pregavo il buon
dio , che non fosse quel diavolo tentatore . Chiusi la porta dello studio, sperando
di essere scampata alla tortura ma a bloccare la porta c’èra un piede. Era lui
non poteva essere qualcun altro , sperai che dio fosse con me.
“Miss, dove scappa?”, la sua voce bassa e roca mi fece
sussultare e in un attimo fu accanto a me.
“smettetela conte Cullen”, le mie suppliche non valsero
a molto ,le sue labbra erano sulla mia spalla, tutto questo non poteva
succedere. “conte Cullen, io sono promessa ad un altro uomo, lasciatemi
immediatamente”, lo scansai bruscamente appena sentii la sua lingua sul mio
orecchio, quella tortura stava diventando da troppo l’unica cosa che desideravo
da giorni ormai, ma era peccato solo pensare che volessi essere toccata come Edward
faceva, era peccato perché lui non era il mio futuro sposo.
“mia cara, se non rammento male e correggetemi in
tal caso, le mie attenzioni non vi hanno infastidito la scorsa sera”, la mia
debolezza mi aveva fatto cedere ma un tale evento non doveva essere replicato,
mai più.
“smettetela Cullen, ve lo dirò fino alla fine, è
stata un attimo di debolezza e dio mi fulmini se non me ne sono pentita
all’istante”, lo vidi sogghignare e avvicinarsi con un sorriso malizioso. Mi
afferrò per la nuca e mi avvicinò a lui “non deludetemi mia cara Isabella,
siete durata anche più di un instante” , le mie mani finirono subito sulle
spalle ,pronte ad allontanarlo appena capii a cosa si riferisse , ma era troppo
forte e la sua stretta si era intensifica.
“ditemi Isabella, amate il vostro Jacob? E voglio la
verità”, la sua voce era tormentata, triste poche volte l’avevo sentito così.
“l’amore sboccia come un fiore … prima o poi” la sua
stretta si affievolì e un sospiro di
rassegnazione , forse, lo fece continuare a parlare “e poi? Sarete felici mia
Bella?quel fiore potrà appassire e morire se non curato” , mi chiamava poche
volte così. Sempre in privato ,ma solo quando ci scordavamo di chi avevamo
davanti e ogni convenzione sociale spariva.
“lui mi ama e potrà donarmi la sicurezza e la
felicità che mi permetterà di andare avanti e non solo a me! Lo sapete bene” il
mio tono era acido,sapeva perché ero costretta in questo matrimonio.
“ma Isabella, come potete essere felice in questo
modo?”, già come potevo vivere con un uomo che sarà mio marito solo per la
salvezza della mia famiglia e che non amo, “e voi CONTE, potreste mai darmi la
felicità, la ricchezza e la sicurezza che lui ha promesso di darmi?”, la sua
espressione era di pure dispiacere
“Isabella sapete bene che non posso”, lo allontanai
bruscamente, le sue parole mi fecero male, più di un coltello nel petto.
“e allora andatevene Edward, scordatevi di me e io
forse farò altrettanto”, le lacrime ormai erano difficili da contenere, non
ostante tutto , non potevo dire che il conte Cullen non mi avesse rubato il
cuore.