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Autore: symbolique    04/07/2010    2 recensioni
Da un'idea di Tosca91: la guerra nel mondo magico è ormai finita, ma a quale prezzo? Solo uno dei personaggi a noi cari avrà il dovere di testimoniare i fatti della sanguinosa ultima battaglia... ma chi sarà disposto ad ascoltare? ULTIMO CAPITOLO POSTATO
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tanta e poca SADNESS'
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The Hope of the Tragedy

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Buongiorno =)
Questa ff non appartiene a me, ma a Tosca91 (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=74417), alla quale ho chiesto il permesso di continuarla non solo scrivendo l'ultimo capitolo, ma programmando anche un possibile futuro seguito. Ripubblico la ff con le dovute correzioni (sempre con l'accordo di Tosca91), anche perché il mio finale è diverso da quello che lei aveva in mente... spero di non annoiarvi!

Inutile scriverlo, ma per rispetto lo dico: tutti i personaggi appartengono a J.K.Rowling, e la trama è chiaramente ispirata alla saga di Harry Potter.




The Hope of the Tragedy



- Capitolo 1 -

La Sopravvissuta
Colei che Brancola nel Buio



"E lei era lì, sentendosi più colpevole di qualsiasi assassino pentito"



Non è una lieta novella, quella che sto per narrare:
l'inizio non lo è, e per la fine... non lo posso ancora accertare.
Una fragile figura zoppica lungo tenebrosi sentieri,
ma quelli da dove è scappata sono ancora più neri.
Davanti a sè non c'è nulla di duraturo,
eppure con la vita deve tener duro:
il ricordo è prezioso, va preservato,
perché qualcuno deve sapere ciò che è stato.

***

E' grigia l'atmosfera, durante il novembre di Edimburgo: le strette e vecchie viuzze della città sono percorse da una nebbia che, oggi in particolare, è ancora più fitta del solito: solo la luce dei lampioni si lascia intravedere in quell'ambiente indistinto e gassoso. Ma c'è qualcos'altro, stanotte: qualcun altro, anzi. Qualcun altro che non crede solo nella forza della disperazione...

***

L'ombra stanca di una ragazzina si sporge da dietro una stradina buia, incespicando e rabbrividendo, la pelle pallida delle braccia esposta al freddo cittadino e un lurido mantello poggiato sulle spalle rassegnate. I capelli, rossi e spettinati, risaltano nella nebbia, così come il sangue raggrumato sulla testa. E c'è altro sangue, sangue dei tagli sul viso stravolto, sangue dei graffi sulle mani, sangue che continua a sgorgare dalla ferita della gamba destra. Non c'è molto tempo, ormai, e la ragazza lo sa: la testa continua a girarle, la vista sta diventando sempre più debole e, con tutto quello che ha visto in quell'ultimo anno, non ha più la forza di lottare per la vita... anche se è la sua.

La ragazza sbuffa, in un impeto di inattesa furia, ma è un attimo che dura poco, tanta è la sua stanchezza.
Ah, la vita! Negli ultimi mesi ha combattuto in nome di quella tanto amata - amata? Dovrebbe essere dannata, odiata, esilitata ovunque! Non è forse questo che si ottiene lottando? - entità che di diritto ci appartiene, ma che in quel momento le sembra lontanissima... e che se ne stia pure lontana!

Con che risultato ha combattuto, per tutto quel tempo?
Tutti morti.

Morti.
Tutti.

Proprio quei tutti che hanno lottato con coraggio e onore, ognuno di loro, anche se hanno spesso avuto paura - forse sempre - e avrebbero voluto essere da un'altra parte, lontano dal sangue, dalla violenza, dalla morte. Anzi, no, nessuno di loro avrebbe desiderato trovarsi in un posto diverso dal campo di battaglia, per i loro ideali, per la loro libertà, per il fragile riflesso di un futuro migliore...

... solo per sconfiggere colui che ha tanto tormentato le loro vite...
... solo per lottare insieme a lui...
... solo per dimostrargli che non lo avrebbero mai abbandonato...
... solo per fargli capire che il suo Esercito era unanime con i suoi pensieri...

Harry.

La ragazza viene percossa da un violento singhiozzo: non riesce a trattenerlo, e nemmeno vuole. Se il dolore c'è, che la travolga pure, che la cancelli prima della morte: si appoggia ad un palo, si nasconde il viso tra le mani e piange senza ritegno, i capelli sudici che la riparano dal mondo, e intanto rievoca i volti di coloro che hanno partecipato a quella guerra impossibile, tutte persone brillanti e degne di fiducia, tutte con quel solo obiettivo nella testa: vincere. Vincere, trionfare, affrontare qualsiasi cosa, per raggiungere il lieto fine. Ma vittoria e lieto fine spesso non coincidono... E lei era lì, lì!, a ricordare tutti, impotente e con mille rimpianti, sentendosi più colpevole di qualsiasi assassino pentito.

"Harry, è questo che si prova ad essere un sopravvissuto?" chiede la ragazza alla nebbia, fredda e indifferente. Ricomincia a piangere, perché non avrà mai una rispota. Non da lui.

Intanto la gamba continua a pulsare sempre più dolorosamente, là dove Nagini l'aveva morsa prima che il suo padrone venisse ucciso.

"A cosa è servito se nessuno, eccetto me, è qui a festeggiare? A cosa?!"

Sta cominciando a delirare. Il veleno del serpente ha già iniziato a fare effetto, e presto anche di lei rimarrà solo un corpo vuoto e sanguinante, carne da macello che verrà trovata in mezzo alla strada sul finire del mattino... Ma chi racconterà al mondo com'è andata? Chi rimarrà a ricordare il coraggio degli eroi della guerra?

"Qualcuno... ho bisogno di qualcuno..." pensa la ragazza, la mente sempre più annebbiata e con il peso di una nuova responsabilità: raccontare i fatti di quella notte, prima di morire come tutti gli altri. Ma a chi chiedere aiuto? Prima, invece di materializzarsi al Ministero, è finita in questa città di Babbani perché ormai è diventata troppo debole anche per gli incantesimi più semplici... Ma deve raccontare a qualcuno cos'è successo! Chi se ne importa, se è un Babbano?! Il Ministero lo avrebbe rintracciato e, dopo avergli estorto ogni informazione, avrebbe eseguito su di lui l'incantesimo della memoria: che problema c'è? L'importante, in quel momento, è far sapere.

La ragazza avanza dolorosamente di qualche passo e suona il primo campanello che si ritrova davanti, senza mostrare molta attenzione alla casa. Tutti dormono, quindi è costretta a risuonare, con più insistenza, fino a quando qualcuno risponde al citofono. La ragazza trattiene un gemito, un po' di sollievo, un po' di dolore.

"Sì?" biascicò una voce assonnata: una donna.

La ragazza è costretta a mentire, almeno all'inizio.

"Mi aiuti, la prego!" esclama, tentando di alzare la voce, anche se le corde vocali faticano ad ubbidirle. Non deve sforzarsi poi tanto per fingere "sono... sono stata aggredita! La prego... faccio fatica a camminare!"

C'è un breve attimo di silenzio, un'esitazione, una veloce riflessione, e poi una risposta decisa: "Aspetta, arrivo subito! Siediti lì, e non muoverti! Come ti chiami?"

"Ginny..." risponde la ragazza. Non sta mentendo, non ne vede il motivo "Ginny Weasley..."



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Grazie per aver letto =)
Alla prossima settimana con il capitolo 2!!

  
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