Note: Ebbene, ecco un'altra one-shot in arrivo. Prima che la leggiate, voglio prima anticiparvi che, è di parecchio tempo fa. Oggi, andando a spulciare sul mio blog di Splinder, scorrendo le pagine indietro, l'ho riletta, e devo dire che è azzeccata. Davvero azzeccata, per come mi sento io di questi periodi. Adesso vi lascio alla lettura, spero gradiate.
Scese dal letto, scostando le pesanti coperte di pile.
La leggera vestaglia di cotone le scese delicatamente lungo le ginocchia.
A piedi nudi viaggiò oltre la sua stanza da letto, quasi fluttuando leggiadramente.
Il salotto, splendeva per un bagliore chiaro e accecante, una luce proveniente dal finestrone, che si gettava proprio sulla strada.
Fece fatica a spalancare gli occhi, ancora impastati dal sonno.
Fiocchi di neve cadevano dal cielo bianco.
Sembravano inconsapevoli del loro destino, facendosi trasportare via dal vento, abbandonati alla loro esistenza.
Cadevano, cadevano, cadevano.
Ricoprivano le strade, i tetti, gli alberi.
Tutto sembrava brillare.
La sfiorò una sensazione, come se niente di brutto potesse accadere in quel momento.
In quel momento, che tutte le cose là fuori sembravano fatte di zucchero glassato.
Il suo cervello non era neanche lontanamente concentrato.
Le gambe, automaticamente, l'avevano portata fuori la porta, sullo zerbino consunto.
Afferrò una manciata di neve e la fissò per un attimo.
Improvvisamente si rese conto che niente, da quel momento in poi, l'avrebbe tormentata.
Che non sarebbe più vissuta, come un fiocco di neve, non sapendo mai dove andare a posarsi.
Si accorse, di punto in bianco, di avere freddo.
Si guardò intorno.
Le campane della chiesa in lontananza, segnavano l'inizio della messa di Natale.
Urla di bambini euforici, e un rumore di passi avvicinarsi alla casa proprio accanto alla sua.
La neve cadeva.. si, ma non sarebbe più caduta nel vuoto.
La leggera vestaglia di cotone le scese delicatamente lungo le ginocchia.
A piedi nudi viaggiò oltre la sua stanza da letto, quasi fluttuando leggiadramente.
Il salotto, splendeva per un bagliore chiaro e accecante, una luce proveniente dal finestrone, che si gettava proprio sulla strada.
Fece fatica a spalancare gli occhi, ancora impastati dal sonno.
Fiocchi di neve cadevano dal cielo bianco.
Sembravano inconsapevoli del loro destino, facendosi trasportare via dal vento, abbandonati alla loro esistenza.
Cadevano, cadevano, cadevano.
Ricoprivano le strade, i tetti, gli alberi.
Tutto sembrava brillare.
La sfiorò una sensazione, come se niente di brutto potesse accadere in quel momento.
In quel momento, che tutte le cose là fuori sembravano fatte di zucchero glassato.
Il suo cervello non era neanche lontanamente concentrato.
Le gambe, automaticamente, l'avevano portata fuori la porta, sullo zerbino consunto.
Afferrò una manciata di neve e la fissò per un attimo.
Improvvisamente si rese conto che niente, da quel momento in poi, l'avrebbe tormentata.
Che non sarebbe più vissuta, come un fiocco di neve, non sapendo mai dove andare a posarsi.
Si accorse, di punto in bianco, di avere freddo.
Si guardò intorno.
Le campane della chiesa in lontananza, segnavano l'inizio della messa di Natale.
Urla di bambini euforici, e un rumore di passi avvicinarsi alla casa proprio accanto alla sua.
La neve cadeva.. si, ma non sarebbe più caduta nel vuoto.