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Autore: IsaMarie    30/06/2010    8 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ciao ragazze eccovi un'altro capitolo. Non succede un granchè, è un capitolo di passaggio, ma ci vogliono anche questi.
Ringrazio infinitamente chi mi ha messo tra gli autori preferiti, chi tra le storie preferite, chi tra le seguite e chi semplicemente ha voglia di perdere un po' di tempo leggendo questa storia.
GRAZIE!!!!!!


 loulou72 [Contatta] Segnala violazione
Grazie mille lou, lo so benissimo che mi segui sempre e cosa pensi. Bacioni
 vanderbit [Contatta] Segnala violazione
Grazie, ma vedrai che presto miglioreranno, pazienta ancora un pochino. Baci
 bellina97 [Contatta] Segnala violazione
ciao bellina, come al solito mi fai morire. Il criceto di Edward sulla ruota, mi ha letteralmenre conquistata. Ah ah ah! Comunque su Mike, hai prorpio ragione, è sceso proprio in basso. Non l'ho mai sopportato e quindi nella mia storia mi posso sfogare. Penso che presto lo ritirerò in ballo!
 ANNETTACUllEn [Contatta] Segnala violazione
Grazie mille, spero che continuerai a leggere!!!
 giova71 [Contatta] Segnala violazione
Le cose si complicheranno ancora, resta con me e lo vedrai. Grazie e un bacione.

CAPITOLO 4

Idea


Pov Bella

Nel pomeriggio ci ritrovammo con le mie “sorelle” nella mia camera, mentre i ragazzi occupavano il salone, sfidandosi alla Wii. Bambinoni!
-Sapete, ragazze… è già da qualche giorno che mi frulla un’idea in testa… volevo sentire cosa ne pensavate- esordì Alice, pensierosa, mentre decideva di intrufolarsi  nel mio armadio.
-Devo ammettere che in pochi giorni ho imparato ad avere un po’ paura delle tue idee- la schernì Rose, ridendo.
-Ahhhhh!!- urlò Alice, facendoci sobbalzare dallo spavento.
-Ma sei impazzita! Mi hai fatto venire un colpo!- la rimproverai, stizzita; -Che diavolo hai da urlare?- le chiesi.
-Bella! Ma questo non è un armadio! E’ una discarica… mi fa venire voglia di piangere solo a guardarlo. Cosa sono tutte ‘ste schifezze?- continuò imperterrita Alice, con un tono e un’espressione decisamente nauseate, mentre afferrava le mie tutone belle larghe e calde che indossavo in casa per stare comoda.
- Io, in casa, voglio essere a mio agio!- le spiegai, irritata; -E cambia espressione che non hai in mano della spazzatura!- la rimproverai, punta sul vivo.
-E questi?- domandò, inarcando un sopracciglio, mentre tirava fuori anche jeans e felpe, sempre molto comodi.
-Che palle, Alice! Guarda che non tutti impazziscono per vestitini all’ultima moda o magliettine striminzite ultrafirmate, sai?! Lascia perdere il mio armadio e spara l’idea che hai avuto- affermai, cercando di portare la sua attenzione su un altro argomento, prima che mi spazientissi veramente. In più Rose, che sghignazzava come una matta, non aiutava certo a calmarmi!
-Pensavo che in fondo mia mamma e Charlie non hanno avuto un festa come si deve per il loro matrimonio, e che potessimo organizzargliela noi a sorpresa- ci spiegò, Alice.
-Ma è un’idea stupenda!- ci entusiasmammo io e Rose.
-Anche a me è dispiaciuto non partecipare al loro matrimonio, anzi… sarebbe fantastico se potessimo addirittura farlo celebrare di nuovo dal reverendo Weber con tutti noi presenti!- propose Rose.
-Oddio, sarebbe stupendo!- accettò immediatamente Alice.
-L’unico problema sarà la sorpresa… tua madre lavora a casa, Alice… non riusciremo mai organizzare un matrimonio e una festa a sorpresa, senza che si accorga di qualcosa…- mormorò preoccupata, Rose.
-Bisognerà anche aspettare che ritorni il reverendo Weber: Angela e i suoi hanno allungato le loro vacanze in Grecia, e torneranno venerdì, nel pomeriggio- aggiunsi io.
-E’ vero non ci avevo pensato… altro piccolo intralcio…- si preoccupò Rose.
-Comunque per il reverendo Weber avremo una risposta già domani perché mi chiamerà Angela; ne approfitterò per spiegarle ogni cosa e non penso che ci saranno problemi- cercai di rassicurala.
-Perfetto! E per il resto scendiamo dai ragazzi e sentiamo cosa ne pensano anche loro, visto che ci dovranno aiutare… e poi magari potrebbero anche stupirci con qualche loro idea brillante- cinguettò felice Alice. Quella ragazza non perdeva mai il buonumore! Era incredibilmente allegra e positiva!
Raggiungemmo i ragazzi: Emmett si stava azzuffando sul divano con Jasper per il controllo del telecomando, mentre Edward continuava a giocare a tennis, sbellicandosi dalle risate.
Provammo a richiamare la loro attenzione ma erano troppo presi dal gioco, così Rose si piazzò davanti al televisore.
-Rosalie sei molto affascinante, ma non sei il mio tipo… quindi ti potresti togliere? Grazie- affermò Edward. Brutto presuntuoso!
-Se è per questo, neanche tu sei il mio tipo, e comunque dovremmo parlarvi- gli rispose Rose a tono, spostandosi di lato.
Niente! Il fatto che avessimo bisogno di parlargli, non impediva loro di continuare a ignorarci e a giocare. Ma non avevano fatto i conti con la nostra determinazione… in particolar modo quella di Alice! In un batter d’occhio spense Wii e televisione, ottenendo così la loro totale attenzione.
-Ma porca… Alice! Stavo vincendo! Lo sai che era un torneo importante?- esclamò Edward, arrabbiato.
-E io me ne frego! Sbaglio o Rose vi ha fatto presente (molto gentilmente tra l’altro!) che vi dobbiamo parlare? Ci serve il vostro aiuto!- gli rispose lei, con un tono che non ammetteva repliche.
-Non vi accompagneremo a fare shopping! E non vi faremo da facchini!- intervenne Emmett, procurandosi un’occhiataccia di Alice.
-Cercate di fare gli adulti per un attimo, anche se vi riesce molto difficile. Dobbiamo spiegarvi una questione importante- incalzò Rose, fulminandolo .
Finalmente riuscimmo a spiegare cosa ci era venuto in mente e incredibilmente, anche loro si entusiasmarono all’idea.
-E se organizzassimo tutto nella casa al mare?- propose Jazz.
-No, è troppo lontana: ci vuole un’ora di auto ad andare e una a tornare. Non possiamo fare avanti e indietro tutti i giorni. E ci vorranno una sacco di preparativi- gli rispose Rose.
-Avete una casa al mare?- ci chiese Emmett, illuminandosi immediatamente.
-Sì, vicino a Port Angeles. E’ proprio sulla spiaggia e la vedrete tra due week-end, perché ci organizzeremo la festa di compleanno di Rose- gli spiegai.
-Wow! Che figata!- continuò Emmett, iniziando ad agitarsi come un bambino; ma immediatamente uno scappellotto di Alice, lo calmò.
-Sentite, cerchiamo di concentrarci su una festa alla volta. Prima il matrimonio, ok?!- lo sgridò la sorella. E all’improvviso la soluzione mi balenò davanti agli occhi.
-Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima. Il mio sole personale! Colui che rischiara le mie giornate buie- esclamai, ridendo, guardando Rose e Jazz;  -Ci può aiutare senz’altro!- continuai. Notai che i Cullen mi guardavano con un’aria curiosa, mentre gli altri avevano già capito.
-Cosa stai blaterando, Bellina?- mi chiese Emmett.
-Jake! Ci può senz’altro aiutare. Potremmo organizzare il tutto sulla spiaggia di La Push, visto che il tempo è ancora mite…  i ragazzi della riserva, non avranno alcun problema a darci una mano- gli spiegai.
-E’ vero…- sogghingò Jasper; -…figuriamoci se il “tuo” Jake ti negherebbe qualcosa- mi schernì.
-Il “tuo”?  Il “mio sole personale”? Cos’è questa storia? E perché non me ne avevi ancora parlato?- mi rimproverò immediatamente Alice, imbronciata. Non sopportava essere tenuta all’oscuro delle cose.
-E’ una lunga storia. Poi ti racconteremo- tagliò corto Rose, ridendo sotto i baffi.
L’unico che ancora non aveva parlato era Edward, così azzardai a rivolgermi a lui.
-E tu? Com’è che non fiati?- domandai ironica. Muoveva sempre la lingua a sproposito e solo per dire cose velenose (almeno con me) e ora che doveva esprimere un suo parere, gliel’aveva mangiata il gatto?
-Per me va bene, contate sul mio aiuto!- rispose, fissandomi serio;  -Ma sarà meglio che tu vada subito a chiedere al “tuo” Jake se è disponibile- aggiunse, con un ghigno sarcastico sul viso. Aveva la mascella contratta e si vedeva che era teso.
Basta! Ci avrei rinunciato a capire quel ragazzo! Orami era palese che non gli piacessi proprio. Ma che diavolo dovevo fare? Fare finta che non esistesse?  Era incredibile quanto riuscisse a irritarmi anche solo con uno sguardo.
-E’ vero, Bells! Anche perché se vogliamo festeggiare all’aperto, conviene organizzarsi  per questa domenica, dato che è previsto sole. Il weekend successivo ci sarà la festa di Rose e dopo inizierà a fare troppo freddo- aggiunse Jasper.
-Ok vado subito,  poi vi telefono per farvi sapere. Ah, dite ad Esme che non tornerò per cena. Mi fermo a mangiare un boccone da Jake, così sto un po’ con lui. Mi è mancato tanto in questi ultimi giorni!- affermai.
-Bellina? Mi raccomando non fare la porcellina!- si raccomandò Emmett, scoppiando a ridere come un matto. In uno scatto fulmineo, Alice saltò sul divano e lo colpì con tutte le sue forze con un cuscino. Il fratello si  sbilanciò e cadde all’indietro, trascinando con sé anche Edward e Jasper, col risultato che finirono tutti per terra. Era stata la scena più esilarante che avessi mai visto ed ero piegata in due dal ridere.
-Grande Alice! Sei un mito!- si congratulò Rose, battendole un cinque.
Intanto che i ragazzi cercavano di districarsi e rialzarsi, Alice, ancora in piedi sul divano rincarò la dose.
-Visto?! Alla fine dovete accompagnarci comunque a fare shopping! Quindi vi avverto già ora: domani non pensate nemmeno di prendervi degli impegni, o potrei diventare ancora più violenta. Questo era solo un assaggio!- li minacciò, e scappò per le scale perché Emmett ormai in piedi, non sembrava avere buone intenzioni.
-Sarà una lunga settimana…- sospirò triste Jasper.
-Già…- aggiunse Edward.
-Io vado! Ci sentiamo più tardi- e così dicendo afferrai le chiavi del pick-up e mi avviai alla riserva.

Pov Edward

Bella era appena uscita e le ragazze si erano chiuse in camera di Alice, per sfuggire alla vendetta di Emmett. Io, dal canto mio, non avevo più voglia di giocare alla Wii, così mi diressi nella stanza del pianoforte e cominciai a suonare. Ero nervoso, irritato…
Di solito suonare mi rilassava, ma non sembrava funzionare nemmeno quello stavolta. Non riuscivo proprio a fermare tutti i pensieri che mi vorticavano per la testa. Perché mi aveva dato fastidio che Bella avesse parlato in una maniera così calorosa  di quel ragazzo? Il”tuo” Jacob le avevo detto Jazz. “Il mio sole personale” l’aveva definito lei. Chi era? Sapevo che era un amico di famiglia, che anche lui si intendeva di motori e che insieme a Rose si occupavano della manutenzione dei mezzi di famiglia.
Ma per Bella, cos’era? Era il suo ragazzo? No… sapevo che era single, e poi aveva preso in considerazione di uscire con quel Newton. Se fosse stata fidanzata non l’avrebbe mai fatto. O forse sì.
In fondo cosa sapevo io di lei? Come facevo a sapere se era una che anche impegnata usciva con altri ragazzi? No, non mi sembrava il tipo. Forse anche se non stavano assieme, lei era innamorata di quel ragazzo.
Avevo scoperto dai discorsi degli altri che l’unica relazione duratura che aveva avuto era stata con un certo Dylan che l’aveva presa in giro per mesi e l’aveva fatta soffrire, e che da allora aveva deciso solo di divertirsi.
E se fosse stata innamorata di Jacob e non glielo avesse mai confessato per paura di soffrire ancora? Be’ almeno non stavano insieme e la cosa non poteva che farmi piacere. E se invece si divertivano insieme. In fondo quando Emmett le aveva detto quella frase lei non aveva negato. Alice aveva reagito, ma Bella? No, lei non si era difesa. Forse perché era la verità.
Interruppi la melodia e scoppiai a ridere. Anche se assomigliava più a una risata isterica.
Quella ragazza mi stava facendo perdere la testa! Mi ero fatto tutte queste elucubrazioni mentali solo per una semplice frase. Mi sembrava di essere in una di quelle soap-opera che guardava mia madre, in cui dietro una semplice frase si nascondevano chissà quali complotti…
Ricominciai a suonare e cercai di perdermi nella mia musica.











   
 
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