Capitolo
8
Entrai
in quella casa immensa. Certo, anch’io ho una specie di
reggia ma questa qui ha
il suo fascino. Aveva le mura di colore arancione, le porte e i mobili
erano di
legno massiccio. Tutto l’arredamento esprimeva fuoco,
trasgressione, ma
comunque avevano un buon gusto. Seguii Sulfus dall’inizio. Da
quando ero scesa
dall’auto insieme a lui e al suo amico ciccione. Mi fece
portare su i miei
bagagli, usciti da chi sa dove. Quando cavolo hanno preso la mia roba?
La mia
domanda ebbe presto risposta visto che subito dopo Sulfus mi
guardò con sguardo
strafottente dicendomi che “poteva fare questo ed
altro”. Odioso! Come si
permetteva già da subito a trattarmi come una sua
proprietà? Se lo scordava se
pensava di conquistarmi vincendo il nostro “love
game”. Doveva fare prima
molta, anzi, moltissima strada prima di rubarmi il cuore.
Più
mi inoltravo nella dimora dei Zolfanelli e più sentivo una
strana impressione.
Sembrava il covo del diavolo. Tutte le tonalità del rosso e
nel nero stavano
intorno a me come per inghiottirmi.
-Siamo
arrivati- disse il giovane padrone di casa davanti ad una porta.
-Questa
sarà la tua stanza. Sii grata del fatto che non ti faccia
dormire con la
servitù oppure… preferisci dormire con me?-
chiese guardandola malizioso.
-Preferirei
dormire con un rospo- risposi arrabbiata dalla sua battuta. Fossi matta
a
dormire con uno come lui! Uno. Avrei rischiato sicuramente di perdere
la mia
verginità con questo stupido essere. Due. Non sopporto il
suo tono da superiore
figuriamoci a dover condividere la camera. E tre. Lo odio lo odio lo
odio! E
non smetterò mai di ripeterlo dopo quello che mi ha fatto.
Strapparmi da casa
mia in quel modo barbaro e per di più, da quando ci siamo
incontrati, non fa
altro che guardarmi come se volesse mangiarmi. Ah ma con me non
avrà vita
facile come può pensare.
-Quanto
sei crudele a ferirmi in questo modo- disse con ironia.
-Non
sai quanto mi dispiace- disse lei per niente dispiaciuta.
-Non
ci siamo. Forse non hai capito che tu non sei una semplice ospite.
Dovrai fare
tutto quello che ti dico io e senza discutere- disse avvicinandosi
pericolosamente a me.
-Puoi
scordartelo! Vedrai che mio padre diventerà più
forte di te e ti rovinerà. Quel
giorno io godrò della tua rovina- dissi con rabbia.
-Sei
davvero sicura di quello che hai detto? Ahahah non farmi ridere. Tuo
padre, per
quanto è indebitato, ci metterà come minimo 10
mesi per arrivare al livello
della mia azienda. E poi è solo un buon a nulla. Che razza
di padre è uno che
scommette la figlia per il bene dell’azienda e della casa, me
lo spieghi?-
Rimasi
senza parole e sentivo che tra poco avrei ceduto alle lacrime. Aveva
ragione
anche se non lo avrei mai ammesso.
Dopo
un po’ si sentì uno squillo di cellulare. Era
quello di lui. Rispose. Doveva
essere una cosa importante riguardante l’azienda. Adesso che
ci pensavo, come
faceva un ragazzo così giovane ad avere sulle spalle
già un impresa importante?
Era sorprendente.
-Ci
vediamo a cena. A dopo, angioletto- disse scomparendo di corsa nel
corridoio
rosso e nero.
Dopo
essermi accertata che se ne fosse andato abbastanza lontano da me,
entrai
velocemente nella mia nuova stanza e mi buttai sul letto dando sfogo
alle mie
lacrime.
Se
solo avessi saputo quello che il futuro mi prospettava davanti, non
sarei stata
così triste della mia nuova vita.
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Forse
ho esagerato a dirgli quelle cose. Ma cosa sto pensando? Io, il grande
e
superfigo Sulfus Zolfanelli, ha pietà per una ragazzina di
nessun conto? Non
sia mai! Il mio deve essere stato una piccola debolezza dovuta a chi sa
cosa.
E’ assolutamente impossibile che io mi preoccupi di una
mocciosa che si
atteggia a verginella e per di più viziata. Forse non ha
ancora capito come va
il mondo ma io glielo insegnerò molto presto. Non posso mica
permettere che una
bellezza simile vada sprecata andando a farsi suora! Sì, lo
ammetto. E’
bellissima e con questo? Io ho sempre avuto buon gusto in fatto di
donne.
-Sulfus? Ehy Sulfus, che fai? Dormi?-
mi risvegliò dai
miei pensieri, Gas.
-Che
vuoi, sottospecie di idiota?- gli risposi.
-Ti
stavo dicendo che ho trovato il nome del ragazzo di lei-
-Cosa?
Davvero?-
-Sì.
E non puoi capire quante risate ci siamo fatti io e Kabiria-
-Non
mi interessa di voi due. Dimmi questo maledetto nome-
-Gabi
Arcani- disse ridacchiando.
Chi?
Gabi il pappamolle, fidanzato con Raf? Scoppiai a ridere insieme al mio
amico
grassone. Chi non conosceva Gabi detto il pappamolle per la sua poca
spina
dorsale e per il suo modo troppo raffinato. Hai capito quel bastardo!
Aveva una
fidanzata carina come Raf. Poverina. Gli era toccata la scelta peggiore
di
uomo. Ora capisco perché è così
sempliciotta. Chissà come reagirebbe se gli
dico che ho sempre preso per il culo il suo fidanzatino sia alle feste
tra
figli di papà che a scuola. Ah già. Non ho detto
che io e lo scemo siamo
compagni di scuola. E’ troppo divertente prendersela con lui
all’entrata, a
ricreazione e all’uscita da scuola. Ora sì che
sono sicuro che Raf sia vergine.
Gabi non sa nemmeno che cosa sia il sesso e di conseguenza come far
godere una
donna. Non mi sorprenderei del fatto che finora si siano divertiti a
giocare
ancora a carte o a monopoli lui e l’angelo biondo.
-Che
spreco che una ragazza bella e intelligente come Raf Serafini stia con
uno
così. Se fossi in lei, mi sentirei disgustata-
-Ci
credo! Solo una malata di mente si metterebbe con quello di sua
volontà-
continuai a rincarare la dose di cattiverie.
-Già.
Quindi non sa nemmeno che cosa sia un uomo, vero Sulfus?- mi chiese
malizioso
Gas.
-Hai
centrato il problema ed io sarò felicissimo di aiutarla a
scoprirlo- dissi
altrettanto malizioso.
-Se
è per questo, anch’io sono molto volenteroso-
disse Gas sottovoce cercando di
non farsi sentire.
-Hai
detto qualcosa, stupido grassone?- dissi infastidito dalle sue parole
che
sentii benissimo. Lei è solo mia da adesso in poi
perciò nessun altro si
permetterà di toccarla finchè ci sarò
io.
-Niente
niente. Scherzavo- disse sudando freddo.
-Ok.
Per stavolta passi visto che sono stanco- dissi sbracandomi sul comodo
sedile
della limousine.
Lo
sentii respirare di sollievo. Essere stanco di già senza
nemmeno iniziare il
lavoro in azienda. Che rottura.
-Sai,
Sulfus. Credo proprio che le voci sul fatto che Gabi sia gay siano
vere- disse
lui.
-Eh?-
-Sì.
Insomma… non ti arrabbiare di nuovo. Voglio dire che avessi
avuta una fidanzata
come Raf, non avrei resistito alla tentazione di farla mia da subito-
Ha
ragione. Non ci avevo pensato. Oh cazzo! Gabi il pappamolle
è pure gay? Naaaa
ora non esageriamo.
-E’
vero. Però non esageriamo nel definirlo gay. È
semplicemente uno stupido
sfigato-
-Ok.
Se lo dici tu. Comunque io mi preoccupo lo stesso. Non vorrei avere una
dichiarazione
d’amore da parte sua-
-Ahahah
sentiti onorato invece. Potresti essere il suo primo amore- dissi
divertito
dalla cosa.
Per
il resto del tragitto restammo in silenzio e arrivammo in azienda.
Finii presto
il mio lavoro e ritornai a casa dove mi aspettava una cena con Raf
Serafini.
Continua…
Scusate
tutti l’enormissimo ritardo ma sn stata molto occupata
con la scuola e gli esami. Ora invece eccomi qua con un capitolo fresco
fresco^.^ Pensavate fossi morta eh U.U in realtà lo pensavo
pure io *fa le
corna*
Spero
di farmi perdonare aggiornando più spesso questa estate.
Baci e continuate a commentare se vi piace ancora la mia ff XD