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Autore: Espero    17/09/2005    3 recensioni
E' da tre mesi che non riuscivo a scrivere.. o meglio scrivevo orrori peggio di questo.. ora mi sono imposto di rimettermi in giorco che siano belli o brutti li metto su per migliorare
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È duro sentirsi abbaiare in faccia “hai diciannove anni” a malapena fai i conti con la responsabilità della maggior’età e già

È duro sentirsi abbaiare in faccia “hai diciannove anni” a malapena fai i conti con la responsabilità della maggior’età e già si profilano i venti dove ci si aspetta che tu, almeno un po’, te la sappia cavare. Così vaghi senza le briglie del liceo. Inizialmente è come non aver visto la luce per troppo tempo anche se in realtà una luce di questo tipo non te la sei mai trovata davanti. Intontino sbatti contro i muri, inciampi, prendi vie che non sai dove portino e perchè le imbocchi ma non sei più un bambino, se sei stato abbastanza sveglio da aver imparato a cavartela allora sopravviverai, se sei stato abbastanza umano da esserti trovato degli amici allora non sarai solo. Non c’è più il luogo di incontro giornaliero, la gente la incontri per caso senza regolarità e pianificazione e così è difficile stringere rapporti con la gente che frequentavi a scuola ed è più facile doversi rapportare a se stessi.

Quando ti vomitano in faccia che hai diciannove anni ti rendi conto quanto ancora non hai la bussola di dove vorresti andare. Non generalizziamo. Nel mio caso non sapevo proprio che pesce pigliare. Non mi avevano mai obbligato allo sport ne alla musica. Nella mia vita non c’erano grandi passioni da perseguire ma solo risultati modesti o scarsi su ogni fronte nonostante tutti mi vedessero come una persona intelligente. Immerso in una rarefatta e cangiante mediocrità cerco di tirare fuori quello che possa portarmi da qualche parte per non trovarmi tra qualche anno a scrivere. “è duro guardarmi allo specchio e vedere che ho ventinove anni, vedere la mia esistenza come un eterno panno sfilacciato, mai iniziato mai finito. Un vecchio straccio gettato di lato e calpestato da coloro che nella vita hanno avuto culo e intelligenza nel capire dove potevano andare.”

Così un giorno decisi di partire. Decisi che non era più posto per me. Avevo necessità di venire a capo della mia storia vedendola forse nera su bianco o minuscola su di uno schermo bianco immenso e solitario. Su questo grande foglio forse avrei potuto capire che faccia ho senza gli autoinganni forzati da rapporti lunghi anni che non potevo ne volevo recidere. La partenza ed il ritorno sarebbero stati un lancio nel vuoto senza paracadute nè alcun chè ad attutire lo schianto ma furono questi momenti che andarono a definire ciò che ero spazzando via ciò che in me era posticcio e di venefica estraneità. Questo è il viaggio del mio cambiamento o di ciò ce io ho sempre ritenuto tale. Spero non sarà solo un diario per me e una noia per voi. Se voltata l’ultima pagina qualcosa vi avrò lasciato scrivetemi ovunque io sia perchè sarà il sigillo che il mio scrivere rimarrà anche in altri perchè possano salvarsi da queste delirio collettivo che mi spiace chiamare “presente”.

  
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