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Autore: vale_cullen1992    05/07/2010    5 recensioni
Esami universitari? Un massacro! Lo sa bene Isabella Swan, alle prese con un impossibile esame di pedagogia!
Quando le speranze sembrano abbandonarti e la soluzione sembra affogare in un bicchiere di Coca Cola, l'illuminazione: affrontare il demone/esame e sconfiggerlo!!
Dedicato a Shinalia alle prese con il suo di demone! Ti voglio bene, Cognatina, e faccio il tifo per te!
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato con infinito affetto a Shinalia, affinchè possa strapparle un sorriso!
Ti voglio bene cognatina & ti sostengo da qui con un maxi cartellone d'incitamento!

Grazie anche a Purelove per l'aiuto sulle questioni universitarie!

Buona Lettura;

Betato by Yara89

Odio gli esami, ovvero: come sopravvivere quando l'unica via di fuga sembra affogarsi nel bicchiere di Coca Cola?!

Pov Bella.

Avete presente quella paura che vi domina in certi momenti e non se ne va nemmeno a pagarla?

La paura di non farcela, la paura di deludere chi abbiamo vicino, la paura di deludere noi stessi.

Poi c’è anche e soprattutto la voglia di mandare tutto al diavolo e di partire lontano, mettendo chilometri e chilometri tra te e tutto il mondo.

È il desiderio più irresistibile e frequente che possa venire ad un essere umano, specie se sottoposto da mesi a insopportabili carichi di esami universitari.

Capito di cosa parlo, no?

Beh, lo spero.

Quando si è nella stessa barca denominata ''disperazione'' si sta un po’ meglio se i ''compagni di viaggio'' sono tanti.

Seduta ad un tavolino del chiosco dinanzi la facoltà osservo con pensieri oscuri il bicchiere di Coca cola che ho davanti.

Mi viene automatico fare un rapido calcolo per capire se sia possibile o meno affogarsi in due dita di bevanda, ma con amara delusione capisco che il liquido non è abbastanza e non troverò mai la morte grazie a questo.

Dire che sono disperata è poco, tra qualche ora ho l'esame di pedagogia della devianza e della marginalità.

Non trovate che solo il nome di questo esame provochi nausea e emicrania?

O magari è a me che ultimamente tutto quanto causa questi effetti. Ho sempre pensato che l’università fosse si utile ma estremamente dannosa per la salute di chi la frequenta. Per me ormai lo stomaco stretto dall’ansia e le notti insonni sono ordinaria routine.

- Bella! Ehi! –

La voce squillante di Alice, la sorella del mio ragazzo Edward, si fa largo nel mio cervello. Incredibile come questa ragazza sia sempre di buon umore, niente sembra scalfirla! Beata lei!

Con uno sgargiante vestito arancione si fa’ largo tra la folla che bazzica il chiosco, spintonando malamente tutti quelli che cercando di bloccarle la strada per arrivare a me.

- Ehi. - mugugno con voce lugubre disegnando con l'indice cerchi immaginari sul legno del tavolino. Mi sento tanto uno di quei strani disegni che si vedono sul web.

Com’è che si chiama?

Cipollino?  

Va beh, qualcosa del genere. Sono depressa e questo basta per descrivere la mia situazione attuale. Non ne posso più, un viaggio lontano da questo posto mi farebbe più che bene. Dovrei parlarne con Edward!

- Sempre di buon umore, eh? - ridacchia sedendosi dinanzi a me.

Alice è sempre stata così, una ventiduenne genio della biologia e frequentante con successo la facoltà di veterinaria. Incredibile come nel suo metro e sessanta risieda una carica di allegria e forza infinita.

- Ho l'esame. - borbotto sconsolata. - Non so niente di niente e ormai il fallimento è assicurato! Tanto vale che me ne rimanga a casa a ingozzarmi di gelato al cioccolato e che non mi presenti! La situazione non cambierebbe... –

Alice riduce gli occhi a due fessure sottili, incenerendomi con lo sguardo. - Lo dici ogni volta, Bella. Ogni volta non fai che borbottare il tuo ipotetico fallimento per poi rimediare un brillante successo. Quindi piantala di piangerti addosso e alza quelle chiappe enormi! - mi ordina a denti stretti. – E tra parentesi, non hai di certo bisogno di ingurgitare altro gelato! -

Mi tasto leggermente preoccupata il posteriore. - Io non ho le chiappe enormi e posso mangiare tutto il gelato che mi pare! - ribatto irritata. Mica devono essere tutti sulla via dell'anoressia come lei!

Solleva un sopraciglio e mi guarda perplessa. - Hai bisogno di riposo, è chiaro che stai dando i numeri. Ho sempre pensato che tu fossi fuori di testa ed è chiaro che avevo ragione. Certo, se non ti senti sicura non dovresti andarci, ma tentar non nuoce. O no? –

Un attimo di silenzio mentre la mia mente elabora una risposta da dare ad Alice.

- Ma perché ho scelto quel maledetto corso di scienze dell'educazione! - strillo accasciandomi in maniera teatrale sul tavolino e attirando su di noi parecchie occhiate sconcertate.

Alice si guarda attorno facendo finta di niente e ignorando i miei borbottii e piagnucolii vari. Non è chiaramente in vena di darmi sostegno psicologico o morale, continua a fissarsi interessata le unghie laccate di viola ed a ignorami bellamente.

- Di nuovo in crisi per l'esame? - una voce maschile e lo strisciare di una sedia mi avvertono dell'arrivo di Edward.

Sollevo gli occhi e mentre lo osservo con sguardo di disapprovazione i miei problemi sembrano momentaneamente dileguarsi.

I capelli bronzei sono una massa informe e arruffata e la felpa nera è totalmente spiegazzata, come se l’avesse appallottolata in un angolo della stanza e poi rimessa.

Inarco un sopraciglio. Beh, conoscendolo è andata di sicuro così, è un casinista di prima categoria!  Sembra un po’ un giovane genio incompreso, di quelli che stanno nei laboratori a fare esperimenti esplosivi e pericolosi.

- Eddy... - piagnucolo allungando la mano sul suo braccio. - Aiutami! -

- Che ti aspetti che faccia? - mi chiede allibito sollevando un braccio a chiamare una cameriera. – Un cappuccino, grazie. -  

- Non lo so! Inventati qualcosa, sei o no un piccolo genio? Potresti distruggere le tubature della facoltà e farla allagare, qualcosa del genere! - propongo con occhi carichi di aspettativa. Mi blocco ripetendo mentalmente quanto ho appena proposto. - È un'idea geniale! - urlo sbattendo la mano sul tavolo.

Edward e Alice mi osservano con due identici sguardi allucinati, di sicuro pensano che io sia in lista d'attesa per una visita dei simpatici omini vestiti di bianco.

In effetti un mio sogno, o incubo che dir si voglia, è di essere prelevata a casa da degli omini vestiti di bianco e che hanno come meta il più vicino ospedale psichiatrico. La cosa allucinante è che questa sorta di rapimento si svolge con la musichetta del carretto dei gelati in sottofondo!

Scuoto la testa cercando di scacciare via questi pensieri totalmente assurdi e inutili. Finisce che divento pazza, me lo sento!

- Tu stai male, tesoro. Senza offesa ma non stai proprio bene. Non puoi davvero pensare che io vada alla tua facoltà e la allaghi! È da fuori di testa. –

Edward distrugge i miei sogni di gloria in pochi istanti, riportandomi nel triste mondo di ''ho un esame tra poco e non so un cazzo!''

- Forse non ti è chiaro che sono disperata! Dovrò pur vagliare ogni possibilità, no? –

- No. - rispondono in coro i due fratelli.

- Andate al diavolo! Siete utili quanto un cane guida cieco! - ringhio sollevando il braccio e ordinando un caffè doppio. Al diavolo tutto, ho bisogno di qualcosa di forte!

Edward sfoggia la sua irritantissima aria da saputello. - Sbaglio o il medico ti ha detto di smetterla con tutta questa cafféina? –

Sollevo gli occhi al cielo con un sonoro sbuffo. – Peggio di così non può andare, credimi. Ho lo stomaco annodato e non scenderebbe giù nemmeno un ago. Posso solo sperare nel sacro potere del caffè. –

Edward si limita a scuotere la testa arrendevole mentre io quasi strappo dalle mani del cameriere la mia ordinazione. Mi sento tanto come una drogata che sta andando in crisi d’astinenza ma non ne posso fare a meno.

L’università mi sta uccidendo e il dramma è che ancora non ho preso la tanta agognata laurea. Non posso fare a meno di chiedermi chi me l’ha fatto fare a star qui a distruggermi cervello e fegato mentre tutti scorrazzano indisturbati al mare!

Mi alzo in piedi colta da un’improvvisa quanto illuminante e brillante intuizione. – Andiamo al mare! Sono più che certa che mi aiuterà a distendere i nervi. –

Alice e Edward non si muovono di un millimetro, sembrano assolutamente decisi a non darmi retta. –Beh? Andiamo o no? –

- No. – inizia Alice.

- Hai un esame da fare! – conclude Edward.

***

Ora so come si sentiva Dante mentre attraversava l’Inferno.

Anzi, di sicuro si sentiva più rilassato e tranquillo di quanto non lo sia io in questo istante. La facoltà non mi è mai sembrata così scura e minacciosa, sembrava incombere su di me come una malefica creatura. Con i suoi mattoni rossi e la tinteggiatura sbiadita è un vero e proprio suicidio degli occhi.

Le mie mani sono completamente sudate e la testa continua a girarmi come se fossi su una giostra. Penso davvero di riuscire a superare una giornata simile?

Illusa. Mi cacceranno via a calci.

Anzi no, mi prenderanno di peso e legheranno ad una palo, scrivendomi addosso “asino”.

Anzi no! Mi denunceranno per uso indebito delle conoscenze italiane! Non che esista una denuncia simile, ma vabbè.

Sarei stata umiliata, flagellata e cacciata dal corso, dopodiché mi avrebbero…

- Ehi Bella! Stai andando a dare l’esame? –

La mia attenzione si sposta da scenari catastrofici a Jasper Hale, fidanzato storico di Alice. Frequenta il mio stesso corso ed è ormai prossimo alla laurea, una sorta di cervellone super carino.

- Si. – rispondo con una voce che sembra provenire dall’Oltre Tomba. Sono ancora visibilmente scossa dai viaggi assurdi intrapresi dal mio cervello, e pensare che c’è chi si fa’ di droghe per ottenere quello che la mia mente partorisce in condizioni normali.

Mia madre può stare tranquilla: io e la droga non abbiamo bisogno di conoscerci, anzi! Semmai è lei che dovrebbe venire a lezione da me!

- Oh… emh… allora ti lascio andare a farlo! Buona fortuna! – mi comunica Jasper con voce tesa, dileguandosi velocemente alla sicura ricerca di Alice.

Raggiungo la porta dell’Inferno e dopo uno sguardo al cielo mi preparo al peggio.

***

 - L’ho sempre detto di avere una cognata cretina, ma questo è veramente il raggiungimento del limite! Sul serio, sono sconvolta! – sibila a denti stretti Alice.

Rido tutta soddisfatta ripensando all’esame dato il giorno prima.

Okay, non è stato affatto facile. Il mio esaminatore, un certo Aro Stewart, mi ha tenuta incollata sulla sedia per un esame da infarto e al cardiopalma, ma in compenso ne sono uscita con un bel ventinove.

Meritatissimo e sudatissimo aggiungerei, visto che quella carogna ha preteso un ragionamento a dir poco complicato a partire dalla definizione di devianza e di marginalità, per poi arrivare ad un esempio tangibile di tutto quello che avevo esposto poco prima.

La sua frase-incipit per l’esempio?

"Se considererai un soggetto un ladro, la persona si comporterà automaticamente secondo il ruolo che gli è stato attribuito"

Naturalmente Alice ha chiesto la mia testa su un piatto d’argento, e così Edward.

A quanto pare non hanno gradito poi tanto la mia disperazione pre-esame, ma a soggetti come loro – perfetti e senza alcun problema – è difficile capire la mia posizione.

Non sopporto le pressioni e lavorare sotto di esse è disarmante. Se poi anche chi mi sta attorno non fa’ che farmi la predica diventa un vero e proprio massacro!

Infondo io mica vado a rompere le scatole ad Edward, Alice o Jasper!

Loro hanno il loro corso e gestiscono i loro esami come vogliono e così devono lasciar fare a me!

- Ehi, piano con le parole! – la ammonisco. – Ero tesa, okay? Questo esame mi ha fatto venire una paura del diavolo ma almeno sono felice di essermelo tolto dai piedi! Che sia andato bene è solamente un fattore secondario! –

- Bella… - sibila Alice avvicinandosi a me. – Stavi cercando di affogarti nel bicchiere di Coca cola! –

Sollevo gli occhi al cielo scuotendo la mano. – La solita esagerata! – la liquido con superiorità. Non che quello che sta dicendo sia una bugia, anzi, semplicemente non mi va di rivangare i brutti istanti della mia vita universitaria.

Alice si volta di scatto a fissare Edward. – Io non la voglio come cognata! Sia chiaro! – sghignazza puntandomi con il dito.

Edward le rivolge un’occhiata esasperata, osservando Jasper dirigersi verso di noi con un vassoio carico di bibite e stuzzichini vari.

- Hai deciso di farmi diventare una balena? – ridacchia Alice non appena Jasper le si siede accanto. Deposita un bacio leggero sulla sua guancia pallida e ruba un tramezzino.

- Non ti farebbe mica male, sai? Un bel po’ di ciccia ai bordi… mmm… - ridacchia pizzicandole un fianco sin troppo magro.

- Come mai tutta questa roba? – chiede Edward interrompendo quel momento pseudo romantico tra Jasper e sua sorella.

- Beh, dobbiamo festeggiare per il brillante superamento dell’esame di Bella, no? – risponde con un sorrisone Jasper.

Tra noi si diffonde un basso mormorio di assenso e tutti ci chiniamo a prendere qualcosa con cui brindare. Con in mano una birra tutti urlano congratulazioni e complimenti più o meno seri, ma come al solito è Alice a smorzare il clima gioioso del momento.

Ha uno speciale talento per farlo, ormai è diventato il suo marchio di fabbrica distruggere i momenti di serenità che coinvolgono il nostro gruppo.

- Cognatina, ma il prossimo esame quando lo dai? -  

Silenzio.

- Vai al diavolo, Alice! – strillo innervosita.

Ne ho appena dato uno, perché rovinarmi l’estate pensando a quello che devo dare prossimamente?

Una risata cristallina si leva dal nostro tavolo, mentre Alice ride divertita. Mi fingo un attimo immusonita per poi lasciarmi andare anche io ad una risata liberatoria.

Infondo ora come ora sono libera da tutto, no?

*************
** Note **

Ecco qui, One Shot senza pretese con il fine di strappare almeno un sorriso, perchè questo è l'obbiettivo! ^__^

PS: Per "scommettiamo?" vedrò cosa posso fare, in quanto ho una storia originale da consegnare per un concorso e rischio di non rientrare con i tempi! Scusate! (__.__)

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Tra le righe delle mie storie --- Vale_cullen1992.
   
 
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