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Autore: LadyNoir    07/07/2010    2 recensioni
Rose Potter è una famosa cantante pop quasi ventenne che fa ballare gli adolescenti con i suoi singoli.
Ama la saga della Meyer ed anche i film da essa derivati.Ma c'è una cosa che Rosie non riesce ad accettare, in quei film.
La scelta del protagonista maschile: Robert Pattinson.
Una storia che parte dai pregiudizi per poi prendere una piega che capovolgerà le opinioni dei protagonisti.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia non è comune.
Non parla di una ragazza ed un ragazzo tra tanti.
Parla di due adolescenti che conducono una vita diversa dalla massa.
Lei,trasmessa in tutte le radio del mondo, è una cantante affermata.
Mentre lui…è il ragazzo re del grande schermo degli ultimi anni.
Stesso mondo, due dimensioni diverse. Musica e cinema.
Che presto si scontreranno.
 
 
 

 
~
 
 
 

 
-Signorina Potter la prego, un’altra domanda!-
-Conferma la separazione dal suo fidanzato Gaspard Ulliel?-
-Signorina Potter, un momento solo!-
Flash, flash ed ancoraflash.
Domande su domande, buttate lì con noncuranza e senza il minimo tatto.
Salii nella berlina nera coprendomi il viso con la mano con l’intento di proteggermi dagli stupidi giornalisti che ancora una volta avevano scoperto l’hotel in cui alloggiavo.
Sospirai, ormai al sicuro da tutto, dietro i vetri oscurati dell’auto.
L’avevano già saputo. Gaspard a quanto pare non aveva perso tempo.
Abbassai lo sguardo sul mio Iphone che stringevo tra le dita. Sfiorai lo schermo ed ecco che magicamente Gaspard mi guardava sorridente mentre mi abbracciava. La foto era di qualche mese prima.
Ci amavamo; forse non avevamo mai smesso.
Ma le liti erano all’ordine del giorno, e poi…beh.
Lui aveva bevuto un po’ troppo a seguito di una nostra lite durante il party d’inaugurazione del suo ultimo film francese, al quale io non potetti partecipare in quanto dovevo partecipare necessariamente ad un evento musicale a Londra.
Per farla breve, mi aveva tradita.
Sentii una morsa afferrarmi il cuore e le lacrime premere dietro gli occhi.
-Tutto bene Rose?-
Sollevai il capo e sorrisi al mio agente, Carl, che mi guardava sorridendo seduto sul sedile anteriore.- Tranquillo.-
Carl era il mio secondo papà. Difatti, vedevo più lui che la mia famiglia ma quello non dipendeva da me né da lui.
-Ti serve qualcosa?Latte freddo magari?Possiamo fermarci a prenderlo se vuoi-, mi domandò scrutandomi apprensivo.
Ahi. Aveva colpito il mio punto debole.
Senza aspettare la mia risposta lo sentii intimare l’autista di fermarsi nei pressi del primo supermercato della zona.
Latte freddo. Era quella la mia droga.
Bizzarro vero?
Quando nelle interviste mi chiedevano il segreto della mia pelle liscia io rispondevo sempre così: latte freddo.
Beh, effettivamente non sapevo se fosse merito del latte, ma per me era una vera goduria.
Qualche minuto dopo sorseggiavo il mio nettare preferito direttamente dalla bottiglia.
-Carl?-
-Dimmi-.
Gli sorrisi, riconoscente.- Grazie.-
Ricambiò il sorriso con un cenno del capo silenzioso e tornò a parlare con l’autista.
Il perché di tante premure era evidente.
Io e Gaspard ci eravamo lasciati solo da qualche giorno e puff, i giornalisti già avevano spiattellato tutto in prima pagina.
Tipico.
Ed enormemente frustrante.
Sobbalzai, sentendo l’Iphone vibrarmi tra le mani.
Kate, la mia migliore amica, mi stava chiamando.
Risposi senza indugiare.
-Tesoro mio!La stampa ha saputo!Sto tenendo d’occhio vari siti di gossip e…
-Calma Kate. So tutto.-
Sospirò, dall’altro capo del telefono.- Mi spiace tanto Rosie…-
-Lo so. A quanto pare Gaspard non ha perso tempo, eh?-
-Già. Però non puoi essere certa che sia stato lui..- azzardò la mia migliore amica ma la bloccai subito.- Ormai non ha più importanza.-
Silenzio, denso d’affetto.
-Quando posso stritolarti?-
Ridacchiai, sentendola così ansiosa. Non ci vedevamo da circa un mese, e Skype non accorciava granché le distanze. La capivo benissimo, dannazione.
-Domani mattina atterro a Londra. Torno a casa finalmente!-
-Evvai!Allora preparati, perché domani sera ci aspetta una festa!- esclamò entusiasta, facendomi sbiancare.
-U..una festa?Kate, io pensavo di fare un pigiama party dei nostri…-
-Pigiama party?E no cara mia, non serve che ti piangi addosso per quello stronzo bellissimo. Oh scusami, mi è scappato…-
Risi più apertamente davanti alla sua ingenuità ribelle che tanto adoravo. Carl si voltò nella mia direzione, strizzandomi l’occhio, contento di vedermi sorridere.
- E’ innegabile, lo sappiamo entrambe.-
-Oh bene…- sospirò, contenta che non me la fossi presa in qualche modo.- Comunque ti dicevo che domani sera all’Operà Club ci sarà una specie di party di beneficienza al quale Rich mi costringe a partecipare. Dice che incrementa l’immagine o cose così…-
Si, conoscevo bene quel discorso: ci partecipavo spesso anche io. Anzi, era strano che non ne sapessi niente. Forse Carl aveva evitato, vista la mia situazione sentimentale..
-E quindi?-
-Come e quindi?Mi accompagnerai tu, ovviamente!-
Kate era del tutto suonata.
-Ma non sono dell’umore adatto per partecipare ad un evento del genere, Kate!- la rimbeccai, attirando l’attenzione di Carl.
-Quale evento?-
Oh, no.
-Ehm, un party di beneficienza all’Operà Club di Londra domani sera…-
-Oh, certo. Sei stata invitata in effetti, ma ho declinato l’invito per…insomma…- era a corto di parole.
Lo adoravo, letteralmente. Ero molto fortunata ad avere un agente così. Forse era dovuto al fatto che mi aveva vista crescere passo dopo passo, sia artisticamente che nella vita privata.
-Immaginavo-, risposi con un sorriso.
-Ehi, allora?Con chi parli?- domandò Kate incuriosita.
-Niente, è solo Carl. Stiamo andando in aeroporto e…-
-Passamelo.-
-Cosa?-
La sentii sbuffare.- Dai su, passamelo!-
Scostai il ricevitore dall’orecchio e titubante lo passai al mio agente.
-Kate, ciao!Si certo…non sarebbe una cattiva idea in effetti…si, le faresti compagnia tu…-
Sbaglio, o stavano complottando?!
-Hai ragione Katie…ora te la ripasso. E’ sempre un piacere!-
Mi porse il telefono con un ghigno che non faceva presagire nulla di buono.
-Kate, ma cosa…?-
-A domani sera, reginetta del pop!-
Fine,
chiamata terminata.
Lanciai un’occhiata truce a Carl, che mi fissava con le mani in alto, in segno di resa.
-Sai meglio di me che Katherine Portman è una furia su questi argomenti!Sbaglio o è la tua migliore amica?-
-Ma è una dannata festa alla quale non ho intenzione di partecipare, Carl!-
Sospirò, per nulla offeso dal mio tono di voce alto.- Vieni qui.-
Mi avvicinai di più a lui, mentre mi faceva una carezza affettuosa sui capelli.- So che sei giù di morale Rosie, ci siamo passati tutti. Ma…Kate ha ragione, una festa è quello che ti ci vuole.-
Mi morsi il labbro, abbassando lo sguardo.
-E poi pensa alla stampa, pensa a Gaspard. Sarà un colpo per tutti vederti sorridente.-
Sospirai, mesta. –Ma non so se ce la faccio…-
Questa volta lo sentii ridacchiare.- Non ce la fai?Tu, Rose Potter alias Marla, reginetta del pop, colei che ha scavalcato Miley Cyrus nelle classifiche americane, non pensi di farcela?-
Un piccolo sorriso m’incorniciò il viso magro.- Forse avete ragione.-
Si allontanò da me, tornando al suo posto.
-Togli il forse.-
 
 
 
~
 
 
 
-Questa Marla è una vera figa-.
Risi alle parole di Taylor che come al solito non si lasciava sfuggire battute del genere.
A volte mi faceva impazzire, ma gli volevo un sacco di bene. Ormai lo consideravo il fratello minore che non avevo mai avuto.
Socchiusi gli occhi, guardando più attentamente il monitor lcd della mia camera.
-Non è male.-
Taylor sbuffò.- Non è male?Rob, ma ce li hai gli occhi?E poi balla divinamente!-
Gli tirai un cuscino, che scansò prontamente. –Eppure hai tolto quelle orribili lenti che ti offuscano la vista!-
-Ma smettila scemo!Non è male, punto. Non credo sia molto simpatica.-
Gli occhi di Tay s’illuminarono.- La conosci?-
Ridacchiai, accendendomi l’ultima sigaretta della serata.- No, certo che no.-
-E allora come fai a dirlo?-
Alzai le spalle, tirando la prima boccata di fumo. - Così. Impressione.-
Eravamo a Londra da alcuni giorni io, Taylor e Kirsten.
Mi piaceva tornare a casa. Ogni volta era come ritornare in un porto sicuro e tranquillo, dove non dovevo preoccuparmi di sorridere se ero giù, dove non dovevo stare attento ad ogni mia parola o azione.
Era come uscire dall’apnea dopo tanto tempo.
Taylor aveva travolto letteralmente casa mia. Era un ragazzo sempre attivo e dinamico, era impossibile quasi tenerlo fermo. Beh, togliendo le apparizioni pubbliche: spesso si emozionava e nelle interviste tornava il ragazzino un po’ impacciato e lasciava i panni dell’affascinante Jacob Black. Prima di ogni intervista facevamo piccole terapie anti-panico! Anche se Kirsten era un caso perso.
Comunque, entrambi avevano preso una camera d’albergo declinando il mio invito di dormire a casa.
-Rob?-
Mi richiamò Taylor ed alzai il capo nella sua direzione.
-Non sarai mica innamorato sul serio di Kirsten, vero?-
Strabuzzai gli occhi ed attaccai a ridergli in faccia senza ritegno.- Tay, scusa la franchezza ma…che cazzo dici?-
Rise anche lui, sciogliendo l’espressione crucciata che aveva assunto poco prima.- Era per sicurezza!-
Dopo circa mezz’ora l’auto di Tay si fermò sotto casa mia e, nascosto fino all’osso per non farsi fotografare dai paparazzi che probabilmente si aggiravano vicino casa, sgattaiolò fuori.
Salutai i miei e le mie due sorelle e mi buttai sul letto. Ispirai profondamente l’odore della mia camera. Nessuna lussuosa camera d’albergo avrebbe potuto sostituire il profumo di casa mia.
Un suono metallico mi annunciò l’arrivo di un sms.
Afferrai il cellulare e lessi velocemente.
Si lo so, non avrei dovuto. Ma ho comprato un vestito stupendo per domani sera!
Notte Eddie!
Bells
Kirsten. Quanto ci giocavamo sui nomi dei nostri personaggi!Era un vero spasso.
Scrissi una risposta con un sorriso e spensi la luce.
Domani sera ci sarebbe stato un party. Era meglio dormire se non volevo ritrovarmi addormentato sulla prima poltrona libera!
 

 
~
 
 

Dannate riviste di gossip. Avrei incendiato tutte le loro redazioni, un giorno!
Chiusi con stizza il giornale, gettandolo nel porta riviste accanto a me.
Pagina tre. Quella mattina ero una schifosa ed odiosa pagina tre.
Spiattellata davanti ai miei occhi c’era una foto mia e di Gaspard all’uscita da un noto locale della grande mela, di qualche settimana prima.
Litigavamo.
E naturalmente i giornalisti ci avevano ricamato su una sorta di romanzo epico.
Eravamo in volo da alcune ore, ma Los Angeles – Londra era lunga.
Afferrai un’altra rivista dal cestello, sorseggiando la mia Coca Cola dietetica.
La vera scocciatura di essere una cantante pop era quella: mantenere la linea.
Sennò potevo scordarmi di ballare in modo decente nei miei videoclip.
Dispiegai la rivista per vedere meglio la foto di copertina e trovai il ragazzo che più non sopportavo, nonostante non lo conoscessi.
Robert Thomas Pattinson.
Aprii la rivista e cominciai a sfogliarla con disinteresse, tanto per ingannare il tempo mentre ascoltavo, sparato a tutto volume nelle cuffie dell’Ipod, l’ultimo singolo dei Muse proprio dedicato all’ultimo episodio della saga della Meyer.
Adoravo la sua saga. Avevo letto Twilight quando il nome Edward Cullen era ancora sconosciuto. Naturalmente ero stata super felice quando la Summit aveva dichiarato che avrebbe prodotto i film.
Ma se c’era una cosa che proprio non mi andava giù, che ancora oggi mi faceva innervosire nella visione dei film era lui: Robert Pattinson.
Come diamine avevano potuto scegliere lui?!
Con una piccola stretta al cuore, ricordai che anche Gaspard era in lizza per quel ruolo. All’epoca non eravamo ancora fidanzati, ma cominciavamo a sentirci spesso. Ci rimase malissimo quando non gli assegnarono la parte. Aveva già letto i primi libri per immedesimarsi nel personaggio.
E ci riusciva bene. Strappai un pezzo di giornale e lo appallottolai con rabbia. Ci riusciva eccome, a fare l’Edward. Il mio Edward personale.
Ero sempre stata Team Edward – e lo ero ancora-, ma quando vedevo i film era come se, inconsciamente, tifassi per Jacob. O meglio, per Taylor Lautner.
Sbadigliai, guardando l’orologio.
Forse mi conveniva dormire un po’.
La presentazione del mio nuovo cd mi aveva fatta a pezzi. E non solo per l’enorme quantità di lavoro, ma anche per la riduzione del mio tempo libero.
Distesi il sedile e abbassai la musica dell’Ipod.
Poco dopo mi addormentai, cullata dal suono di una chitarra malinconica.
 
 
 
 
 
 




 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Okay, l’ho pubblicata davvero.
Salve a tutti!Era da tempo che volevo scrivere una fiction del genere, ma alla fine lasciavo perdere soprattutto perché ho un’altra fiction originale da portare avanti… .
Ma com’è che si dice in questi casi?Quando l’ispirazione chiama…e così ieri notte ho iniziato a buttar giù qualcosa ed eccola qui sotto il vostro giudizio!
Il titolo è ispirato alla canzone dei The Notwist – Consequence, che mi ha ispirata. Forse lo cambierò, forse rimarrà questo fino alla fine. Non lo so bene ancora. Con i titoli ho un rapporto d’amore/odio!
Vi chiedo soltanto di non odiare la povera Rosie, dopo l’ultima parte del capitolo!
Credete forse che non cambierà idea?!
Bene, non ho nient’altro da dire. Spero naturalmente, di ricevere qualche recensione così, tanto per sapere se vale la pena continuarla e se sono riuscita ad incuriosirvi.
Alla prossima(forse),
Ria.
 


  
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