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Autore: Emilastra    09/07/2010    2 recensioni
"Chi è che avrebbe 30 anni, scusa?" Il biondo fulminò l'amico con lo
sguardo mentre cercava dentro la tasca di dietro dei jeans neri,
l'accendino. Dio, se lo perdeva circa dieci volte al giorno.
Hakkai tornò a ridere divertito. Un sorriso ed una vocetta garbata per un uomo dagli occhi misteriosi.
"Oh suvvia, Sanzo, intendevamo soltanto dire che per l'età che hai, porti i tuoi anni divinamente!"
La situazione piuttosto che migliorare, precipitò. Scosso dal ridere, Gojyo raccattò la sua birra, affogando le labbra nella schiuma e bevendone una corposa sorsata.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimer: I personaggi della Fiction sono tutti maggiorenni, fatti, azioni e nomi non rispecchiano avvenimenti davvero accaduti, dovesse esserci somiglianza, sarebbe del tutto casuale.
I personaggi sono di Kazuya Minekura.


.:Prologo:.

Tokyo.

Quando la notte faceva presa sulle strade di Tokyo, l'adrenalina non poteva fare a meno di assalirgli lo stomaco. Ed il sorrisetto sghembo e autolesionista si faceva largo sul volto. I guanti scuri e di pelle reggevano stretto il volante, mentre gli occhi violetti scrutavano a tratti la strada davanti a se ed a tratti lo specchietto retrovisore. La ragazzina seduta accanto, totalmente ubriaca e succube delle droghe ingerite nell'arco della serata, urlava divertita. Senza cintura, teneva le gambe al petto. Convinta, forse, che mostrando le gambette nude di quindicenne avrebbe eccitato sessualmente il pilota. Il biondo, pilota, sterzò bruscamente, tirando il freno a mano, e derapando una spericolata inversione a U, che lo portò a ritrovarsi nella corsia accanto, come indicava il percorso segnato a terra, da delle strisce rosse disegnate evidentemente di fretta ed ancora fresche.
"Sei un fottutissimo Bastardo!" Urlò ridendo bellamente il pilota della macchina dietro, dai capelli rossi come il fuoco, il quale si ritrovò a dovere momentaneamente sbandare verso destra per poi imitare la sterzata del biondo, seguendo il tragitto già stabilito. Il biondo, di rimando, gli ghignò in cagnesco, presentando un evidentemente dito medio prima di inserire la terza ed  accelerare, portandosi dietro la polvere della strada notturna, totalmente sgombra di macchine.
"Sanzo..." Miagolò la ragazzina seduta accanto. "... ti ha dato del bastardo, non dici nulla?"
"Aaah..." Si lamentò il pilota, facendole cenno di stare zitta mentre lui continuava quella folle corsa di auto.
Il rosso nella macchina dietro premette il piede sull'acceleratore. La "sua" di ragazzina seduta accanto, doveva essere ad una delle sue prime corse. Perchè tremeva. Chiusa in un paio di jeans a sigaretta, dei tacchi a spillo ed una maglietta a righe bianche e blu. Aveva un bel visino rotondo, seppure anche lei sembrava tramortita dalle follie della sera. Magari era stata anche la sua prima bevuta, si ritrovò a pensare Gojyo. Ma gli occhi tornarono alla macchina davanti a se. Una Lamborghini nera, vinta in un torneo di Poker su internet. Rise tra se, pensando a come il suo migliore amico fosse uno che riusciva a portare ogni suo vizio al vertice massimo.
Il traguardo stava ormai a meno di 600m davanti a loro. Ed il rosso si morse il labbro inferiore mentre cambiava marcia, e si portava nella corsia accanto, contro mano, soltanto per riuscire a superare l'avversario il quale si voltò a guardarlo sorridendo ancora una volta, con un che di mefistofelico.
"Sai battermi soltanto quando bari!" Urlò Sanzo.
"Nessuno ha stabilito delle regole!" Rispose ridendo ancora, ma la questione si chiuse lì. Concentrati sul traguardo. Sulle due stangone dai capelli tinti che aspettavano alla fine del tragitto.
Sanzo cambiò marcia ancora una volta mentre l'avversario mimava un saluto con la mano destra, inserendo il NOS. Fumo bluastro si proiettò fuori il tubo di scappamento mentre Gojyo, convinto ormai di avere vinto, rideva entusiasta.
Meno di cento metri.
La vittoria era lì, davanti a se, se non fosse che, qualcosa, colpì la sua macchina da dietro. Frenò di botto. La macchina si ritrovò a girare su se stessa e vide dallo specchietto l'ennesimo gestaccio di Sanzo, il quale lo superava, ed andava a vincere con i suoi comodi la gara.

Gemette il rosso, segnando mentalmente i danni alla macchina.
"Cazzo, Sanzo!" Sbottò fulminando l'amico. "... Mi hai sfasciato il culo!" Sanzo s'avvicinò all'altro, facendo spallucce. "Se bari tu, posso farlo anch'io.." Si giustificò.
"Barare è un conto, m'hai distrutto il dietro della macchina!" Esplose disperato Gojyo, portandosi indietro i capelli lunghi e rossi. Le dita sfiorarono il codino sopra la nuca prima di tornare sul fianco.
"Non stare a frignare..." Commentò il vincitore accendendosi serafico la sigaretta estratta dal pacchetto morbido. "... te li pago io danni..."
Gli occhi di Gojyo si illuminarono e presto la questione si chiuse lì. La ragazzina che stava seduta accanto al rosso, durante la gara, adesso piangeva accerchiata dalle amiche, per lo spavento preso.
"Dai, andiamo da Hakkai... " Suggerì il biondo aspirando con veemenza dalla sigaretta accesa. La mano corse allo sportello della Lamborghini, aprendolo e facendo cenno all'amico di salire in macchina.
"Anzi, facciamo così!" Gli urlò già al volante, mentre il rombo del motore copriva tutto. "Offrimi una birra, e io magari ti compro un catorcio nuovo!" Sorrise sghembo lo strampalato ed alquanto tenebroso riccone biondo. Ed il fatto che Gojyo non se lo facesse ripetere due volte, lasciando la propria auto semidistrutta in balia di tutto, lasciava intendere la profonda e per certi versi contraddittoria amicizia dei due.
Quando la notte calava, era come se la gente si spogliasse dei vestiti del giorno, soltanto per mostrare una nuova faccia di se, totalmente diversa. Le ragazze erano le più brave in quest'arte. A partire dalle studentesse liceali, sino a belle e formose donne in carriera.
Sanzo e Gojyo erano anche loro maestri. Nessuno avrebbe mai dubitato della loro stravagante passione nella notte. Gojyo, in fondo, era un'alquanto prestigioso manager di piccoli ed emergenti musicisti locali. Per quanto non avesse mai avuto grandi ambizioni nella vita, se non divertirsi e portarsi a letto più o meno tutta la flora femminile di Tokyo, comunque poteva vantare un guadagno sopra la media.
Sanzo, invece, era un famoso uomo d'affari. Indaffarato sempre in borsa, tra telefoni cellulari, taccuini e matite divorate per lo stress ed il nervosismo, lui riusciva comunque ad emergere per la passione che riponeva in quel lavoro e la modesta dose di fortuna che si portava dietro.
Raggiunsero le strade più animate e vive della Tokyo notturna, nel giro di pochi minuti. Dando notizia della loro venuta con il rombo sfacciato dei motori.
Gojyo rise divertito, lasciando dal finestrino la cicca ormai morta. "Sei un megalomane di merda..." Sfottò l'amico, il quale gli bastò mollare un palese finto pugno sulla spalla dell'altro, prima di posteggiare davanti al locale. Non temeva furti, seppure fosse una bella macchina. Per il giro in cui erano capitati, c'era un reciproco rispetto per cui, uno guardava la macchina dell'altro, indipendentemente dal fatto che si fosse gareggiato sino a poco prima, e magari uno dei due partecipanti avesse perso.
Il Kanzeon era il pub IN più in voga del momento. Vantava tre sale da discoteca, due salottini privati, ed una zona bar con circa sei o sette baristi.
Una densa aria satura di caldo investì i due, diretti verso il bancone, mentre un'orda di femmine, incallite conquistatrici, si avventavano su Gojyo, il quale non sembra disdegnarle. Piuttosto Sanzo si diresse a passo spedito al bancone. Superando qualche quattordicenne ubriaca, o due omosessuali, intenti a conoscersi ed il proprietario del locale a cui diede una stretta di mano veloce prima di sparire tra la folla.
Hakkai era un affascinante Barman, dai modi gentili e le mani abili. Restio a fare amicizia con la gente di lì, era l'uomo perfetto per quel posto, in quanto difficilmente lo si avrebbe visto perdere tempo nel chiacchierare o provarci con la ragazzetta provocante. Piuttosto, al massimo, se arrivava qualche amico, non si sapeva come, riusciva a recepire comunque tutte le ordinazioni, preparare i Coktail e parlare con chi di interesse. Portava sul volto due sfavillanti occhi verdi, mentre i capelli neri, a tratti scompigliati e sudati per il lavoro sfiancante, si ergevano corti, in parte rasati sulla nuca.
Quando vide Sanzo, capì dovesse aver vinto anche quella gara, in quanto l'amico biondo non portava sul volto nessun espressione nervosa o scocciata. Piuttosto si poteva leggere un che di tacitamente compiaciuto.
"Tzè, guardalo... mi ha sfasciato la macchina e se ne sta lì a fare fichetto.. manco ricordasse i suoi 30 anni..." L'improvvisa apparizione di Gojyo, stupì e forse a tratti spaventò il moro, il quale rise tranquillo porgendo un boccale di birra al rosso.
"... lascialo stare..." Pronunciò il saggio Hakkai, tornando a mischiare gli oscuri e segreti ingredienti per realizzare altri Cocktail. Non gli dava fastidio che i suoi amici venissero lì. Passando tutta la notte, o quasi, in quel posto, fare due chiacchiere con gente conosciuta, serviva per prendere quella boccata d'aria che lui di certo non andava a prendere fuori il locale, come tutti gli altri "colleghi".
"Chi è che avrebbe 30 anni, scusa?" Il biondo fulminò l'amico con lo sguardo mentre cercava dentro la tasca di dietro dei jeans neri, l'accendino. Dio, se lo perdeva circa dieci volte al giorno.
Hakkai tornò a ridere divertito. Un sorriso ed una vocetta garbata per un uomo dagli occhi misteriosi.
"Oh suvvia, Sanzo, intendevamo soltanto dire che per l'età che hai, porti i tuoi anni divinamente!" La situazione piuttosto che migliorare, precipitò. Scosso dal ridere, Gojyo raccattò la sua birra, affogando le labbra nella schiuma e bevendone una corposa sorsata.
Sanzo girò gli occhi, pregando il Budda di dargli la forza di non starli ad ascoltare mentre, finalmente, trovata l'accendino e dava fuoco alla punta della sigaretta.
"Dov'è Goku, oggi non lavora con te?" Chiese l'affascinante borsista, o borsaiolo come si divertiva a cansonarlo il manager.
"Si, ma di settimana non ha senso prendere tutto lo staff per il weekend così, Kogaiji" Il proprietario, quello a cui Sanzo aveva stretto la mano sino a due minuti prima. "Ha preferito fare tagli per i giorni feriali e quindi ci ritroviamo un pò tutti a fare più cose nella stessa serata."
Sanzo scrutò l'amico dagli occhi verdi per una manciata di secondi prima d'inarcare le sopracciglia.
"E quindi?"
Gojyo invece seguiva distratto i discorsi, intento più ad ammirare la gonna, o per lo più maglietta molto lunga, della biondina che s'agitava insieme alle amiche nella discoteca. Divertendosi, mentalmente, ad immaginarsela a letto, in pose provocanti. O magari imbarazzata da brava scolaretta delle medie.
"E quindi, è in cucina, potete andare se volete, sta sera non c'è quasi nessuno alle salette private... Io vi raggiungo tra un attimo.." Hakkai rise, quando il biondo tirò via per la camicia Gojyo, ancora perso nelle mutandine viola e rosa della minorenne poco distante il bancone.
Goku stava seduto sulla superficie d'acciacio accanto i sei fornelli.  Il cappello bianco da cuoco, ed il completo di giacca bianca e pantaloni a scacchi, gli dava quell'aria da grande chef che in realtà non era. La sua più grande passione era mangiare, non tanto cucinare, ma proprio perchè la sua fama da buon gustaio lo precedeva, comunque poteva vantare una certa bravura nell'aggiungere cose fondamentali come sale e pepe nelle giuste quantità.
In compagnia del lavapiatti Rumeno, intento in una telefonata con la moglie davanti l'entrata di dietro, Goku fissava la televisione annoiato. Sospirando di tanto in tanto e mandando giù due o tre sorsate di CocaCola. La partita di Basket non andava come sperava.
"Ehi, scimmia!" Esclamò Gojyo aprendo la porta della cucina. In legno, e con vistoso oblò, forse un pò troppo grande, al centro di essa.
Il cuoco non si scompose più di tanto, rimanendo immobile nella sua posizione. Un ginocchio piegato al petto, ed il mento su di esso. L'amico dai capelli rossi, gli si affiancò, i due si salutarono da uomini, scontrando le nocche su quelle dell'altro.
"Come va la partita?" Goku sbuffò seccato.
"Uno schifo, Kimi Suzuki non ha fatto entrare in campo nessuno dei migliori, come cazzo spera di vincere la partita?!" Si sfogò il cuoco.
"... allora è sicuramente truccata... gli allenatori non sono stupidi, quando non fanno quello che hanno sempre fatto, evidentemente, li hanno pagati.."
Goku si voltò a guardare l'entrata in scena di Sanzo, mentre questo aspirava la sigaretta accesa poco prima e si proiettava davanti a loro. Non intralciava la visuale, in quanto la televisione era ben alta sopra le loro teste.
"Io non ci credo a queste stronzate..." Fece spallucce Gojyo, mentre Sanzo si fermava a fissarlo inarcando un sopracciglio.
"Mica sto parlando di un cazzo di Ufo, non è che c'è da crederci o meno, se si parla sempre di partite vendute è perchè succede e basta.." Bè certo il suo ragionamento non faceva una grinza. E Goku ridacchiò tra se, scendendo dal piano, e dirigendosi al frigorifero. "Avete fame.. ?" Chiese, lasciando intendere che lui per si e per no, stava per divorarsi un panino.
Gli altri due si fissarono per qualche secondo, incerti se abusare o meno delle vettovaglie del proprietario prima di fare spallucce.
"Ci puoi cucinare tutto quello che vogliamo?" Chiese il manager leccandosi i baffi. Il cuoco rise annuendo un paio di volte, estraendo dal frigo ingredienti di vario genere e antipasti già belli e pronti, fatti nel pomeriggio.
Sanzo ci pensò su, prima di mostrare un sorriso tra il sadico ed divertito.

Poche ore dopo, quando il locale era ormai vuoto, e gli adetti alla pulizia, toglievano tutto lo schifo lasciato dai clienti, i quattro amici, stavano in una delle due salette private. Chi a scolarsi le ultime bottiglie di birra e chi ad ostentare ancora lucidità dopo avere alzato un pò troppo il gomito.
Hakkai si allenteva la camicia, la giacca nera ormai stava abbandonata sulla poltroncina, mentre Gojyo rideva in compagnia del cuoco, scherzando sull'età dell'uomo d'affari, che invece sonnecchiava o comunque, come aveva detto circa mezzora prima, riposava gli occhi.
Il fatto che dopo tanti anni, riuscissero ad apprezzare quella quiete, compiacendosi comunque della compagnia reciproca, lasciava intendere che quel gruppetto, era troppo unito per decidere un giorno di separarsi.

.:Prologo:.


Note.
Kimi Suzuki è l'allenatore della nazionale di pallacanestro giapponese. ù.ù cercato su Wikipedia.
Sanzo: Cercando di essere il più fedele possibile al personaggio della Minekura, comunque ho cercato di immaginare un uomo magari non uguale a quello del fumetto. Vizioso come sempre, e scorbutico al suo solito, ma decisamente più tranquillo e realistico.
Gojyo: Gojyo, deve rimanere tale. Avventato, audace e per lo più maniaco con tutti.
Goku: Che rimanga l'ingorda scimmia di sempre, è risaputo, ma calcolando che nella storia è decisamente più grande, deve mostrarsi più maturo, invece che un ragazzino.
Hakkai: Tale e quale a Gojyo. In quanto credo lui e gojyo siano i personaggi più adattabili ed allo stesso tempo intoccabili del fumetto.
La prima scena, per quanto sia somigliante a quella di Fast 'nd Furious, comunque non lascia intedere che la storia si baserà su quello. Era un modo come un altro per inserirsi nelle vite dei quattro.

:) spero vi sia piaciuto questo prologhetto, spero di ricevere taaante critiche, costruttive e non
Baci alla prossima!
  
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