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Autore: Serry Kinney Darcy Uchiha    05/07/2010    4 recensioni
la storia è più o meno la stessa ma alla fine c'è un capitoletto in più....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per molte persone quella giornata era una giornata normale. Con le solite preoccupazioni ed abitudini. Ma non per due persone. Due persone i cui destini sono legati a doppio filo: Akihiko e Misaki. Misaki passò quella mattina normalmente. Si alzò presto per fare le solite pulizie, cercando ovviamente di evitare di svegliare Usagi-san. Ormai sapeva benissimo ciò che succedeva quando lo svegliava. Verso le sette e mezzo cominciò ad avviarsi verso scuola, avendo la sensazione di essersi dimenticato qualcosa che centrava con Usagi-san…. Quando arrivò all’università si diresse in classe accompagnato da Sumi-sempai. Poi durante la lezione, tanto per cambiare, si prese in testa ben 4 gessetti dal prof di letteratura. Il famoso diavolo Kamijo… Mentre Misaki si trovava fuori per pranzare con il sempai si accorse che vicino a lui una ragazza continuava a lanciargli delle occhiatine strane. Quasi maliziose. Nella sua mente si stava formando il pensiero che quella ragazza potesse essere innamorata di lui. Quella ragazza era anche bellissima. Con lungi capelli neri, occhi color del ghiaccio, un viso con dei tratti così fini da sembrare una bambola di porcellana. Pensava che fosse proprio bella ma subito fermò quel pensiero con l’immagine di un Usagi-san sorridente. Anche se non lo avrebbe mai ammesso lui ne era innamorato perso… anche se farebbe volentieri a meno di qualche molestia di tanto in tanto. La giornata a scuola continuò senza altri gessetti in testa. L’ultima lezione del giorno era quella di inglese, quella più dura per lui ultimamente. Decise che alla fine avrebbe chiesto l’aiuto di Usagi-san in quella materia. Alla fine delle lezioni Misaki si recò al part-time. Ormai erano quasi 4 mesi che lavorava in quel bar come cameriere. La paga certo non era altissima ma aiutava. Anche se sicuramente una certa persona non avrebbe fatto storie se lui avesse deciso di smettere di lavorare. Anzi. Quel giorno il bar non era molto pieno, c’erano solo 3 tavoli occupati quindi il padrone gli chiese se gli dispiaceva andare a casa prima. Lui rispose che non gli dispiaceva affatto. Quando si fu cambiato cercò di chiamare Usagi-san per farsi venire a prendere come faceva sempre, ma il cellulare squillava a vuoto e lo stesso per il telefono di casa. Strano pensò Misaki. Di solito Akihiko sembrava sempre pronto a venirlo a prendere, come se aspettasse vicino al telefono. Visto che quello stupido coniglio non rispondeva Misaki decise di andare a casa a piedi anche se era un po’ lontano, ma tanto come notò era abbastanza presto. Mentre continuava a camminare lungo la strada di casa pensava sempre a quella sensazione di aver dimenticato qualcosa di importante, ma non gli veniva in mente che cosa potesse essere. Già che era di strada decise di fermarsi anche a fare un po’ di spesa. Quando arrivò nel condominio dove abitava ritirò la posta come da abitudine, prese l’ascensore e salì nell’attico. Quando aprì la porta di casa Misaki fu colpito da un forte odore di rose e vaniglia che proveniva dal soggiorno. Appoggiò tutto quello che aveva in mano in cucina e poi andò in salotto. Ciò che vide lo colpì tantissimo. Le serrande delle finestre erano state tutte abbassate, su tutto il pavimento c’erano petali di rose rosse e gialle. Sul divano c’era Suzuki-san seduto, ma gli era stato cambiato il nastro, cosa molto strana poiché la faceva sempre lui. Il nuovo fiocco era di un rosso intenso con un cuore ricamato sopra. Tutto questo scenario fece sentire a Misaki una dolcezza infinita nel cuore e un senso d’amore che non sapeva da dove arrivasse. Misaki decise di andare a cercare Usagi-san e vide che anche le scale erano state modificate. Su ogni scalino era stata posizionata una candela accesa che emanava un profumo di vaniglia e menta delizioso. In corridoio era stata posizionata invece una scia di tulipani rossi e edera che significano amore e eterna fedeltà. La scia finiva “minacciosamente” davanti alla porta della stanza di Usagi-san. Prima di aprire la porta della stanza Misaki si preparò al peggio. Nella sua mente si crearono di quelle immagini talmente assurde che anche lui non si sarebbe mai aspettato. La più vivida di tutte fu una in cui il suo Usagi-san aveva fatto tutta quella operazione per Aikawa-san. Ma anche lui si rese conto che era impossibile. Quando Misaki entrò in camera trovo il letto ricoperto di petali di rosa e sentì profumo di vino. Si girò verso la finestra e vide Usagi-san con una sigaretta nella mano destra e un bicchiere di vino rosso nella sinistra. Si decise a parlare << Sono a casa. Usagi-san si può sapere perché tutta questa atmosfera…. Così sdolcinata è in tutta casa?>>. A Usagi-san quelle parole sembrarono incomprensibili. Come poteva essersene dimenticato. Lui quello che si ricordava sempre tutto. Decise di ricordaglielo. << Proprio non ti ricordi che giorno è oggi??>> A Misaki si spalancarono gli occhi nei quali si poteva scorgere una triste consapevolezza di quello che si era scordato. Abbassò gli occhi. Si sentiva come un traditore. Come aveva potuto dimenticare quella ricorrenza che anche per lui era così importante?. Alla fine si limitò a borbottare un – scusa Usagi-san. Non volevo dimenticarmi. Ti prego perdonami. - allora Akihiko gli andò vicino e lo strinse forte a sé. Tra quelle forti braccia Misaki si sentiva al sicuro. Sentiva un piacevole tepore nel cuore. Voleva che quel momento non finisse mai. Gli sembrava di essere in paradiso. Akihiko dopo un po’ disse << non preoccuparti. Non è la fine del mondo. Te ne ricorderai l’anno prossimo. E comunque tutta questa atmosfera è solo un modo per farti capire quanto ti amo…>> << ti amo anche io …>> Misaki disse quelle stupende parole con gli occhi bassi, le guance letteralmente in fiamme e la voce un po’ tremante, invece Akihiko spalancò gli occhi nel sentire la fatidica frase che aveva tanto aspettato. << dimmi che ho sentito quello che ho sentito>> << si ti ho detto che ti amo…. Ti amo baka Usagi…. All’inizio non volevo ammetterlo neanche a me stesso ma era da un po’ che aspettavo l’occasione giusta per dirtelo…. Ti amo… ti amo Usagi-san…>> Akihiko non ci poteva credere. Era riuscito ad abbattere quel muro che Misaki si era costruito attorno. Era davvero al settimo cielo. Si chinò per baciare Misaki ma lui lo stupì alzandosi più velocemente e baciandolo per primo. Era un bacio dolce, ma che ben presto si trasformò in qualcosa si un po’ meno casto. La lingua di Misaki cercava quella del suo amante. Riuscirono a staccarsi dopo un bel po’…. Allora Akihiko disse << adesso posso morire felice.>> << non ci provare neanche. O se proprio te ne devi andare io ti seguirò…. Sempre… per sempre.. >> << grazie Misaki questo è il più bel regalo di anniversario che tu potessi mai farmi>> << perché ancora non hai visto niente di quello che ti aspetta>>. Misaki lo disse con uno sguardo malizioso che fece eccitare all’istante Usagi-san. Quella notte li vide amarsi per la prima volta senza remore. Per la prima volta anche Misaki aveva avuto la sua parte attiva, e ne era felice. La mattina seguente un flebile raggio di sole cadeva sul viso di Misaki. Mormorò qualcosa e poi si svegliò avendo una triste sorpresa. Era da solo nel letto. Probabilmente Usagi-san era nel suo studio a lavorare a qualche romanzo lasciato indietro come al solito pensò Misaki. Allora si alzò e andò nello studio per dare il buongiorno al suo amato. Ma li non c’era. Che fosse andato in ufficio? Impossibile avrebbe lasciato un biglietto. Misaki scese in salotto per vedere se era li. E in effetti era li. Abbracciato a Suzuki-san Akihiko sembrava nervoso. Come se avesse paura di qualcosa che stava per cadergli addosso. Aveva anche uno sguardo spento, un po’ vacuo che si accese non appena vide Misaki. << come mai non eri a letto? Mi hai fatto preoccupare… >> gli disse Misaki prima di dargli un piccolo bacio sulle labbra. << volevo prepararti la sorpresa che non sono riuscito a darti ieri sera…. >> Misaki aveva un po’ paura di questa sorpresa. Conoscendo Usagi-san sarebbe stato capace di regalargli un isola. A questo pensiero gli scappò un risolino un po’ isterico. << che succede?>> chiese Akihiko << niente non preoccuparti. Dimmi qual è questa sorpresa? Sono curioso>> Akihiko si sedette sul divano e gli fece segno di sedersi affianco a lui. Misaki obbedì. << Misaki voglio dirti una cosa. E anche se ti sembrerà strana o insensata ascoltami fino alla fine… d’accordo?>> Misaki annuì. << Misaki… vuoi sposarmi?>> Akihiko pronunciò questa frase con una velocità allucinante. Come se avesse paura che nel dirla sarebbe caduto il mondo. Ora era li a guardare il suo ragazzo che era tra lo shockato, il terrorizzato e l’estasi. << Ma Usagi-san non possiamo sposarci. È illegale e in più non credo che i tuoi approverebbero.>> Usagi-san guardò un po’ storto Misaki. << Misaki ascoltami bene. Di quello che potrebbe dire la mia famiglia non me ne importa un bel niente. Tu sei l’unico di cui mi importa. L’unico per cui sarei disposto a dare la vita. >> Misaki era sbalordito. Cioè sapeva che Akihiko lo amava ma non sapeva che lo amava così tanto. <> Misaki non sapeva che dire. Era in imbarazzo, ma il solo pensiero di lui e quel baka Usagi insieme per sempre alla luce del sole, con un bel matrimonio non gli dispiaceva affatto. Anzi. << si. >> Era stato un sussurro. Qualcosa di appena percettibile. Sussurrato da un Misaki praticamente in fiamme dalla vergogna e con lo sguardo fisso sul pavimento. Dopo quella risposta Usagi preso il mento di Misaki e lo alzò fino a far incontrare i loro sguardi. Si fissarono per quella che a Misaki apparve un’eternità. E poi si baciarono. Si baciarono come non avevano mai fatto. Lo fecero con foga come se fosse la prima e l’ultima volta insieme. Era un bacio pieno d’amore. Un bacio che solo in pochi sono in grado di dare. Si staccarono solo quando i loro polmoni cominciarono a protestare. Si abbracciarono e rimasero così per quasi tutto il giorno. 3 ANNI DOPO…… <3 Erano passati ormai tre anni da quella mattina così bella e assurda. Misaki aveva detto a suo fratello di lui e Usagi-san e ovviamente Takahiro non aveva fatto i salti di gioia, ma aveva detto che pur di veder felice il suo fratellino avrebbe accettato Usagi come cognato…. Ma con i parenti di Usagi fu tutto un alto paio di maniche. Dissero che per loro era una cosa inaccettabile e che non avrebbero mai lasciato che Usagi sposasse un ragazzino dalle dubbie origini. Ovviamente Akihiko si era alterato, gli aveva risposto per le rime e se ne era andato sbattendo la porta. Dopo qualche giorno arrivò una lettera da parte del padre e del fratello di Usagi che diceva che darebbero stati più che felici di presenziare al matrimonio non appena sarebbe stato possibile. Ovviamente quando Akihiko gli aveva detto di andare all’inferno non l’avevano presa troppo bene e avevano accettato questa strana e nuova situazione familiare. Una sera Usagi e Misaki incontrarono Hiroki un vecchio amico di Usagi-san, accompagnato dal suo ragazzo Nowaki. Si ritrovarono a cenare tutti insieme. E verso la fine della serata i 4, ormai amici, incontrarono anche il prof Miyagi un collega di Hiroki e con lui c’era un ragazzino. Il suo nome era Shinobou. Era il ragazzo di Miyagi non che fratello minore della sua ex-moglie. Decisero di andare tutti a bere qualcosa insieme. Quando tornarono a casa Misaki decise che avrebbe invitato i 4 nuovi amici al loro matrimonio e Akihiko aveva consentito di buon grado. Il matrimonio si svolse il 21 settembre. Ovviamente dovettero celebrarlo in municipio visto che la chiesa non aveva preso di buon occhio questa concessione del governo giapponese. I presenti non erano molti ma era un gruppo abbastanza nutrito di persone. Ovviamente Misaki e Akihiko, con Nowaki e Hiroki, Miyagi accompagnato da Shinobou. Il fratello di Misaki con sua moglie e il figlio. Il padre di Usagi con il fratello e la cugina. Sumi-sempai, la madre di Hiroki, il nonno di Usagi, Aikawa-san, ( Misaki aveva insistito che ci fosse anche lei), alcuni amici dell’università di Misaki e alcuni scrittori amici di Usagi che Misaki aveva avuto modo di conoscere nel corso degli ultimi anni. La cerimonia si svolse in modo rapido e semplice, anche se Usagi-san aveva quasi sbagliato mano su cui andava messo l’anello di Misaki. Il pranzo si svolse all’ hotel Teito nel centro della città. Il cibo era squisito, la musica ottima e la torta era la più bella che si fosse mai vista. Era a diversi piani, bianca con strati di glassa azzurra e con in cima le statuine raffiguranti gli sposi. Alla fine del rinfresco e quando tutti se ne furono andati, i nostri novelli sposi si chiusero letteralmente in camera per due giorni per poi partire per la luna di miele. La luna di miele durò quasi un mese e mezzo. Usagi e Misaki girarono tutta l’Europa, e poi fecero una piccola capatina di un paio di giorni a Miami. Quando tornarono indietro Usagi, come al solito per un capriccio, vendette l’attico e comprò una villa a metà strada tra l’università di Misaki e il suo ufficio. Misaki non era stato troppo d’accordo ma alla fine dovette cedere. E ora vivono felici e contenti nella loro ville con una splendida bambina ( adottata L k peccato sarebbe bello aver potuto avere una figlia loro ) dai capelli biondi come il grano e gli occhi vedi come la giada. E il suo nome è Sarah…
   
 
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