Secondi,

minuti,

ore,

giorni,

settimane,

mesi...

Ogni singolo attimo della mia vita

negli ultimi tempi,

è stato dedicato a te.

Ogni gioia,

ogni risata,

ogni successo...

tutto per poter sperare che un giorno

tu saresti stato fiero di me.

E avresti abbattuto le barriere che ci separano,

avresti saputo guardare oltre le difficoltà della vita

e mi avresti amata.

Ma non è stato così...

Avresti potuto leggere mille e mille volte,

nei miei sguardi traditori,

nelle mie parole,

nel profondo del mio animo,

l’amore che nutrivo per te,

che cullavo come un bimbo e crescevo segreto.

Un amore così grande che mai avevo incontrato prima...

E la mia domanda spontanea era sempre questa,

nei lunghi pomeriggi d’estate in cui ti sentivo lontano,

nelle nottate in cui non riuscivo a prendere sonno,

nelle giornate apatiche...:

che diritto avevi, tu,

di tenere sulla punta delle tue dita la mia felicità,

e di giocarla inconsciamente

e trasformarla in dolore?

Di farmi sentire la persona più felice della terra

E un attimo dopo avere l’impressione di non poter ridere

mai più?

È una domanda a cui non trovo risposta,

perchè forse è vero quando si dice che l’amore non ha “se”...