IL
PIANTO DELL'IPPOGRIFO
Aveva
visto
il suo padrone uscire in tutta fretta insieme agli altri. Si era
accucciato e basta. L'avrebbe aspettato per tutta la sera. Era giorno
di manutenzione, Sirius lo spazzolava sempre.
Sirius non
tornava.
Iniziava ad
avere fame. Scioccò il becco con irritazione. Come poteva non
calcolarlo per così tanto tempo? Oh, quando sarebbe tornato, Sirius
se lo poteva anche scordare l'inchino, e avrebbe fatto bene a tenere
il collo coperto.
Udì
il
cigolio della porta. Alzò gli occhi con rabbia. Eccolo che tornava.
Alla buon'ora!
Ma quello
che vedeva davanti a lui... quello non era Sirius. Quello era Hagrid.
Hagrid con la faccia che ricordava dall'ultima volta: gonfia e
coperta di lacrime.
L'omone
abbozzò un inchino. Senza aspettare che fosse ricambiato, gli si
avvicino. Gli diede qualche pacca sul becco.
Erano
animali intelligenti, gli Ippogrifi. Erano orgogliosi ma anche
astuti.
«Andiamo,
Beccuccio».
Mentre
Fierobecco volava nel cielo coperto da pesanti nubi cariche di
pioggia, la luna si specchiò negli occhi arancio da uccello. Emise
un verso di dolore, come se qualcosa gli avesse appena rotto un'ala.
Se avesse
potuto, avrebbe pianto. Quella notte era così simile e così diversa
da quella di due anni fa, quando avevano conquistato la libertà
insieme... due fuggitivi. Sirius gli aveva voluto bene. Lui aveva
voluto bene a Sirius.
Si sarebbe inchinato cento, mille volte davanti al suo coraggioso padrone che mai più avrebbe rivisto.
Il cielo, quella notte, sapeva di libertà anche per lui. Se avesse potuto, avrebbe sorriso.
Note:
Mi piacerebbe tanto sapere chi sparge droga nell'aria. Davvero, non
avrei mai pensato di scrivere della morte di Sirius dal punto di
vista di Fierobecco. Però... non so. Perché Fierobecco non dovrebbe
piangere? Solo le Fenici piangono? No, non mi sta bene ù.ù Però vi
assicuro che è difficle mettersi nel cervello di un Ippogrifo ò.ò
Spero che
vi sia piaciuta e che non l'abbiate trovata una cosa tanto fuori dal
mondo.
Aspetto con
ansia i vostri pareri, che adoro sempre e comunque.
Grazie per
la lettura e per un'eventuale recensione,
Minnie.
Per lei, l'altra me stessa, che schiavizzo sempre.