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Autore: ey_ju    29/06/2010    2 recensioni
"Da lontano avevo titubato, ma ora non avevo più dubbi:
era una lacrima di sangue.
L'angelo piangeva".
Angelo, si, perché non mi veniva altra parola per descrivere la bellezza di ciò che vidi.
Sul suo viso un'espressione struggente, che mai avrei dimenticato..."
non sapevo cosa scrivere, perciò ho messo un pezzo del testo!!xD
comunque parlerebbe di un angelo dalle ali nere e gli occhi cremisi e di un bambino sperduto che lo ha incontrato nella foresta.
in realtà sarebbe un'adattamento a one-shot del prologo di un'altra storia ma diciamo che lo cambiata in una serie di one-shot...che ammontano a 2(per ora)!!xD
Ah!! e il titolo l'ho cambiato, perché non mi piaceva...per cui si, è sempre la stessa storia se ve lo siete domandato u.u!!xP
Genere: Dark, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un angelo.

Una volta vidi un angelo; fu molto tempo fa;

Un giorno, quando da piccolo mi persi nella foresta.

Mentre vagavo in quella selva oscura vidi qualcosa che non mi sarei mai aspettato.

Davanti a me una figura dalle ali nere come le tenebre e due taglienti occhi cremisi da cui scivolava una lacrima di sangue. Soltanto una.

Non appena lo vidi non riuscii a trattenermi dal pensare che fosse una creatura davvero bellissima. Troppo bella per essere di questo mondo..

Quella volta vagai per ore in un'oscurità infinita. Tremavo, avevo paura. Il buio mi ha sempre fatto paura. Quell'ombra eterea mi spaventava, sembrava non avere mai fine.

Vagai alla cieca, mentre il tempo non passava più e la foresta si faceva sempre più fitta, inghiottendo il mio mondo nelle sue tenebre.

Ad un certo punto, non saprei dire se dopo ore o minuti, inciampai offuscato dalle lacrime e caddi a terra, rotolando per miglia e miglia tra quei rami fitti e taglienti.

Non seppi mai dove o come ci arrivai, ma quando aprii di nuovo gli occhi il mio corpo era avvolto in un tenue raggio ceruleo.

Non appena vidi il luogo incantato in cui ero arrivato rimasi immobile, incapace di muovere un muscolo. Era una visione stupenda.

Una radura fiabesca, in mezzo al fitto del bosco, illuminata da quella luce così strana che la tingeva d'incanto.

In un primo momento pensai alla luce della luna che, già alta nel cielo, s'intrufolava sino a laggiù, ma le fitte chiome degli alberi che racchiudevano quel luogo impedivano di passare a qualsiasi luce.

No, non era luce lunare quella, e nemmeno solare. Era qualcos'altro, che non proveniva da fuori. Era una luce interna...la cui scintilla viveva dentro la radura stessa.

Cercai da tutte le parti la sua fonte ma invano, non ve n'era traccia. Quella luce sembrava avvolgere tutto senza mai posarsi troppo su niente in particolare, come se semplicemente non avesse origine.

Pieno di tagli mi alzai, dolorante, per cercare meglio ma improvvisamente sentii qualcosa, un tremolio, una vibrazione dell'aria che catturò la mia attenzione, proprio di fianco a me.

Mi girai di scatto, sorpreso, e fu in quel momento che lo vidi.

Abbandonato per terra, la schiena poggiata elegantemente contro un albero non molto lontano. Ancora prima che la mia mente elaborasse quella figura, essa mi rubò le parole di nuovo, ma con molta più violenza della radura.

Aveva avvicinato il ginocchio destro al petto, circondato dalle sue braccia mentre vi poggiava sopra il mento, lo sguardo chino.

Lunghe ali nere si stagliavano dalla sua schiena, avvolgendolo in un abbraccio di tenebra e i capelli bronzei gli ricadevano sul volto, privandomi quasi completamente della sua vista.

Rilucevano metallici, quasi fossero di bronzo vero. In quell'istante fui certo che mi sarei tagliato toccandoli, perché sembravano così taglienti...

belli e pericolosi.

Mi avvicinai.

Non riuscii a trattenermi.

Quegli occhi rossi mi stavano chiamando, inesorabili.

Li avevo scorti fra i capelli, un lampo cremisi, rosso come il sangue.

Lo stesso colore della lacrima che gli scorreva lungo la guancia, silenziosa, accarezzando il suo viso diafano. Da lontano avevo titubato, ma ora non avevo più dubbi: era una lacrima di sangue.

L'angelo piangeva.

Angelo, si, perché non mi veniva altra parola per descrivere la bellezza di ciò che vidi. Sul suo viso un'espressione struggente, che mai avrei dimenticato;

occhi tristi, lontani e lo sguardo indifferente, disinteressato.

Un'anima spenta, senza più luce in quell'espressione vuota come i suoi occhi.

Fu quello sguardo ad avermi catturato; quell'oscurità sul suo viso.

Mi ha sempre fatto paura il buio.

Mi fermai davanti a lui, fissando immobile. Mi aveva rubato anche il respiro.

Fu allora che si accorse di me. Che lo avevo visto.

Mi fissò, freddo.

Negli occhi cremisi un briciolo di sorpresa, ben nascosta.

Mi osservò in piedi davanti a lui, a fissarlo incantato. Io lo osservai. In realtà non avevo distolto il mio sguardo un secondo da quando l'avevo posato la prima volta su di lui, ma ora potei guardare meglio il suo volto. Guardai la lacrima sul suo viso, guardai il suo sguardo che con un'occhiata mi aveva rapito

E sorrisi.

Gli occhi ancora gonfi, tentennanti.

Sorrisi, tutto pieno di tagli, un male che per un bambino così piccolo era enorme.

Sorrisi perché il dolore, su quello sguardo inespressivo, su quel viso che non lasciava trasparire nulla, era molto più grande del mio.

In quegli occhi freddi e incuranti, vi era molta più tristezza che nei miei. Sorrisi perché il suo cuore vuoto aveva bisogno di un po' di calore, non di altre lacrime.

“signor angelo”dissi con voce allegra.

“ti sei perso anche tu?non essere triste, ti aiuterò io!”

lui non rispose.

Si leccò la lacrima di sangue che lentamente aveva raggiunto le sue labbra invitanti e mi guardò. Guardò i miei tagli, il mio di sangue, che sgorgava da essi.

Mi guardò e si leccò le labbra, ancora arrossate. Il mio sorriso si allargò. Sentivo il pericolo, mi martellava la mente.

“fuggi!”, mi gridava.

“c'è qualcosa di strano”

Ma io non fuggii.

Restai lì, sorridendo, incurante di quell'allarme. C'era qualcosa di strano, lo sentivo, ma non potevo pensarci in quel momento. Non m'importava. Perché non riuscivo a concentrarmi su nient'altro che su di lui;

Perché qualsiasi cosa avrebbe potuto cancellare quel dolore, quella tristezza e quel bisogno assordanti in quei occhi privi di emozioni;

l'avrei subita col sorriso.

M'inginocchiai davanti a lui, gli strinsi quella mano dalle dita lunghe e affusolate troppo grande per me. La strinsi forte e sorrisi. Soltanto per lui.

“Non piangere, ora sono qui con te”, gli dissi, le lacrime che riempivano ancora i miei occhi.

“Anche se è buio, insieme prima o poi troveremo la luce”.

Se dovrei ripensarci oggi, mi renderei conto che quello che avevo detto era una cosa piuttosto stupida; almeno per come la intendevo io. Avendo ancora la visione egocentrica tipica dei bambini così piccoli, avevo dato per scontato che dato che piangevamo tutti e due, anche lui aveva la mia stessa paura. E in realtà, anche se non nello stesso modo, avevo ragione. Ma questo non lo avrei mai saputo.

Il suo viso restò impassibile,

il suo corpo immobile,

ma nei suoi occhi passò un lampo.

Impercettibile.

Non l'avrei visto se non fossi stato così vicino.

Lo scorsi appena e ne rimasi abbagliato; Il suo viso era ad un soffio dal mio.

Lui guardò di nuovo le mie ferite, il sangue. Tornò ai miei occhi e si morse un labbro.

Io non resistetti a quel bisogno. Era troppo ardente, bruciava come fuoco in quei suoi occhi spenti.

Non capivo, ma non m'importava. Non ce n'era bisogno.

“Di cos'hai bisogno?hai fame?”, chiesi innocente;

perché quella sua necessità sembrava proprio questo. Il modo in cui mi stava guardando era...famelico.

“se vuoi posso darti una mano...”

alzai la destra, per andare ad accarezzargli la testa. Non resistetti più al richiamo; quelle lame bronzee erano troppo vicine per non cedere.

Per un attimo mi chiesi se toccandoli avrei intinto anche le mie dita di sangue.

Ma i suoi occhi mi bloccarono.

Un lampo d'irritazione.

Mi afferrò i polsi con la mano libera, liberando l'altra dalla mia presa di conforto, e mi buttò a terra.

Improvvisamente il mio cielo si scurì, diventando nero. Le sue ali mi celavano completamente la vista.

“Se proprio insisti...”, sussurrò lui nel mio orecchio

E la sua voce fu talmente bella che non osai replicare. Rimasi immobile, per non guastarne il ricordo. Improvvisamente un dolore acuto, al polso, dove i suoi denti esperti avevano premuto.

Cinse la piccola ferita con le labbra e rimase così, succhiandola leggermente;

poi mi guardò, le labbra sporcate di nuovo dal sangue. Il mio questa volta.

Il dolore iniziale era stato pungente, mi aveva fatto scappare un ansito, ma poi si era assopito un po'.

Sorrisi, soddisfatto. Gli avevo offerto una mano e lui se l'era presa.

Lui mi fissò per qualche secondo, l'espressione stoica e indecifrabile, poi si chinò di nuovo su di me.

Questa volta il dolore fu al collo, al petto, a tutte le ferite che la sua lingua sfiorava.

Faceva male, tanto male, molto più di prima.

“Urgh..”, gemetti, ma non mi ritrassi.

Alzai il collo, ancora sorridente, perché era ciò di cui aveva bisogno.

Lui mi guardò di nuovo, immobile.

Il dolore nei miei occhi,

le lacrime sul mio viso;

guardò il mio sorriso e sbuffò, l'espressione questa volta ancora più irritata, e affondò di nuovo la testa, leccando con più durezza.

Ma io strinsi i denti e il mio sorriso si allargò, perché il bisogno nei suoi occhi stava calando.

Con un ultimo sforzo, riuscii ad allungare una mano, scivolata via dalla sua presa allentata ora che mi vedeva così accondiscendente.

La alzai verso il suo capo chinato su di me e finalmente riuscii ad affondare le dita in quella sua chioma metallica.

Mi ero aspettato altro dolore, che le mie dita si ferissero contro quelle lame scintillanti che parevano d'acciaio; ma quando finalmente intrecciai le dita in una manciata di quelle ciocche dovetti ricredermi: i suoi capelli erano lisci e morbidi come piume; quelle stesse piume nere che cadevano ad ogni minimo movimento delle sue ali.

Strinsi più forte le ciocche che avevo afferrato, mentre anche l'altra mano si alzava andando a cingergli la parte di schiena libera dalle ali e lo avvicinai a me.

Rimasi così, il corpo che bruciava e un sorriso soddisfatto sulle labbra per essere riuscito a soddisfare anche il mio di desiderio, oltre al suo, e pian piano, scivolai nel buio dell'incoscienza; ma stretto nella sua morsa quell'oscurità non mi spaventava più, perché se quella creatura così incantevole e pericolosa sarebbe rimasta vicino a me sarei stato al sicuro.

Fu così che mi addormentai, tra le braccia di quell'angelo di tenebra.

Le sue ali nere che mi avvolgevano, la sua pelle diafana che splendeva nella notte, illuminando tutto di quella strana luce dalle sfumature celesti.

“i'm happy...that you are ok now..”, sussurrai.

Quelle furono le ultime parole che gli dissi. Fu solo un sussurro al suo orecchio-troppo debole per alzare la voce-prima di chiudere gli occhi senza riuscire a vedere il suo viso allibito.

Gli occhi cremisi che brillavano nell'oscurità, illuminati dalla sua stessa luce; il sangue che ormai aveva tinto del tutto anche le sue labbra di quel cremisi scarlatto. Il colore del sangue.

Non seppi cosa successe dopo che mi fui addormentato. So solo che quando riaprii gli occhi la luce m'invase. Ero al bordo della foresta, appena fuori dagli alberi delle ferite nessuna traccia e di quanto successo solo un sogno sbiadito.

Non seppi quello che fece lui in seguito, ma anche se da nessun'altra parte del mio corpo ve ne era più traccia, nemmeno sui vestiti strappati, sulle labbra...in bocca avevo il ferruginoso sapore del sangue. Quello stesso sangue che aveva imbevuto le sue labbra...la sua lingua. Ma a quel tempo ero troppo piccolo per pensare a cosa potesse significare.

Nella mente avevo un solo pensiero; un'idea strana che chissà dov'era uscita.

“Forse, l'unico motivo per cui ero così spaventato dal buio, era che non capivo come mai mi attirasse tanto”

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finitaa!!xD

spero vi sia piaciuta, era la prima che scrivevoo!!o meglio, la prima che pubblicavo, quindi siate buoni..xD comunque come ho già detto originariamente era il prologo di una serie...un tantino più lunga*giusto qualche decina di capitoli.xP*ma non si vuole scrivere, così ho deciso di pubblicare questa...introduzone per vedere se vi sarebbe piaciuta!!xD

la storia comunque si svolgerebbe quando il protagonista è maggiorenne..anche perchè se no è vietatoooo!!xP

comunque vi prego, fatemi sapere cosa pensate!recensite, Recensite, RECENSITEeeee!!!xD e se pensate che ci sia qualcosa che non vada ditemelo che swguirò i vostri suggerimenti!!^^

  
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