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Autore: Iris of Goodbye    01/07/2010    4 recensioni
"Se c'è una cosa che ho imparato in questi cinque anni lontana da te, è che niente torna come prima. Tutto cambia, ma devo ancora capire se tra me e te questo mutamento è stato positivo o Negativo."
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Traduzione, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hallo Leute! ho deciso di tornare. Finalmente la storia è quasi ultimata,manca qualche capitolo e poi posso finirla qui. Forse dopo ci sarà un'altra sorpresa che però non so se posterò (Amore sta tranquilla che tu la leggerai sicuro xD). Dunque voglio prima dirvi qualcosa. Lo so che questa storia può sembrare banale, stupida, da ragazzine. Ma ci tengo a precisare che tutto ciò che leggete sono sogni e pensieri Miei.
Ora, gradirei davvero ricevere più recensioni (più che altro lo spero) rispetto a quelle che avete lasciato per Freiheit. Ecco altra cosa importante chi non avesse letto la storia, lo faccia xD altrimenti non capità un emerito nulla. Come sempre prima di lasciarvi il capitolo voglio ringraziare MakeSomeNoise, perchè senza il mio amoruccio non avrei MAI e dico MAI portato a termine ne Freiheit ne An Deiner Seite ( e tra le varie cose il merito del titolo va tutto a lei, io con i nomi sono una capra).
Adesso u.u Datemi pure della cianciona xD lo so che sono logorroica (Solo quando scrivo, perchè se mi vedete da vicino potrei sembrarvi una statua di sale).
Eccovi il capitolo, e come si dice al cinema BUONA VISIONE =)

Freiheit

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~ Aи Dєιиєя Sєιтє

 

Erano passati gia cinque anni, cinque anni da quando era andava via dalla Germania. Cinque anni che era tornata alla sua vita normale, o quasi.
Tolse la macchinetta del caffè dal fuoco non appena sentì che gorgogliava.
- Amyyyyyyyyyy!- urlò una vocetta stridula entrando dalla porta e dirigendosi frettolosamente in cucina
- Tesoro- sorrise lei guardando la bionda sedersi e posare delle buste sul tavolo
- ho portato la colazione! Ho due notizie da darti, una bella e una brutta. Quale preferisci prima?- la guardò
Ridacchiò portando due tazzine fumanti di caffè vicino all'amica - Prima la bella dai, cosi mi sveglio bene.-
sorrise - La bella notizia è che io e David abbiamo trovato casa qui vicino, cosi quando vuoi puoi portare Erdbeben da noi!-
La guardò soffiando sul liquido nero - Sono contentissima per voi Sara!- rispose sinceramente.
Riuscirono a fare colazione giusto in tempo e non appena Amylee si alzò un urlò invase la casa.
- Ti stavo appunto chiedendo come mai dormiva ancora- ridacchiò la bionda.
- Arriva..- sospirò appoggiandosi al lavello
- Mamma!- un piccolo esserino saltellò giu per le scale mantenendosi allo scorrimano per evitare di inciampare, piombando come un uragano in cucina.
- ho fame ho fame ho fame- si lamentò arrampicandosi sulla sedia -Tao zia sara!- salutò poi esibendo uno dei suoi sorrisi perfetti.
- Ciao piccolo Erdbeben- sorrise la ragazza difronte a lei.
Erdbeben era il nomignolo che le avevano appioppato. Il più ovvio per una bambina come lei. Era un terremoto sotto tutti gli aspetti, tanto che a soli cinque
anni faceva mettere le mani tra i capelli a chiunque cercasse di farle da babysitter.
Isabelle Julia Kaulitz era il suo nome completo.
Capelli biondo cenere e occhi color oro, naso perfetto e bocca non troppo carnosa. Una piccola modella in fasce.
- Grazie mammina- sorrise quando si vide posare davanti un cornetto pieno di cioccolata ed una tazza di latte caldo. Si fiondò a capofitto in ciò che le era
stato dato senza aspettare un secondo.
Era incredibile quanto gli assomigliasse. Ma d'altronde era normale, era sua figlia.
Dio com'era stata stupida! ancora una volta era scappata dai suoi problemi, ancora una volta aveva sbagliato.
Aveva voluto evitare a Bill i casini, ed era tornata in Francia, senza dirgli nulla. Senza dargli spiegazioni.
Quante telefonate e messaggi che le aveva mandato, forse le aveva dato troppe attenzioni.
C'era stata male. Voleva sentirlo, rispondergli e dirgli che lo amava ancora e che se lui voleva potevano diventare una famiglia. Ma quella non era la vita scelta
per uno come lui. Non era la vita per una Rockstar.
- Che ne dici se andiamo a pranzare fuori io e te?- intervenne Sara richiamando la sua attenzione. Sapeva che ancora una volta l'amica si era soffermata a pensare
al cantante. Lo faceva giorno e notte nonstante fossero passati cinque anni. Lo ricordava ogni volta che guardava Isabelle, perchè quel piccolo scricciolo che
era nato qualche anno fa era indentico a lui. Una piccola Bill in miniatura.
- E Belle dove la lascio?- mormorò accarezzando i capelli leggermente riccioluti di sua figlia
- Da tua madre..- propose la bionda.
Già, sua madre. Da quando era tornata in Francia aveva recuperato i rapporti con la sua famigia e spesso e volentieri la madre le teneva la bambina.
- Mi dispiace, l'ha tenuta anche ieri pomeriggio..-
- ma dai, a lei fa piacere e lo sai!- sbuffò Sara
- E va bene- si convinse poi.
Sparecchiò il macello che aveva lasciato Isabelle sul tavolo e poi la prese in braccio, salendo al piano superiore.
Dopo averle fatto la doccia, con un po' di fatica in più riusci a vestirla.
-Posso poltale la mia bambola dalla nonna?- domandò frugando nella cesta ricca di giocattoli
- ma certo, puoi portare quello che vuoi.- sorrise intenerita sua madre.
Verso mezzogiorno le ragazze s'infilarono i cappotti uscendo di casa.
- Belle dammi la mano per favore- disse Amy allungandole il braccio. La bimba afferrò saldamente la mano di sua madre camminando velocemente e cercando di non
inciampare nei suoi stessi piedini.
- Dai un bacio alla mamma- sussurrò la ragazza, una volta arrivata difronte la casa, stringendo la piccola tra le sue braccia
- Tao a dopo mammina, ti vollio bene- ridacchiò la peste salutandola.
Amylee si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, per quanto le dispiacesse ogni volta che qualcuno si occupava di Erdbeben anche per qualche ora, riusciva a recuperare
quelle poche energie che le servivano per tirare avanti.
- Come stai?- chiese sara non appena si misero sedute al tavolo del fastfood
- Bene- sorrise lei
- Intendo in generale..-
- Sono stanca, ma felice- assicurò la ragazza.
Sara annuì e poi sospirò. Non le aveva ancora dato la cattiva notizia.
- Comunque, c'è un altra cosa che devo dirti.- si schiari la voce osservandola.
Amy annuì - dimmi- rispose tranquillamente
- Ecco...ieri..ieri ho sentito Tom- iniziò
- è favoloso, che vi siete detti?-
- beh, lui..mi ha detto che saranno...qui tra due giorni. Rimarranno due settimane.-
il cuore sembrò arrestarsi nel suo petto. Guardò la bionda come se avesse appena detto una parola Tabù.
- non m'interessa- sussurrò abbassando il volto verso il suo panino e staccandone un pezzo
- Amy, lo so che adesso mi ucciderai. Tom mi ha chiesto di incontrarci, e gli ho detto che dopo tanto tempo sarebbe stato meraviglioso..-
- Sei pazza?! e David come l'ha presa?- si allarmò
- Non si tratta di un incontro da soli. Ci saranno anche Bill Gustav e Georg. E gli ho detto che verrai anche tu.-
Dopo aver sentito bene cio che le era stato appena detto la ragazza scoppiò a ridere a crepapelle.
-sei...sei simpatica- cercò di trattenere le lacrime ridendo ancora.
Sara rimase imperterrita davanti a lei guardandola male - forse non hai capito bene, tu vieni perchè l'ho deciso io. E vieni con Isabelle perchè è ora che
quella povera bambina conosca suo padre.-
-scordatelo-
- E' inutile che neghi l'evidenza! Tu stai male senza lui e sopratutto per una volta metti da parte l'orgoglio e l'egoismo. Tua figlia ha bisogno anche di una
figura maschile.-
- Belle sta benissimo cosi.- borbottò contrariata.
- Vuoi davvero che cresca senza padre? Che Bill non sia mai a conoscenza della sua esistenza?- chiese l'amica alzando un sopraciglio.
La guardò seria, in un silenzioso assenso
- sei una stupida testarda- ringhiò la bionda. Sbattè la mano sul tavolo prima di raccimolare la sua roba e frettolosamente, uscire dal fastfood.
Dopo aver buttato i soldi sul tavolo Amylee infilò il cappotto e si precipitò dietro l'amica.
-E va bene.- sbuffò - hai vinto tu-.
Sara si girò sorridente - Sapevo che avresti capito!- esultò.
- Non cantare vittoria così presto.- la guardò
- Io sono sicura che dopo questo incontro tutte le carte torneranno al loro posto- l'abbracciò l'amica.
Passarono tutto il pomeriggio in giro per i negozi. La paura che aveva cercato di seppellire dentro il suo cuore stava riaffiorando man mano che le ore
scorrevano.
Solo quarantotto ore la separavano da lui.
Aveva evitato di senitre chiunque appartenesse alla Band in quegli anni.
Niente più Battute di Georg o consigli saggi di Gustav. Niente più canzoni suonate assieme a Tom.
L'unica che ovviamente continuava a contattare era la sua migliore amica Tedesca, Lily.
Dio quanto le mancava scherzare con lei e spettegolare insieme sui ragazzi. Non l'avava più vista dall'ultima volta che avava messo piede in Germania.
Non la vedeva da cinque anni.
- Mi manchi- continuava a dirle a telefono - torna ti prego, torna qui da noi!- ma le sue richieste erano tutte vane.
Non sapeva nulla di Isabelle, nessuno sapeva della bambina li. neanche Hayley.
Quando era tornata in Francia insieme a Sara, aveva subito cercato di chiarire con la madre.
- Te l'avevo detto io! Se fossi rimasta a Parigi non sarebbe mai successo nulla. Perchè proprio con quel ragazzo Androgino poi!- aveva strillato la signora
- Il tuo problema e che nonostante tu sia adulta, non hai ancora messo la testa apposto-.
E in realtà era vero, perchè in tutti quegli anni aveva sempre agito d'impulso cercando ciò che era meglio per lei.
Quando il sole calò le due ragazze decisero che forse era davvero ora di tornare.
- Sei sicura che non vuoi una mano a casa?- domandò apprensiva Sara mentre l'accompagnava verso casa della madre
- Sicurissima- sorrise
- Neanche per preparare la cena?- tentò ancora
- Davvero Tesoro, vai da David. Ti starà aspettando da un secolo ormai- la rassicurò.
- Ci vediamo domattina allora- l'abbracciò dirigendosi alla macchina con la quale scomparve poco dopo.
Amylee si girò premendo il campanello due volte, in attesa che sua madre l'aprisse
- Eccoti- esordì la vecchia signora mettendosi da parte per farla entrare.
-Scusa per il ritardo- la guardò -Isabelle?-
La madre le indicò le scale tornando poi in cucina dove stava facendo alcune cose.
Salì al piano superiore aprendo silenziosamente la camera da letto.
Stesa tra i cuscini c'era sua figlia che dormiva profondamente. Le palpebre calate, le ciglia a solleticargli le guancie leggermente rossastre e
un sorriso infinitamente dolce che incorniciava il visino perfetto.
La prese tra le sue braccia coprendola per bene e scendendo nuovamente al piano di sotto.
-Da quanto tempo dorme?- chiese a sua madre
- Si è addormentata un oretta fa-
La biondina annuì salutandola e tornando a casa sua insieme ad Isabelle.

  
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