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Autore: shurei    01/07/2010    3 recensioni
Mi butto a peso morto sul letto chiudendo ermeticamente gli occhi, portando le braccia incrociate su di essi per coprire quei pochi spiragli di luce dettati dalle nuvole che sovrastano il cielo. Io non vivo di vita reale, ma di sogni. Lì, posso in qualche modo essere me stessa, in più, in quei frammenti onirici, incontro sempre un ragazzo con un bel portamento e un fisico perfetto di cui, però, non conosco il volto, perché è tutto nero. Le uniche cose che riesco a vedere chiaramente sono i suoi capelli cremisi con tre ciuffetti argentei ed i suoi occhi verdi smeraldo. Lo incontro sempre su una collina dove soffia un tiepido venticello che porta con sé il profumo delle rose; e poi, quando cerco di parlargli, mi sveglio.
Che sfortuna!
Vorrei tanto poter vivere in un mondo bello come quello. Magari è proprio lì il mio destino...
(Partecipante al "[Multifandom&Originali] Colonne sonore dei film d'animazione Disney" indetto da Harriet)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Perfect World

 






Un mostriciattolo!
Uno scorfano!
Uno scarafaggio!
Una strega!
Che altro devo sopportare ancora?
Questo mondo non offre niente di buono, proprio niente!

La gente ti guarda solo per le apparenze: se non vesti o non ti pettini in una certa maniera, vieni dal milletrecento; se non parli un certo linguaggio, sei una nonna; se sei brava a scuola, sei solo una secchiona che non fa altro che prendere dei bei voti e stai antipatica a tutti; se non parli di gossip sei fuori come un balcone e infine se sei ancora vergine è un sacrilegio perché, al giorno d'oggi, tutte la “danno” al miglior offerente solo per l'ebrezza e il piacere dettato dal momento.
Che vita d'inferno!
Non esiste un luogo in cui riesca a vivere un solo momento di pace?
Magari...
Invece no, mi ritrovo qui a rimuginare un modo per farmi accettare, nonostante la mia timidezza e il mio essere diversa.
Che cosa inutile, no?

Mi butto a peso morto sul letto chiudendo ermeticamente gli occhi, portando le braccia incrociate su di essi per coprire quei pochi spiragli di luce dettati dalle nuvole che sovrastano il cielo. Io non vivo di vita reale, ma di sogni. Lì, posso in qualche modo essere me stessa, in più, in quei frammenti onirici, incontro sempre un ragazzo con un bel portamento e un fisico perfetto di cui, però, non conosco il volto, perché è tutto nero. Le uniche cose che riesco a vedere chiaramente sono i suoi capelli cremisi con tre ciuffetti argentei ed i suoi occhi verdi smeraldo. Lo incontro sempre su una collina dove soffia un tiepido venticello che porta con sé il profumo delle rose; e poi, quando cerco di parlargli, mi sveglio.
Che sfortuna!
Vorrei tanto poter vivere in un mondo bello come quello. Magari è proprio lì il mio destino...

Vorresti davvero un mondo bello e perfetto come quello?

Sembra quasi che qualcuno abbia letto i miei pensieri. Sarebbe un sogno che si avvera: vivere in modo dignitoso, senza pregiudizi, trovando l'amore della propria vita e vivere felici e contenti in una casetta adorabile, con un amore di animaletto e tanti bambini.
Sì, sarebbe davvero bello.

Se vuoi che il tuo sogno si avveri, allora dai un bacio allo specchio!

A queste parole, mi siedo di scatto sul mio letto e mi guardo intorno: accanto a me non c'è nessuno, c'è solo la scrivania antica della nonna. Lei mi ha sempre detto che quella scrivania è molto particolare: non solo per lo specchio che è attaccato dietro di essa e per il fine gusto decorativo del maestro che l'ha creato, ma anche perché lo specchio è in grado di esaudire i desideri. Quante volte ho pregato davanti ad esso, ma niente mi ha mai dato un segnale su come comportarmi, così mi sono stancata e ho lasciato perdere.
Ma allora, da dove proveniva quella voce?
Che venisse dallo specchio?
No, non può essere!

Incuriosita da quanto mi è stato detto poc'anzi, mi alzo dal letto e mi dirigo verso il mobile d'antiquariato che, secondo quella voce e la leggenda della nonna, dovrebbe far avverare il mio desiderio. Osservo la mia immagine riflessa nello specchio, in quella superficie che tutto fa apparire perfetto.
A volte penso che solo quella sia la cosa perfetta in questo mondo sporco.
Eppure cos'ho da perdere?
Che mi costa dare un bacio ad una specchiera?
Assolutamente niente.

Socchiudo gli occhi e, alquanto titubante, poso le mie labbra sulla superficie dello specchio. In quello stesso momento ho una stranissima sensazione, come se la mia anima venisse risucchiata all'interno di esso. Così apro velocemente le mie iridi verde smeraldo e ciò che vedo è insolito: vedo me stessa allo specchio e di sfondo intravedo camera mia, ma da un'altra prospettiva. Mi guardo attorno e vedo la stessa specchiera, solo in un contesto diverso: una casetta di legno, quasi diroccata dalla quale entra una leggera umidità dalle fessure del legno usurato dal tempo e dagli agenti atmosferici. Poi, vedo la me stessa in camera mia muoversi con una certa disinvoltura e quindi si rivolge a me così:

Spero tu sia soddisfatta, perché io lo sono moltissimo!

Era un sogno...
Sì, un avvenimento irreale.
Non poteva essere vero!

No, cara! Non è un sogno, tu hai voluto tutto questo!

Mi legge nel pensiero?
Allora è lei che ha parlato prima?

Precisamente!
Piacere, mi chiamo Angelique Lamartine, ma da oggi sono Angelique Cloubert.

-Ehi! Quello è il mio nome!- le faccio notare.

Ti correggo, era...
Ora ci sono io nel tuo bel corpicino. Sai, potrò fare faville!

-Che intendi per faville?-

Beh, non fare la finta tonta!
Quello che non hai mai fatto in diciannove anni della tua vita, cioè il sesso, tutte le esperienze che non hai mai osato provare, parlare di ragazzi, di gossip, essere alla moda. In parole povere... Fare semplicemente tutto quello per cui ti reputavi diversa in questo mondo. In quello in cui sei ora, potrai essere te stessa e...

-No, scusa un momento. Se tu sei così libertina, consumista e scansafatiche, come pensi che potrò costruirmi una vita dignitosa, qui?-

Relax, cara, relax!
In quel mondo nessuno ti conosce.
Io ero semplicemente uno spirito imprigionato nello specchio che ha solo esaudito un desiderio.

-Spiegati meglio...-

Mamma mia, quanto sei malfidente!
Io sono lo spirito di una ragazza che è vissuta in quel mondo pieno di costumi e tradizioni inutili. Il mio sogno di rivoluzione e di poter vivere in modo diverso ha legato la mia anima allo specchio che hai davanti. Per tutto il tempo in cui sono stata all'interno di esso, beh, ho accumulato il potere che ogni specchio ha, cioè quello di rendere la perfezione in modo che tutti possano solo capirne l'effimero significato non guardandosi ripetutamente lì, ma andandolo a cercare altrove come hai fatto tu.
In verità non ci speravo più di poter uscire da lì, ma quando ho sentito il tuo desiderio ho trovato la mia occasione!

Mi sono appropriata del tuo corpo e, con la magia dello specchio, ho creato un nuovo corpo per te, dato che il mio è morto da almeno un centinaio d'anni!

-Mo... morto da cento anni?-

Sì, ma sono dettagli!
Ora tu puoi vivere la tua perfezione di vita e io la mia!
Oh, sì, i sogni son desideri...

-Lo sai che sei una persona logorroica? Andrai sicuramente d'accordo con la gentaglia di quel mondo orribile.-

Ah, sì!
E tu con quella del mio...
Non mi resta altro da fare che augurarti buona fortuna e a mai più rivederci...


L'immagine di quell'isterica, così posso solo definirla, scompare e io mi ritrovo qui, in questo mondo sconosciuto in balia di chissà quali pericoli.
Non posso certo stare qui. Questa casa va a pezzi!

Così, senza pensarci due volte, esco dall'abitazione che, vista da fuori, mi ricorda molto la casetta dei sette nani di Biancaneve: piccola e col tetto di paglia. Mi allontano di qualche passo e questa crolla. Forse, essendosene andato lo spirito dell'altra Angelique, la casa non ha più alcun motivo di esistere. Se restavo lì ancora qualche minuto, sarei diventata una polpetta...

Nonostante le nuvole bigie che sovrastano il cielo, m'incammino nel sentiero che è di fronte all'ormai ammasso di legna, che prima era una casa, il quale mi conduce nella foresta. Essa è rigogliosa, sia negli alberi che nel sottobosco; qua e là ci sono dei coloratissimi fiori ed in lontananza si vedono delle montagne. Seguo il sentiero, ma ho paura di essermi persa perché, ahimè, non trovo mai l'uscita da quel luogo.
Mi fermo un momento a riposare e sento il fruscio delle foglie da un piccolo cespuglio.
Speriamo non sia un animale selvatico...

Quando vedo una scia fulminea uscire dalle foglie, chiudo ermeticamente gli occhi dal terrore e poi, contro ogni mia funerea aspettativa, sento miagolare. Schiudo i miei smeraldi e vedo un tenero gatto bianco dagli occhietti vispi e azzurri, con la parte terminale del musetto e delle zampette grigie, con le orecchie e la vaporosa coda interamente di quel colore.
-Ciao cucciolo, hai fame? Mi spiace, ma non ho nulla con me...- dico mortificata, accarezzandolo.

Il micio, di tutta risposa, si allontana da me, ritornando nel cespuglio.
Ci sarà rimasto male...

Invece ecco riapparire il suo musetto dalle tenere foglie e miagolare felice, quasi volesse attirare la mia attenzione.
Possibile che quel gatto mi stia chiamando?
Posso anche seguirlo, tanto non ho niente da perdere.

Assecondo il felino, seguendolo nella foresta e, di tanto in tanto, lui si ferma per vedere se gli sto andando dietro. D'un tratto cambia direzione e s'intrufola tra le foglie, tanto che sono costretta a scostarle per cercarlo e la mia attenzione viene catturata dal suo miagolio e lo vedo seduto accanto ad un giovane ferito, seduto ai piedi di un albero. Mi avvicino discretamente a lui e il micio scompare nel nulla.
Forse era uno spirito del vento...
Senza far tanto rumore m'inginocchio accanto a questo ragazzo ferito, notando che quella tenuta sportiva e quei capelli cremisi con un ciuffetto argenteo che s'intravedono dal tronco mi sono familiari.
Po... possibile che...

Quando sono di fronte a lui, non ho più dubbi: il vento agita i suoi capelli e trasporta una fragranza di rosa. E poi, a guardarlo bene, è davvero lui... solo che ora posso scorgere la sua vera carnagione: ambrata e perfetta, un corpo scolpito avvolto in questa tenuta sportiva, nera e rossa, che ne mette in risalto i pettorali e un viso dolcissimo. Accarezzato dai ciuffetti lunghi della frangia che cadono ribelli sulla sua fronte.
Mentre l'osservo furtivamente, asciugo il sudore dal suo viso e poi curo la ferita al suo braccio destro, avvolgendola col fazzoletto che ho nella tasca della mia divisa, l'unico ricordo del mondo di là. Quando alzo lo sguardo verso il suo volto, lui è sveglio e soprattutto sorpreso di vedermi, ma non sembra infastidito dalla mia presenza, anzi... si direbbe piuttosto timida come persona dato che le sue gote si sono colorate del fuoco dei suoi capelli, mettendo in risalto i suoi splendidi occhi verdi.

Dio mio, quant'è bello...
Più lo guardo e più il mio cuore batte a mille...

Persino nell'attimo in cui vedo il mio volto riflesso nei suoi occhi.

Restiamo a guardarci negli occhi, quasi non crediamo a quello che le nostre iridi stanno vedendo in questo momento. Questo finché, in un battito di ciglia, sento la sua mano sfiorarmi il polso e poi, tutto a un tratto, mi porta a sé con tutta la forza che ha per stringermi forte al suo petto. Mi accarezza teneramente, odorando i miei capelli e infine mi sussurra con la sua voce calda:
-Ricordo bene il profumo di rose che emanano i tuoi capelli color del cielo, la lucentezza dei tuoi smeraldi e questo vestito porpora. C'è solo una differenza, prima potevo solo immaginarti e vederti nei miei sogni. Ora sei qui, sei reale. Riesco a vedere la dolcezza dei lineamenti del tuo viso, le forme generose del tuo corpo. Non sai quanto ti ho cercato...-

-Da... davvero?- gli domando, imbarazzata.
-Dal primo momento in cui ti ho vista nei miei sogni, ho capito che tu eri il mio destino. E ho intrapreso questo lungo viaggio per cercarti e, alla fine, tu hai trovato me...-
-A... anch'io desideravo incontrarti...-
-Rayne. Mi chiamo Rayne, mia dolce...-
-A... Angelique...-
-Un nome che ti calza a pennello. Non si vedono tutti i giorni angeli che scendono dal cielo, per noi comuni mortali.-
-Mi... mi fai arrossire, Rayne...-
-E sentir pronunciare il mio nome col suono della tua voce è dell'etereo per me.-

Mi solleva delicatamente come fossi una fragile e preziosa bambola di porcellana e mi accoglie tra le sue braccia, mettendomi a sedere sulle sue gambe e per completare l'opera sfiora la mia fronte con le sue labbra, facendomi paurosamente arrossire.
Le sue labbra sono morbide e il suo tocco è gentile, mi sembra quasi di essere sfiorata dal vento, cullata dalle parole che esso trasporta.
Senza che ce ne accorgiamo il grigiore delle nuvole si è diradato per dar spazio ad un sfavillante plenilunio circondato da tante stelle, aggiungendo un pizzico di magia all'atmosfera che già regnava tra noi.
-Vorrei che questo momento non finisse mai.- sussurra Rayne, accarezzandomi il volto con la mano sinistra.
-Lo... lo stesso vale per me.- aggiungo io, dipingendo un timido sorriso.

Il cuore mi batte forte, sembra quasi che voglia uscirmi dal petto, mentre lo vedo avvicinarsi sempre di più alle mie labbra per poi unirle alle sue, delicatamente.
Se questo è un sogno, non svegliatemi!

Lo sento stringermi forte al suo petto e io afferro appena la sua canottiera, lasciandomi trasportare dalla dolcezza di quel bacio dal sapore di rosa, dalle carezze del vento e dall'amore nato nei nostri cuori.
Questo è veramente perfetto...

Non mi sarei mai aspettata, in vita mia, di provare una sensazione così piacevole come questa...
ed è bellissima.

I petali di rosa, stellati, volano nel vento;
questa notte e per sempre voglio essere la fata delle tue rose, Rayne.

E tu, l'essere umano che mi ha scoperta in un campo di questi fiori.
Oh, Rayne...
Fammi vivere un sogno senza fine.



If you're looking for perfection, look in the mirror.
If you find it there, expect it elsewhere.

(Malcolm Forbes)

 

 

 

Note dell'autore:
La canzone che ho usato per questa ff è "I Sogni son desideri" di Cenerentola.
Spero ti piaccia
Un bacione,
Shurei

  
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