La dama verde.
Se
ne rimase fuori dalla porta, a sistemarsi il fiore nero che portava
fra i capelli.
Era
sottile, elegante, divina.
Le
sue spalle morbide posavano sul margine della porta, per poi
scuotersi ad un sospiro tenue.
Era
l'ora di entrare in scena.
Ondeggiando
entrò nell'enorme sala da ballo, e tutto ciò che
c'era intorno
s'ingrigì.
Le
altre dame fecero silenzio, basite dinnanzi alla sua bellezza.
Una
gonna verde le carezzava le belle gambe, e un bustino nero le
fasciava le forme, troppo meravigliose per essere vere.
Gli
uomini persero
il respiro,
non vedendo nemmeno più le donne che stavano intrattenendo.
Ma
nessuno osava
avvicinarla.
Non
era preoccupata, lei, dall'essere al centro dell'attenzione. Sapeva
d'essere un frutto
prelibato,
e non era per superbia. O forse sì? Ma non le importava!,
poteva
averne la certezza.
Continuò
a farsi strada fra gli sguardi ammiranti, decidendo che il suo
obbiettivo era lo champagne.
Se
ne versò mezzo flute. L'alcolico brillava sotto la luce
della
stanza, e le dita della donna avvolgevano il bicchiere come i petali
di una rosa fanno quando il fiore sta per sbocciare.
Uno
fra i principi si fece coraggio, avvicinandosi lentamente alla lady.
“Posso
avere l'onore di un ballo?” sussurrò dolcemente.
Le
chiome scure non si volsero, ma pronunciarono delle ferme intenzioni
di rifiuto. “Non sei tu, quello che mi interessa, questa
sera.”
Cercò
con lo sguardo fra la folla ancor più scioccata, fino a
soffermarsi
su qualcuno.
La
stava consumando
con gli
occhi.
L'osservata,
teneva su lo sguardo, orgogliosa, non intenzionata a far sentire
l'osservatrice importante.
La
nobildonna si diresse con velocità verso la ragazzina.
Non
reggeva il confronto con la Dama Verde. Lei aveva un semplice abitino
rosso, e nessuna meraviglia da mostrare.
“Ballerai
tu, con me.” asserì, sicura “se ne sei
capace, ovviamente.”
La
piccola, inesperta, la prese per quel che era – una sfida
– ma
non
avrebbe
dovuto accettare.
Rimasero
sole, al centro, con la musica che vezzeggiava i loro movimenti.
Sembravano
due gioielli danzanti, uno smeraldo ed un rubino, che altalenavano
piacevolmente in quelle note soavi.
Finché,
la donna non prese a girare velocemente su se stessa, ghermendo per i
fianchi l'altra.
La
giovinetta non capiva più dove si trovava. I colori della
stanza
sparirono, per lasciare spazio ad un gelido nero.
Non
percepiva nemmeno il suo rosso oramai.
Era
la fine del mondo.
Voleva
solo scendere da quell'Inferno.
Provò
a dimenarsi, ma non le resto che dolore.
Le
piroette rallentarono.
Con
i suoi guanti nivei sporchi di sangue, la giovane vestita di porpora
si ritrovò in mezzo alla stanza, in ginocchio, con una spada
che le
trafiggeva l'addome.
La
folla rumoreggiò, ma nessuno si permise di avvicinarla.
Lo
stesso principe che prima aveva cercato le attenzioni della Dama la
soccorse, sorridendo dolcemente.
____
L'ho
scritta con un'intenzione,
purtroppo. Ma dovevo sfogarmi.
La Dama verde, rappresenta la gelosia, e la menzogna.
Sparisco,
yah.