Un alito di vento fece volare delle foglie. Una ragazza guardava le foglie paragonandole al suo potere,che volava via,senza che lei potesse fare niente.

Era sempre stata lei a decidere,su tutto quello che le riguardava,e anche su altre cose che con lei non centravano niente,ma i suoi genitori l’avevano incastrata,promettendola in sposa.

E adesso,nel suo sontuoso abito bianco da sposa,guardava fuori dalla finestra le foglie e il suo potere che volavano via,lontani da lei,senza che lei potesse fare nulla.

Una lacrima silenziosa le scese per la guancia.

Non si preoccupò di asciugarla,e la lasciò correre sul suo viso.

Se non poteva fermare il suo potere che se ne andava,se non poteva fermare le foglie,allora perché doveva fermare una lacrima.

Il vento spazzò via anche le ultime foglie rimaste per terra.

Narcissa si guardò allo specchio.

Per la prima volta in vita sua non si trovò bella,ma solo stanca,come le si leggeva bene negli occhi. Si sentiva troppo impotente anche per piangere.

Si toccò con la mano una guancia,come per capire se era davvero lei,o se era solo un riflesso.

Era lei.

Era lei la ragazza con i lungi capelli biondi sciolti sotto il velo,era lei con addosso quel lungo vestito bianco che solo pochi mesi prima avrebbe desiderato,era lei con la bocca chiusa in una smorfia di tristezza e malinconia,era lei che aveva gli occhi rossi per i pianti dei giorni passati e di pochi minuti prima,era lei che aveva gli occhi azzurri stanchi,tristi.

Si ricordò con nostalgia di tutte le altre volte che si guardava allo specchio:si trovava irresistibile,e faceva delle smorfie maliziose solo per il gusto di vedere quanto era bella.

Sospirò.

Non poteva scegliere.

Non poteva cambiare le cose,non poteva semplicemente fare niente,a parte adeguarsi,e sposarsi,vivere una vita non sua,che non le apparteneva,e morire,dopo anni e anni,stanca,sola,e infelice.

Era già rassegnata,con questi pensieri deprimenti,quando il suo solito orgoglio,la sua dignità,le permisero di sussurrare un ‘no’ deciso.

Non doveva permettere ai suoi genitori di rovinarle la vita,non doveva lasciarsi andare come le foglie al vento,non doveva morire sola,stanza e infelice.

Non doveva…

Piangendo,si lasciò cadere su una sedia vicina.

No,forse non doveva permettere tutto questo,ma non poteva evitarlo.

Qualcuno bussò.

Si spaventò al pensiero ce chiunque la potesse vedere in quello stato,con gli occhi gonfi,e il trucco sbavato,e pensare che era debole.

‘un attimo!’ disse,alzandosi,e rifacendosi il trucco velocemente. Prese il suo bouquet.

Uscì e trovò suo padre ad aspettarla. Fece un sorrisetto,per quanto ci riuscisse,nervosamente. Suo padre non si accorse di nulla,come non si era mai accorto di tutto quello che riguardava la figlia.

Lo prese a braccetto ed insieme percorsero la navata,su un lungo e morbido tappeto bianco.

Un uomo biondo,con i capelli lunghi e un vestito bianco la aspettava vicino ad un altare.

Guardò,cercando di sorridere e sperando di sembrare radiosa,gli invitati al matrimonio. Persone nobili la guardavano con sorrisi falsi di incoraggiamento.

‘no,no,no.. non voglio,non voglio!’ pensò disperatamente,mentre il padre la lasciava di fonte a quello che entro poco sarebbe diventato suo marito.

Non ascoltò cosa disse il prete,persa nella sua disperazione. Quando sentì l’uomo dire ‘si.’ Capì che era giunta alla fine,e che tutto sarebbe cambiato,in peggio.

‘vuoi tu,Narcissa Black,prendere tuo sposo Lucius Malfoy?’ chiese il prete.

‘no,no,mi fa schifo! Non voglio sposarmi,non voglio rinunciare alla mia libertà,al mio potere!no!’ pensò. Ma non disse altro che si,con un tono senza espressione,vuoto,come lei si sentiva vuota.

Narcissa Black,da quel momento Malfoy,si era rassegnata,lasciando che il vento la facesse volare portandola dove lui voleva.