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Autore: biondich    05/07/2010    0 recensioni
“E’ questo l’Inferno?” - chiese Robin . “Beh mia cara, lo e’ come non lo e’. E’ una questione di punti di vista, ma generalmente, si, viene considerato come tale ah, ah, ah!”- le rispose l’ubriaco.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fatemi sapere cosa ne pensate ,se volete!^^

Un anno prima su di una piccola imbarcazione in mezzo al mare:

"Dunque, dovrei arrivare ad Aurea per ... stasera, si stasera!"- disse un ragazzo osservando il Logue Pose e misurando i nodi del vento. Inssava un cappelo arancione da cowboy e dei bermuda neri.

Portuguese D. Ace era in viaggio alla ricerca di suo fratello Monkey D. Rufy e del suo acerrimo nemico, il pirata Barbanera.

Lei era nascosta fra le provviste nella sua stiva. Aveva deciso che sarebbe scesa non appena quel ragazzo fosse giunto ad Aurea. Non aveva abbastanza denaro per comprare un remo, figuriamoci una nave!E così aveva deciso di salire su quella piccola imbarcazione , senza che il proprietario lo sapesse, per poter proseguire il suo viaggio. Era scomodamente seduta fra sacchi di provviste da circa due giorni e la sua gamba destra si era addormentata; si alzò per  per farle riprendere sensibilità , ma nel farlo fece cadere qualche barattolo che rotolò rumorosamente attraverso la stanza urtando infine contro la parete. Senza esitare, tornò al sicuro nel suo nascondiglio poichè aveva sentito i passi del proprietario della nave che dal ponte si dirigevano verso la stiva. La porta si aprì ed intravide la figura del ragazzo , alto e ben piazzato.

Sperò che non si fosse accorto di nulla.

“Ehi, chi c’è?”- chiese lui con tono serio e all’erta.

Sentì un brivido lungo la schiena. Cosa? Era davvero spaventata? In fondo non aveva nulla da temere, se l’avesse scoperta lo avrebbe sistemato in pochi minuti!

Cercò di infondersi coraggio e, mentre era ancora soprappensiero, si rese conto che il suo piede destro era scoperto e che, se il giovane si fosse girato appena, lo avrebbe visto.

Lentamente e il più silenziosamente possibile cercò di rannicchiarsi così da essere completamente nascosta ma, urtò contro il muro ed il ragazzo la sentì.

“Ero certo che ci fosse qualcuno! Su, avanti, fatti vedere!- disse minacciosamente.

Era entrata nel panico più totale. Rimase in silenzio, pensando a cosa fare, ma così facendo abusò della sua pazienza e lui cominciò a spostare tutti i sacchi privandola del suo nascondiglio.

“E tu chi saresti, di grazia?- le chiese con un tono un pò meno severo di quello usato poco prima.

Lei rimase a guardare i suoi grandi occhi neri per qualche istante prima di rispondere alla domanda.

“Mi chiamo Evy.- disse con la voce un pò roca per la preoccupazione.

“Bene Evy, io sono Ace- si presentò lui. La aiutò ad alzarsi. “Cosa ci facevi nascosta nella mia stiva?- le chiese .

“Avevo bisogno di un passaggio, scusami non volevo … - non sapeva cosa dire non era preparata a questo.

“Ehi, su con il morale non importa! Ma dimmi, dove sei diretta?- disse con un sorriso a trentadue denti. Lei pensò: “Sembra un ragazzo gentile e alla mano”.- “Non ho una meta precisa – rispose lei in tutta sincerità - sto cercando una persona.”-

“Anche io sono in viaggio alla ricerca di una persona, sai?- le disse Ace. Evy osservò i suoi occhi illuminarsi di determinazione.

“Chi stai cercando, Ace?- domandò interessata.

“Sono sulle tracce di Barbanera; ho intenzione di punire quel traditore e fargliela pagare cara!- disse lui con fierezza. “E, nel frattempo, mi tengo informato sulle scorribande che sta facendo mio fratello, Monkey D. Rufy.- aggiunse infine . “Tu chi stai cercando?”

“Sono alla ricerca di mia sorella. Si chiama Rose e l’ultima volta che l’ho vista aveva tre anni. Non so dove l’abbiano portata, ma voglio trovarla a tutti i costi- rispose. Era vero, il suo sogno era ritrovare Rose e poter cercare di ricostruire la loro famiglia.

“Sette anni fa, nel nostro villaggio arrivarono moltissimi cacciatori di taglie. I miei genitori ed io eravamo pirati ma, dopo la nascita di mia sorella avevamo deciso di vivere sulla terra ferma. I cacciatori li uccisero e mi separarono da mia sorella. Li ho visti portarsela via e non ho potuto fare niente per impedire che distruggessero la mia famiglia.- disse cercando di trattenere le lacrime. Era una ferita ancora aperta e le faceva male pensarci. “Ora voglio rimediare ai miei errori e cercare il perdono di Rose. Sono stata una codarda e per colpa mia ora forse anche lei è morta.”- disse. Aveva un nodo alla gola che le faceva male, cercò di mostrarsi forte.

“Voglio aiutarti.- disse Ace, interrompendo il silenzio che si era creato dopo la sua storia.

Evy non potè fare a meno di guardarlo incredula. Non la conosceva da più di venti minuti e voleva aiutarla? Come? Non sapeva nemmeno lei da che parte andare!

“Stai scherzando non è vero?- era sbigottita. Lui però era più serio che mai. Non accennò a sorrisi, voleva davvero aiutarla. La ragazza si sentì immensamente felice ma non glielo fece capire al contrario si dimostrò piuttosto scettica.

“E in che modo pensi di aiutarmi?- gli chiese riluttante.

“Ancora non lo so- ripose lui sinceramente - quello di cui sono certo è che tu sei disarmata e che se continuassi il tuo viaggio da sola, probabilmente non riusciresti a combinare proprio un bel niente - disse sorridendo.

“Per tua informazione non sono disarmata! E ad ogni modo sono in grado di cavarmela da sola!- disse lei.

“E così sei armata, eh? Vediamo - disse sorridendo.

Non aveva mentito, era davvero in grado di difendersi. Fin da quando era piccola era stata in grado di bloccare i colpi degli avversari e spostare oggetti con il solo pensiero. Poteva creare degli scudi che la proteggessero dai colpi e rispedire al mittente gli attacchi dei suoi avversari ma non poteva controllare le persone. Non aveva mangiato alcun frutto del Diavolo. Era una dote che aveva e basta.

La mano di Ace prese fuoco. Rimase sorpresa nel constatare che lui, invece, aveva mangiato un frutto del Diavolo.

“Carino, eh?- disse lui pavoneggiandosi. Sul palmo della sua mano si creò una piccola sfera di fuoco che le lanciò. Lei la bloccò e rimase a fluttuare sul palmo della sua mano.

Lo imitò: “Carino, eh?”

“Carino? È davvero incredibile - rispose lui.

Gli rispedì la sfera che al contatto con il suo corpo si dissolse lasciandolo completamente illeso.

“Non importa se sei in grado di difenderti, ho intenzione di aiutarti ugualmente. Allora, da dove cominciamo?- disse lui con un sorriso a trentadue denti. Evy decise di lasciarlo fare; in fondo la decisione di aiutarla era sua . Quello fu il giorno più bello della sua vita.

Si svegliò di soprassalto nella sua cabina. Era successo di nuovo, stupidi ricordi!

Le venne nuovamente da piangere.

Poco dopo si riaddormentò tra le lacrime e un altro ricordo affiorò sotto forma di sogno.

Lei ed Ace dopo pochi giorni di viaggio erano già grandi amici, avevano molte cose che li accomunavano e stavano bene in compagnia l’uno dell’altra.

“Evy, come è fatta Rose? Stavo pensando, insomma, che una sua immagine ci aiuterebbe, non trovi?- le chiese .

“Hai ragione Ace. Ne ho una , eccola, tieni-” gli porse l’unica foto di lei che aveva. Aveva solo tre anni in quella immagine, ma poteva sicuramente aiutarli a riconoscerla.

“Accidenti, vi somigliate davvero tantissimo! Ha i tuoi stessi capelli biondi, gli occhi, il viso, sembra una tua copia in miniatura!- sorrise. Era bello vederlo sorridere.

Viaggiarono per diverse settimane senza risultati finché un giorno ci fu una svolta per le loro ricerche. Un vecchio pirata, in una locanda riconobbe la nave che Evy gli descrisse come quella dei cacciatori di taglie. L’uomo li aveva visti uscire dal porto del villaggio della ragazza e aveva visto che un’altra nave pirata che passava lì vicino, aveva affondato la loro nave senza fare prigionieri. Evy sentì il mondo caderle addosso. Aveva nuovamente fallito, non era riuscita a prendersi cura della sua sorella minore. Lei era sopravvissuta e Rose non c’era più e questo non era giusto.

Decise di rimanere a terra e di non continuare a solcare i mari visto che il suo viaggio si era concluso. Aveva scoperto il destino di sua sorella.

Ace non sembrò molto convinto della scelta di Evy, le propose di accompagnarlo ma lei si rifiutò. Ace le disse che era venuto a sapere che Barbanera era ad Alabasta e che era suo dovere trovarlo e punirlo per il crimine che aveva commesso.

Promise però, che sconfitto Barbanera sarebbe tornato a prenderla e che le avrebbe fatto tornare il sorriso che ormai aveva perso.

Nuovamente Evy si svegliò dopo l’ennesimo sogno così doloroso. Si mise il viso fra le mani e singhiozzò.

Era stanca di ricordare.

Qualche mese dopo l’arrivederci di Ace, era venuta a sapere della sua morte ad Impel Down. Nuovamente si sentì responsabile. Se l’avesse seguito forse avrebbe potuto aiutarlo, evitare che anche lui se ne andasse …

Questa volta non avrebbe ripetuto lo stesso errore che aveva commesso con sua sorella.

   
 
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