Spazio Autrice
Saaalve! Eccomi tornata con una oneshot, ultimamente sono molto concentrata con il mio libro quindi non riesco a concentrarmi e a scrivere storie a capitoli, per Diana, peccato (T_T). Però oggi, rileggendo l'ultimo capitolo di FMA (T___T) mi è venuta voglia di scrivere una oneshot EdWin (tranquilli, non c'è spoiler ;) ) e così eccola qui. Spero vi piaccia <3.
Note: i personaggi e i luoghi qui citati non sono miei ma della sensei Arakawa, tutto ciò non è scritto a scopo di lucro ma pur puro divertimento e quindi il copyright e i diritti non vengono violati! OwO
Buona lettura!,
Lils
The last dream
Non
riesco a dormire, è più forte di me. Sto osservando da quasi un'ora
la tua schiena, ascolto il tuo respiro regolare, unico suono
nell'aria della camera mentre i tuoi capelli biondi sono sparsi sul
cuscino, dorati più che mai alla luce della luna. Mi sembra un sogno
averti di nuovo qui con me, poterti guardare senza la paura che uno
di questi giorni te ne andrai di nuovo per rischiare la vita in
qualche paese sperduto mentre a me toccherebbe aspettarti qui con
l'ansia di non rivederti più com'è già capitato.
Allungo
una mano verso i tuoi capelli e ne sfioro la consistenza morbida e
profumata di pino e quercia. Di notte lasci i capelli sciolti dalla
treccia, in modo che possano prendere respiro almeno in quelle poche
ore di sonno che ti concedi.
Mi
avvicino di poco, per paura di svegliarti e mi porto la ciocca di
capelli sotto al naso, annusandone il dolce profumo e pensando che
vorrei rimanere così per sempre, vicino a te che finalmente sei
tornato per restare.
Improvvisamente
ti muovi e capisco che ti sei svegliato. Faccio in fretta ad alzarmi
dal letto per tornare nella mia camera ma una stretta ferrea al polso
sinistro, la tua, mi fa desistere da questo intento.
Deglutisco
mentre il cuore mi batte forte nel petto, come se volesse esplodere.
Mi siedo sul letto e torno a coricarmi, questa volta dandoti le
spalle per l'imbarazzo di essere stata scoperta nel tuo letto, nel
cuore della notte, a sfiorarti e ascoltare il tuo respiro profondo.
Non
ho resistito. Dopo il vostro ritorno abbiamo organizzato una grande
festa che è continuata finché molti non sono svenuti a terra dal
sonno e dalla sbronza. Tu sei andato a letto alle tre e non ho potuto
stare sola con te nemmeno per cinque minuti e questo mi tormentava,
non riuscendomi a far dormire. Pur contravvenendo alle mie stesse
regole mi sono alzata e sono venuta qui, nella tua stanza. Volevo
solo osservarti un po', guardare il tuo viso ormai adulto, fare tutte
le smorfie che fai mentre dormi e ascoltare il respiro del tuo sonno
che tanto mi è mancato in questi anni.
Non
sono più riuscita ad andarmene, volevo rimanere con te e sono
rimasta, anche ora in realtà sono felice di essere coricata nel tuo
letto con la tua mano che tiene saldamente ferma la mia come se
avessi paura che, lasciandola, me ne possa andare da un momento
all'altro.
Oh,
Ed, non sai quanto sono felice ad essere qui. Non c'è altro posto
dove vorrei essere se non questo.
«Perché
ora mi dai le spalle?»
La
tua voce rimbomba nella stanza seppur tu non abbia affatto urlato.
Con un sospiro di coraggio mi volto verso di te e, ad accogliermi,
c'è il tuo sorriso beffardo mentre una tua mano mi accarezza
delicatamente i capelli esattamente come stavo facendo prima io con i
tuoi. Avvampo e spero che tu non te ne accorga nonostante la luce
della luna che filtra dalla finestra renda visibile ogni mio
cambiamento. La tua mano è puro velluto mentre mi sfiora
distrattamente le ciocche bionde e qualche volta scende più giù,
sulle guance, sul collo... sembra di essere in un sogno. E se lo è,
Ed, non svegliarmi, ti prego.
«Mi
sei mancata Win» mi dici, distogliendo lo sguardo dal mio «non ho
fatto che pensare a te in questi anni».
Le
lacrime mi pungono gli occhi e, seppur lentamente, mi avvicino di
nuovo a te, stringendomi al tuo petto nudo. Sentire la tua pelle
sotto le mie mani è una sensazione bellissima, sembra che si possa
modellare solo al mio tocco come nessun altro può fare. Alzo gli
occhi verso di te e i tuoi color oro brillano alla luce fioca della
luna. Avvampo, nel constatare ancora una volta la tua bellezza quasi
eterea: un dio, sceso in terra per stare con me.
«Mi
sei mancato tanto anche tu, Ed».
Le
tue labbra si piegano in un sorriso imbarazzato e si fanno sempre più
vicine fino a sfiorare le mie in un dolce bacio, casto ed innocente,
ma agognato da tanto tempo. Le tue labbra sanno di zucchero e miele,
sono fredde, come se nessuno le avesse scaldate prima. D'istinto mi
aggrappo alle tue spalle mentre tu mi stringi più al tuo corpo e
d'improvviso sento il battito forte del tuo cuore, in perfetta
sincronia con il mio. Furioso, sembra stia per scappare via dal tuo
petto, scalcia per uscire, rinchiuso in un corpo troppo piccolo per
poter esprimere realmente tutti i sentimenti che in realtà contiene.
Ti allontani di qualche centimetro mentre il tuo corpo mi sovrasta e
i tuoi occhi non vogliono lasciare i miei. Mi accarezzi il viso e
avvampi, lo vedo. Cosa vuoi dirmi, Ed?
«Winry»
il mio nome detto da te con questa dolcezza mi fa rabbrividire e mi
trovo a sorridere, sfiorando il tuo viso etereo con una mano.
«Winry»
continui a dire «Winry» come un mantra «Winry».
Un
brivido mi percorre le schiena e questa volta le lacrime mi scorrono
sul viso mentre tu, Ed, continui a chiamarmi come se non fossi
realmente qui.
E'
già successo. Questo è già successo, me lo ricordo. L'altra
notte... l'ho sognato. Mi aggrappo a te, stringendoti forte al mio
petto e tu fai lo stesso senza però smettere di chiamarmi. Piango,
disperatamente, come non ho mai fatto... perché so che tu non sei
reale. Sei solo un sogno.
E
se lo è, Ed, non svegliarmi, ti prego.
***
«Winry! Winry
svegliati, presto!»
Apro le palpebre
delicatamente. La luce che filtra dalla finestra m'infastidisce ma
non ho voglia di girarmi dall'altra parte del letto. La voce della
nonna Pinako mi rimbomba nel cervello e mi sento ancora intontita dal
sogno che ho fatto stanotte. E' lo stesso sogno che ogni notte, da
una settimana a questa parte, mi tormenta. Il viso di Edward,
disteso, rilassato, dolce, mi fa venire un groppo forte in gola. Dio,
sembrava così reale questa volta... sento ancora le sue labbra, a
sapor di zucchero, sulle mie.
Mi alzo a mezzo
busto, scalciando le coperte con rabbia, come ogni mattina. E'
troppo. Non sono sicura di resistere ancora per molto. Edward mi
ossessiona, non ho nemmeno bisogno di concentrarmi per sentire ancora
il suo profumo che imperla questa stanza. Come se lui fosse stato
realmente qui.
Mi asciugo le
lacrime che sono scivolate giù dai miei occhi, e mi costringo ad
alzarmi dal letto e ad avvicinarmi alla finestra senza però uscire
fuori da dove in realtà proviene la voce della nonna. Non posso
farmi vedere da lei come sto ora.
«Nonna, che
succede?» mormoro, la voce roca dal pianto trattenuto e gli occhi
appannati dall'immagine di Edward che mi abbraccia e mi sfiora
delicatamente... quanto vorrei che fosse realmente qui con me. No,
non posso farmi vedere dalla nonna in questo stato.
«Scendi giù
subito, Winry» ripete, facendo un cenno con il braccio.
Sembra agitata, non
l'ho mai vista così. Torno in stanza, recuperando la vestaglia e
infilandomela velocemente per poi scendere le scale. Nonna Pinako non
è mai così su di giri, sembra sia successo qualcosa. Spero niente
di grave, comunque.
Apro la porta
d'ingresso e mi fermo.
Capelli biondi.
Occhi color dell'oro più puro e prezioso che esista. Sorriso
beffardo sulle labbra. Risata cristallina.
«Winry, siamo
tornati!»
Ed mi guarda, Al
anche ma io non riesco a dire nulla. Il mio corpo si muove da solo,
scendendo le scale in legno e correndo verso Edward, gli occhi pieni
di lacrime e un sorriso che non riesco a nascondere. Lo abbraccio,
facendolo cadere a terra in mezzo alla polvere mentre la risata di Al
mi giunge distante alle orecchie insieme alla voce della nonna che mi
arriva ovattata e lontana.
Ora c'è solo lui.
Le sue mani, timidamente, mi accarezzano la schiena, i capelli e io
riesco a sentirlo: sento il suo profumo di pino e quercia che mi
inebria i sensi e mi offusca il cervello.
«Mi sei mancata
Win», mi sussurra con una nota d'imbarazzo nella voce.
Sorrido,
stringendolo a me con forza senza volerlo lasciare andare per nessun
motivo al mondo. Ora è qui con me e non c'è niente di più bello.
«Mi sei mancato
anche tu, Ed».
E se anche questo è un sogno, vi prego, questa volta lasciatemi sognare.