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Autore: Walnut    06/07/2010    1 recensioni
Chi decide cosa è giusto e cosa è sbagliato nella vita? Michael non lo sa e cerca risposte perchè deve fare una scelta, perchè vuole fare una scelta, ma ogni scelta che lui prenderà, porterà conseguenze terribili.
Un dolore alla testa e Michael si distende a terra, premendosi il capo con forza, come se il dolore potesse sparire da un momento all’altro.
La neve gli bagna la guancia, la sente raffreddarsi incredibilmente.
Le lacrime iniziano a solcargli il viso, così calde che Michael se ne dispiace quando cadono a terra.
La sua tomba, con il suo nome, si trova dietro quella del nonno.
-Michael Elliot-
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo personaggio, Severus Piton, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zombie

 

 

Capitolo 1

Niente Natale, niente tacchino.

 

1

 

La porta cigola e si apre appena, lasciando scivolare sul pavimento un'ombra di luce che raggiunge velocemente il piede di Michael, nascosto dietro una colonna alla fine del corridoio.

Si sentono delle voci da dietro la porta, voci rabbiose e alte, tanto alte da sembrare urli ma Michael sa che sono solo gli amici di suo nonno che discutono su un'altra missione da portare a termine e che molto probabilmente avverrà la settimana prossima.

Michael ha sempre voluto partecipare a una di queste missioni, ma non gli è stato mai permesso: ogni volta un secco "no" giunge alle sue orecchie e lui si arrabbia ed esce dalla sala sbattendo la porta.

Così da un po’ di tempo si nasconde dietro alle porte e resta in silenzio ad ascoltare i piani, come un bambino piccolo.

Deve ammettere però, si diverte.

Sente un rumore di sedie spostate e risate basse, e capisce che la riunione è terminata; i partecipanti stanno per congedarsi: è sempre meglio non farsi vedere a spiare le riunioni. Così lentamente risale le scale polverose e cigolanti; attento a non inciampare nel buio e a fare rumore. Ha già scoperto cosa si prova a essere colti in fragrante mentre si spia e non è una bella sensazione, lo mette in imbarazzo, e questo non gli piace affatto.

Non gli piace per niente.

 

 

La mattina era sempre difficile svegliarsi, specie quando si aveva ancora sonno.

La riunione della sera prima era durata fino a tardi ed era rimasto sveglio fino alla fine per sapere cosa avrebbero fatto.

Pensa che magari un giorno si potrebbe infiltrare e partecipare anche lui nelle loro missioni e dimostrare a tutti la sua maestria nel lanciare incantesimi e sconfiggere i nemici.

Lottare per la giusta causa ed essere riconosciuto come un eroe da tutti.

Non ha confidato mai a nessuno i suoi sogni e i suoi segreti; crescendo ha dolorosamente imparato che le persone che lo circondano ridono delle sue aspettative. I grandi lo fanno. Non ricorda di averne mai parlato con qualcun altro in vita sua dopo; delle sue aspettative.

Non ha amici.

Suo nonno crede profondamente in quello che fa, per lui è importante non fallire mai.

Il nemico deve essere sconfitto.”

Ma chi è veramente il nemico, Michael non lo sa ancora.

Non sa qual è la giusta causa, non sa per cosa suo nonno si batte veramente, non sa cos’è giusto e cosa è sbagliato; ma lo vorrebbe fare anche lui.

Però nessuno lo ascolta.

 

 

Allora campione, come va questa mattina?”

Bene nonno, grazie. Com’è andata la riunione ieri sera?”

Non ne abbiamo cavato un ragno dal buco, troppe incertezze corrono tra di noi.”

Incertezze su cosa, nonno?”

Su tutto. La guerra si fa sempre più feroce, e i feriti e i caduti si moltiplicano ogni giorno. Qualche codardo si è già arreso, ma non sa che il peggio deve ancora venire.”

Perché... codardi?”

Perché hanno abbandonato tutto e sono scappati via come conigli; spaventati. Non sarà l’ombra a proteggerli, casomai il contrario.” Il nonno si alza bruscamente dalla sedia e se ne va. Michael sa che l’ha fatto arrabbiare; a lui non piace parlare di quello che sta succedendo da qualche mese a questa parte, e non vuole che gli si vengano fatte domande su niente.

Anche qui Michael si ritrova confuso. La confusione minaccia di schiacciarlo.

Troppo annoiato per stare dentro casa, decide di uscire a fare due passi; così prende sciarpa e cappello ed esce.

L’aria Dicembrina soffia sul suo viso, provocandogli brividi di freddo in tutto il corpo: malgrado siano i primi del mese, nella vecchia Londra inizia a far freddo prima; e già si intravedono nuvoloni carichi di neve all’orizzonte. Non è esattamente sicuro che quest’anno il Natale si passerà in famiglia tutti insieme come gli scorsi anni. Zia Selma non si fa sentire più da un bel pezzo e gli altri sono sparsi in giro non si sa dove. Fuggiti anche loro.

E’ triste tutto ciò, pensa il ragazzo, la festa più bella la dovrò passare da solo con mio nonno.

Svolta l’angolo e si dirige verso il parco.

 

 

Il lago che si trova in mezzo al parco ospita delle paperelle bianche che beccano l’acqua in cerca di cibo. Tutt’attorno è ricoperto di alberi grandi verdi e alti, talmente alti che Michael per vederli deve alzare la testa.

Gli è sempre piaciuto quel posto: fin da quando se ne ricorda è sempre venuto li.

L’erba fresca e incolta ricopre quel pezzo di terra, qualche fiore selvatico ancora resiste coraggiosamente alle intemperie che colpiscono sempre più spesso Londra.

Presto sarete schiacciati tutti dalla neve!”, raccoglie un fiore e lo stringe forte in mano.

Non è molto carino da dire a un fiore.”

Michael balza sul posto spaventato, nascondendosi dietro la panchina e guardando da dietro di essa, scruta una figura che si avvicina.

Una ragazza magrolina cammina verso la panchina dove lui è seduto: dei capelli castani lunghi fino le spalle le incorniciano il viso, impreziosito da due occhi marroni grandi e luminosi. Un cappotto verde acido, non adatto alla stagione, le arriva fino al ginocchio, troppo grande per lei.

In mano a uno di quei fiori che prima guardava.

Tu sei il nipote di Josh vero? Io sono la tua vicina di casa, Sasha.”

Sasha cerca di guardare dietro la panchina dove Michael è nascosto, incuriosita.

Timorosamente il ragazzo si alza e le porge una mano.

Michael Elliot, piacere.”

Sasha Collis, piacere mio.”

Michael si accorge che da vicino la ragazza è più bassa di due palmi di lui, ed è molto più magra di quello che sembra. Si siede nella panchina e le fa spazio.

Vieni spesso qui?”, chiede la giovane.

Quasi sempre.”

Io non più come prima. Mi ci portava spesso mio nonno, adesso i miei genitori l’hanno ricoverato in un ospizio. E’ troppo vecchio e i miei non hanno tempo per stargli dietro.”

Ah, mi dispiace.”

Dispiace anche a me. L’unica cosa positiva è che così gli hanno risparmiato di vedere lo scempio che va girando in questi tempi.”

Mio nonno lo combatte, lo scempio.”

Lo so, mio padre partecipa spesso alle riunioni ma non ha mai preso parte a un attacco. Fortunatamente.”

A Michael gli ritornano in mente le parole del nonno di poco prima.

Quindi tuo padre è... un codardo?”

A quelle parole appena pronunciate, la ragazza, Sasha, si gira con un'espressione furiosa e ferita in volto.

Mio padre non è un codardo. Lui tiene alla sua vita!”, si alza e come è arrivata se ne va.

Michael ancora una volta, come spesso accade da quell’incidente di molti anni prima, si ritrova da solo e confuso. Come la mattina in cucina, come al pensiero del Natale, come quando cerca di ricordare il suo passato.

Non sa se questo è normale o fuori dal comune: nessuno gli ha mai detto niente in merito.

Si guarda un po’ attorno. Il sole è definitivamente coperto dalle nuvole cariche di pioggia, che minacciano di scaricarsi proprio sul ragazzo. Così si tira su e si dirige verso casa.

 

 

Il numero ventitré di Barboun Street è fradicio dal tetto alle fondamenta.

Michael corre sotto il porticato cercando riparo, non ha fatto in tempo a tornare a casa.

Suo nonno è uscito e non è più tornato - molto probabilmente è andato da amici - non gli resta altro che sedersi e aspettarlo.

Qualche lampo si affaccia dal cielo plumbeo illuminando la strada e facendola tornare al buio un istante dopo. Le strade, le città, le case, diventano spaventose quando piove. Non per il fatto che tutto diventa più scuro – Michael non ha paura del buio - ma perché le cose si mostrano come sono.

Il buio nasconde le prove, terrorizza i criminali.

Ma d’altronde ci decide chi è criminale e chi no? Michael schiaccia una lumaca che in quel momento striscia lasciando residui di bava dietro di lei. E’ un criminale?

Un fulmine squarcia il silenzio della strada. La luce prodotta dal fulmine viene riflessa su un oggetto che Michael non riesce a riconoscere; così, ignorando la pioggia, esce dal suo riparo e si dirige verso di esso.

E’ una zappa da terra sporca di sangue scuro e vecchio, sembra quasi ruggine sul metallo.

Si chiede cosa ci faccia lì nel giardino della casa di suo nonno, decide che glielo chiederà al suo ritorno.

Per il momento non gli resta altro da fare che rifugiarsi ancora una volta nella tettoia in attesa che la pioggia passi. Se solo si fosse ricordato della bacchetta!

 

2

Quando nonno Josh è tornato a casa ha rimproverato il giovane duramente.

Ti sembra il caso di stare fuori con questo tempo?”

Il ragazzo ha cercato di spiegargli perché non è entrato dentro casa, rimanendo fuori come un cane, ma il vecchio Josh non l’ha ascoltato.

Ora sono a tavola. Mangiano una misera cena fatta di patate e avanzi della sera prima.

Scusa per oggi, nonno.”

Il vecchio tira su la testa dal piatto e lo guarda sospettoso.

Non fa niente figliolo, finisci la cena e riposati.”

Posso chiederti una cosa, nonno.”, Michael non è mai brillato per l’audacia. La sua timidezza l'ha preceduto sempre; così chiedere questa cosa a suo nonno gli costa molta fatica.

Dimmi.”

Perché c’è una zappa fuori nel giardino sporca di sangue?”

Quale zappa?”

Una zappa.”

Beh”, incomincia nervoso, “io non lo posso sapere. Magari è colpa di qualche animale randagio ferito.”

La cosa convince il giovane, sicuro delle parole del nonno. Non gli chiede più niente, ma non si accorge della lacrima di sudore che gli scivola dalla fronte andandosi a schiantare contro il piatto.

 

 

Il giorno dopo tutto sembra tornato normale in casa Elliot.

La colazione si svolge come d’abitudine, con il sottofondo del temporale del giorno prima che non ha ancora smesso: Josh legge la Gazzetta del Profeta, commentando con borbottii qua e là, Michael finisce di bere il suo latte.

Nonno, quest’anno festeggeremo il Natale come gli anni scorsi?”

Josh si leva gli occhiali e si passa stancamente una mano sul volto.

Non penso, Michael. Abbiamo tutti troppo da fare.”

Ma, è tradizione! Mancano ancora 23 giorni!”

Ho detto che non lo possiamo festeggiare, falla finita. Non sei più un bambino, hai 17 anni. Prenditi le tue responsabilità!”

Quali responsabilità? Non so neanche per cosa stai combattendo! Sono fuori da tutto io!”

Sto cercando di salvarti la vita! E’ meglio che tu rimanga fuori da tutto ciò, non ti piacerebbe sapere cosa faccio!”

Cosa ne sai tu?”

Sono tuo nonno, ti ho cresciuto da quando i tuoi genitori sono morti!”

Lo so! Lo so, me lo ripeti sempre!”, sbatte un pugno sul tavolo.

Non rispondermi in questo modo!”

Mi hai stufato!”

Michael esce dalla cucina a passo di carica, salendo le scale rumorosamente e sbattendo la porta della sua camera.

Si butta sul letto della stanza a peso morto, come dopo una lunga corsa. E’ stufo marcio di sentirsi dire dalla gente quello che deve o non deve fare. Odia le persone che lo fanno, odia le persone che lo circondano e odia Sasha che non l’ha saputo capire.

Vuole dimostrare a tutti di che pasta è fatto, così decide di seguire il nonno nella sua prossima missione. Lo vedranno tutti e tutti saranno fieri di lui.

Comprerà un tacchino per Natale e se lo mangerà fino all’ultimo pezzo.

Natale non è Natale senza tacchino, Merlino!

 

N/A

Questa storia era stata scritta per il contest "Dai classici alle fanfiction" di vogue, classificandosi undicesima. Sarà una storia divisa in cinque capitoletti. Mi spiace non averla potuta pubblicare prima, ma Word non dava segni di vita visto che si era rotto, e la storia era salvata lì. ( A fine storia riporterò il punteggio ottenuto e i risultati )

Spero che la gradiate e spero che leggendola vi piacerà. Ringrazio chi leggerà e chi recensira.

Saluti, .

   
 
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