B o o m

Lo senti, Akito?

Il rumore di una vita che cresce, di un cuore che batte, di un essere che ne contiene un altro.

Io... trovo che sia una cosa meravigliosa, un privilegio concesso a noi donne che si tramanda da anni, anni e anni.

Eppure, ogni volta c'è da rimanere stupiti.

Lo senti?

Boom, boom, boom.

Lo senti, ma solo in parte: puoi avvertire la scossa, ma non puoi sapere cosa si prova all'interno... davvero.

Boom.

Ed è magico, potente, così reale e così, al contempo, surreale.

«Se fissi ancora quell'ecografia, la consumerai.»

Akito passa in cucina per l'ennesima volta, osservando la sua fidanzata – che termine arcaico, si dice tra sé e sé – consumare con lo sguardo un'ecografia che si ostenta a chiamare foto.

«Oh, papà è geloso.»

Akito si blocca, non essendo abituato a sentire il suono tanto aspro – dolce, come gli suona ostile quella parola. Eppure, così dannatamente vera – di quel paio di sillabe.

Sana sorride, di quel sorriso che solo le madri riservano ai propri figli quando sono in gravidanza. Sorride: Akito pensa che non le ha mai visto un'espressione tanto raggiante, non come quella che permea sulle sue labbra in quel momento.

«Papà avrebbe anche fame»

Ribatte lui, ironizzando.

Sana allora si alza, sfiorando il ventre materno – dietro i vestiti inizia a vedersi una protuberanza circolare – e attrezzandosi in cucina, coi fornelli.

Mentre si volta, impatta contro il corpo del ragazzo: un momento, occhi negli occhi, sguardi che si cercano e che non smettono mai di trovarsi, dita che provano a non sfiorarsi ma capiscono che è un tentativo vano e... Boom.

Akito lo sente, lieve ma ugualmente pronunciato, è il calcio di chi non vede l'ora di scoprire questo vasto mondo, di cercare le stelle, di puntare il dito su di esse, di riuscire a sfiorare il mare senza aver paura, di inciampare nel fango, di strappare un filo d'erba, di raccogliere i fiori, di afferrare il destino, di soffrire, amare, rimanere deluso, ricominciare, cadere, rialzarsi, sperare, illudersi, cercare.

E... Boom.

È un calcio apparentemente innocuo, ma forse incosciente della potenza che scatena all'esterno. Akito inizia a comprendere, allora, per quale motivo Sana se ne rimanga ore ed ore a fissare qualcosa di inesistente – gli occhi di una madre vedono tutto – e il motivo per cui canticchia, si illumina ogni mattina, resta qualche minuto a fissare il ventre allo specchio la mattina, le brillano gli occhi.

«E'... potente.»

Commenta Akito, totalmente spiazzato.

Sana allora sorride, accarezzandogli il profilo e sussurrando: «Ed è nostro. Solamente nostro.»

Poi, un bacio a fior di labbra.

E stavolta Akito un calcio lo sente veramente all'interno... Un calcio che lo penetra sin dentro l'anima.

Note:

Ecco la seconda Spin Off (di “True love”) è passato diverso tempo e Sana è incinta come potete ben notare ù_ù. Sarò di poche parole, perché sono stremata XD... Letteralmente, proprio.

(Sì, mi sto ammazzando ad aggiornare tutto ç_ç. Anche se la partenza è rimandata a Sabato, mi resta poco tempo per portare a termine alcune cose ç_ç)

Allora, ho descritto la gravidanza dagli occhi di Sana: penso che per quanto un uomo partecipi, non possa sentire ciò che una madre avverta all'interno... proprio perché vive in simbiosi, quei nove mesi, con un feto, che poi si trasforma magicamente in un bambino. Il suo bambino, il loro bambino :).

Penso ci sia qualcosa di ammirevole in questo; d'altronde, ho voluto trattare anche i sentimenti di Akito, che si rende conto veramente di quanto possa essere potente quella nuova situazione che di lì a poco si verrà a creare. Una famiglia, sì.

È ambientata all'incirca un anno dopo l'ultimo capitolo di “True love” :)).

Grazie per aver letto, grazie a tutti coloro che hanno commentato l'ultimo capitolo della fic da cui è tratta la Spin Off e... Addirittura tra le scelte? Dèi, quale onore!

Non credevo, veramente ç__ç

*commossa*

Grazie, davvero.

A domani, ho una drabble SanaAkito che voglio postare ù_ù. No, non vi libererete mai di me XD.

Kiki-chan.