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Autore: Errors11    30/06/2010    4 recensioni
Hai idea di cosa stia rischiando? Mh ? Te lo ricordi chi sono, oppure no?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Light, ti vedo assente.

 

La bionda stava in piedi, immobile, davanti al giovane ragazzo dallo sguardo sfinito.

 

-Ho avuto una giornata pessima, già è tanto se trovo la forza di respirare. Forza, va’ a dormire.

-Stai scherzando, vero?

 

La rapidità con la quale lei cambiò il tono di voce, fece salire per la schiena di Light dei brividi ghiacciati.

Quell’angelica assassina sapeva come diventare inquietante.

 

- Io sono sveglia dalle 4 di stanotte, in ansia per te.  Non sai in che stato mi riduco quando non ci sei, sembro una disperata.  E adesso che ho aspettato quasi un giorno, mi vuoi liquidare in questo modo?

- Misa, non lo faccio per cattiveria, ma io DEVO lavorare, capisci? Hai presente la parola “impegno” ?

- Dovresti almeno provare! Provare a ritagliare uno spazio per noi due, un minimo del tuo prezioso tempo. Non chiedo tanto, mi basta poco per essere felice.

 

Dopo la frase della ragazza, ci fu una pausa che in qualsiasi altra discussione può parere impercettibile, una sciocchezza.  Il silenzio durò meno di una frazione di secondo, ma squarciò l’aria, rendendola incandescente.

 

-Hai idea di cosa stia rischiando? Mh ? Te lo ricordi chi sono, oppure no?  Ogni minuto che passa è una vittoria, significa che non mi hanno ancora beccato.

-Light, non…

- RISPONDI!!! TE LO RICORDI?

 

Misa abbassò lo sguardo, accennando un timido  - Io… sì… - poi fu invasa dalla solitudine più arida e vasta.

 

-Allora finiscila. Non fare la stupida come tuo solito.

- …

-E non fare l’offesa!

-…io ho paura che tu a volte stia mentendo. Ho veramente il terrore. Se scopro che c’è un’altra…

 

La sopportazione e i nervi di Light erano ormai al limite.

 

-BASTA! Se non ho neanche il tempo di dormire, mi spieghi come cazzo faccio ad avere un’altra!?

 

Stette muta, sentendosi un po’ in colpa, ma sempre immersa in quel vuoto cupo e tetro.

Light si allontanò dirigendosi verso un’altra stanza, rimanendo però nel campo visivo della ragazza.

 

“Posso fare di lei ciò che voglio, posso plasmarla con le mie mani come mi torna più comodo. Però per essere sicuro al 100% che rimanga buona e reciti il suo ruolo alla perfezione, dovrei anche premiarla in qualche modo. Solo ogni tanto, è talmente ingenua…”

 

-Misa… perdonami. Sono stressato, ho mille situazioni intorno che potrebbero capovolgersi da un momento all’altro  ritorcendosi contro di me, e di conseguenza contro di te. Noi due dobbiamo cambiare il mondo, ma per fare ciò bisogna accettare di correre dei rischi, di stare male. Camminiamo sul filo della spada più affilata, e inoltre mi sento in dovere di proteggerti.  Se ti capitasse qualcosa, io…

 

 Poi, avvicinandosi, le fece una carezza e le sfiorò una spalla.

 

-Io sono Kira, io sono Dio. E tu, sei importante allo stesso modo. Senza Misa Amane, addio nuovo mondo, addio giustizia. Mi capisci? Là fuori, gli “uomini di giustizia” come amano definirsi, ci danno la caccia.

 

Le sue labbra sfiorarono la fronte della bellissima, ormai prigioniera di un pianto amaro.

Lui continuò, e la sua voce che fino a pochi istanti prima le aveva urlato contro, divenne come caramello intorno alla sua anima.

 

-Ma sai cosa succede se ci prendono?

 

I due si guardarono e Light le afferrò la mano che lei teneva appoggiata al suo petto.

 

-Quelli ci ammazzano. Come bestie. E pretendono di definirsi “buoni”. Sono molto più assassini loro di noi.

 

Così terminò il suo discorso.  Il suo odio verso Misa si era rivestito di un velo ricamato con fili d’oro e di seta insanguinata. Per la giovane, una bugia troppo accecante da farle capire le sue vere intenzioni.

Era solo uno strumento di Kira. Non valeva niente.

 

 

 

Però in fondo, stare tra quelle braccia bugiarde

piangendo lacrime affilate,

non era poi così male.

 

 

 

 

 

 

Errors11

 

Misa in sè, è un personaggio drammatico.  Mi fa veramente pena, povera anima. Questa credo sia una tra le storie che preferisco, tra quelle che ho scritto. Perché? Perché ha fatto irruzione nella mia testa così, la mattina dell’ultimo giorno di giugno, col sole che scioglie e qui in casa, la solitudine e la pace più completa.

Non ho potuto fare a meno di scriverla. Sarebbe morta dentro di me lasciando un peso.

 

 

  
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