Scritta da Luigi e Matilde.

Ringraziamo la suprema e onnipotente Franziska Von Karma come nostra fonte di ispirazione. Dedichiamo a lei e solo a lei questa storia.

9 Marzo, 1960.

Il piccolo Manfred doveva andare a scuola e si era svegliato alle 5 di mattina per vestirsi di tutto punto. Per lo spessore dei suoi occhiali da astigmatico e per il suo comportamento, i compagni lo soprannominavano, maliziosamente “Manfrocino”.

Il ragazzo si dirigeva silenziosamente verso il portone rosso della sua scuola. Aveva sulle spalle uno zaino pesantissimo pieno di libri dedicati alla sua grande passione: la legge. Manfred era così intelligente che non aveva bisogno di stare attento alle lezioni e così leggeva quasi sempre il codice penale. Manfred sapeva che i von Karma dovevano essere perfetti e quindi diceva alla sua cara mamma che lui era stimato da tutti e tutti lo volevano imitare.

26 Marzo, 1960.

Un bel giorno la maestra disse: “Ragazzi avete una nuova compagna!”. Manfred smise un attimo di leggere “Tu e la legge”, il suo nuovo mattone comprato dall’edicola più vicina. Ma appena capì la situazione tornò alla lettura. Non gli interessava sapere chi era questa nuova compagna, chissà, magari l’avrebbe preso in giro come gli altri. La ragazza guardò tutti i visi e vide proprio Manfred, girato di schiena, assorto dal libro. La maestra si accorse che la nuova stava osservando il piccolo Manfrocino e le disse, rassicurandola: “Oh, è solo Manfred. Non badare a lui”. Il piccolo von Karma alzò gli occhi, sentendo chiamare il suo nome, e rimase fisso a guardare quella ragazza lì, in piedi, al centro della classe. Era così bella, con degli occhi color ghiaccio, i capelli celesti come un cielo limpido e sereno.

“Lei è Eva Ader” spiegava a  tutti la maestra. Ma a Manfred non importava.

Per Manfred lei era così affascinante … No! Lui era un von Karma. Non poteva lasciarsi trascinare dalle emozioni. Perciò, dopo questo lungo e profondo incrocio di sguardi tra Manfred ed Eva, il ragazzo tornò a leggere il suo fedele libro. Un’ora dopo, la maestra decise di iniziare la lezione di tedesco. Dovevano leggere a turno un racconto che era sul loro libro. “Etzel, tocca a te. Ora tu, Felix. E’ il tuo turno, Friedemund”. Pian piano tutti leggevano. Arrivò il momento di Manfred, ma lui non stava né eseguendo il suo dovere di studente né leggendo il libro di legge. Stava guardando Eva che si era seduta accanto a lui. “von Karma!” urlò la maestra infuriata. “Che cosa stai facendo?” Lui si voltò di scatto rosso dalla vergogna, ma cercò di non darlo a vedere e balbettò: “Io… ehm…” mentre cercava di trovare una scusa. “Non parli, eh? Ora convocherò i tuoi genitori!”. Manfred era quasi in lacrime, la sua perfezione era d’un colpo svanita, quando…

“NO!” strillò Eva. “Non può punirlo: sono stata io a distrarlo per chiedergli a che pagina eravamo”.

“Cosa? Signorina Ader, ti stai prendendo le colpe di von Karma?!”

“Sì, signora maestra. Mi dispiace tanto” disse la ragazzina con un viso d’ angelo che suscitava tenerezza. La maestra decise di non punire la nuova arrivata, e Manfred rimase colpito da quel gesto, tanto che continuò a fissarla. Lei se ne accorse e gli fece un occhiolino, mentre lui arrossiva.